martedì 31 marzo 2009

A FORZA DI ESSERE VENTO

giovedì 2 aprile alle ore 9 avrà luogo lo sgombero del campo nomadi di via campagna a calcinatello. si tratta di un campo abusivo installato da ormai più di dieci anni, sul quale pendevano 2 ordinanze di sgombero, una del 1999 e una del 2006, mai attuate.
si procede finalmente a dare operatività all'ennesimo voto in consiglio comunale (quello di marzo 2009). il fatto è che ci troviamo a poche settimane dalle elezioni. e la giunta vuole far risaltare fortemente questo evento.
se una soluzione ad una situazione illegale può essere condivisa (benchè l'indirizzo ad altro domicilio sia compito dei carabinieri -inesistenti, nonostante i rinforzi in organico e i miliardi buttati per la nuova caserma a calcinato- non del consiglio comunale), anche se in contrasto coi proclami di sensibilità etica e culturale, perchè non provvedere, come una raccomandazione ministeriale da anni invita, alla realizzazione di un campo attrezzato, gestito e regolamentato per soste temporanee (compatibili con la frequenza scolastica dei minori)?

lunedì 30 marzo 2009

LA VAS

lunedì 6 a Calcinatello viene presentata la VAS [valutazione ambientale strategica], documento componente il pgt.
Da qualche settimana sul sito del comune sono scaricabili alcuni elaborati facenti parte della VAS. non sappiamo se siano definitivi o meno (in ufficio tencico non lo sanno!!!!! o fingono di non saperlo).
fatto sta che la VAS dovrebbe essere composta di: relazione sullo stato dell'ambiente, definizione degli indicatori, valutazione del documento di piano, programma dei monitoraggi, sintesi non tecnica.
è un processo che va di pari passo con la redazione del piano, suo strumento di definizione ed allo stesso tempo di controllo. se la riunione del 6 aprile è finalizzata alla presentazione alla cittadinanza, è logico credere che anche il piano sia terminato. ma il sindaco ha ben evitato di portarlo in discussione prima della sua rielezione. in primo luogo per i consueti problemi che la discussione di un provvedimento tanto delicato può trascinarsi; in secondo luogo per la povertà e vulnerabilità progettuale, tecnica e normativa che il piano porterà con sè.
la VAS, come realizzabile secondo i dettami della regione lombardia, è uno specchietto per le allodole: non è strumento partecipato (specie a calcinato, dove le parti sociali non sono MAI state convocate nè informate); e proprio perchè figlia di un far west normativo, è strumento vuoto realizzato da figure per forza di cose incompetenti, inutilmetne costoso, che vaglia il PGT vero e proprio, definendolo come ambientalmente corretto e migliorativo.
le uniche componenti interessanti (la relazione sullo stato dell'ambiente e il piano dei monitoraggi), che possono diventare taglienti strumenti politici, sono diventati due documenti ridicoli nella versione che pellegrini e soci hanno imbastito. questi luminari vengono infatti a spiegarci che esiste la A4, la ferrovia e la SS11, che cinquant'anni fa la collina di Ponte San Marco è stata tagliata per lasciar spazio all'autostrada e banali ragionamenti di questa stregua.
ritenendo qualsiasi confronto inutile (il processo è concluso e non si è mai potuto intervenire) e improduttivo (i tecnici estensori non sono certo all'atezza del compito di cui sono stati incaricati), lineaindipendente, UNICO GRUPPO POLITICO CHE PARTECIPO' ALLA CONVOCAZIONE PRECEDENTE LA REDAZIONE DEL PGT, e unico gruppo che ha dimostrato una continuità di interesse nel dibattito urbanistico e di gestione del territorio, risponderà ufficialemnte all'amministrazione comunale ed ai tecnici, per mezzo di un comunicato scritto, che provvederemo a pubblicare.

giovedì 26 marzo 2009

IL TEMPO DEI GITANI

Con una delibera approvata dal consiglio comunale Calcinato ha dato il via libera allo sgombero del campo nomadi di via Campagna, in frazione Calcinatello.
La decisione mette la parola fine ad un insediamento al centro di molte polemiche, dislocato da oltre una decina di anni in un’area di 2.400 mq adiacente all’autostrada Serenissima, che ospita appunto alcune famiglie di nomadi.
L’adozione del provvedimento è stata preceduta in consiglio da un acceso dibattito. “Le persone stanziate nel campo di via Campagna sono state incontrate più volte - ha ricordato il sindaco Angiolino Goglioni - ma non siamo mai riusciti a raggiungere un accordo bilaterale. La decisione giunge dopo anni di ordinanze di demolizione non rispettate, una del 1999 emessa dalla precedente amministrazione e una del 2006 emessa dalla nostra”.
Le perplessità del gruppo di minoranza “Per Calcinato” sono state espresse dalla capogruppo Elena Bonacini, la quale ha osservato come sia “accertata la presenza di minori nel campo” stigmatizzando la drasticità della soluzione. “Non voglio giustificare l’abuso - ha sottolineato - ma è inevitabile una riflessione su un’operazione che mette in difficoltà una comunità con sue caratteristiche ben precise. Davvero un provvedimento tanto perentorio era l’unico possibile?”
Non ha dubbi il primo cittadino. “L’azione – per Goglioni - non può essere considerata repentina; sono trascorsi dieci anni dall’avvio del contenzioso. I nomadi insediati nell’area di via Campagna, inoltre, sono stati recentemente coinvolti in fatti criminosi e alcuni di loro sono stati tratti in arresto”.
In sintonia col sindaco Damiano Coccoli, capogruppo della coalizione di maggioranza “Insieme per la libertà”, secondo il quale “il campo è stato coinvolto in attività di spaccio e non solo. Non è possibile intraprendere un percorso d’integrazione senza la collaborazione della controparte”. Sulla stessa linea Riccardo Gobbetto, consigliere del gruppo di maggioranza, che si è detto convinto che si tratti di una decisione “a favore della comunità calcinatese e dei soggetti deboli dell’accampamento rom, cioè donne e bambini; il nostro vuole anche essere un segnale per far comprendere che esistono ottiche diverse di vita». In seguito all’approvazione della delibera, rispetto alla quale i consiglieri di minoranza si sono astenuti, il Comune acquisirà ufficialmente l’area su cui sorge il campo. Si tratta di un passaggio necessario nell’iter amministrativo, al quale farà seguito l’abbattimento delle strutture presenti sulla superficie dal momento che furono realizzate nonostante il vincolo di inedificabilità e all’interno della fascia di rispetto dell’autostrada.

mercoledì 25 marzo 2009

OPERAZIONE PIOMBO FUSO

Israele ha pubblicato i suoi dati sull'operazione piombo fuso. Noi invece ci limitiamo a pubblicare una foto di una delle rappresaglie di quest'inverno. Aggiungiamo però un link, dove si trovano diverse immagini, tra le quali il bombrdamento della scuola sotto il controllo ONU. Sono immagini di estrema violenza.


chi pensa di essere d'accordo con la posizione del nostro governo nei confronti della conferenza di Durban, o non ha le idee chiare sui concetti di sionismo e teocrazia, è meglio che se le vada a vedere.






martedì 24 marzo 2009

LE CENERI DI GRAMSCI



III
(...)

Uno straccetto rosso, come quello
arrotolato al collo ai partigiani
e, presso l'urna, sul terreno cereo,

diversamente rossi, due gerani.
Lì tu stai, bandito e con dura eleganza
non cattolica, elencato tra estranei

morti: Le ceneri di Gramsci... Tra
speranza
e vecchia sfiducia, ti accosto, capitato
per caso in questa magra serra, innanzi

alla tua tomba, al tuo spirito restato
quaggiù tra questi liberi. (O è qualcosa
di diverso, forse, di più estasiato

e anche di più umile, ebbra simbiosi
d'adolescente di sesso con morte...)

(...)

è il mio giorno: mentre sempre più rade
ho di queste vacanze, nel tormento
del mantenermi in vita; e se mi accade

di amare il mondo non è che per violento
e ingenuo amore sensuale
così come, confuso adolescente, un tempo

l'odiai, se in esso mi feriva il male
borghese di me borghese: e ora, scisso
- con te - il mondo, oggetto non appare

di rancore e quasi di mistico
disprezzo, la parte che ne ha il potere?
Eppure senza il tuo rigore, sussisto

perché non scelgo. Vivo nel non volere
del tramontato dopoguerra: amando
il mondo che odio - nella sua miseria

sprezzante e perso - per un oscuro
scandalo della coscienza...

IV

Lo scandalo del contraddirmi,
dell'essere
con te e contro te; con te nel core,
in luce, contro te nelle buie viscere;

del mio paterno stato traditore
- nel pensiero, in un'ombra di azione -
mi so ad esso attaccato nel calore

degli istinti, dell'estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione

la sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza: è la forza originaria

dell'uomo, che nell'atto s'è perduta,
a darle l'ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica: ed altro più

io non so dirne, che non sia
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia...

Come i poveri povero, mi attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto

ogni giorno. Ma nella desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante

dei possessi borghesi, lo stato
più assoluto. Ma come io possiedo la
storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:
ma a che serve la luce?
(P.P.P. 1954)

lunedì 23 marzo 2009

FRATELLO NON TEMERE, CHE CORRO AL MIO DOVERE, TRIONFI LA GIUSTIZIA PROLETARIA

oggi a milano c'erano 40 sindaci, a chiedere ai responsabili di trenitalia e regione lombardia di render conto sullo stato delle linee lombarde e del servizio feroviario per i pendolari.
a quanto ci risulta a ponte san marco c'è una stazione. e a quanto ci risulta la regione e la provincia da tempo prevedono la realizzazione di un sistema di trasporto interurbano ferroviario su brescia ed hinterland, prevedendo il riutilizzo di strutture esitenti.
se ne parla anche in termini di controparte alla realizzazione della linea di alta velocità, oltre che per l'ineluttabile vantaggio ambientale e culturale che conseguirebbe dalla riscoperta dei mezzi pubblici su ferro.
comunque il comune di calcinato non ha partecipato.
e (quasi) sicuramente non ne sapeva nemmeno nulla.

GI QUATTORDICI A ROMA


In occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 che si terrà a Roma a fine marzo, CUB, CONFEDERAZIONE COBAS e SDL INTERCATEGORIALE, insieme a tutte le forze sociali e di movimento che si battono per non pagare la crisi, hanno organizzato una grande


M A N I F E S T A Z I O N E
N A Z I O N A L E

SABATO 28 MARZO 2009 ROMA - P.zza Repubblica ore 15

Per partecipare alla manifestazione Confederazione Cobas e SdL intercategoriale di Brescia organizzano un pullman che partirà dal piazzale Iveco in via Volturno a Brescia sabato 28 marzo alle ore 6.00 (costo € 10,00)

Per iscriversi telefonare a
333/5773110 (Pino Giampietro)
338/4721505 (Mario Carleschi) oppure allo
030/45670 (Radio Onda d'Urto)

il comunicato con la piattaforma e le rivendicazioni della manifestazione al sito

venerdì 20 marzo 2009

SPORCHÈSS ATÙREN

Foie e spine
söl mür del castel
del me paes.
Ai prim de mars
gh’è amó ‘n giro
i tocch de giass.
Ciapei de laurà
ambiac e mai finic,
udùr de màgher
en de l’erbä bunä.
Loertìss mesciacc
a mucì de sigarete
i ma dis che gh’è riat
l’ura de vegner zó
de chestä piassä
spurcä e ‘ndormétä.
Gh’è riàt l’urä
de scrier söi mür
che la Terä
la gh’à miä padrù!


[calcinato, primo marzo millenovecentottantasette]

giovedì 19 marzo 2009

E LA RACCOLTA PORTA A PORTA?

Abbiamo qui sottomano un progetto preliminare, poi sostanzialemnte solo aggiornato, ma non più modificato nella sostanza, per la raccolta porta a porta, datato 19 novembre 2007. Ottanta pagine a cura di un'importante azienda di consulenza per servizi legati all'ambiente, che ormai sono carta straccia pure loro.
Il progetto non è mai stato approvato definitivamente, solo una volta portato negli organi di discussione, dove è stato validato,per restare nei cassetti del sindaco.
La paura della scadenza elettorale ha forse frenato il porta a porta? Ha contribuito il timore di andare incontro allo scontento della cittadinanza che avrebbe dovuto repentinamente cambiare le sua abitudini (sprecone) nei confronti dello smaltimento dei rifiuti domestici?
In parte; ma anche la sua inesistente progettualità e incapacità gestionale. Le questioni operative non sono mai state affrontate; così come i contratti esistenti con ASM (gestore dello smaltimento). La questione della futura commercializzazione dei rifiuti non è mai stata presa in considerazione, così come i reali vantaggi ambientali provenienti dal porta a porta.
Prevale sicuramente (come per il PGT e mille altri argomenti lasciati nel dimenticatoio) l'interesse personalistico della rielezione, l'esplicità volontà di non esporsi, di non prendere posizione.
Nessun decisionismo, nè volontà nei confronti del cambiamento; è l'identikit di un sindaco buono per tutte le stagioni.

mercoledì 18 marzo 2009

CALCINATO E IL RIPUDIO CULTURALE DI PACHECO

Pubblichiamo con piacere una lettera inviataci dall'ex sindaco Pierangelo Crottogini, sempre disponibile ai chiarimenti ed attento alla vita pubblica del paese. Il riferimento è alla inconsistente risposta che l'assessore alla cultura ha inviato a Bresciaoggi, in reazione al nostro articolo (il cui contenuto era stato anticipato sul blog) del 2 marzo, dove denunciavamo l'assenza dell'amministrazione ed il deliberato oscurantismo di fronte ad un argomento scomodo per la maggioranza di destra.
Ciao Flavio
Ho ricevuto con piacere la tua segnalazione in oggetto e, con qualche giorno di ritardo rispondo.
Grazie per l’informazione e quanto compreso. Non ho avuto la possibilità di leggere il testo dell’intervista citata, comunque ritengo che non sia utile replicare alla posizione espressa per evitare di dare ulteriore e immeritata pubblicità alla scrivente.
La povera, ritenendo di sapere cose che non sa, ricostruisce di conseguenza un progetto che aveva pretese più ambiziose rispetto a quanto richiamato. L’ipotesi, se interessa dovrei avere traccia completa, prevedeva tramite l’Università di Valencia una mostra itinerante europea (Valencia, Parigi, Praga e Lubianca) nella quale volevamo inserire Brescia, dal titolo “L’esilio culturale europeo”. In questa proposta le opere di Paceco rappresentavano solo la prima puntata, lasciando al seguito l’inserimento di altri settori della cultura che pure sono stati oggetto di persecuzioni politiche.
Il contesto si inseriva bene nell’attività del “Patronat Martinez Guerracabeitia” la cui attività si propone di denunciare in particolare alle nuove generazioni le diverse forme di violenza, passate e presenti, che hanno interessato la storia dell’umanità.
Era questo un progetto dove Calcinato, a mio parere, poteva solo essere presente come piccolo contributo e non certo per essere inserito come tappa.
Per questo motivo, a suo tempo, erano stati presi contatti con il direttore Morgano dell’Università Cattolica al quale, essendo anche vice sindaco di Brescia Cattolica, abbiamo chiesto e ottenuto di incontrare i referenti di Brescia Musei per ottenere la disponibilità di una sede adeguata ad ospitare l’esposizione a Brescia.
La nuova amministrazione, non ha mai ritenuto di approfondire l’iniziativa intrapresa e quando ho visto la delibera di ritiro seguito rinuncia, dell’incarico affidato al prof. Tellaroli. L’ho contattato telefonicamente per capire le ragioni della sua decisione. Mi ha detto di avere avuto un incontro con il sindaco e che non aveva sprecato molto tempo per capire le intenzioni. A questo punto la sua decisione è stata solo conseguente.
Per quanto mi risulta, l’esposizione di Valencia, è stata organizzata ed effettuata grazie alla conferma sulla disponibilità dei proprietari ad inviare i quadri già selezionati e con spese a carico della stessa. Il libro-catalogo è stato ovviamente predisposto nelle due lingue spagnole omettendo la versione italiana, francese e/o inglese.

ciao e buon lavoro

il link del Patronat Martinez Guerracabeitia, istituto culturale militante valenciano, è http://www.fguv.org/pmg/presentacio/

martedì 17 marzo 2009

SI RIACCENDONO LE INDUSTRIE


come una danza rossa
le macchine tornano a ordinarsi
in un canto triste
incanto per pochi in grado
di osservare e sentire
che c'è dolore ovunque

quiete di mani che prendono pane
che stringono amate carni o canute
teste ferme in trenta gradi
di fronte a un piatto


appare tutto un carnevale
bella, bellissima eterna giostra

anche io, anche tu sorridiamo

di fronte alla meraviglia del mondo
noi che saremo quelle teste, quelle mani :

avremo sempre il desiderio di un amore perfetto,
di idoli da contestare idee da difendere
realtà da consumare avremo sempre
desiderio di possedere questo reale
così orribile

una casa, un tavolo, un male
dove mangeremo bugie

(bs-mi 2008)


lunedì 16 marzo 2009

LA DISTRUZIONE DEL PATRIMONIO /2 [del peccato originale]

Nel 1972, in pieno fermento culturale, quando il dibattito sull'archeologia industriale era affermato su solide posizioni condivise, la retrogurdia amministrativa della DC Calcinatese decideva che era cosa buona e giusta sbarazzarsi dell'imponente mole della Filanda Liloni, dei suoi stabili e della sua ciminiera, per lasciar spazio a 3 condomini in abuso, parcheggi, stradine, marciapiedi e aiuoline.
Quasi tutto il comparto industriale ai piedi della collina del castello sparisce. Pochi anni dopo la stessa sorte viene riservata alla ex Scattolin, speculare rispetto al canale, oggi interrato e dimenticato. Questa demolizione scardina la logica insediativa dle paese, liberando terreni buoni per un villaggetto di villettine senza qualità e i già citati condomini sui quali la giustizia intervenne a suo tempo.
La memoria collettiva è ancora molto forte sul tema della Filanda, che tra le due guerre offrì imiego a molte donne del paes ee dei dintorni; ma la sua immagine ci è miracolosamente giunta grazie alle fotografie dell'archivio Negri di Brescia.
Mentre la Fondazione Micheletti si batteva (e si batte) per la salvaguardia della storia materiale e locale e una figura come Eugenio Battisti, studioso eclettico e pioniere, in Italia, della salvaguardia del patrimonio diffuso pubblicava i suoi articoli e studi ed aveva visibilità internazionale, Calcinato distrugge l'unica emergenza architettonica di indiscutibile valore sul suo territorio, l'elemento che, tra l'altro, la connotava come comunità.
Unico superstite lo stabile ad est della biblioteca, di recente oggetto di trasformazione sulla testata.
Auspichiamo che il Comune si proponga per l'acquisto dell'immobile, oggetto di inestimabile valore storico e strategico (oltre ad essere in centro al paese e disposto su 3 piani è limitrofo alle attrezature pubbliche e quindi loro naturale ampliamento).
Proviamo solo per un attimo ad immaginarci la Filanda ancora esistente; e non com'era dov'era come stupidamente accuserebbero i falsi progressisti. Ma opportunamente trasformata sede di uffici comunali, che da anni necessitano di ampliamento (scelte che sono costate fior di quattrini alla collettività con l'acquisto dell'albergo adiacente il comune e la concessione di folli diritti edificatori all'area limitrofa), sede di una biblioteca degna di questo nome, con spazi per le associazioni, sale civiche, auditori, piazze pubbliche protette, luoghi di ritrovo per la vita comunitaria. Apriamo gli occhi e guardiamo invece le speculazioni e gli abusi realizzati; dove sta il senso del favorire gli interessi di pochi, specie di fronte ad esiti che manifestano ignoranza, incapacità e senso dell'orrido?
Quello che più fa rabbia è che dietro a tali scelte non c'è un preciso indirizzo culturale o politico (sul quale, benchè distanti potremmo controbattere); in assenza di alternative potremmo anche comprendere (senza giustificare, ovviamente, e gridando a gran voce la nostra) l'interesse nel favorire delle volontà private. Ma evidentemente, visto che le alternative c'erano e ci sono, ci troviamo di fronte a scelte casuali, sommarie, illogiche, ingiustificabili, ignoranti. La linea politica che 35 anni fa decise di demolire la filanda è la stessa di quelli che a metà anni ottanta si facevano belli di aver compromesso l'integrità formale e materica della torre civica e oggi, a suon di varianti al PRG per distruggerlo nella sua componente di tutela, si dicono paladini della storia.

sabato 14 marzo 2009

L'ACQUA E' UN BENE PUBBLICO


A Ponte San Marco il Gruppo libertario Spartaco organizza lunedì 16 marzo un'assemblea pubblica per discutere “il problema dell’acqua potabile", che in questi ultimi tempi ha interessato ed interessa molti comuni della nostra provincia.
All’incontro interverrà Fabrizio Valli, referente bresciano del “Forum italiano dei movimenti per l’acqua”, per il quale “l'acqua è un bene pubblico e i cittadini devono intervenire in prima persona a proporre e discutere nuove soluzioni in merito all' erogazione”.
Al centro del dibattito sarà la necessità di assumere definitivamente l'acqua come un bene primario e la definizione di principi inviolabili con cui deve essere gestito il patrimonio idrico nazionale. La campagna promossa dal “Forum italiano dei movimenti per l’acqua” intende introdurre modifiche alla legge Galli del 1996, quella che ha introdotto il partenariato, le società miste pubblico-privato, che possono condurre alla privatizzazione degli acquedotti. “Chi investe nell'acqua vuole trarre un profitto tramite le tariffe, mentre i costi dell'acqua devono essere garantiti dalla fiscalità generale» sottolinea il Forum. ”E’ necessario pertanto mettere fine al grande inganno sulla divisione tra proprietà e gestione. Chi amministra le reti ne diventa a conti fatti proprietario, per questo devono restare interamente pubbliche”.
L' assemblea si svolgerà al Centro Civico di Piazza della Preistoria alle ore 20.45.

venerdì 13 marzo 2009

GAS [gruppo di acquisto solidale]


Anche nella nostra provincia stiamo assistendo al diffondersi di esperienze che propongono nuove forme di un’economia che ha scelto di chiamarsi solidale ed è basata sul rispetto dell’uomo, che si lega al territorio e dà forte risalto al rapporto tra le persone e la difesa dell’ambiente. E così sorgono un po’ dovunque botteghe del commercio equo, sportelli di banca etica, uffici del turismo responsabile, piccoli produttori di alimenti biologici.
In questa galassia da qualche tempo c’è posto anche per il Gruppo di acquisto solidale (Gas) di Calcinatello, che - nato all’inizio dell’anno - si sta organizzando sul territorio per uscire dalle logiche commerciali tradizionali e orientare il mercato e i consumatori verso un consumo critico e consapevole.
Autogestito con la modalità della partecipazione volontaria e attiva, il sodalizio no profit è coordinato da Alessandro Spassini e Sabrina Marella e raccoglie una decina di famiglie che mediamente coprono quasi metà del loro budget mensile per alimentari e vestiti con questa originale forma di acquisto, basato su alcuni principi fondamentali, “la valorizzazione della dimensione locale, l’economia di giustizia, la sostenibilità sociale ed ecologica dei prodotti, l’eticità della filiera produttiva”, come spiega Spassini.
Sugli scaffali del Gas si trovano un po’ tutti i generi alimentari del commercio equo e solidale con i paesi in via di sviluppo (cacao, caffè, zucchero, miele, frutti esotici, thé, tisane, riso, funghi, succhi di frutta, biscotti, cioccolato, farine) man anche arance siciliane, riso piemontese, formaggi biologici bresciani, e ancora detersivi ecocompatibili, conserve, cereali, legumi che hanno in comune la caratteristica di avere prezzi non determinati dalle multinazionali che troppo spesso monopolizzano i mercati, ma da una rete di produttori e cooperative agroalimentari che garantiscono la qualità sociale e la genuinità dei prodotti.
“Abbiamo creato accordi con produttori locali e nazionali - racconta Spassini - ordinando mensilmente il fabbisogno delle nostre famiglie, per un volume d’acquisti che si aggira sui 3 mila euro”.

giovedì 12 marzo 2009

LA GUERRA FREDDA NELLA BRUGHIERA DI GHEDI



Unità speciali chiamate «i centurioni» sorvegliano le testate
A Ghedi, l’ultima base delle atomiche «italiane»
Nel Bresciano sei bombe nucleari Usa destinate ai nostri caccia


1 Il bunker sotterraneo dove la Guerra fredda non è ancora finita
Martedì a Pratica di Mare finirà la Guerra fredda. Ma in Italia ci sono due basi dove l’allarme atomico non è mai cessato. Una è notissima: Aviano, la grande struttura statunitense che sorveglia i Balcani. L’altra invece è nel cuore della Lombardia, la base militare di Ghedi, a meno di cento chilometri da Milano: a Ghedi nel Bresciano un bunker sotterraneo protegge le ultime bombe termonucleari americane presenti in un aeroporto italiano. Almeno sei ordigni, con la potenza distruttiva di ottanta Hiroshima. Sono nelle mani di duecento soldati Usa, premiati con indennità speciali e tenuti continuamente in stato di allerta. Un arsenale attivo dagli anni Sessanta, in attesa dell’ordine che tutti speravano non dovesse mai arrivare: in caso di attacco sovietico, le bombe sarebbero state agganciate sotto le ali dei caccia italiani. In un hangar a bordo pista due jet erano sempre pronti al decollo, per incenerire i comandi dell’Armata rossa nei Balcani. Ma la missione è stata superata dalla storia: non ci sono più orde di tank schierate per invadere la frontiera orientale, il Patto di Varsavia si è dissolto e i bersagli di una volta sono diventati i nuovi alleati. Il muro di Berlino è crollato, anche l’Urss è scomparsa senza che nei depositi d’acciaio di Ghedi sia cambiato nulla: l’allarme prosegue, notte e giorno. «Endeavor to persevere», lo sforzo di perseverare: così recita il motto dei custodi dell’atomica bresciana. SEGRETO INTERNAZIONALE- La presenza degli ordigni a Ghedi non è mai stata confermata ufficialmente: la politica di Washington è quella di non fornire mai informazioni sulle dotazioni nucleari dei reparti all’estero. E’ un comportamento che spesso ha provocato scontri con alcuni degli alleati, in particolare con il Giappone dove la memoria di Hiroshima e Nagasaki resta forte. Ma numerose fondazioni americane si sono dedicate a penetrare il muro del silenzio, sfruttando le notizie raccolte dal Congresso e i documenti contabili resi pubblici negli Usa, per tracciare la radiografia degli arsenali. Lo studio più importante è stato completato da due esperti del «Bollettino degli scienziati atomici», l’organizzazione che promuove l’«orologio dell’apocalisse»: le lancette che indicano all’umanità il livello di pericolo dell’olocausto nucleare. Secondo il dossier curato da William Arkin e Robert Norris, il deposito bresciano venne costruito nel ’63 e gestito da un’unità speciale, il «Detachment 1200» dell’aviazione Usa. Il reparto ha cambiato nome tre volte: oggi si chiama «831° squadrone supporto munizionamento», i «centurioni» di Ghedi. Il simbolo mostra infatti un elmo da centurione, una spada e le sagome di due caccia italiani: come a dire, noi siamo la testa e la lama degli alleati.


IL BUNKER - Il primo deposito sotterraneo è stato completamente ricostruito tra il ’94 e il ’96 secondo le nuove tecniche di sicurezza: oggi non c’è solo il pericolo di attacchi dal cielo, ma anche quello di incursioni terroristiche. Per questo ora ogni ordigno dispone di una sua «bara» corazzata mentre prima erano custoditi tutti insieme. Sono state costruiti undici «loculi», alcuni rimasti vuoti: si stima che le bombe presenti siano almeno sei. Nel giugno ’97 sono cominciati gli esami per provare l’efficienza della nuova struttura. Test per verificare la resistenza delle pareti e degli impianti speciali, ispezioni improvvise per controllare la riservatezza di codici e radio, raid notturni di parà per studiare la prontezza dei difensori. Tre anni di esercitazioni, poi è stata concessa la piena operatività del comando. Prima dell’11 settembre non era difficile trovare su Internet disegni e foto di questi bunker, detti in codice Ws3 e costruiti nei Paesi della Nato secondo lo stesso progetto. Ma dopo l’attacco alle Torri Gemelle tutte queste pagine web sono state oscurate. Paradossalmente, la censura non ha colpito il sito del reparto di Ghedi (http://www.aviano.af.mil/Ghedi/index.htm), dove non si fa mai cenno alle testate ma c’è uno scorcio della «cripta»: un’immagine confusa tra altre, con una squadra di tecnici che si addestra a innescare una testata. LE BOMBE - Gli ordigni di Ghedi sono del tipo B-61, la bomba termonucleare americana costruita in più esemplari. E’ un’arma tattica, non destinata alla rappresaglia sulle metropoli nemiche: doveva servire per spazzare via le divisioni di carri armati sovietici nei Balcani. La potenza delle testate è compresa tra 0,3 chilotoni e 300 chilotoni, a seconda dei modelli: si ritiene probabile che a Ghedi gran parte sia da 200 chilotoni, ossia tredici volte l’ordigno che distrusse Hiroshima. Ogni arma può cancellare tutto nel raggio di un chilometro e uccidere qualunque persona su un’area tripla: in pratica, con una sola bomba si può distruggere Milano. Ma le procedure di sicurezza adottate dal Pentagono dovrebbero escludere il rischio di incidenti catastrofici. Inneschi e testate sono custoditi in locali separati: non è possibile che ci sia un’esplosione per errore. L’attivazione, poi, segue il principio della «doppia chiave»: occorrono due persone per rendere operativi i congegni, eliminando così l’incubo di gesti folli come quelli descritti da Stanley Kubrick nel «Doctor Strangelove».


SOVRANITA’ USA - Le bombe sono nelle mani del personale americano: l’unica autorità è quella del Pentagono. Fino al ’91 esisteva un altro bunker gemello: a Rimini, poco lontano dallo scalo di Miramare affollato di charter e turisti. Poi le atomiche sono state trasferite, perché dopo l’inizio del conflitto in Jugoslavia la postazione è sembrata troppo esposta. Ma sono rimaste in Italia, nella misteriosa «Area D» di Aviano dove l’anno scorso sarebbero state spostate anche le testate ritirate dalla Grecia: oggi nell’«Area D» dovrebbero esserci diciotto bombe termonucleari. Aviano è una struttura che gode di un’ampia extraterritorialità ma anche nell’aeroporto italiano di Ghedi le regole non cambiano: i nostri militari non hanno nessun potere sulle bombe. Dalla mensa al campo di basket, tutte le installazioni degli americani sono autonome e separate, sempre sorvegliate da «centurioni» in tuta mimetica. Un presidio fuori dal tempo, che ricorda la fortezza del «Deserto dei tartari» in perenne attesa di un nemico inesistente. Martedì proprio in Italia la Russia farà il primo passo per entrare nella Nato; l’altroieri Putin e Bush hanno deciso di dimezzare il loro arsenale nucleare: forse questo disarmo potrebbe partire da Ghedi, arsenale di una guerra finita ormai da dieci anni.
Corriere della Sera 26 maggio 2002 Gianluca Di Feo


2 Rapporto del Pentagono. Tra i siti più esposti quello italiano di GhediLa «maggior parte dei siti» in cui sono dispiegate testate nucleari nelle basi dei Paesi alleati in Europa manca delle misure di sicurezza considerate come standard dal dipartimento della Difesa americanoLa «maggior parte dei siti» in cui sono dispiegate testate nucleari nelle basi dei Paesi alleati in Europa manca delle misure di sicurezza considerate come standard dal dipartimento della Difesa americano.È quanto emerge da un'inchiesta interna condotta dall'Air Force Usa e diffusa in modo dettagliato dalla Federazione degli scienziati americani (Fas), secondo cui Italia (delle 200-350 testate americane di tipo B61 in Europa, 50 si troverebbero ad Aviano, e 20-40 a Ghedi), Germania (10-20), Olanda (10-20) e Belgio (10-20) mantengono testate in basi militari nazionali.I nuovi particolari del rapporto «Air Force Blue Ribbon Review of Nuclear Weapons Policies and Procedures», parzialmente declassificato in questi giorni (lo scorso febbraio ne era stato diffuso solo un riassunto), rivelano «un problema di sicurezza in Europa molto maggiore» di quanto non fosse emerso, sottolinea la Fas in un comunicato pubblicato sul suo sito web. Ma non solo: secondo una notizia pubblicata sul sito dell'Usaf, il problema di sicurezza non riguarda le basi di Kleine Brogel, in Belgio, e Volkel, in Olanda, bensì «altri siti».E questo, scrive la Fas, «suggerisce che il problema sia a Buchel, in Germania, o a Ghedi, in Italia». A rafforzare le indicazioni della base italiana come insicura vi è anche la notizia, raccolta dalla Fas da fonti anonime, secondo cui il Pentagono sta pianificando il ritiro dei suoi Munition Support Squadron (MUNSS) proprio da Ghedi. «Non si sa ancora quale sia la base, ma fonti indicano che potrebbe coinvolgere il 704 MUNSS di Ghedi, nel nord dell'Italia», si legge sul sito dell'organizzazione americana.Il rapporto era stato sollecitato dopo che per 36 ore, nell'agosto dello scorso anno, si erano perse le tracce di sei testate nel corso di un loro trasferimento negli Stati Uniti avvenuto senza che i militari predisposti al loro controllo ne forssero a conoscenza.Per questo, i militari americani stanno pianificando il ritiro delle loro unità di custodia delle testate nucleari da «almeno» una base e, forse, anche di ridurre il numero delle basi "nucleari" in Europa.Sempre secondo le informazioni raccolte da Fas, nel caso dell'Italia, oltre al ritiro dei MUNSS da Ghedi, sarebbe previsto il concentramento delle testate ad Aviano. I siti di cui si parla nel rapporto sono quelli in cui sono custodite testate destinate al possibile uso da parte degli aerei del paese ospitante. Testate sono mantenute in siti sotterranei noti come WS3 (Weapon Storage and Security System) nelle basi in Belgio, Germania, Olanda, Italia, Turchia e Gran Bretagna, ricorda la Federazione degli scienziati americani, precisando che nella maggior parte dei casi si tratta di basi americane. Ma che in Belgio, Germania, Olanda e Italia armi nucleari sono dislocate in basi nazionali (la base bresciana di Ghedi, nel caso dell'Italia).In questi casi, in tempo di pace, le testate beneficiano di un servizio di custodia dell'Air Force americana. Ma in caso di guerra verrebbero consegnate alle Aeronautiche nazionali che userebbero le testate sui loro aerei da guerra (nel caso italiano dai Tornado del 6° stormo).

Liberazione 22 giugno 2008


3 Il Dipartimento della Difesa Usa dà ragione al blog. Nel 2005 scrissi che a Ghedi Torre e ad Aviano c'erano novanta testate nucleari americane. Potenza distruttiva pari a 900 volte Hiroshima. Dissi nel mio spettacolo Reset che il livello di sicurezza del sito di Ghedi era inesistente. La televisione svizzera mostrò un gruppo di ragazzi entrato nella base a fare un picnic dimostrativo senza alcun problema. La sicurezza intervenne quasi mezz'ora dopo. Nel caso di un attentato le bombe contenute a Ghedi farebbero sparire l'Italia del Nord insieme a parte dell'Europa Centrale. Il federalismo della Lega sarebbe finalmente realizzato. Il rapporto riservato dell'Air Force è stato pubblicato dalla Federazione degli scienziati americani (FAS).Il rapporto è stato ordinato da Roger Brady, comandante dell'Air Force in Europa, dopo che un B52 trasportò per errore sei testate atomiche sorvolando gli Stati Uniti. Nel rapporto si legge: "problemi di edifici di supporto, alle recinzioni dei depositi, all'illuminazione e ai sistemi di sicurezza, a guardia delle basi vi sono soldati di leva con pochi mesi di addestramento".Anna Maria Guarneri, sindaco di Ghedi, è sorpresa. "Ora (ORA?) si indica che nella base del mio centro ci sono bombe atomiche". La bella addormentata.In questa situazione di emergenza nazionale (che cosa è infatti emergenza se non la possibile scomparsa dalla cartina geografica dell'Italia?) La Russa e l'ambasciatore USA Ronald Spogli insistono perchè sia allargata la base di Vicenza. Nonostante la sospensione dei lavori a seguito dell'ordinanza del Tar del Veneto. La Russa: "Questa decisione non ci turba. Gli impegni con gli alleati saranno mantenuti". Spogli:"Le truppe USA di ritorno dalle missioni in Afghanistan si eserciteranno a Vicenza con i soldati italiani che si preparano a intervenire nello stesso teatro".Perchè siamo in Afghanistan? Perchè abbiamo novanta bombe atomiche americani sotto il culo? I discendenti di Mussolini sono i primi ad aver abdicato alla sovranità nazionale. I leghisti vogliono essere padroni a casa loro, ma con le bombe e le basi degli altri e l'esercito per le strade.Fuori le bombe atomiche dall'Italia. Fuori gli italiani dalla guerra in Afghanistan.A ottobre ci sarà un referendum a Vicenza contro l'allargamento della base. Io ci sarò.
Beppe Grillo 22 giugno 2008

4 La televisione svizzera ha dedicato pochi giorni fa un servizio alle bombe nucleari presenti nella base di Ghedi Torre - Brescia.
Chiunque voglia ascoltarlo e preoccuparsi può farlo cliccando
qua .
Il Sindaco di Ghedi, Anna Guarneri, ha dichiarato alla televisione svizzera:“Notizie ufficiali non ce ne sono mai state date però ci sono tantissime persone di Ghedi che lavorano all'interno della base, per cui le indiscrezioni ci sono e sono anni ormai che siamo a conoscenza anche se non ufficialmente di questi strumenti nucleari…”
Finora da parte del Ministero che tipo di risposta avete avuto?
“Nessuna. Nessuna risposta”

Beppe Grillo 3 marzo 2005


mercoledì 11 marzo 2009

APPELLO CONTRO L'ESTINZIONE...

...del centrosinistra.
stasera al centro civico di Piazza Pertini a Calcinatello alle 20.45 c'è la prima riunione per la formazione della lista civica che correrà alle elezioni amministrative di giugno. senza entusiasmo e consapevoli della scelta operata, parteciperemo, per offrire il nostro contributo a livello contenutistico, ideale ed umano. di fronte alla deriva centrista e populista della politica riteniamo che la presenza di lineaindipendente possa garantire, in termini di patrimonio esperienziale, la tenuta sui termini politici e civici, sui temi libertari, del socialismo, della democrazia.
perchè non sia l'ennesimo esperimento che da origine ad un ibrido, sterile, incapace di riproporsi sul piano sociale e perchè sia finalmente una lista civica confidiamo nella partecipazione il più aperta e diffusa posibile.

martedì 10 marzo 2009

AMIGOS DE ARGENTINA



I prodotti del commercio equo e solidale a Calcinato sono in vendita alla sede dell'associazione Amigos de Argentina, in via Vantini 28. Vi si trovano generi alimentari (cacao, caffè, zucchero, miele, frutti esotici, thé, tisane, riso, legumi, funghi, succhi di frutta, biscotti, cioccolato, farine), cosmetici naturali e manufatti dell'artigianato indigeno (capi di vestiario, suppellettili, gioielli, presepi, strumenti di lavoro e musicali).
Hanno in comune la caratteristica di avere prezzi non determinati dalle multinazionali, che troppo spesso monopolizzano i mercati, ma da una rete di cooperative agroalimentari che garantiscono la qualità sociale e la genuinità dei prodotti.
Di particolare interesse è la disponibilità di pregiati vini rossi e bianchi, di carne fresca argentina, del famoso "dulche de leche" (un dolce di latte preparato artigianalmente) e dell'erba mate da sorbire nell'apposita pipa resa celebre da Ernesto Che Guevara.
Oltre ad assicurare con continuità l'apertura di questo canale alternativo di distribuzione dei prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo, l’associazione promuove anche l'educazione ad un consumo critico nei confronti degli iniqui meccanismi che regolano i rapporti fra i produttori del Sud del pianeta e i distributori delle merci. I proventi delle vendite sono utilizzati per il finanziamento di un programma di iniziative per dare cibo ai poveri argentini affamati dalla grave crisi economico-finanziaria che attanaglia da anni il paese latinoamericano.


L'associazione dispone del sito Internet www.amigosdeargentina.org. Presieduto da Eduardo Alfredo Gomez, il sodalizio è contattabile per telefono al numero 393.9889094.

lunedì 9 marzo 2009

TELEMACO SIGNORINI - L'ALT DEI GRANATIERI TOSCANI A CALCINATELLO

Del passaggio dei Granatieri di Toscana a Calcinatello nel 1859 in vista dello svolgimento della battaglia di San Martino e Solferino vi è anche una serie di pregevoli testimonianze artistiche.
Lo ha scoperto in paese lo studioso Mario Negroni che, in seguito ad accurate ricerche, ha rinvenuto l’esistenza di ben 4 opere del pittore macchiaiolo Telemaco Signorini (1835 - 1901), artista al seguito dei Granatieri Toscani che sostò nella frazione di campagna di Calcinato proprio nei giorni precedenti la battaglia decisiva della seconda guerra di indipendenza. In particolare la sosta si svolge nei pressi dell’attuale via che prende il nome da San Martino della Battaglia, perpendicolare alla via principale del paese, la via Santa Maria.
Tra gli esponenti più significativi a livello nazionale dei macchiaioli, Signorini è noto per la sua collaborazione con gli impressionisti francese (soprattutto Degas e Monet), che incrementò la sua sensibilità nei confronti della tematica della luce e del tono. Le quattro opere repertoriate dal Negroni sono un quadro, due bozzetti e un disegno. Il quadro e un bozzetto si trovano nella collezione della Fondazione Marzotto a Valdagno in provincia di Vicenza, un bozzetto è ospitato in una collezione privata nel milanese mentre non vi è traccia recente del disegno. «Un tempo quando si partiva per la guerra - spiega Negroni nel suo studio - ai soldati si univano anche scrittori e pittori: erano i cronisti dell’epoca. Così nel 1859 come artigliere al quinto pezzo della prima batteria sotto il comando del colonnello Masel e del capitano Palmieri e poi sotto il comando di Garibaldi, partì anche Telemaco Signorini, figlio di pittore (il padre era un ottimo vedutista nella Firenze lorenese) pensava che la sua vocazione fosse quella del letterato, ma quasi obbligato dal padre si decise a dedicarsi principalmente alla pittura».
Nel suo studio Negroni passa in rassegna le doti dell’artista toscano, la sua sveglia intelligenza critica e la mordace vena polemica che gli valsero anche alcune fortune di carattere letterario. «Dell’opera L’alt dei granatieri toscani a Calcinatello presso Brescia esiste un disegno, che sembra databile al 1859 e realizzato dal vero poiché ritrae alcuni soldati in un momento di riposo - sottolinea Negroni - dal disegno Signorini trasse un primo bozzetto, di esecuzione molto sommaria. Poi un secondo bozzetto, di dimensioni più piccole, nel quale la conduzione pittorica definisce le persone e le cose con maggior accuratezza; esso è più vicino alla versione definitiva e le masse sono distribuite con pari modalità compositiva. Questa teletta presenta una straordinaria tavolozza luminosa, chiarissima nel cielo. Secondo la critica è con questo bozzetto che Signorini dimostra di aver maturato il nodo della macchia chiaroscurale. Il dipinto - prosegue lo studioso - esprime compiutamente i valori acquisiti della nuova ricerca macchiaiola, incentrati sul contrasto violento di ombre e luci e sulla calibrata ricerca tonale. Il quadro fu esposto al prezzo di 50 francesconi alla Promotrice di Firenze nel 1860. Andato invenduto, figurò successivamente alla Esposizione Nazionale di Brera a Milano, dove fu acquistato dalla Società degli Artisti e Patriottica di quella città. Interessante rilevare che il soggetto dell’opera non è propriamente bellico, ma la scelta di Signorini privilegia l’illustrazione di temi militari antiretorici. I soldati infatti vengono rappresentati in un momento di riposo: se non fosse per le divise indossate dalle persone ritratte si potrebbe addirittura ipotizzare un contesto pacifico nell’ambito di una calma periferia urbana dell’epoca».

Una delle ultime apparizioni del quadro è datata 2004, in na mostra a Palazzo Zabarella, a Padova.
Stiamo lavorando per cercare di comporre uno studio sistematico sulle quattro opere, nel tentativo di esporle a Calcinato, in corrispondenza col centocinquatenario della battaglia, le cui celebrazioni sono da poco iniziate a Desenzano e Solferino.

(p.s. l'immagine postata in intestazione è un quadro di Signorini, ma riporta il passaggio delle truppe Francesi a Solferino, dopo la battaglia)


venerdì 6 marzo 2009

AL CONSIGLIO COMUNALE DI LUNEDI' SERA

vanno in discussione diverse cose interessanti;
la prima è la cessione ad ALER di alcune aree nel PEEP via Foscolo via Corbarelli; cessione regolata da una convenzione capestro, tutta da capire e verificare. Questa deriva dall'imposizione da parte del comune (ancora una volta, con la spinta da parte dell'opposizione) di non vendere gli alloggi (scelta che avrebbe calmierato il mercato, immettendo case a costo normale ponendo però in difficoltà alcuni costruttori locali..) ma richiederne la messa in affitto. ALER non ha trovato così il finanziamento per l'acquisto definitivo dell'area.
nel documento riguardante l'istruzione c'è una novità nel sistema di finanziamento delle materne non pubbliche (i due enti morali Nascimbeni di Calcinato e Mazzoleni di Calcinatello) dove si richiede che queste si carichino, in via perequativa, di una parte di bimbi extracomunitari.

all'ordine del giorno anche importanti variazioni nel governo del commercio: l'apertura di un bar in via carlo alberto, con modalità al di fuori della legge (un'ordinanza sostituisce una delibera consiliare); e la proposta di un regolamento per l'apertura di sale giochi, per le quali sono state già depositate due richieste.

tra le altre cose anche diverse adozioni ed approvazioni di questioni territoriali.

giovedì 5 marzo 2009

ALTA VELOCITA'

ci piacerebbe sapere a che punto sono i lavori e le trattative, i tavoli aperti e le previsioni, i progetti e i piani per la TAV TAC; cosa si pensa fare nei confronti di cepav 2, italfer, se come al solito, all'arrivo della prossima carta bollata i nostri amministratori si prostreranno e nasconderanno anni di immobilismo, incompetenza e copertura di giochi politici a livelli superiori dietro alla solita litania a questo punto non possiamo più fare nulla, oppure il comune non ha poteri. Capriano, Flero e Poncarale anni fa si sono consorziati ed istituito il Parco Agrario del Monte Netto; c'est à dire uno stratagemma per evitare che il tracciato passasse in superficie o in trincea sul loro territorio. Lonato e Desenzano da anni si muovono (ed otterranno) perchè i binari scorrano in una galleria sotterranea, con impatto tendente a 0. E quando Brescia iniziò la sua battaglia perchè il percorso fosse parallelo alla linea storica per far sì che la stazione fosse in città, sotto quella esistente (come si è realizzato in tutta Italia), il nostro Comune (opposizione compresa) si schierò con la soluzione della stazione a Montichiari, martoriante per la nostra campagna. La biforcazione del tracciato (necessario solo secondo le volontà della provincia, a supporto della mega operazione stadio-aeroporto-stazione-centri commerciali)impone la devastazione completa della campagna di Calcinatello, la distruzione del sistema irriguo, stradale, di coltivazione, della continuità di un paesaggio denso e storicamente consolidato. Per anni in commissione tecnici, sindaco, assessore e consiglieri si sono vantati di lavorare per far eliminare 500 metri di tracciato di interconnesione con la vecchia linea. Quei 500 metri previsti dal progetto Brescia che avrebbero evitato i 3 km attraverso la campagna ed il raccordo. Senza parlare del ponte sul Chiese, dell'imbocco della galleria di Lonato e delle cave a prestito (cioè in aggiunta al piano cave); 3 cantieri industriali nel nostro territorio comunale, sul quale insisteranno per anni.
Più volte abbiamo chiesto ufficialmente relazioni, verbali, disegni delle diverse riunioni che, a scadenze regolari, si tengono tra enti e ditte appaltatrici/concessionarie; verbali delle conferenze dei servizi (dove il comune ha diritto di voto); prese di posizione da parte di chi ci governa.
Mai una risposta.
Speriamo solo che le parole di Di Pietro quando era ministro dei Lavori Pubblici fossero vere...cioè che TAV non si farà per un semplice motivo, che mancano i soldi.


mercoledì 4 marzo 2009

AZIONE, SENZA IMPOSIZIONE DI SE' (LAO TSE). PER BRUNO MUNARI



Giocare con l’arte? Ma capiranno? Così piccoli, capiranno cos’è l’Arte? Capire cos’è l’Arte è una preoccupazione (inutile) dell’adulto. Capire come si fa a farla è invece un interesse autentico dei bambini.
Alberto Munari


una notizia che probabilmente è passata quasi inosservata. poco tempo fa è stata inaugurata la nuova scuola per l'infanzia comunale a Calcinatello, intitolata a Bruno Munari.

Lo possiamo dire tranquillamente; quella non è una scuola. E' un capannone adibito ad asilo.

Si tratta di una bella trovata, resa possibile da una serie di varianti al PRG (sulle quali non ci esprimiamo in merito di legittimità) che trattavano della modifica del documento generale dei Piani Integrati di Intervento. Per farla breve, il fabbricato è stato realizzato a scomputo oneri in cambio dei diritti edificatori di 2 P.I.I. diversi, ma di proprietà del medesimo soggetto. Quindi, dichiarata la pubblica utilità dell'asilo (e fin qui nulla di strano), si è deciso di variare il piano per unire i 2 P.I.I. e far rientrare nello stesso comparto anche l'area individuata per la localizzazione della scuola per l'infanzia comunale. L'impresa anzichè pagare la quota calcolata come oneri di urbanizzazione ha ottenuto la possibilità di costruire opere di pari importo; il guadagno che ne ha tratto è ben evidente (a qualsiasi impresa conviene costruire a costi da prezziario piuttosto che pagare), ma ormai è cosa fatta.

Senza un progetto degno di questo nome, senza controllo da parte del settore dei LL.PP., è ovvio che l'operatore decida di muoversi come meglio crede e secondo le proprie opportunità e convenienze.

Senza una gara di progettazione (non solo prevista dal Codice dei Contratti, ma pratica diffusa per migliorare la qualità degli interventi pubblici) siamo giunti a quel fiore all'occhiello delle opere realizzate dall'amministrazione al governo.

d'accordo; abbiamo perso l'ennesima occasione di fare qualcosa di buono, bello; la cosa pubblica viene come sempre gestita spannometricamente ecc. ecc.

nessuna novità.


ma oltre al danno, la beffa. l'edificio è stato intitolato a Bruno Munari, figura leonardesca, maestro del design italiano, artista, scrittore, scultore, fotografo, grafico, coreografo, pedagogista. A partire dagli anni settanta uno dei suoi obiettivi di ricerca è quello di rifondare e sistematizzare la metodologia didattica, attraverso i suoi laboratori "Giocare con l'arte". Il fondamento epistemologico e pedagogico sta nella possibilità di apprendere attraverso l'esperienza diretta della costruzione dell'opera d'arte e del suo significato. L'arte e la sua produizione, divenuti un gioco, conducono alla conoscenza; uno degli stimoli per la conoscenza è la meraviglia di fronte al bello, lo diceva agostino, e munari lo sa bene. ripartendo dalle esperienze montessoriane, il metodo munari è tutt'oggi, riformato, riconosciuto e sperimentato.


Calcinato onora così un grande maestro del novecento, sensibile interprete del mondo dell'infanzia. dedicandogli un capannone prefabbicato in graniglia rosa.

realizzato a scomputo oneri.


LA RIVOLUZIONE NON RUSSA


martedì 3 marzo 2009

делать?

«Libertà di critica»: questa, incontestabilmente, è la parola d'ordine più di moda in questo periodo, quella che più frequentemente ricorre nelle discussioni fra socialisti e democratici di tutti i paesi. A prima vista, non ci si può rappresentare niente di più strano di questi solenni richiami di una delle parti in contesa alla libertà di critica. Possibile che dalle file dei partiti avanzati si siano levate delle voci contro quella legge costituzionale che, nella maggior parte dei paesi europei, garantisce la libertà della scienza e dell'investigazione scientifica? «Qui gatta ci cova!», si dirà chi, essendo estraneo alla discussione e sentendo ripetere ad ogni piè sospinto questa parola d'ordine di moda, non abbia ancora penetrato l'essenza del dissenso. «Questa parola d'ordine è evidentemente una di quelle parole convenzionali che, al pari dei nomignoli, sono legittimate dall'uso e diventano quasi dei nomi comuni».

per quanto ancora si faranno attendere i diktat dei nostri cari amici democratici? siamo passati alla festa...poi alla riunione del 20 luglio...per poi attendere le impressioni di settembre...e l'autunno...e l'anno nuovo...e la fine del tesseramento...e l'assemblea di febbraio.

adesso a marzo (le liste vano presentate entro la metà di aprile), crediamo che sia giunta l'ora di rompere gli indugi. ed esplicitare le volontà elettorali.

le nostre le abbiamo espresse a più riprese a partire dalla primavera scorsa, con il nostro manifesto sottoscritto da 35 cittadini, coi comunicati ai giornali e con la nostra ostinata fedetà al lavoro in comune con la lista.

che fare compagno lenin? nell'estenuante attesa, lui, che non ci ascolta più, gioca a basket.


lunedì 2 marzo 2009

ASSEMBLEA A FIRENZE - PER UNA LISTA UNICA DELLA SINISTRA

I 1000 firmatari dell'appello "Per una lista unica della sinistra" alle elezioni europee si incontrano a Firenze sabato 7 marzo 2009 e invitano a discutere i partiti e le forze della sinistraCarissima, carissimo,ti ringraziamo ancora una volta per la tua adesione all'appello "Per una lista unica della sinistra". Abbiamo raccolto finora 1000 adesioni, abbiamo un sito che si riempie di contenuti e dove ti invitiamo a intervenire con i tuoi commenti e osservazioni (www.perleeuropee.wordpress.com) e abbiamo promosso un'intensa discussione in rete.Ad aderire all'appello sono elettrici ed elettori delusi della sinistra, esponenti del sindacato, attivisti di associazioni e movimenti, di gruppi ambientalisti e per i diritti civili, studenti e professori, alcuni "nomi noti" che hanno avuto responsabilità politiche nei partiti della sinistra, amministratori locali e iscritti a tutti i partiti della sinistra. Il successo dell'appello, circolato con un passaparola lontano dai riflettori dei media, rivela il bisogno di discussione, di impegno in prima persona di fronte alla deriva dei partiti e della politica italiana. Mostra la consapevolezza della gravità della situazione del paese, la minaccia alla democrazia, il pesante attacco al lavoro e ai diritti sindacali, la necessità di una nuova partecipazione politica, la spinta che viene da esperienze dal basso.Per dare spazio alle voci che chiedono ai partiti e alle forze della sinistra di fare un passo indietro e di costruire una lista unica che esprima un ampio arco di forze e movimenti della società civile, le promotrici e i promotori dell'appello propongono un incontro comune, un'assemblea a Firenze - un luogo simbolo delle esperienze di partecipazione politica e dei tentativi di rinnovamento della sinistra - da tenersi sabato 7 marzo 2009, dalle 9.30 alle 17. L'assemblea permetterà una discussione comune tra tutti coloro che hanno sottoscritto l'appello; all'assemblea di Firenze sono invitati i responsabili dei partiti e delle forze della sinistra per chiedere loro di pronunciarsi sulla proposta di lista unica. L'obiettivo è di dare spazio alla richiesta di una lista unitaria che segni una discontinuità con le sconfitte e il ripiegamento della sinistra, di aprire il confronto con i partiti, di costruire i contenuti e i metod i di questa proposta.In questi dieci mesi di governo Berlusconi milioni di persone si sono impegnate in prima persona per fermare le derive autoritarie, cercare alternative alla crisi economica, costruire la democrazia. Lo hanno fatto nelle centinaia di scioperi e manifestazioni del sindacato e dei precari, nelle mille proteste nelle scuole e università, nelle iniziative per i diritti civili e la difesa della Costituzione, nei cortei per la pace in Medio Oriente, nelle iniziative antirazziste, nelle moltissime mobilitazioni locali. E' questo il "popolo della sinistra" che esprime il bisogno di una rappresentanza politica, di una sinistra che torni ad affondare le proprie radici nella società e che sia capace di un'iniziativa comune. E' questo il "popolo della sinistra" che viene invitato all'assemblea di Firenze.
Ti invitiamo a partecipare all'assemblea e a diffondere l'appello e l'invito a Firenze:
Assemblea dell'appello per una lista unica della sinistra alle elezioni europee
Firenze, sabato 7 marzo 2009, ore 9.30-17
Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia, Via San Bartolo a Cintoia, 95
Tel. 055/786356, 055/7331074
Clicca qui per scoprire come arrivare all'appuntamento
Il sito
contiene il testo dell'appello, l'elenco dei firmatari, i contributi alla discussione, le modalità per aderire all'appello e per registrarsi per l'assemblea di Firenze
Per ulteriori informazioni: perleeuropee@gmail.com
Contatti: tel. 06 8841880