L’amministrazione
comunale di Calcinato informa sul suo sito che è possibile inoltrare
domanda per ottenere la famigerata Dote Scuola, sussidio che la
Regione Lombardia ha ideato per motivazioni e obiettivi sconcertanti.
Franca
Roberti ce li racconta qui.
La
Dote Scuola è uno strumento iniquo che consuma molte risorse per il
diritto allo studio di Regione Lombardia. “Inventato” da
Formigoni, resta con Maroni.
Siccome
per lavoro, oltre che per interesse familiare, a questi contributi ci
sto attenta, ho fatto due conticini.
Prendiamo
due famiglie, entrambe “tradizionali”, composte da mamma, papà e
due figli che vanno alle superiori. Mettiamo che le differenze tra le
due famiglie siano date solo dal reddito e dalla scuola frequentata.
Nella
prima famiglia entra al massimo un reddito netto di € 1000,00 al
mese, con il quale ci deve pagare anche un affitto non astronomico di
€ 400,00 al mese.
Nella
seconda entra un reddito netto mese di € 5000,00. Non ci devono
pagare affitto perché la casa l’ha data in comodato papà (di lui,
di lei, fate voi).
Nella
prima famiglia i figli frequentano il biennio della scuola pubblica
(scuola d'obbligo). Nella seconda famiglia i figli frequentano una
classe a caso della scuola superiore dalle suore.
Per
la prima famiglia la dote scuola corrisponde a un blocchetto di
miniassegni, da spendere nei negozi accreditati, di € 240,00 per
ciascun figlio perché i libri e gli strumenti costano un botto. Per
la seconda famiglia il Buono scuola (solo per chi frequenta la scuola
“paritaria”) per ciascuno dei figli è di € 1200,00, perché
deve essere aiutata a pagare la retta. € 480,00 contro €
2400,00, raffronto eseguito con simulazione ISEE sul sito INPS,
sulla base delle tabelle fornite da Regione Lombardia.
Adesso
leggete l'articolo 33 della Costituzione e ditemi se non mi devo
incazzare, vedendo signore o signori che portano i figli dalle
Ancelle anche con i soldi nostri, pur non avendone necessità.
Franca
Roberti