lunedì 30 maggio 2022

No alla base militare di Coltano

All’insegna dello slogan “Nessuna base per nessuna guerra”, anche da Brescia partiranno pullman giovedì 2 giugno per partecipare alla manifestazione nazionale contro la realizzazione della base militare di Coltano, in provincia di Pisa.
Per gli interessati la partenza è fissata alle ore 10 dal piazzale davanti alla Casa della Sinistra in via Cassala 34. A Coltano poi il corteo partirà alle 14.30 dalla Villa Medicea di via Palazzi 21.
Chi desiderasse partecipare all’iniziativa antimilitarista può telefonare ai numeri 328 1530258 o 351 6226392.

domenica 29 maggio 2022

Cappelle, cappellette e cappellate

Alla vigilia della gloriosa battaglia di Solferino e San Martino, innumerevoli furono le ricognizioni tattiche sul territorio da parte gli entrambi schieramenti (al tempo non esistevano né satelliti né droni, evidentemente!). 
“Nella scaramuccia presso il passaggio a livello della stazione di Pozzolengo, avvenuta verso le 4 mattutine del 22 giugno, il I° tenente degli usseri Imperatore il conte Toussaint de la Motte, fu vittima dell’imboscata tesa dai bersaglieri, che si erano nascosti dietro le siepi della strada Lugana e tra i cancelli del passaggio a livello della strada ferrata. Venne colpito da una scarica di fucileria appena fu loro a tiro, mentre a sciabola sguainata stava inseguendo un cavalleggero piemontese col quale aveva poco prima duellato”. Questa è la cronaca, tratta dal bellissimo libro di Giancarlo Ganzerla Rosso sulle colline, edito nel 2009 in occasione del 150esimo anniversario della battaglia di Solferino e San Martino. Sempre dalle note del citato libro si evince che dall’Archivio di guerra austriaco, riguardo al conte Toussaint Graf de la Motte, tenente, risulta che “la famiglia comitale de la Motte, originaria della Lorena (Francia), secondo le indicazioni nel libro genealogico gotaico delle casate comitali, anno 1929, pag. 369 f. si è estinta”. Questo nobile tenente di origini francesi, ma assoldato dall’Austria, risulta la primissima vittima della battaglia che avrà luogo il giorno successivo. 
A ricordo di questo caduto è stata costruita una cappella dove venne sepolto, sul vecchio percorso della strada Lugana (vicinissimo all’attuale casello autostradale di Sirmione/Pozzolengo). Ora Cepav Due, general contractor per la costruzione della linea ferroviaria TAV, trovando sul percorso del nuovo treno questa cappella, ha pensato bene di spostarla. ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), l’azienda nazionale per antonomasia, quella che ha il cane a sei zampe come logo (come puoi non fidarti di un’azienda che ha un cane a sei zampe nel suo logo? sarebbe come non fraternizzare con Cerbero, altro cane, semplicemente perché ha tre teste!), fa parte del consorzio per la costruzione della nuova linea ferroviaria - ma non voglio in questo frangente gridare a viva voce che il TAV non servirà a nulla se non ad arricchire ampi forzieri già ricolmi - ma a dar notizia che per intervenire sulla cappella del tenente austriaco hanno assoldato una gru speciale che proveniva da Genova. Hanno impacchettato la cappella, imbrigliata a dovere e spostata di qualche decina di metri, tanto per non averla più in mezzo. Il consiglio comunale di Desenzano del Garda era intervenuto più volte per risolvere al meglio questo problema; era stata scomodata anche la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia e si era pensato di traslocare la cappella all’interno del parco dedicato alla battaglia, nei pressi della torre di San Martino. Evidentemente si è fatto prima a spostarla di qualche metro e non di qualche chilometro, anche per non incidere sui costi (sic!). 
Ora sorge spontaneo un parallelismo tra la cappella di Toussaint Graf de la Motte (un militare che amava la guerra) e la cappelletta del cimitero di Calcinato dedicata alla Madonna della pace. Tutte le volte che transito da lì, guardo la costruzione e mi dico: “Strano che la cappella sia ancora in piedi: è circondata da materiale edile e di costruzione, da mezzi meccanici di una certa stazza, vuoi che un braccio meccanico non possa aver compiuto una rotazione strana e impattato su una delle due colonne che reggono il manufatto, provocandone la rovinosa demolizione?”. Per il momento regge il confronto con il vicino monumento agli avieri, ma penso che anche la nostra cappella dovrebbe essere ricollocata in altra località. Me lo auguro e, se Cepav Due dovrà cercare una gru per lo spostamento, si faccia pure avanti che la possiamo aiutare.
Giulio Botticini

venerdì 27 maggio 2022

Verso il 28, ross de sang

... 

Quanta gent che gh'è in piassa
coi compagn de la ringhera
e gh'è anca la morosa,
cont el tocch ross de bandèra.

E che acqua, "ven chi sota,
ven chi sota ma de prescia",
Urla Brescia, urla e scoppia,
'na fiamada e la morosa

a l'è morta, tuta morta
mezz al fum col sang per tèra
e in man, 'renta a i man
l'ultim tocch ross de bandera.

L'ha basada, ribasada
la taseva, la taseva
e alùra l'ha vardada
l'era bianca, e rossa...l'era.

Ross de sang ch'el se squaja
ne la pioggia disperada,
e la mort che la sgagna
tuta intorna on pò stranida.

E la rabia disarmada,
Brescia piange la ringhera
torna a casa senza dona
senza el tocch ross de bandèra... e...

Il ventotto, ma di maggio,
i compagn de la ringhera
han gridato: "Su coraggio,
riprendiamo la bandiera."

...

(strofe dalla cantata di Ivan Della Mea La ringhera, 1974)

giovedì 26 maggio 2022

Verso il 28: oggi come allora, guerre, stragi, miseria e sfruttamento

28 maggio 1974. Dagli anni ‘60 agli anni ‘80 di fronte al protagonismo operaio, che lottava per un salario decente, per i più elementari diritti sociali e per un lavoro liberato dalle catene della disciplina aziendale, la borghesia industriale e finanziaria insieme all’apparato burocratico-militare reagirono in maniera feroce dando luogo alla stagione delle stragi, nel tentativo di fiaccare la volontà di liberazione dei lavoratori/trici ormai consapevoli della propria forza e dei propri diritti.
In tale contesto si inserisce anche la strage di piazza della Loggia, riguardo alla quale dalle indagini sono emerse le responsabilità di esecutori, organizzatori e mandanti: dai mercenari della destra fascista, agli apparati dello stato, alla NATO quale ispiratrice e agente degli interessi dell’imperialismo statunitense.
Piazza della Loggia è stata preceduta e seguita da molti altri gravissimi attentati e progetti sanguinari: dagli attentati alla fiera di Milano del 25 aprile 1969, ai treni dell’Agosto e a Piazza Fontana del 12 Dicembre, ai tentativi di golpe di Valerio Borghese e di Edgardo Sogno, alle stragi dell’Italicus e di Bologna; solo per ricordarne alcuni. Sul piano internazionale era contemporaneamente in atto la criminale aggressione statunitense al Vietnam, Cambogia e Laos che ha causato più di un milione di morti.
28 maggio 2022 la situazione non è cambiata: anzi, per quanto riguarda i lavoratori/trici, grazie al sostegno o all'acquiescenza di pressoché tutta cosiddetta sinistra (PD) e dei sindacati maggioritari (cgil, cisl, uil) le condizioni sono di molto peggiorate e la borghesia non ha più bisogno di bombe e stragi per mantenersi salda al potere e conservare il proprio tallone di ferro ben fermo sul collo della classe lavoratrice.
Ma bombe e stragi e guerre dilagano in tutto il mondo, principalmente ad opera degli Stati Uniti (ma anche - seppur in misura minore - degli altri stati imperialisti) attraverso la sua agenzia più nota, la NATO.
È quasi superfluo ricordare i nefasti interventi, diretti e indiretti, del Patto Atlantico, degli USA e dei loro alleati - Italia compresa - negli ultimi decenni: dalla Jugoslavia all’Afghanistan all’Iraq, dalla Libia allo Yemen.
Come già accennato l’Italia non è estranea a questi massacri, con l’invio di uomini e armi sui principali teatri di guerra ed a costi crescenti, arrivati con il governo Draghi a 35 miliardi di euro l’anno, cioè 104 milioni al giorno.
Non si può quindi celebrare degnamente questo 28 Maggio di lotta senza affrontare decisamente la questione NATO per proseguire nella lunga strada di fare uscire la guerra dalla storia dobbiamo pretendere e gridare ad alta voce:
- FUORI l'Italia dalla NATO - FUORI la NATO dall’Italia
- NO alla GUERRA - NO alle spese militari
- RITIRO delle missioni militari italiane e CONVERSIONE dell'industria bellica - CONTRO la speculazione finanziaria e il carovita. BLOCCO dei prezzi subito!

Comitato contro la guerra - Brescia


mercoledì 25 maggio 2022

Genova per noi

Leggere Genova per noi - libro curato dallo storico Carlo Susara e pubblicato dalle edizioni PresentArtSì (140 pagine, 16 euro) - consente di constatare l’epocale arretramento antropologico subito dalla società italiana negli ultimi vent’anni, precipitato sotto gli occhi di tutti in questi tre mesi di orrenda carneficina fratricida in Ucraina.
“A vent’anni dal G8 due sezioni dell’Anpi (Lonato e Castiglione) hanno avvertito l’esigenza di raccontare quei giorni e i mutamenti che essi produssero nella mente e nella vita di un gruppo di cittadini ritrovatisi a condividere un pullman partito dal Garda nel 2001 per andare a Genova a manifestare” spiega il curatore.
E quindi “abbiamo rintracciato chi era su quel pullman per mettere a confronto i sogni e gli ideali di allora con quelli di oggi: cosa è cambiato? Cosa è rimasto uguale?”.
Ne è uscita una variegata serie di contributi di persone ancora oggi quasi tutte impegnate a vario titolo nella propria realtà sociale, accompagnati da fotografie inedite di quella straordinaria mobilitazione popolare. Tra di esse si segnalano quelle di Massimo Ghiacci (musicista dei Modena City Ramblers), Silvia Spera (sindacalista bresciana ora impegnata a Roma nella Cgil nazionale), Lucio Pedroni (presidente provinciale dell’Anpi), Gianluca Foglia (autore teatrale e disegnatore), Luca Cremonesi (editore e saggista), Fiorenzo Bertocchi (segretario provinciale di Rifondazione Comunista), Alessandro Domenighini (il compianto ex sindaco di Malegno), Claudio Morselli (portavoce del Movimento Nonviolento), Giovanni Battista Ruzzenenti (per tre volte sindaco di Medole), Franco Stuani (indefesso Hoffnungsträger gardesano), oltre allo stesso Susara.
“Il G8 del 2001 - ricorda lo studioso - non è stata l’unica ferita inferta alla Costituzione. Poi ci son stati i centri di detenzione per i migranti, la mancata redistribuzione economica, i brevetti farmaceutici, l’incremento della spesa militare a scapito di quella sociale, l'accentramento delle ricchezze”.
“Fermarsi alla commemorazione - osserva - serve a poco; quegli ideali, giornate, proposte devono invece servire per interrogarci su quale direzione debbano prendere il nostro impegno e le nostre azioni”.

martedì 24 maggio 2022

Da una guerra all’altra

“Ma non puoi scrivere qualcosa sulla guerra in Ucraina?” Lo farei volentieri, ma bisogna far molta attenzione a quel che scrivi, perché è estremamente facile esser tacciati di “putinismo” o di altre amenità; è successo in questi ultimi mesi a personaggi ben più noti di me, luminari quali il professor Alessandro Orsini, la filosofa Donatella Di Cesare e lo storico Luciano Canfora. Per queste ragioni non ti viene tanto la voglia di scrivere che la guerra è una cosa malsana; questo lo sanno anche i cani, ma tanti padroni questo assunto non lo vogliono recepire. 
Poi, pensi, ‘ma vuoi mettere il tuo articolo pubblicato con sotto tanto di firma in bella mostra’ ed allora cominci a scrivere qualche frase, qualche pensiero. Oggi è il 24 maggio, quello della canzone del Piave, anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1915; la guerra dell’inutile strage, come la definì papa Benedetto XV (da non confondere con Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger). 
“Mi sono maritato da pochissimo - disse mio nonno Lorenzo, quando i carabinieri della caserma di Rezzato si presentarono a casa sua per consegnargli la cartolina precetto - e per di più mia moglie Marietta è incinta della prima figlia!”. “Alla patria non interessano i tuoi fatti personali, tua moglie se ne farà una ragione, tu devi partire soldato per conquistare il Trentino”. Tutti gli accordi diplomatici fatti in precedenza per evitare il conflitto armato da parte dell’esercito italiano, non erano serviti a nulla, tanto forte era stata la pressione da parte delle forze interventiste. 
Mi piace sempre ricordare la vigilia del Natale del 1914, le truppe austroungariche di fronte alle francesi e scozzesi erano appostate in trincea per quella che oggi si chiamerebbe guerra di logoramento: ognuno manteneva le proprie posizioni, ogni tanto veniva comandato un tentativo di sfondamento che, immancabilmente, finiva per cozzare mortalmente sui reticolati della trincea nemica. La notte di Natale un cantante lirico, che era stato mandato al fronte per allietare le truppe, intona “Stille Nacht” e subito, dal fronte opposto, un soldato scozzese risponde con le note della sua cornamusa. Il tenore tedesco esce dalla trincea intonando “Adeste Fideles”; seguendone l’esempio, i militari tedeschi, francesi e scozzesi escono allo scoperto incontrandosi nella terra di nessuno, accordandosi per una notte di tregua. I “nemici” festeggiano insieme, si scambiano gli auguri e fraternizzano con una sigaretta, un pezzo di cioccolato assieme ad abbracci e fotografie. I soldati giocano anche una partita di calcio ed ora è davvero difficile pensare di spararsi contro. Il giorno seguente, i comandanti, obbedienti ai loro superiori, sono costretti a riprendere le ostilità. 
Questo fatto avvenne anche la vigilia di Natale dell’anno successivo, sul fronte trentino, dove combatteva nonno Lorenzo; molto probabilmente s’era sparsa la notizia e i militari ne avevano approfittato per una breve pausa di scambio di affetti e di auguri. 
Questa tradizione non accadde mai più; senz’altro le autorità militari avranno preso dei provvedimenti restrittivi nei confronti dei poveri soldati con il cuore tenero ed i piedi buoni, calcisticamente parlando. Voglio pensare che, tra i calciatori di quella sgangherata partita, ci sia stato anche nonno Lorenzo, me lo immagino con una maglia di lana, anche un poco rabberciata, e un paio di brache alla zuava più larghe del dovuto, a correre come una lepre per lanciare il pallone in rete. 
Mio nonno non è più tornato dal fronte, mia madre non ha mai conosciuto suo padre, ma noi in compenso abbiamo ottenuto il Trentino e l’Alto Adige. 
Dopo questa prima guerra mondiale ne è scoppiata un’altra, altrettanto cruenta, forse ancora più bestiale. Dal ’45 ad oggi, sono state decine le guerre combattute in giro per il mondo: da una parte il Patto Atlantico con la Nato, dall'altra il Patto di Varsavia. Ma se, con la caduta del muro di Berlino, il Patto di Varsavia si è dissolto, la Nato ha continuato a “lavorare” underground. 
Alla fine della seconda guerra mondiale, i partigiani che avevano militato nella resistenza italiana, hanno dovuto consegnare le armi che erano state utilizzate. Stranamente un gruppo di persone ben inquadrate e organizzate, tra cui uomini politici del calibro di Francesco Cossiga (sì, quello che è stato poi eletto presidente della Repubblica) e Paolo Emilio Taviani (che non c’entra nulla con i due fratelli Paolo e Vittorio, registi) e militari come l’ammiraglio De Lorenzo, militavano in un’organizzazione segreta ben armata e legata alla Cia americana e ai servizi segreti italiani. Sia Cossiga che Taviani sono stati politici appartenenti allo stesso partito dell’attuale ministro Lorenzo Guerini. 
Ora siamo a Mariupol, presso le acciaierie Azovstal, dove fino a qualche giorno fa erano asserragliati i combattenti del battaglione Azov; chissà, forse tra questi combattenti ci sarà anche il nipote di quel soldato tedesco morto a cui il militare russo aveva sottratto l’orologio da polso, salendo poi sul palazzo del Bundestag a Berlino per issare la bandiera sovietica in segno di vittoria. 
Termino riportando la frase pubblicata da questo blog qualche giorno fa - “ in guerra i soldati obbediscono, gli uomini obiettano” - e uno slogan che a me piace molto: “Ora e sempre renitenza!”.
Giulio Botticini, obiettore di coscienza

lunedì 23 maggio 2022

Obiezione alla guerra: un convegno

A tre mesi dall’invasione russa in Ucraina il movimento per la pace bresciano si dà appuntamento martedì 24 maggio alle 18.30 al Convento dei Missionari Saveriani, in via Piamarta 9 in città per un convegno al quale parteciperanno, fra gli altri, don Renato Sacco (consigliere nazionale di Pax Christi), Mao Valpiana (presidente nazionale del Movimento Nonviolento) e il nostro Flavio Marcolini.
"Oggi la prospettiva di una soluzione diplomatica sembra sempre meno realistica – spiega Marco Maffeis presentando l’iniziativa alla stampa – mentre si sentono sempre più frequentemente le minacce e i proclami di vittoria e sembrano mancare (tranne rare eccezioni, come Papa Francesco) proposte di de-escalation”.
“L'Onu - osserva - è sempre più svuotata dai veti incrociati delle superpotenze Russia e Usa, mentre l'Unione Europea, anziché farsi portatrice di pace osando finalmente una politica estera comune e indipendente, non riesce ad affrancarsi dal pensiero unico bellicista della Nato. L'unica certezza è che, come sempre, a pagare il prezzo della guerra è la popolazione civile: almeno 4 mila i civili morti, circa 5 milioni le persone fuggite all'estero e 7 milioni gli sfollati interni; a questi numeri vanno aggiunti i casi di stupri, torture e sparizioni”.
Secondo lui “c'è poco da stupirsi, le guerre giuste ed intelligenti non esistono. La guerra porta sempre morte e distruzione”.
“In questi mesi – sottolinea - molti media hanno rappresentato in modo grottesco le posizioni di chi da sempre si oppone alla guerra, con accuse di filoputinismo, antiamericanismo ed egoismo. Per liberarci da questa narrazione tossica e raccontare una realtà assai diversa, nel corso della serata illustreremo le proposte concrete della nonviolenza organizzata che da anni anche in Italia cerca di preparare la pace, partendo dalla Campagna nazionale per l'obiezione di coscienza alla guerra. L’unico modo per fermare la guerra è non farla, l’unico modo per cessare il fuoco è non sparare. Anche a Brescia diverse decine di cittadini hanno firmato quindi questa dichiarazione che sarà poi consegnata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, allo Stato Maggiore dell’Esercito, nella quale li pregano di non contare su di loro se vogliono coinvolgerli nella guerra con più armi, più spese militari, più violenza”.
La campagna, partita pochi giorni fa, ha già visto l’adesione di migliaia di italiani. Chi desiderasse acquisire ulteriori informazioni sulla serata di martedì può consultare la pagina web https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra/ oppure scrivere una mail a movimentononviolento.bs@alice.it o ancora telefonare allo 030/3229343.

sabato 21 maggio 2022

Festa interetnica a Bedizzole

Sabato 21 maggio a Bedizzole si celebra la "Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo". A partire dalle ore 16.30 nel cortile della civica biblioteca Primo Levi, in via Alcide De Gasperi 4, la Commissione comunale per le pari opportunità organizza un momento conviviale di scambio e condivisione fra le diverse comunità etniche presenti in paese: chi volesse partecipare portando prodotti culinari per una merenda può contattare l'Ufficio Servizi alla Persona allo 030/6871700. Inoltre ci sarà la possibilità di ballare le danze dei diversi paesi e popoli del mondo con l’animazione del Gruppo folk Girovagando. L’ingresso alla festa è gratuito.

venerdì 20 maggio 2022

Forsu: il Comune non farà ricorso

Ieri a Calcinato un centinaio di cittadini ha manifestato contro la localizzazione a Bedizzole del nuovo impianto A2A per il trattamento della frazione organica dei rifiuti domestici, che dovrebbe essere realizzato in località Fusina, vicino a Ponte San Marco e alla Bettola di Lonato.
Il sito aveva ricevuto il via libera dalla Provincia lo scorso 30 marzo ed è destinato ad accogliere circa 75 mila tonnellate annue di forsu da tutta la provincia per la produzione di compost e biometano.
In piazza si respirava la delusione per la scelta del Comune di non presentare ricorso al Tar contro il provvedimento. In una nota l’amministrazione aveva ricordato che “Calcinato è stato l’unico ente a esprimere il dissenso, portando annotazioni tecniche a sostegno della propria tesi. Abbiamo segnalato le preoccupazioni in merito all’impatto odorigeno che potrebbe avere in una situazione che presenta già criticità. Ma la Provincia, Bedizzole e Lonato hanno dato un parere diverso: le volontà positive espresse da tutti gli altri enti coinvolti, unito all’asserito impatto zero sul piano ambientale dichiarato da A2A, rende praticamente impossibile per Calcinato contrastare il prosieguo dell’iter burocratico. Consultato l’avvocato, è stato fortemente sconsigliato di presentare ricorso al Tar: l’unione delle altre parti a sostegno dell’impianto, la storicità dei risultati negativi di questa tipologia di ricorsi e il conseguente potenziale spreco di risorse economiche fanno propendere per non procedere legalmente”.
Laura Corsini, la portavoce del Comitato Cittadini che mercoledì aveva incontrato sul tema il sindaco Nicoletta Maestri, ha annunciato che “dopo cinque anni di attività di sensibilizzazione sul progetto, resta il rammarico per la scelta del Comune”. “Se verrà realizzato – ha ribadito – costante sarà la nostra sorveglianza attiva sul corretto funzionamento dell’impianto”.

giovedì 19 maggio 2022

Manifestazione no forsu in piazza a Calcinato

Dopo l’assemblea di lunedì scorso contro la localizzazione sul territorio di Bedizzole del nuovo impianto A2A per il trattamento della frazione organica dei rifiuti domestici da raccolta differenziata - che dovrebbe essere realizzato nei prossimi mesi in località Fusina, molto vicino a Ponte San Marco e alla Bettola - a Calcinato il Comitato Cittadini alza il tiro organizzando una manifestazione convocata per stasera a partire dalle ore 17 in Piazza Aldo Moro.
Come si ricorderà, il sito aveva ricevuto il via libera dalla Provincia lo scorso 30 marzo. Destinato ad accogliere circa 75 mila tonnellate all'anno di forsu da tutta la provincia di Brescia e finalizzato alla produzione di compost e biometano, l’impianto sorgerà su di un’area di circa 35 mila metri quadrati, in una fascia già sottoposta a un altissimo indice di pressione, l'indicatore stabilito da una legge regionale, la cui cogenza è stata peraltro ribadita anche dal Consiglio di Stato.
Localizzato in una zona geografica ad altissima densità di discariche e siti potenzialmente inquinanti, questo nuovo impianto andrà ad aggiungersi alla vicinissima discarica che lavora il fluff, a una nutrita serie di allevamenti intensivi, a diverse aziende che utilizzano sui terreni agricoli di gessi di defecazione, ai cantieri per la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità, a un impianto di cogenerazione a biomassa legnosa e a un impianto di recupero di rottami in alluminio.
Frazione di rifiuto differenziato con un certo valore economico, la forsu è al centro da molto tempo di un vivace dibattito, non solo specialistico, sulle modalità più idonee per affidare la gestione del suo trattamento e sui risvolti che la sua lavorazione può avere per la salute dell’ambiente e la qualità dell’aria.
L’intenzione degli ambientalisti - che hanno chiesto di poter incontrare il sindaco Nicoletta Maestri nel corso della manifestazione - sembra essere quella di presentare un ricorso avverso la decisione della Provincia, impugnando l'autorizzazione.
“In queste ore stiamo sollecitando i cittadini affinché inviino lettere al sindaco pregandola di promuovere il ricorso contro un impianto, l’ennesimo, impattante sul territorio” scrive il Comitato Cittadini che, per sostenere questa azione legale contro quello che definisce “un insulto ambientale irragionevole”, ha promosso anche una raccolta-fondi: gli interessati possono versare un’offerta libera sul conto corrente bancario con IBAN IT87C0867654172000000304501.

martedì 17 maggio 2022

Padroni della guerra

Venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere

Voi che non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole

Come Giuda dei tempi antichi
voi mentite e ingannate
una guerra mondiale può essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l’acqua
che scorre giù nella fogna

Voi caricate le armi
che altri dovranno sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti sale
voi vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
e viene sepolto nel fango

Avete causato la peggior paura
che mai possa spargersi
paura di portare figli
in questo mondo
poiché minacciate il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene.

Che cosa sono io per parlare quando
non è il mio turno?
Direte che sono giovane
direte che non ne so abbastanza.
Ma c’è una cosa che so
anche se sono più giovane di voi:
so che perfino Gesù
non perdonerebbe quello che fate

Voglio farvi una domanda:
il vostro denaro vale così tanto
vi comprerà il perdono
pensate che potrebbe?
Io penso che scoprirete
quando la morte esigerà il pedaggio
che tutti i soldi che avete accumulato
non serviranno a ricomprarvi l’anima

E spero che moriate
e che la vostra morte giunga presto
seguirò la vostra bara
in un pallido pomeriggio
e guarderò mentre
vi calano giù nella fossa
e starò sulla vostra tomba
finché non sarò sicuro che siate morti.

Bob Dylan

lunedì 16 maggio 2022

Il pettirosso prova le sue ali

Il pettirosso prova le sue ali.
Non conosce la via,
ma si mette in viaggio verso una primavera
di cui ha udito parlare.
Emily Dickinson

domenica 15 maggio 2022

Forsu: domani assemblea

Lunedì 16 maggio alle ore 20.30 al Giardino dei Ciliegi di via Statale 2, sul confine fra Calcinato e Bedizzole, un cartello di associazioni - che comprende, fra gli altri, il Comitato Cittadini, il Laboratorio Ambiente, la Rete Ecologica Lombardia e Ambiente Futuro Lombardia - organizza una assemblea pubblica per illustrare i rischi connessi alla localizzazione, sempre sul confine fra i due comuni ma nel territorio di Bedizzole, del nuovo impianto A2A per il trattamento della frazione organica dei rifiuti domestici da raccolta differenziata, che dovrebbe essere realizzato nei prossimi mesi in località Fusina, molto vicino alla frazione Ponte San Marco di Calcinato e alla località Bettola di Lonato del Garda.
Il sito ha ricevuto il via libera dalla Provincia lo scorso 30 marzo. Destinato ad accogliere circa 75 mila tonnellate all'anno di forsu da tutta la provincia di Brescia e finalizzato alla produzione di compost e biometano, l’impianto sorgerà su di un’area di circa 35 mila metri quadrati, in una fascia già sottoposta a un altissimo indice di pressione, l'indicatore stabilito da una legge regionale, la cui cogenza è stata peraltro ribadita anche dal Consiglio di Stato.
Localizzato in una zona geografica ad altissima densità di discariche e siti potenzialmente inquinanti, questo nuovo impianto andrà ad aggiungersi alla vicinissima discarica che lavora il fluff, a una nutrita serie di allevamenti intensivi, a diverse aziende che utilizzano sui terreni agricoli di gessi di defecazione, ai cantieri per la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità, a un impianto di cogenerazione a biomassa legnosa e a un impianto di recupero di rottami in alluminio.
Frazione di rifiuto differenziato con un certo valore economico, la forsu è al centro da molto tempo di un vivace dibattito, non solo specialistico, sulle modalità più idonee per affidare la gestione del suo trattamento e sui risvolti che la sua lavorazione può avere per la salute dell’ambiente e la qualità dell’aria.
L’intenzione degli ambientalisti sembra essere quella di presentare un ricorso avverso la decisione della Provincia, impugnando l'autorizzazione. “Lunedì sera - scrive il Comitato in una nota - deve essere chiaro a tutti che sarà davvero l'ultima fermata per valutare cosa fare ancora, dopo il grosso impegno che dura da molti anni. Sarà fondamentale contare quanti sono i cittadini consapevoli che si tratta forse della reale ultima opportunità per fermare un impianto che, seppur utile dal punto di vista del recupero, non può essere autorizzato in tale luogo per questioni legate alla compromissione del territorio. Il numero dei partecipanti e la loro sostenibilità sarà il punto fondamentale per le nostre future scelte”.
All’incontro di lunedì parteciperà il pool di tecnici estensori delle osservazioni inviate dagli ambientalisti in Provincia sull'argomento.

sabato 14 maggio 2022

R.I.P. (Requiescant in pace)

Cavalli corpi e lance rotte
Si tingono di rosso,
Lamenti di persone che muoiono da sole
Senza un Cristo che sia là.
Pupille enormi volte al sole
La polvere e la sete
L'affanno della morte lo senti sempre addosso
Anche se non saprai perché.

Requiescant in pace.
Requiescant in pace.
Requiescant in pace.
Requiescant in pace.

Su cumuli di carni morte
Hai eretto la tua gloria
Ma il sangue che hai versato su te è ricaduto
La tua guerra è finita
Vecchio soldato.

Ora si è seduto il vento
Il tuo sguardo è rimasto appeso al cielo
Sugli occhi c'è il sole
Nel petto ti resta un pugnale
E tu no, non scaglierai mai più
La tua lancia per ferire l'orizzonte
Per spingerti al di là
Per scoprire ciò che solo Iddio sa
Ma di te resterà soltanto
Il dolore, il pianto che tu hai regalato
Per spingerti al di là
Per scoprire ciò che solo Iddio sa.

Per spingerti al di là,
Per scoprire ciò che solo Iddio sa...

Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi, 1972.

venerdì 13 maggio 2022

La guerra che verrà

La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertolt Brecht

mercoledì 11 maggio 2022

Arriverà la "tampon tax"?

A Calcinato il gruppo consiliare In-Patto 2.0 ha presentato al sindaco Nicoletta Maestri una mozione sulla cosiddetta “tampon tax”.
I consiglieri Alessandro Moratti Freschi, Vincenza Corsini, Annamaria Pennati, Laura Maffazioli e Vania Gobbetto, rifacendosi alla “direttiva europea 2006/12/CE del 28 novembre 2006 relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto che stabilisce per gli Stati membri la possibilità di applicare una o due aliquote ridotte a prodotti farmaceutici normalmente utilizzati per cure mediche, per la prevenzione delle malattie e per trattamenti medici e veterinari, inclusi i prodotti utilizzati per fini di contraccezione e di protezione dell’igiene femminile”, sollecitano una “riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti sanitari e igienici femminili”.
Chiedono pertanto al primo cittadino di “dare mandato all’Azienda Servizi Comunali di predisporre prezzi particolarmente contenuti e promozionali sui prodotti sanitari e igienici femminili (quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali) e ad assumere ogni altra eventuale iniziativa per migliorare la disponibilità e l’educazione all’uso di questi prodotti da parte delle donne, in particolare delle fasce più svantaggiate”.
Contestualmente la invitano a “sollecitare il Governo ed il Parlamento a prevedere un’immediata riduzione dell’aliquota al 4%, per i prodotti igienico-sanitari femminili, in vista della loro totale detassazione in quanto beni essenziali alla salute ed all’igiene femminile” nonché a “richiedere a Regione Lombardia di affrontare ed approfondire il fenomeno della povertà mestruale, attraverso uno studio qualitativo delle fasce economicamente a rischio, e prevedere un piano di agevolazioni economiche per l’acquisto di prodotti sanitari e igienici femminili da parte delle fasce più deboli”.

martedì 10 maggio 2022

Il Copasì (per i caduti di tutte le guerre)

Ma che belli! Così snelli,

come giovani polli vestiti uguali,

              a condividere tutti i mali,

come bimbi di tre anni

           con le scarpette e le braghette

all’asilo o… 

            .... sotto un telo.


Tutti belli allineati,

giornalisti e stipendiati,

tele-cronisti ben educati,

tutti zitti ed inculcati,

ossequiosi ed inchinati,

          sotto ai diktat incurvati,

in tale tenuta li vuole

il mercante di carne,

il cantante di falsi in faRsetto, il copasì[1]

dagli acuti di petto,

per farli fuori estenuati,

giovani e vecchi suoi….

                           ... insaccati,

già schedati e in ordine tritati,

affettati ed imbustati

nei sacchetti prelibati.


Hì, hunì, purhilì,

che a di’ poc hì pie’ de -ì,

Ó che parlì tròpp mia de fì,

mia cole paròle dî ciapa-puldhì,

mia coi tèrmegn htranier,

coi fa’ forehter

            dî copa-hì.[2]


Maiali all’ingrasso

da vendersi all’ingrosso,

pourcentages en hausse sauvage[3]…


Tutti belli allineati,

coi vestitini ben stirati,

lucidati e ben composti

in buste cerniere ai loro posti,

negli elisi campi verdi,

nelle foto precisi, sorrisi e lesi,

tutti uguali e con gli occhi in basso,

come maiali

molto molto molto...

oltre...

               ...il trapasso.


Mario Pietro Zani, 9 maggio 2022

Note:

[1] = dialetto bresciano “colui che ammazza i maiali”.

[2] Maiali, maialini, porcellini,/ che siete senza esagerare pieni di vino,/ voi che parlate troppo in maniera non curata, non con le parole di quelli che ammazzano i pulcini, non con i termini stranieri,/ con i comportamenti da estranei / degli ammazza-maiali.

[3] (francese) percentuali in selvaggio aumento.

lunedì 9 maggio 2022

Carlo invita all'obiezione contro la guerra

 
Il nostro Carlo Filippini non ha perso la fermezza dei 20 anni, che mezzo secolo fa lo portò a farsi lunghi mesi di carcere militare a Peschiera per aver rifiutato la naia come una quarantina di suoi compagni in lotta per ottener la legge sull’obiezione di coscienza, giunta poi il 15 dicembre 1972.  
Lo andarono a prendere nella comunità dei disabili dove avrebbe voluto senza armi “servire la patria”, che per lui erano gli ultimi, gli svantaggiati. Da allora non ha mai smesso di impegnarsi: è stato consigliere e assessore nel suo paese, ha operato nei gruppi ecologisti, è volontario di Croce Bianca.
“Dopo tutte le immagini e certezze avute su guerre iniziate per motivi poi risultati errati o falsi e terminate con conseguenze assai diverse da quelle che si proponevano i promotori, ancora molti sono convinti che il conflitto armato risolva un dissidio e porti risultati positivi” osserva. “Dopo Gandhi, King, don Milani, Capitini e Pinna, dopo innumerevoli lotte per sostenere diritti che venivano calpestati e per difendersi da soprusi senza armi né morti, ancora c’è chi considera la volontà di pace alla stregua di una resa all’oppressore, chi descrive i ‘pacifisti’ come affabulatori da salotto”.
E ricorda: “Persone che apprezzavo un tempo cantavano le canzoni dei Beatles e di De André e credevano alle parole che cantavano; adesso, chiamate alla prova dei fatti, si lasciano tentare dalla scelta delle armi, parlano di guerra giusta, necessaria e doverosa perché, dicono, ‘un popolo ha il diritto di difendersi e noi abbiamo il dovere di aiutarlo’. E allora si mandano fucili e bombe, e poi cannoni e poi missili. E poi?”
“Come sempre - sottolinea - anche in Ucraina a morire è quasi sempre chi la guerra non l’ha voluta e non è stato nemmeno interpellato. A morire sono per lo più i poveri, siano civili o militari. Ciò che muove una guerra è l’interesse economico di pochi che spingono i molti a combattere, uccidere e farsi uccidere, imbottiti di vuoti ideali”.
“Bistrattata oggi come mai - argomenta - la nostra Costituzione dichiara che l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali: non è abbastanza chiaro? La difesa della patria è un dovere di ogni cittadino, ma ci sono molti modi efficaci di difendersi, senza sparare cannonate o lanciare missili. “L’insegnamento dei partigiani celebrati in questi giorni è che non si faccia più la guerra - rammenta - e loro hanno conosciuto fino in fondo le ragioni di tale proposito. Quelli voglio ascoltare. Quando ero giovane c’erano attentati in Alto Adige di cui poco capivo; erano l’espressione armata di un dissidio, c’erano cittadini che avrebbero voluto staccarsi dall’Italia. Che cosa avrebbe dovuto fare l’Italia? Mandare l’esercito a bombardare le sedi dei separatisti? E, se questi avessero chiesto aiuto all’Austria, dichiarare guerra all’Austria? Sono state fatte trattative, si è cercato un accordo, non è stata mossa guerra. Più avanti, se la Lega di Bossi avesse avuto molti più sostenitori che avessero preteso l’indipendenza della Padania, avremmo dichiarato loro guerra?”

“La guerra no, mai” conclude desolato. “Per farla bisogna essere in due: se uno dei due non imbraccia le armi la guerra non c’è. E non significa che chi non spara non lotti, non attacchi, non si difenda. Lo fa con metodi diversi e sarà sicuramente sostenuto da molte altre nazioni”.
50 anni dopo, Carlo Filippini riesclama il suo “Signornò”, invitando ad ascoltare sempre la voce della coscienza. In guerra i soldati obbediscono, gli uomini obiettano.

domenica 8 maggio 2022

Chi vuole la vittoria non vuole la pace

La "pace" che si firma dopo una vittoria in guerra è la volontà del vincitore imposta al vinto, quindi è costrizione e sopraffazione, non è pace.
Ogni guerra è sopraffazione, o vendetta, non porta mai alla pace.
La pace è solo smettere la guerra, incontrarsi a metà strada, è concedere e ottenere qualcosa, non tutte le pretese della volontà di potenza, con l'aiuto di mediatori giusti.
Fare la pace è rinunciare alla guerra, disarmare gli animi e le mani.
Anche oggi, chi vuole la vittoria, vuole la guerra, e vuole prolungare le sofferenze degli innocenti.
Enrico Peyretti

sabato 7 maggio 2022

In piazza a Brescia contro la guerra

Doppio appuntamento anche per sabato 7 maggio contro la guerra in corso in Ucraina, che rischia pericolosamente di estendersi ad altri paesi. 
Alle ore 15 si terrà una manifestazione davanti alla sede della Breda-Leonardo in via Lunga 2, indetto dal Comitato bresciano contro la guerra. “Con cartelli, striscioni e riprese video – spiegano i promotori – denunceremo la presenza di questa azienda che vende sistemi di guerra in ogni parte del mondo. Saremo là per chiedere la riconversione del primo gruppo dell’industria bellica nazionale da produzioni di guerra a produzioni di pace”.
Alle 16 invece in piazza Rovetta ci sarà un presidio contro la repressione del dissenso in Russia, indetto da Amnesty International.
“Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina - sostiene Amnesty - migliaia di persone, inclusi attivisti della società civile e difensori dei diritti umani, sono scese in piazza in tutta la Russia. Chi manifesta viene spesso disperso con l’uso della forza e perseguito legalmente, insieme ai media indipendenti, che sono stati censurati, chiusi o bloccati, per essersi pubblicamente opposti all'invasione. Secondo la ong russa per i diritti umani Ovd-Info, tra il 24 febbraio e il 7 aprile sarebbero almeno 15.413 i manifestanti pacifici arrestati. Solo il 6 marzo, circa 5.000 persone sono state arrestate in 69 città russe e il 13 marzo oltre 900 persone sono state arrestate in 39 città. Sempre secondo Ovd-Info, dal 24 febbraio la polizia avrebbe arrestato 113 bambini che hanno preso parte a manifestazioni pacifiche in strada. Ad esempio, il 6 marzo la polizia di Arkhangelsk ha arrestato una donna e il suo bambino che trasportavano palloncini gialli e blu, i colori della bandiera dell'Ucraina, presumibilmente per essersi rifiutati di lasciare la piazza. La polizia ha anche arrestato degli anziani durante le proteste pacifiche. È fondamentale che chi ha il coraggio di parlare senta che non è solo!".

venerdì 6 maggio 2022

Obiezione di coscienza contro la guerra

Oggi a partire dalle ore 17 in corso Zanardelli a Brescia ci sarà una manifestazione del Movimento Nonviolento, a cui hanno stanno aderendo diverse altre realtà organizzate cattoliche e laiche – per la promozione della campagna di “obiezione di coscienza alla guerra”.
“Considerato anche lo stato di allerta generale che si respira a oltre due mese dall'invasione russa dell'Ucraina - spiegano i promotori - ripetiamo che in tutto il mondo chi rifiuta le armi parla un’unica lingua, quella della pace: l’unico modo per fermare la guerra è non farla, l’unico modo per cessare il fuoco è non sparare”.
“Le dichiarazioni di obiezione di coscienza raccolte - annunciano - saranno poi consegnate al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, allo Stato Maggiore dell’Esercito, pregandoli di non contare su di noi se vogliono coinvolgerci nella guerra con più armi, più spese militari, più violenza”.
La campagna, partita a marzo, ha già visto l’adesione di migliaia di cittadini in tutta Italia. Chi desiderasse acquisire ulteriori informazioni o aderire all’iniziativa può consultare la pagina web https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra/ oppure scrivere una mail a movimentononviolento.bs@alice.it o ancora telefonare allo 0303229343.

giovedì 5 maggio 2022

Uranio impoverito: il processo

Stamattina al Tribunale ordinario di via Gambara 40 a Brescia si discuterà del caso del maresciallo dell’Aeronautica Militare Giovanni Luca Lepore, vittima nel 2005 secondo i familiari dell’uranio impoverito, materiale bellico di enorme pericolosità, che secondo molti osservatori sarebbe largamente impiegato anche dai proiettili sparati nella guerra che sta insanguinando l’Ucraina.
A sostegno dei familiari dell’ufficiale deceduto quasi 17 anni fa, dalle ore 9.30 alle 12.30 l’Associazione nazionale vittime uranio impoverito manifesterà con un presidio pacifista davanti al Tribunale in concomitanza con l’udienza.
“La Nato e gli Stati Uniti - scrive l’Anvui in una nota - hanno guidato le principali operazioni militari degli ultimi decenni, con il benestare della maggior parte della comunità internazionale. A tutte queste guerre ha partecipato in modo determinante e attivo anche l'Italia, senza alcuna opposizione, anzi con il mandato, di governi e parlamento. A questo si aggiunge tristemente il conflitto in Ucraina, fortemente voluto e alimentato da ogni paese occidentale pronto a mandare ulteriori soldati a morire alla prima occasione utile a giustificare l’intervento Nato”.
Secondo i promotori della mobilitazione – alla quale hanno aderito anche il cartello antimilitarista bresciano “Donne e uomini contro la guerra” - “negli scorsi conflitti e in quelli ancora in corso, oltre alle vittime morte cruentemente vi sono altre vittime… si tratta delle innumerevoli persone che a distanza di tempo hanno subito gli effetti deleteri per aver avuto contatti o essere state vicine all'uranio impoverito. Le vittime sono principalmente le popolazioni dei territori in cui vi son stati bombardamenti con l'uranio impoverito: ex Jugoslavia, Iraq, Afghanistan e altri teatri di guerra”.
“Oltre ai sacrificati civili delle zone di guerra - sottolineano - vi sono quelli che abitano vicino ai poligoni militari in Sardegna dove sono stoccati e montati gli ordigni all'uranio. Da ultimi, ma non per importanza, vanno ricordati i militari che, inconsapevoli del rischio, hanno dovuto maneggiare e utilizzare l'uranio impoverito e i relativi congegni”.
“Il pericolo del coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in corso tra Ucraina e Russia è concreto e aggraverebbe solo la situazione” concludono.