domenica 31 agosto 2014

Invece del Tav, più treni per i pendolari bresciani: un comitato nasce a Ponte San Marco

Mentre la campagna No Tav si sposta dalla città a Ponte SanMarco (domani alle ore 21 c'è l'assemblea alla sala civica in Piazza della Preistoria), nella frazione – che ospita una delle più antiche stazione sulla linea Brescia-Verona – nasce il gruppo Nonmimuovolento, con una seguitissima pagina Facebook, per “potenziare gli scali ferroviari per gli studenti e i lavoratori che prendono il treno alla stazione di Ponte San Marco”.
 Migliorare e potenziare il servizio viaggiatori dei pendolari, ottimizzando le fermate dei treni rendendole più comode alle reali esigenze dei clienti della stazione di Ponte San Marco. E’ questa la richiesta del gruppo, che raccoglie alcune decine di viaggiatori di Bedizzole, Calcinato, Mazzano e Montichiari, i quali hanno preso carta e penna e scritto a TreNord una missiva aprendo una vertenza sull’argomento.
 Portavoce à la studentessa Camilla Botticini che ci racconta la sua esperienza: “Io mi reco quotidianamente all’Università statale di Verona e sono costretta ad andare a Desenzano con l’automobile e lasciarla in un parcheggio dalle otto del mattino fino alla sera. L’inverno scorso parecchie volte ho usufruito della stazione di Ponte San Marco; prendevo il treno regionale al mattino alle ore 6.40 e ritornavo da Verona alla sera con quello delle 17.44”.
 Analoga è la situazione per chi si reca in città o a Milano, “altri pendolari che per lavoro o per motivi di studio sono costretti ad usare l’automobile per andare a Brescia o Desenzano, poiché non ci sono treni  che fermano nella stazione di Ponte San Marco”.
 La richiesta di questi cittadini “è di implementare le fermate dei treni regionali”: “La stazione di Ponte San Marco - osservano - è dotata di un sottopasso pedonale a norma, un marciapiede più che regolare, decine di potenziali utenti  desiderosi di utilizzare un mezzo di trasporto economico, ecologico e comodo”.
 “La forte contraddizione – conclude la giovane - nasce dal fatto che si sta parlando assiduamente di alta velocità mentre l’attuale servizio ferroviario fa acqua da tutte le parti: ritardi, soppressioni di corse, condizioni igieniche, sicurezza e affidabilità sono a livelli insopportabili”.
 Per contatti si può scrivere una mail a nonmimuovolento@gmail.com oppure consultare in Facebook la pagina “nonmimuovolento”.

venerdì 29 agosto 2014

No Tav lunedì 1° settembre a Ponte San Marco

Assemblea popolare No Tav  lunedì 1° settembre alle ore 20.30 al centro civico di Piazza
della Preistoria a Ponte San Marco, proprio mentre dal governo vengono preventivati oltre 2 miliardi di euro per la realizzazione della nuova tratta Brescia-Verona, con un costo che si aggira sui 28 milioni di euro al km. 
 Altre decine di case, cascine e aziende abbattute, altre decine di famiglie espropriate e sfrattate. Intere frazioni e quartieri verranno isolati per anni da cantieri che sorgeranno in molti casi a ridosso di siti dal grande valore storico e naturalistico. Più di 1 milione di kilometri quadrati di suolo agricolo consumati; tra questi andranno persi per sempre circa il 20% dei vigneti del Lugana, con un danno economico stimato attorno a 14 milioni di euro annui, e un tunnel di 7 km sotto la cittadina di Lonato creerà grossi scompensi idrici a questo territorio. 
 L’alta velocità, uscendo da Brescia, attraverserà una fascia di territorio che dai quartieri di San Polo e Buffalora arriva a Montichiari, passando per Castenedolo, Mazzano e Calcinato, comuni nei quali si registra una delle più alte concentrazioni di cave e discariche d’Europa, molte delle quali in attesa da anni di bonifiche mai arrivate.
Intanto il nostro trasporto pubblico locale langue in uno stato comatoso dopo continui tagli di corse lungo l’attuale tratta Brescia-Verona, non ultimo il taglio degli otto treni interregionali veloci Milano-Venezia, utilizzati quotidianamente da oltre diecimila persone. Si tagliano i treni accessibili economicamente a tutti e si costruiscono percorsi e treni costosi e inutili, riservati a pochi. 
 Dopo il convegno di Ponte San Marco sono in programma due manifestazioni alla Festa del'Uva, a Lugana di Sirmione, sabato 13 e domenica 14 settembre, per aprire poi la campagna d’autunno con la marcia interprovinciale di domenica 5 ottobre, che partirà alle ore 14 davanti alla torre di San Martino della Battaglia  per attraversare  il percorso dei vigneti Lugana e dare informazioni sull’evento presso le abitazioni e i luoghi interessati al passaggio di questa grande opera.

lunedì 25 agosto 2014

La comunità islamica di Calcinato condanna i massacri dei cristiani in Iraq

Ci giunge notizia dalla comunità islamica di Calcinato che essa "condanna  i massacri subiti dai nostri fratelli cristiani in Iraq da parte del così detto stato islamico (Isis)". 
 Secondo quanto riferisce la nota "i cristiani, che hanno difeso la loro patria insieme ai musulmani contro tutti gli invasori, sono sempre vissuti in pace e armonia con tutta la popolazione, quindi il comportamento contro di loro di questi criminali è contrario all' insegnamento islamico del Profeta. Questi non fanno altro che un grave peccato, che merita l'ira di Dio".
 Il comunicato della comunità islamica di Calcinato prosegue poi con la pubblicazione  del Patto di Naǧrān, che risale all'anno nono dell'egira, quindi - secondo i nostro calcoli - al 631 d.C..  

sabato 23 agosto 2014

Agosto, tornano a cadere i Tornado

Sono rimasto particolarmente colpito dall'incidente verificatosi nel cielo ascolano in questi ultimi giorni, quattro giovani vite stroncate in una frazione di niente, ancora maggior rincrescimento perché fra queste persone si trovava anche una donna. Subito si è levato nell'ambiente politico una moltitudine di dichiarazioni, di richieste di indagini, di affermazioni e di attestazioni. Ma non possiamo pensare che si stava strumentalizzando un fatto luttuoso, che ci si stava scagliando contro l’Aeronautica militare. Le varie indagini che sono state chieste sono decisamente d’obbligo: il fatto che è accaduto è particolarmente grave, fortunatamente (sic!) gli aerei non sono esplosi in centri abitati altrimenti avremmo rivissuto la tragedia di Ramstein (28 agosto 1988) o, quella più vicina a noi, di Casalecchio di Reno, dove un aereo militare impazzito ed abbandonato dal pilota si schiantò su una scuola e a farne le spese furono dei ragazzi innocenti che stavano assistendo alle lezioni. Ora, a distanza di poche ore dall'incidente, si comincia a parlare di errore umano; dopodiché usciranno chissà quali altre supposizioni, tesi, ipotesi, concetti, elucubrazioni e via di questo tenore. L’unica cosa certa rimane che quattro giovani vite sono state spezzate! Ora però alcune semplici considerazioni sono d’obbligo e con ciò non voglio certamente paragonare i nostri quattro di Ghedi con gli “scommettitori yankees del Cermis” ma: - non si trova la copertura finanziaria per poter mettere in quiescenza i quattromila insegnanti oltre “quota 96” bloccati dalla signora Fornero, ma si gettano centinaia di migliaia di euro per far volare le “nuove bare volanti”; - non si spende un solo soldo per tentare di far ripartire una languida economia nazionale e per contenere l’esplosiva disoccupazione giovanile, ma si stanziano decine di milioni di euro (leggasi miliardi di lire, suona meglio …) per l’acquisto di un certo quantitativo di F-35, aereo talmente affidabile che anche l’imperatore Obama dopo averne sponsorizzato e caldeggiato l’acquisto, li ha riportati a terra per ulteriori controlli e revisioni. L’aereo F-35, che in teoria dovrebbe sostituire il Tornado, non è come direbbe qualcuno un aereo atto a missioni di perlustrazione e controllo del territorio, ma entrambi sono dei caccia bombardieri: sono aerei atti a colpire, a combattere, a bombardare, a far del male. I “top gun” sono parte integrante della macchina (aereo), insieme formano un meraviglioso, stupendo, perfetto strumento di morte! E allora usiamo i soldi del carburante per far lavorare qualche giovane in più e piuttosto di chiudere un sacco di ospedali su tutto il territorio nazionale (come preventivato), si lascino gli F-35 allo zio Tom. A noi proprio non servono!                                     
Giulio Botticini
                                                                                 

venerdì 22 agosto 2014

Disarmare

E' una sciagurata decisione contro la legge e contro la ragione quella presa dal governo e dal parlamento italiano di inviare altre armi in un'area del mondo dove di armi ce ne sono troppe e dove le guerre e le stragi non finiranno mai finche' si continuera' ad alimentarle cosi'.
In Medioriente come ovunque occorrerebbe invece mandare delle forze di polizia internazionale dell'Onu che passassero di casa in casa (e di caserma in caserma) e che sequestrassero e distruggessero tutte le armi che trovassero, tutte.
Questo occorre fare: il disarmo e' la prima e piu' urgente necessita' dell'umanita' intera.
Le armi uccidono gli esseri umani, e l'uccisione degli esseri umani e' il piu' disumano dei crimini; ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo il disarmo ferma le guerre. Solo il disarmo salva le vite.
Peppe Sini

giovedì 21 agosto 2014

Verrà presto rifatto il tetto della scuola media

A Calcinato verrà rifatto prima dell’inizio delle lezioni il tetto della scuola media statale di via Arnaldo, da tempo in precarie condizioni e ultimamente danneggiato in più punti dai fortunali delle scorse settimane.
 Per il ripristino della copertura dell’Istituto Regione Lombardia, constatate le diverse infiltrazioni presenti, in seguito a una precisa richiesta dell’assessore ai lavori pubblici Nicoletta Maestri per un intervento urgente, ha disposto l’assegnazione di un contributo straordinario di 81.828 euro, somma che dovrebbe coprire circa la metà della spesa per l’importante intervento edilizio.
 “Procederemo ora con evidente urgenza all’appalto delle opere già la settimana prossima – dichiara l’assessore dandone notizia – anche a causa dei tempi ristretti imposti dal Pirellone, pena la revoca immediata del contributo”.

lunedì 18 agosto 2014

Aldo Busi e i profughi in arrivo a Montichiari

Pubblichiamo integralmente l'intervento dello scrittore apparso ieri sul dorso bresciano del Corriere della sera.

Sulla nota del Dipartimento per le libertà civili e l´immigrazione del Ministero dell´Interno che l’8 agosto ha previsto la sistemazione di almeno 200 profughi nell´ex caserma Serini alla Fascia d´Oro di Montichiari, lungo la strada che porta all´Aeroporto Gabriele D´Annunzio, bisognerà pur dire due parole. 
Aver inserito l´ex caserma tra le strutture dismesse e utilizzabili per le finalità dell´accoglienza degli stranieri significa non conoscere la struttura di cui si parla. Io la visitai alla fine degli anni Ottanta, per una conferenza ai militari che vi erano alloggiati, e già allora mi sembrava molto spartana, anzi, un bel po’ malandata. Recentemente l’ho rivista, è assai malridotta e vi mancano le condizioni minime di agibilità. Invece di portarli in un edificio fatiscente il cui ripristino appena decente potrebbe comportare un paio di milioni di euro minimo e chissà quanto tempo, le autorità competenti farebbero prima, e con meno costi, a trovare sul territorio una serie di alloggi adeguati, che potrebbero essere assegnati loro in locazione a canoni calmierati coperti dalle amministrazioni comunale e regionale nell’ambito di un apposito capitolo di spesa corrente creato a bilancio. Ma anche questa non può essere la soluzione di un problema che a medio termine va affrontato distribuendo equamente i nuovi arrivati su tutto il territorio nazionale da Palermo ad Aosta ad Ortisei, facendo finalmente cadere i vieti privilegi di cui ancora godono le regioni a statuto speciale, con il coinvolgimento diretto degli enti locali che non possono e non devono subire diktat irresponsabilmente calati dall’alto. 
La effettuazione delle necessarie opere di riqualificazione di cui parla il documento del Ministero porterebbe a lungaggini inutili, che fanno a pugni con la logica dell’emergenza che dovrebbe ispirare operazioni di questo tipo, considerato il fatto che, dopo 300 anni di colonialismo e 50 di smaltimenti abusivi di scorie e rifiuti tossici, da anni il continente africano manda ogni giorno sulle nostre coste centinaia di disperati che vengono a riprendersi una milionesima parte di quello che è stato depredato ai propri padri. Già ne arrivano due su tre - io da tempo non compro più pesce del Mediterraneo per paura di mangiare libici, somali, siriani o iracheni, non sono cannibale, preferisco quello di allevamento o il merluzzo dell’Atlantico - per finire in case cosiddette di accoglienza ovvero centri di identificazione ed espulsione, dove si sono viste persone, denudate, lavate con la canna dell’acqua; almeno chi si salva da queste odissee inenarrabili riceva una ospitalità umana, in linea con le norme del diritto internazionale vigenti in materia. 
Insomma, questa gente non deve subire una ennesima e reiterata forma di martirio, fra l’altro in un contesto sociale, quello monteclarense, totalmente sguarnito, con poco più di dieci carabinieri in servizio e altrettanti in organico alla Polizia locale, oltre che automezzi e dotazioni di sicurezza insufficienti a contenere possibili e comprensibili fughe di profughi dalla caserma. 
Montichiari è rimasta assolutamente priva di politiche d’integrazione negli ultimi 15 anni, un periodo lunghissimo per i tempi che corrono, durante il quale il numero degli stranieri è lievitato a oltre 5mila, per limitarci a conteggiare le presenze regolari. Queste persone sono vissute, e si vivono esse stesse, come corpi estranei alla nostra cittadina: quando mi incontrano hanno ancora ritrosia a salutare persino me, che per principio saluto tutti, perché non sono abituate alla gentilezza civile che riservo loro come a tutti da sempre. 
Quello delle forme di accoglienza da dare a questi profughi è un argomento che dovrebbe sviluppare un acceso quanto veloce dibattito. Non per temporeggiare con la furbizia a corto di fiato di chi fa lo gnorri, ma per risparmiare tempo, dolore, criminalità e dare una soluzione fattibile, pragmatica e dignitosa. Invece qui a Montichiari tutto tace. Forse sono in ferie: ebbene, rientrino immediatamente. Io, ad esempio, vorrei conoscere la posizione della Chiesa locale, sentire il parere dei sindacati, delle associazioni di categoria, del volontariato. Invece sento solo il diffondersi di facili quanto sciocchi allarmismi sul fatto che i nuovi arrivati porterebbero nuove malattie: dire queste cose significa, non so quanto inconsapevolmente o consapevolmente, seminare discordie, non conoscere le profilassi poste in atto nei centri medico-sanitari di prima accoglienza sulle isole e nei luoghi ai quali questi disperati approdano, scatenare una guerra fra poveri assai pericolosa perché porta alla diffidenza, alla rabbia, al rancore, che prima o poi finiscono per diventare reciproci, creando ghetti e comunità chiuse di tutti contro tutti. Mi aspetto che la nuova amministrazione comunale di Montichiari si ispiri molto di più all’operato del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini che non a quella vecchia, vecchia e di bassa lega in tutti i sensi: meglio duecento profughi che una sola discarica in più, perché bisognerà pur cominciare a decentrare e distribuire anche quelle. 
Possono cominciare passando almeno una mano di vernice sulle scritte ‘Munticiàr’ agli ingressi della città, allestire in municipio il registro delle coppie di fatto, istituire nelle scuole corsi di educazione sanitaria per la prevenzione delle malattie veneree e da tossicodipendenze, contro l’omofobia e il machismo e, magari, contro il clericalismo di chi vorrebbe abolire la realtà per imporre i suoi sempre più bislacchi, ridicoli e pelosi idealismi. Inoltre, ovviamente, si potrebbe sempre far partire un paio di treni di millecinquecento profughi ciascuno con destinazione Monaco di Baviera, Salisburgo, Lione, Anversa, Rotterdam, Bath, Ginevra e navi da crociera mensili, però con quindicimila profughi per volta, che facciano scalo a New York. Con tutti i miliardi di dollari fatturati dalla fornitura di armi Made in Usa alle dittature africane e mediorientali, Obama e il Congresso dovrebbero ospitarli full credit al Pierre per il resto della loro vita. 
Infine, nel mio piccolo pur sempre relativo, io a Montichiari ho un bell’appartamento arredato di 70 mq, abbastanza per accogliere un piccolo nucleo famigliare. Se l’amministrazione comunale provvede alle spese di luce, acqua, gas e condominiali, oltre ad assumersi la responsabilità civile e penale degli inquilini, glielo cedo in comodato per cinque anni e non voglio alcun affitto, il che significherebbe pur sempre circa 30mila euro di tasca mia. Sono sicuro che ci sono almeno cento monteclarensi che non vedono l’ora di essere messi in grado di fare altrettanto. 
Aldo Busi

giovedì 14 agosto 2014

Lontano, lontano...

Lontano lontano si fanno la guerra.
Il sangue degli altri si sparge per terra.

Io questa mattina mi sono ferito
a un gambo di rosa, pungendomi un dito.

Succhiando quel dito, pensavo alla guerra.
Oh povera gente, che triste è la terra!

Non posso giovare, non posso parlare,
non posso partire per cielo o per mare.

E se anche potessi, o genti indifese,
ho l'arabo nullo! Ho scarso l'inglese!

Potrei sotto il capo dei corpi riversi
posare un mio fitto volume di versi?

Non credo. Cessiamo la mesta ironia.
Mettiamo una maglia, che il sole va via.

Franco Fortini

mercoledì 13 agosto 2014

Domani sera No Tav a San Martino della Battaglia

Con una manifestazione nei pressi del Centro sociale di San Martino della

Battaglia giovedì 14 agosto entra nel vivo la mobilitazione dei coordinamenti No Tav della provincia di Brescia, che hanno scelto di svolgere questa iniziativa, a partire dalle ore 18, in concomitanza con l’annuale Festa del Vino, appuntamento che tradizionalmente richiama nella storica frazione di Desenzano migliaia di visitatori.
 L’appuntamento sarà l’occasione per ribadire “la contrarietà a qualsiasi ipotesi progettuale di linea ferroviaria ad alta velocità, compresa quella avanzata recentemente che propone di raddoppiare i binari della Brescia-Parma fin quasi a Montirone, per poi curvare verso ovest e andare a toccare l’aeroporto di Montichiari”.
 “Possiamo invece potenziare la linea esistente – sottolinea Cavagnini - opera assai meno costosa e quindi affrontabile in questi tempi di crisi economico-finanziaria”.
 “Dopo San Martino - informa Cavagnini - la mobilitazione continua con un’assemblea a Calcinato lunedì 1° settembre e altre due manifestazioni alla Festa del'Uva, in programma a Lugana di Sirmione sabato 6 e domenica 7 settembre,per aprire poi la campagna d’autunno con la marcia interprovinciale di domenica 5 ottobre, quando partiremo alle ore 14 davanti alla torre di San Martino della Battaglia  per attraversare  il percorso dei vigneti Lugana e dare informazioni sull’evento presso le abitazioni e i luoghi interessati al passaggio della Tav”.

lunedì 11 agosto 2014

Contributi al pagamento delle rette scolastiche: da oggi le domande

Da oggi a Calcinato è possibile presentare le domande al Comune per accedere ad un contributo parziale per il pagamento delle rette scolastiche. Possono partecipare le famiglie in possesso di un Isee non superiore a 6mila e 095 euro,  con figli minori che frequentano la scuola dell'infanzia o la scuola dell'obbligo.
 Le domande possono essere inoltrate fino a venerdì 12 settembre all'Ufficio Servizi Sociali, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12 (il giovedì mattina è chiuso ma è aperto nel pomeriggio dalle 16 alle 18). Verrà poi stilata una graduatoria in cui verrà data priorità ai nuclei che non hanno già ricevuto altri contributi economici. Su valutazione dell'Assistente Sociale verrà determinata l'entità del contributo nel limite della disponibilità a bilancio. Non possono fare richiesta i minori che frequentano l'asilo nido oppure la sezione primavera della scuola dell'infanzia Mazzoleni a Calcinatello. Per informazioni rivolgersi all'Ufficio Servizi Sociali ai n. 030/9989221-236 oppure via mail al seguente indirizzo: servizi.sociali@comune.calcinato.bs.it.

sabato 9 agosto 2014

Un delitto, tanti autori

Un’infinita tri­stezza. È que­sto il sen­ti­mento che pre­vale nel momento in cui si assi­ste alla vota­zione del Senato sulla modi­fica della Costi­tu­zione. Domani ripren­de­remo la lotta per evi­tare il peg­gio: per­ché la legge costi­tu­zio­nale con­cluda il suo iter dovranno pas­sare ancora molti mesi e altri pas­saggi par­la­men­tari ci aspet­tano, poi — nel caso — il refe­ren­dum oppo­si­tivo. Dun­que, nulla è ancora per­duto. Salvo, forse, l’onore.
In pochi giorni il Senato non ha appro­vato una riforma costi­tu­zio­nale (buona o cat­tiva che si possa rite­nere), bensì ha distrutto il Par­la­mento sotto gli occhi degli ita­liani. Nes­suno dei pro­ta­go­ni­sti è stato esente da colpe. Si è assi­stito a una sorta di omi­ci­dio seriale, cia­scuno ha inferto la sua pugna­lata. Alcuni con mag­gior vigore, altri con imper­do­na­bile incon­sa­pe­vo­lezza, altri ancora non tro­vando altre vie d’uscita.
Il mag­gior respon­sa­bile è cer­ta­mente stato il Governo che ha diretto l’intera ope­ra­zione, senza lasciare nes­suno spa­zio all’autonomia del Par­la­mento. Le pro­gres­sive impo­si­zioni e l’ininterrotta inva­si­vità dell’azione del Governo in ogni pas­sag­gio par­la­men­tare hanno annul­lato di fatto il ruolo costi­tu­zio­nale del Senato. Non s’è trat­tato solo dell’anomalia della pre­sen­ta­zione di un dise­gno di legge gover­na­tivo in una mate­ria tra­di­zio­nal­mente non di sua competenza.
Ma anche nell’aver costretto la Com­mis­sione — in modo poco tra­spa­rente — a porre que­sto come testo base nono­stante la discus­sione avesse fatto emer­gere altre mag­gio­ranze. E poi, ancora, nell’aver voluto con­trol­lare tutto il lavoro dei rela­tori — è la pre­si­dente della Com­mis­sione che ha rico­no­sciuto che il Governo ha “vistato” gli emen­da­menti pre­sen­tati appunto dai rela­tori — con buona pace dell’autonomia del man­dato par­la­men­tare e del rispetto della divi­sione dei poteri.
Non solo i rela­tori, ma ogni sena­tore ha dovuto con­fron­tarsi non tanto con l’Assemblea bensì con la volontà gover­na­tiva, e molti si sono pie­gati. Mi dispiace doverlo dire, ma l’andamento dei lavori ha dimo­strato come un certo numero degli attuali sena­tori non ten­gano in nes­sun conto non solo la Costi­tu­zione, ma nep­pure la respon­sa­bi­lità poli­tica, di cui cia­scuno di loro dovrebbe essere tito­lare dinanzi al corpo elettorale.
I pochis­simi voti segreti con­cessi su que­stioni del tutto mar­gi­nali hanno for­nito la prova di quanto fos­sero con­di­zio­nati e insin­ceri i voti palesi. È stato così pos­si­bile evi­den­ziare l’esteso numero dei rap­pre­sen­tanti della nazione che hanno votato con la mag­gio­ranza solo per timore di essere messi all’indice dagli stati mag­giori dei rispet­tivi par­titi. Una lace­ra­zione costi­tu­zio­nal­mente insop­por­ta­bile. Se non si garan­ti­sce (o non si eser­cita) la libertà di coscienza sui temi costi­tu­zio­nali il prin­ci­pio del libero man­dato serve vera­mente a poco. E tutto è stato fatto, invece, per vin­co­lare i rap­pre­sen­tanti alla disci­plina di par­tito. Ancora un colpo all’autonomia del Par­la­mento inferto — più che dal Governo o dai par­titi — da que­gli stessi sena­tori che non si sono voluti opporre pale­se­mente a ciò che pure non condividevano.
S’è discusso e pole­miz­zato sulla con­du­zione dei lavori, sull’interpretazione dei rego­la­menti e dei pre­ce­denti. Quel che lascia basiti è però altro. Ciò che è man­cato è la con­sa­pe­vo­lezza che si stesse discu­tendo di una riforma pro­fonda del nostro assetto dei poteri e degli equi­li­bri com­ples­sivi defi­niti dalla Costi­tu­zione. Se si fosse par­titi da que­sto assunto non si sarebbe potuto accet­tare, in nes­sun caso, un anda­mento che ha sostan­zial­mente impe­dito ogni seria discus­sione su tutti i punti della revi­sione pro­po­sta. Non si sarebbe dovuto assi­stere allo spet­ta­colo sur­reale che ha visto prima esau­rire nella rissa e nel caos il tempo della discus­sione, per poi pro­ce­dere a un’interminabile serie di vota­zioni, con un’Assemblea muta e irri­fles­siva che mec­ca­ni­ca­mente respin­geva ogni emen­da­mento dei sena­tori di oppo­si­zione e appro­vava la riforma defi­nita dagli accordi con il Governo. Spetta al pre­si­dente di assem­blea diri­gere i lavori garan­tendo la discussione.
Non credo possa affer­marsi che ciò sia avve­nuto. Anche in que­sto caso per il con­corso di molti. Per­sino dell’opposizione, la quale ha dovuto uti­liz­zare l’arma estrema dell’ostruzionismo che, evi­den­te­mente, osta­cola una discus­sione razio­nale e pacata. Ciò non toglie che non si doveva accet­tare nes­suna for­za­tura sui tempi, nes­suna inter­pre­ta­zione rego­la­men­tare restrit­tiva dei diritti delle oppo­si­zioni, nes­suna uti­liz­za­zione esten­siva dei pre­ce­denti. Si doveva invece ricer­care il dia­logo, la tra­spa­renza, il con­corso di tutti i rap­pre­sen­tanti della nazione. Era com­pito di tutti creare un clima “costi­tu­zio­nale”, ido­neo alla riforma. Nes­suno lo ha ricer­cato. E temo non sia solo una que­stione di tem­pe­ra­tura, ma — ahimè — di cul­tura costi­tu­zio­nale che non c’è.
La con­clu­sione di ieri ha san­cito la dis­sol­venza del Par­la­mento. La dele­git­ti­ma­zione dell’organo tito­lare del potere di revi­sione della Costi­tu­zione è alla fine stata san­zio­nata dagli stessi suoi com­po­nenti. Il rifiuto di par­te­ci­pare al voto con­clu­sivo da parte di tutti gli oppo­si­tori rende palese che non si può pro­se­guire su que­sta strada. Vedo esul­tare la mag­gio­ranza acce­cata dal suc­cesso di un giorno, mi aspetto qual­che rozza bat­tuta rivolta alla oppo­si­zione “che fugge”. Ma spero che, oltre la cor­tina dell’irrisione, qual­cuno si fermi per pen­sare a come rime­diare. La Costi­tu­zione non può essere impo­sta da una mag­gio­ranza poli­tica senza una discus­sione e con­tro l’autonomia del Parlamento.
Gaetano Azzariti, il manifesto, 8 agosto 2014

venerdì 8 agosto 2014

"Quanto prende il sindaco? E gli assessori?"

Siccome girano in paese voci non controllate e prive difondamento, è bene fare chiarezza: con una delibera del 29 luglio scorso la Giunta comunale di Calcinato ha determinato le indennità di funzione per gli amministratori. Al sindaco vanno 2.928,31 euro mensili lordi; al vicesindaco 1.610,58
mensili lordi; agli assessori 1.317,74 mensili lordi ciascuno.

giovedì 7 agosto 2014

La tragedia dei palestinesi è quella di essere vittime delle vittime

VENERDI' 8 AGOSTO 2014 ALLE ORE 18.00 CORTEO A BRESCIA PARTENDO DA VIA SAN FAUSTINO ( DI FIANCO ALLA CHIESA)
Quanto sta accadendo da 28 giorni a Gaza, con la terza aggressione militare in 8 anni di continuo assedio militare ed economico,  è un altro tentativo di Israele di eliminare più palestinesi possibile e spingerli ad abbandonare le loro terre per appropriarsene come è stato fatto sempre in questi 66 anni di occupazione da parte di uno stato che non accetta alcuna risoluzione dell’ONU e che non ha ancora definito né la sua costituzione né i suoi confini.
 Uno stato che ha potuto erigere su territorio palestinese un muro  di apartheid dichiarato illegittimo  dalla Corte Internazionale di Giustizia e per il quale è stata chiesta la demolizione.
Le reazioni ufficiali non sono solo silenzio e indifferenza da parte  dell’Italia, dell’Unione Europea  e degli Stati Uniti,  ma anche sostegno mediatico e fattivo al governo israeliano con stanziamento di fondi ed invio di materiale bellico italiano ed europeo contribuendo così  alla distruzione di Gaza e allo sterminio dei  suoi cittadini.
Facciamo in modo che, come  nella lotta contro il regime dell’apartheid in Sudafrica, si risponda  con la campagna BDS (BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTO E SANZIONI)  contro Israele e
CHIEDIAMO
-          L’IMMEDIATA FINE DEL MASSACRO
-          LA FINE DELL’ASSEDIO DI GAZA E L’APERTURA DI TUTTI I VALICHI
-          LA FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA
-          L’EMBARGO MILITARE CONTRO ISRAELE  E IL BOICOTTAGGIO DELLE BANCHE COINVOLTE NEL COMMERCIO DI ARMI
-          LA REVOCA DEL TRATTATO MILITARE CON ISRAELE CHE CONSENTIRA’ ANCHE L’USO DELLO SPAZIO AEREO SARDO PER ESERCITAZIONI DAL 21 SETTEMBRE