venerdì 28 ottobre 2022

Avere o essere

Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi eccetera, tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro che né i tarli né la polvere possono consumare, il tuo capitale. Quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai; quanto più grande è la tua vita alienata, tanto più accumuli del tuo essere estraniato. Tutto ciò che l’economia ti porta via di vita e di umanità, te lo restituisce in denaro e ricchezza.
Quando il denaro diventa il fine ultimo, tutti i beni che non sono di natura economica come l’intelligenza, la cultura, l’arte, la forza, la bellezza, l’amore, per l’avaro cessano di essere valori in sé, perché lo diventano limitatamente alla loro convertibilità in denaro, che, a questo punto si presenta agli occhi dell’avaro come la forma astratta di tutti i piaceri che tuttavia non vengono goduti.
Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici

giovedì 27 ottobre 2022

Montichiari sfila contro le morti sul lavoro

Considerato lo stillicidio di incidenti sul lavoro che si susseguono anche nella nostra provincia, a Montichiari la sezione Ferruccio Vignoni dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, “per dare un segnale di forte richiamo all’applicazione degli articoli della Costituzione che tutelano la dignità e la sicurezza dei lavoratori, e quindi di sensibilizzazione e informazione sul tema delle morti sul luogo di lavoro e in itinere, organizza in collaborazione con le organizzazioni sindacali una manifestazione per giovedì 27 ottobre.
L’appuntamento è alle ore 10 al monumento dei Caduti sul lavoro, dove interverranno il presidente Anpi provinciale Lucio Pedroni e locale Ida Lucia Tonti, l’abate mons. Cesare Cancarini e i delegati delle sigle sindacali attive sul territorio. Al termine delle comunicazioni si formerà un cortreo che sfilerà fino alla sala consiliare del municipio, dove sono previsti gli interventi del sindaco Marco Togni, del docente Pier Paolo Begni del Centro permanente per l’istruzikone deghli adulti di Gavardo e dei rappresentanti provinciali della Cgil, Cisl e Uil.
“I drammatici numeri degli ultimi tempi - spiega Tonti - destano grande apprensione e angoscia nella comunità. Per l' Anpi è necessario rimettere al centro il lavoro, la giustizia sociale, il contrastare la dilagante precarietà, far cessare la vergogna delle morti sul lavoro. Ciascuno di questi obiettivi corrisponde alle prescrizioni costituzionali e si ispira ai principi fondamentali della Carta Costituzionale, troppe volte oggi ancora disattesi”.
“Oggi più che mai - sottolinea - nella drammatica situazione delle tante morti ed incidenti sul luogo del lavoro, generate da mancata attuazione delle norme, dalla problematicità dell’accesso difficile ai testi prescrittivi, di divieto, o alla stessa formazione per la sicurezza, dalla recente pandemia, è indifferibile nel nostro Paese l'impegno comune per la piena attuazione della Costituzione”.

mercoledì 26 ottobre 2022

Verso la manifestazione per la pace in Ucraina di sabato 5 novembre

Anche la nostra provincia si mobilita in vista della manifestazione nazionale per la pace in Ucraina che si terrà a Roma sabato 5 novembre, per iniziativa di centinaia di associazioni cattoliche e laiche.
Dalla storica sede di via Milano 65 a Brescia il Movimento Nonviolento chiama alla mobilitazione “per chiedere l’immediato cessate il fuoco e l’apertura di un negoziato”.
“Il nostro simbolo - spiega il portavoce Marco Maffeis - è un fucile spezzato, che da 60 anni è tra i principali protagonisti della lotta per la pace e il disarmo: rifiutare le armi per abolire la guerra non è astratto dogmatismo, ma è il perno stesso della nonviolenza.
“E ciò - secondo lui - vale in tempi di pace ma anche e soprattutto in tempi di guerra, come ci dimostrano gli obiettori di coscienza russi e ucraini, che abbiamo incontrato a inizio ottobre durante l’ultimo viaggio della carovana Stop the War Now: li appoggiamo attivamente e insieme a loro lavoriamo per trovare concrete vie di pace”.
“L’obiezione di coscienza, che chiediamo anche alle istituzioni italiane ed europee di sostenere con il riconoscimento automatico di asilo politico, costituisce un punto focale dell’azione antimilitarista e della resistenza nonviolenta” sottolinea Maffeis, “Essa fornisce l’indicazione fondamentale di partenza, che è quella dell’assunzione di responsabilità e di iniziativa personale, e serve da punto di riferimento per lo sviluppo del dialogo tra i popoli su basi nuove”.
“La solidarietà con le vittime è fondamentale: stare dalla parte di chi subisce violenza è il primo passo - osserva - ma armi e guerra sono incompatibili con la nonviolenza. Su questo non ci possono essere ambiguità, mascherate da sofismi politicisti, che spacciano presunte verità per nascondere menzogne. Dopo le accuse e gli attacchi ricevuti da giornali e televisioni contro il movimento pacifista, oggi finalmente possiamo dimostrare che la richiesta di un immediato cessate il fuoco è un sentimento preponderante nella società civile italiana”.
I pullman da Brescia partiranno alle ore 5 di sabato 5 dal piazzale dell’Iveco. La quota di iscrizione è di 20 euro. Per informazioni e prenotazione si può telefonare allo 030/2294012 o scrivere a movimentononviolento.bs@alice.it.

Marciapiedi: Ezzelina e altri 681 cittadini tornano a chiedere sicurezza

A quasi un anno dalla consegna in municipio di una prima petizione sui marciapiedi per iniziativa di una dozzina di anziani (tuttora ignorati dall'amministrazione comunale), a Calcinato la nostra compagna Ezzelina Chierico ieri mattina ha depositato all’Ufficio Protocollo del Comune una seconda petizione, sottoscritta questa volta da 682 concittadini che tornano a chiedere al sindaco Nicoletta Maestri “il ripristino e la messa in sicurezza dei marciapiedi”.
Nata sull'onda dell'indignazione per la mancata risposta alla sua azione a tutela degli anziani e, più in generale, dei pedoni in difficoltà, questa nuova campagna ha ricevuto l’adesione anche di numerose figure apprezzate in paese per le loro attività nelle realtà sociali, nel sindacato e nel mondo politico locale.
“Noi sottoscritti cittadini - si legge nel documento rivolto al primo cittadino - considerate le condizioni di abbandono e di pericolosità in cui versano molti tratti dei marciapiedi del nostro Comune, certi della Sua sensibilità, Le chiediamo di attivare con urgenza gli uffici competenti affinché i marciapiedi vengano prontamente sistemati e messi in sicurezza”.
“Per gli anziani, per le persone con disabilità, per i genitori con figli piccoli o passeggino e per tutti coloro che hanno, anche solo temporaneamente, un problema di mobilità - osservano i firmatari - un marciapiede ammalorato rappresenta un ostacolo alla mobilità e una continua fonte di pericolo. Riteniamo doveroso che sia data la possibilità a tutte e tutti di passeggiare in sicurezza per le vie del nostro territorio. Sono già troppe le cadute e gli infortuni occorsi a persone anziane a causa del deplorevole stato di degrado dei nostri marciapiedi”.
94 anni portati con garbo e fierezza, Ezzelina è una roccia. Cresciuta fra le violenze subite dai fascisti, nel ‘46 fu tra le prime calcinatesi a iscriversi al Partito comunista. Impegnata come madre nei primi organi collegiali a scuola, operò poi in diverse commissioni comunali. Dall’80 al ’90 fu nel consiglio di amministrazione della Casa di Riposo. Alla fine degli anni ’70 fu eletta segretaria del Pci locale, restando poi ai vertici fino allo scioglimento nel ‘91. In seguito fu a lungo capolega dello Spi-Cgil, sindacato che tuttora rappresenta nella Consulta degli Esperti in Casa di Riposo.

venerdì 21 ottobre 2022

Potere alla parresia

Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo l’articolo che il compagno calcinatese Nicola Zanotti ha scritto ieri per la rivista on line “Echo Raffiche”, sulla quale potete leggerlo alla pagina https://echoraffiche.com//potere-alla-parresia/

Parresiasta è il cittadino che si alza di fronte al potere per dire il vero accettandone le conseguenze. È possibile quest’antica pratica democratica al giorno d’oggi?
Parresia è un termine dell’Antica Grecia che indica una pratica fondamentale per il buon funzionamento di uno Stato. In questo articolo cercherò di chiarire il suo significato, affidandomi all’analisi del filosofo e sociologo francese Michel Foucault, senza perdere contatto con l’attualità. Cosa vuol dire essere parresiasti nel nostro tempo?
La storia di questo termine e i testi in cui esso è impiegato vengono analizzati da Foucault in uno dei suoi ultimi corsi al Collège de France (1982-1983). Potete trovare una trascrizione delle lezioni nel volume Il governo di sé e degli altri.
La sua ricerca passa attraverso grandi personaggi quali lo Ione di Euripide, Pericle raccontato da Tucidide, Dione confrontato con Platone e ovviamente Socrate, il filosofo che pur di dire la verità accettò la morte. Il percorso che Foucault realizza lezione dopo lezione parte dalle evoluzioni del significato del termine, analizzando i testi più antichi in cui la parola compare, per poi indagare il ruolo della verità all’interno della politica.

Parresia: una definizione
È difficile trovare una definizione chiara e univoca di parresia dato che il significato della parola ha subito negli anni molte trasformazioni.
La parola παρρησία è composta da pan (tutto) e rhema (la parola per come viene pronunciata, differenziandosi da logos che si riferisce alla razionalità del discorso). Una traduzione letterale potrebbe essere “dire tutto”, in realtà andrebbe tradotto con “dire la verità”.
Foucault ha rintracciato tre caratteristiche della parresia:espone al rischio o a un’eventualità non determinata;
sussiste un rapporto in qualche modo personale tra colui che enuncia e l’enunciato stesso: chi pronuncia la verità deve essere effettivamente convinto che sia il vero;
il parresiasta può essere chiunque.
Queste caratteristiche si ritrovano tutte nel miglior esempio di parresiasta: il filosofo.
All’interno del corso viene più volte analizzata la storia di Platone di fronte a Dionisio, tiranno di Siracusa, soprattutto attraverso la Lettera VII di Platone.
Il filosofo ateniese fu invitato a Siracusa dal suo discepolo Dione dopo che il tiranno espresse interesse per la filosofia. Platone predicava l’importanza della filosofia come guida politica della società ed era convinto che la tirannia sarebbe stata la forma di governo più facile in cui predicarla, pensando fosse più semplice convincere della verità un’unica persona invece di una massa.
I tre viaggi a Siracusa si rivelarono un fallimento: Platone, dinanzi a Dionisio, mise il tiranno di fronte ai tanti errori del suo regno, venendo la prima volta venduto come schiavo. Decise comunque di tornare col coraggio di dire la verità, con il risultato che Dione fu esiliato e Platone trattenuto con la forza per molto tempo, senza poter tornare ad Atene. Da allora Platone fu irrimediabilmente disilluso sulla possibilità che la politica desse ascolto alla filosofia.
C’è un altro esempio di parresia importante da tenere a mente soprattutto per applicare questo concetto ai nostri tempi.
Nell’opera Ione di Euripide, ampiamente trattata nelle lezioni di Foucault, la parresia compare più volte con varie forme e finalità, una di queste si presenta nella forma dell’imprecazione: la denuncia pubblica dell’ingiustizia del potente. Questa forma di verità non è espressa con l’artificio della retorica o con uno scopo di convincimento, è uno sfogo di chi ha ricevuto l’ingiustizia e ne è rimasto offeso.

La parresia oggi
Che cosa rimane oggi di questo coraggio di dire la verità? È ancora possibile ergersi davanti al potere e dire che sta sbagliando? La nostra società è finalmente riuscita ad integrare la verità nella sua struttura?
Per rispondere a queste domande dobbiamo analizzare le caratteristiche della cattiva parresia che vengono esposte in Guerra del Peloponneso di Tucidide: chiunque può parlare; ciò che dice rappresenta l’opinione corrente, della maggioranza; al posto del coraggio, si vuole garantire la propria sicurezza e il proprio successo.
Queste caratteristiche le ritroviamo nella nostra società amplificate dalla tecnologia. Da quando tutt* hanno la possibilità di esprimersi sui social è diventata opinione comune che uno vale uno, eppure i discorsi sono sempre di più orientati a confermare ciò che pensa la maggioranza.
Questo tema viene affrontato in La società della performance da Maura Gancitano e Andrea Colamedici, fondator* del progetto di divulgazione Tlon. La nostra società richiede costantemente opinioni e condivisioni che sostituiscono al discorso di verità la ricerca di approvazione, conteggiati tramite like.
I social hanno anche amplificato la diffusione di fake news, un’operazione che potremmo definire l’esatto opposto della pratica parresiastica. Ciò non vuol dire che i social non possano propagare anche un discorso di verità ma esso verrà irrimediabilmente confuso nel marasma di opinioni fallaci.

Chi sono i parresiasti moderni?
“Dire la verità” è il primo dei principi di Extinction Rebellion. In generale i movimenti che lottano contro il cambiamento climatico cercano di far aprire gli occhi al potere sulla crisi a cui siamo avviati. Greta Thunberg fa parresia quando si scaglia contro l’inazione dei governi. Il discorso alle Nazioni Unite del 2019 contiene tutti gli elementi della parresia: una persona qualunque espone il suo “dire il vero” di fronte al potere accettando le conseguenze, in questo caso di essere derisa e non creduta.
Un altro parresiasta contemporaneo ha pagato un prezzo molto maggiore: Julian Assange. Il fondatore di WikiLeaks è in attesa di estradizione negli Stati Uniti, dove verrà processato per aver diffuso documenti riservati che dimostrano vari crimini di guerra compiuti dall’esercito USA.
In tutto il mondo chi prova a dire la verità viene zittito, sminuito, incarcerato se non ucciso, come nel caso della giornalista russa Anna Politkovskaja. Gli esempi sono troppi e dimostrano che la pratica della parresia non è riuscita ad integrarsi né negli stati totalitari né in quelli democratici.
Per Foucault queste condizioni di cattiva parresia tendevano a presentarsi nei momenti di decadenza delle polis greche e probabilmente sono segnali che il mondo a noi contemporaneo non sta tanto bene.

giovedì 20 ottobre 2022

A Desenzano Il Cerchio compie 25 anni

25 anni dalla parte del commercio equo e solidale con i produttori dei paesi in via di sviluppo. E' il lavoro quotidiano nella sede di via Crocefisso 17 a Desenzano del Garda dell’associazione Il Cerchio, che celebra l’importante scadenza con la settimana di eventi “Una storia di storie”, patrocinata dal Comune, in programma tutti i giorni da oggi a mercoledì 26 ottobre, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19, alla Galleria Civica Bosio, nella centralissima piazza Malvezzi.
“Una storia di storie perché tante sono le storie che si intrecciano in 25 anni di attività: storie di volontari a Desenzano e di produttori in tante parti del mondo” spiegano gli organizzatori.
La finalità del sodalizio attivo dal 1997 è di promuovere la diffusione di un modello economico alternativo, realizzando progetti di cooperazione allo sviluppo volti ad accrescere la sostenibilità sociale ed economica di artigiani e contadini che si troverebbero altrimenti in condizioni svantaggiate.
Fra le diverse iniziative in programma, sabato 22 ottobre alle ore 11.30 (e in replica alle 16.30) andrà in scena “Basterebbe solo un caffè...”, una breve introduzione teatrale al commercio equo e solidale. Domenica 23, sempre alle ore 11.30 (e in replica alle 16.30), ci sarà una pittoresca sfilata di moda equa e solidale a cura del collettivo Ad Gentes di Pavia: per l’occasione saranno presentati alcuni capi della collezione in alpaca per il prossimo inverno, accompagnati dal racconto sul lavoro svolto con gli artigiani di Asarbolsem, in Bolivia, che migliora la vita di tante famiglie.
Informazioni e ragguagli al numero 030 9127083.

lunedì 17 ottobre 2022

“La terra dei buchi” a Sirmione

Venerdì 21 ottobre alle ore 20.45 alla civica biblioteca di via Alfieri 2 a Sirmione il fotografo Mattia Marzorati presenta il suo libro "La terra dei buchi", pubblicato dalle edizioni Seipersei, il cui titolo è ormai diventata l’espressione per indicare quella zona tra la città di Brescia e la sua provincia dove a partire dagli anni Ottanta le cave esaurite di ghiaia, sabbia e marmo delle aziende dei settori metalmeccanico ed estrattivo sono state riempite di rifiuti e usate come discariche. 
Dal 2019 Marzorati indaga e documenta le conseguenze di questo sviluppo sul territorio. Nato a Cantù nel 1992, traccia in queste pagine un resoconto completo di diversi temi ambientali che hanno riguardato la nostra provincia negli ultimi anni: dalle diverse modalità di smaltimento dei rifiuti al sistema economico «apparentemente efficiente ma con conseguenze disastrose per il territorio e per i suoi abitanti». 
Il giovane fotografo descrive anche le ripercussioni sulla salute di chi vive nella zona, dove è stata registrata un’incidenza maggiore di tumori e di altre patologie rispetto ad altre aree del paese. Marzorati ha scelto immagini che mostrano il paesaggio, ritratti di persone che hanno avuto a che fare con questi temi e aziende che operano nell’area, l’inceneritore di Brescia, gli allevamenti intensivi, i gruppi di attivisti che cercano di sensibilizzare la comunità, con riferimenti ad indagini più o meno recenti, come la contaminazione di policlorobifenili (PCB) dell’industria Caffaro o l’indagine sui fanghi inquinati usati come fertilizzanti.
Venerdì sera con l'autore dialogherà Laura Corsini, portavoce del Comitato Cittadini di Calcinato.

domenica 16 ottobre 2022

Tanto per cominciare…

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così il trauma è bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio. Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d’oro. Lavori quarant’anni finché non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finché non sei bebè. Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni. E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.

Woody Allen

sabato 15 ottobre 2022

Lonato: un polo logistico da cancellare

Lunedì 17 ottobre farà tappa a Lonato del Garda la biciclettata di quattro giorni organizzata dalla Rete Ambientale Lombardia per sottolineare i disastri ambientali nella nostra regione. 
“Alle ore 13.30 i ciclisti giungeranno in località Valle, nell’area dove dovrà sorgere il Polo Logistico” dichiara Daniela Carassai, portavoce del Tavolo Ambiente Garda. 
“È questo uno dei più preoccupanti fra gli innumerevoli gli interventi di aggressione e distruzione del tessuto collinare sul basso Garda, dove l’affarismo urbanistico e speculativo, sommato ai devastanti interventi di pubbliche infrastrutture, sta consumando a un ritmo insostenibile territorio aree di particolare pregio ambientale e la possibilità di tutela di luoghi unici per bellezza, complessità e unicità morfologica” sottolinea, spiegando che “in quella zona è previsto un intervento da 93 mila mq di cui 35 mila di superficie coperta ai confini del sito di interesse comunitario di Castiglione delle Stiviere” . 
“Originariamente calibrato su necessità produttive e industriali, l’intervento è stato poi trasformato in destinazione direzionale logistica, concretizzandosi nella presentazione di un progetto a cura di una società specializzata nella realizzazione di poli logistici, che ha trovato nell’amministrazione comunale di Lonato aperto sostegno, forse per il milione e 300 mila euro di oneri di urbanizzazione” osserva. 
E si rammarica “che gli amministratori non abbiano considerato le criticità che ricadono sulla qualità del territorio morenico dell’area. Oltre all’ennesima erosione di suolo, segnaliamo l’inevitabile turbamento al delicato ecosistema del sito, per il quale sono stati investiti fondi europei, interferenze con la falda freatica posta a 2-4 metri di profondità (in aree ad alta vulnerabilità delle acque sotterranee), nonché la presenza di un corridoio principale della Rete Ecologica Regionale e le ricadute pesanti sul traffico veicolare sulla Strada Statale”. 
La richiesta degli ecologisti al Comune di Lonato è “la cancellazione del Piano Attuativo proposto con destinazione logistica e di qualsiasi altra attività di carattere produttiva in ragione della particolare vulnerabilità ambientale e paesaggistica della porzione di territorio morenico interessata”.

mercoledì 12 ottobre 2022

Manifestare per la pace

Una manifestazione di piazza per la pace? Benissimo. Ai leader di partito, politici, associazioni che si agitano e la invocano, suggeriamo di organizzarla con il titolo “Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa”.
La guerra c’è. È guerra mondiale. Le armi sono state costruite e consegnate agli eserciti. I missili sono stati lanciati. Le bombe sono state sganciate. Le città e le case sono state distrutte. I morti si contano a migliaia. Gli ordigni nucleari sono pronti al loro utilizzo.
Bisognava pensarci prima. Questa guerra è in corso e non saranno parole e striscioni a fermarla. Bisognava lavorare per la pace in tempo di pace, bisognava fare politiche di disarmo anziché votare i bilanci militari. Bisognava non costruire le armi che oggi sparano. Bisognava sostenere le proposte preventive della nonviolenza, unica alternativa alla guerra.
Dopo la seconda guerra mondiale, dopo la caduta del Muro di Berlino, dopo le guerre nel Golfo e nei Balcani, dopo le Torri Gemelle, dopo le guerra in Iraq e in Afghanistan, il tempo c’era per fare vere politiche di pace e disarmo. Ma è stato sprecato.
La strada da percorrere è già tracciata da tanti anni:
- Adesione al Trattato per la messa al bando della armi nucleari
- Approvazione legge istitutiva della Difesa civile non armata e nonviolenta
- Istituzione dei Corpi Civili Europei di pace - Riduzione spese militari, restrizione sull’export di armi
- Istituto di ricerche sulla pace e risoluzione nonviolenta dei conflitti
Questo è il programma per una politica di pace che abbiano sempre proposto nel nostro calendario delle festività civili, inascoltato dalle istituzioni:
- Ogni 2 giugno, abbiamo chiesto di festeggiare “la Repubblica disarmata che ripudia la guerra”.
- Ogni 4 novembre, abbiamo invocato “Non festa ma lutto” per ricordare l’inutile strage.
- Ogni 25 aprile abbiamo rinnovato: “La Liberazione oggi si chiama disarmo; la Resistenza oggi si chiama Nonviolenza”.
Il movimento pacifista parlava alla politica, ma la politica aveva altre priorità e la pace è rimasta fuori dall’agenda dei partiti e del Palazzo.
La speranza però è ancora viva. Possiamo iniziare a disarmare oggi per costruire la pace di domani.
Se ci sarà un “mea culpa” e un’assunzione di responsabilità collettiva per iniziare concretamente a fare le politiche di pace che non si sono fatte nel passato, ben venga anche la manifestazione di piazza.
Nel frattempo, con la Rete italiana Pace e Disarmo continueremo a lavorare quotidianamente in particolare sostenendo gli obiettori di coscienza, i disertori, i renitenti alla leva, i nonviolenti e i pacifisti in Russia e in Ucraina, come abbiamo fatto con la Carovana di Pace “Stop The War Now”: sono loro che concretamente possono fermare la guerra.
Come facciamo dall’inizio della guerra, saremo presenti tutte le domeniche in Piazza San Pietro all’Angelus con le bandiere della nonviolenza per sostenere il magistero di Papa Francesco che ci ha chiesto di “fare di tutto per fermare la guerra”.
Nei giorni 21, 22, 23 ottobre parteciperemo alla mobilitazione dal basso, in tutte le città in cui siamo presenti, con la rete “Europe for Peace” verso una Conferenza internazionale di pace.
A chi è preoccupato, angosciato, disorientato per il pericolo di una deflagrazione mondiale della guerra in corso, e vuole “fare qualcosa” per fermarla, diciamo che ci rimane una sola strada, quella della nonviolenza: né un uomo né un soldo per la guerra, iniziamo spezzando il nostro fucile.
Movimento Nonviolento

domenica 9 ottobre 2022

Ancora puzza fra Calcinatello e Ponte

Da diverse settimane le comunità di Calcinatello e Ponte San Marco sono alle prese con miasmi insopportabili dall’incerta origine.
Il problema è stato denunciato più volte alle autorità che hanno il compito di vigliare in materia e in prima fila nell’inoltrare puntualmente le segnalazioni del disagio olfattivo, sempre al mattino presto, è il Comitato Cittadini, che ha sottolineato a più riprese come la zona sia nuovamente tornata sotto assedio.
Secondo i segnalatori si respira a fatica nelle vie Brescia e Cavicchione, dove si avverte un odore di gas e fanghi nelle prime ore dopo l’alba, mentre in via Cavour si registra anche in altre fasce orarie e qui i residenti sono stati alle prese con un forte odore di putrefazione.
E sul problema il gruppo consiliare Calcinato In–Patto 2.0 ha depositato una interrogazione a risposta scritta al sindaco Nicoletta Maestri. “A seguito delle ripetute segnalazioni di molestie olfattive ricevute da cittadini delle zone interessate (principalmente via Brescia, via Cavour, via Manzoni, via Bixio) intensificatesi durante il periodo estivo appena trascorso ed ancora in essere, visto che il nostro Comune è già stato tristemente noto alle cronache per episodi analoghi e considerato il principio fondamentale di salvaguardia della salute e sicurezza dei cittadini”, i consiglieri Vincenza Corsini, Laura Maffazioli, Vania Gobbetto, Alessandro Moratti Freschi e Annamaria Pennati chiedono al primo cittadino “se e quante segnalazioni sono state protocollate al Comune di Calcinato a riguardo, se l’amministrazione abbia provveduto a segnalare agli organi competenti tale situazione, quali sono le azioni che il Comune sta attuando o attuerà per individuare la fonte di tali molestie”.

sabato 8 ottobre 2022

Oggi al Bertini c’è il romanzo di Fornasari

Si può a buon diritto definire un thriller distopico il romanzo “Ludo Aslyn - l'Angelo Sognatore" (edizioni Albatros, 202 pagine, 14,90 euro, prefazione di Barbara Alberti), che segna l’esordio nella narrativa dello scrittore Mauro Fornasari e verrà presentato oggi alle ore 15 all’Auditorium Don Bertini di Calcinato.
47 anni, l’autore è un esperto di fantascienza, già noto per il suo “Voltapagina", un racconto lungo con sue illustrazioni. Frutto di quattro anni di lavoro, questa sua opera letteraria è ambientata a Galatmina, una città avanzata governata da un gruppo di subdoli comandanti che hanno stabilito uno schema diabolico per gestire le vite di tutti gli altri abitanti.
Qui il misterioso sindaco Logan Lake, esperto di sogni, e il dottor Staff hanno costruito un dispositivo che riesce a modificare la realtà dei pazienti ipnotizzati e ricoverati in ospedale, condizionando i loro pensieri mentre dormono profondamente, conducendo le anime dei soggetti plagiati in una dimensione che le imprigiona. Ad essi vengono somministrati rumori, immagini e odori artificiali, è fatto divieto di usare denaro contante e il ceto più basso fatica a lavorare e sopravvivere.
Tra i paesi che circondano la grande città c'è Evelina, immerso nella natura e sulle cui strade il giovane Ludo Aslyn, in sella alla moto insieme a suo cugino, fa un incidente grave e piuttosto strano. Trasferito d'urgenza all'ospedale di Galatmina, Ludo ripiomba più volte in uno stato onirico che gli presenta un paesaggio dominato da due montagne: gli risulta difficile distinguere la realtà dall'illusione e ripensa spesso a Sonya Rivera, una ragazza che ha incontrato in biblioteca tempo prima. Non è il solo a essere vittima dei progetti spietati del Consiglio Supremo, ma il suo ruolo e il suo coraggio si riveleranno presto determinanti per ingaggiare una battaglia rivoluzionaria volta a riconquistare la libertà.
Sul palco con l'autore dialogheranno la psicologa Elisabetta Mendini e l'attrice Maria Acampa. L'ingresso è libero.