Ci è appena arrivata la triste notizia della morte lunedì scorso
nella regione di Belem, nel nord del Brasile, del compagno Osvaldo
Pasquali, obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari,
militante della sinistra rivoluzionaria e da sempre convinto
ambientalista.
Originario di Borgosatollo, fu tra i primi a Brescia a porsi il
problema di creare e organizzare al Carmine centri e servizi pubblici di
accoglienza per gli scampancö (quelli che oggi chiamano i “senza fissa
dimora”).
Scrittore, poeta ed esperto di scienze sociali, sempre al Carmine
dalla sua casa in contrada Pozzo dell’Olmo - fucina di tante attività e
iniziative solidali - aveva lavorato con i residenti dello storico
quartiere alla sua valorizzazione.
Grande appassionato di fotografia, da molto tempo si era trasferito
in Amazzonia per collaborare con alcune ong: là continuava la sua lotta
nonviolenta contro le devastazioni ambientali e al fianco delle
popolazioni indigene, degli sfruttati e degli emarginati.
La scomparsa è giunta per lui alle soglie dei 63 anni, dopo aver trascorso in agonia due settimane in ospedale per le ferite riportate sembra a causa di un'esplosione per una fuga di gas di cui era stato vittima il 12 aprile.
La scomparsa è giunta per lui alle soglie dei 63 anni, dopo aver trascorso in agonia due settimane in ospedale per le ferite riportate sembra a causa di un'esplosione per una fuga di gas di cui era stato vittima il 12 aprile.