lunedì 31 agosto 2015

Arato il terreno pieno di liquami ai Barconi: perché non è stata sequestrata l'area?

Nella notte fra sabato e domenica in località Barconi a Calcinatello è stato sottoposto ad aratura il terreno trasformato poco tempo prima in una palude puzzolente di sostanze sospette, attiguo a nord all’autostrada A4 e a ridosso di un impianto per il trattamento e condizionamento di fanghi biologici.
 Nonostante i cittadini residenti nella zona e dei gruppi ambientalisti avessero nelle scorse ore richiesto con insistenza di procedere alla immediata recinzione e messa in sicurezza dell’area inquinata dai liquami, dopo che nella tarda serata di venerdì scorso della sostanza liquida erano stati prelevati dai tecnici dell’Arpa cinque campioni oggetto di analisi nelle prossime ore, nessun provvedimento esecutivo ha impedito questo atto a sorpresa, ora al centro di vivaci polemiche in paese.
 Durissimo è il commento di Laura Corsini, portavoce del Comitato Cittadini che, dopo averne informato i carabinieri, segnala “le responsabilità di chi, disattendo la normativa vigente in materia, non ha provveduto all’immediato sequestro, recinzione e messa in sicurezza dell’area che, almeno per un elementare principio di cautela, non poteva e non doveva essere oggetto di interventi che ne alterassero (come poi è accaduto) lo stato cosi come accertato dagli enti preposti nella serata di venerdì, sino all’arrivo dell’esito delle analisi in corso”.
 Secondo Corsini “è di tutta evidenza che arando il terreno e disperdendovi le sostanze che erano state oggetto poche ore prima del campionamento dell’Arpa per i necessari esami chimici, gli autori dell’atto hanno contribuito a intensificare la compromissione ambientale del terreno medesimo e del sottosuolo relativo”.
 “In attesa dei risultati delle analisi dei campioni prelevati che l’Arpa ci ha assicurato verranno effettuate con urgenza - osserva dal canto suo l’assessore all’ecologia del Comune Stefano Vergano - l’evidenza dei fatti accaduti fra venerdì e sabato sembra dimostrare che le attività eseguite dall’azienda non sono compatibili con la normativa vigente in materia ambientale”.
 “Ringraziando i cittadini che hanno segnalato lo spandimento nel terreno e i carabinieri che sono prontamente intervenuti” Vergano informa che “il monitoraggio sulle attività di questa ditta è in corso da tempo” e che “da qualche settimana l’impianto è in fase di verifica ispettiva da parte dell’Arpa, anche a seguito delle numerose segnalazioni scritte dei residenti e delle comunicazioni della Polizia Locale”.
 “Martedì 8 settembre – annuncia - in municipio è in programma il prossimo incontro del tavolo di confronto attivato da mesi dall’amministrazione comunale con la proprietà per risolvere le problematiche rilevate. In quella sede sarà necessario affrontare anche questa ennesima, preoccupante vicenda”.  

domenica 30 agosto 2015

Località Barconi: fanghi, puzza e altri disagi

Mentre giunge la notizia che a Calcinatello gli sversamenti dai Barconi sono ormai arrivati anche a sud dell'autostrada A4 a ridosso di via Manzoni, giova ricordare che in oltre dieci anni di attività l'azienda dalla quale provengono i liquami è stata più volte al centro dell'attenzione.
 Nel corso del tempo abbiamo a più riprese segnalato, con azioni dentro e fuori il consiglio comunale, un incremento esponenziale del traffico pesante con effetti problematici per la viabilità dei residenti, la frequente dispersione di fanghi dai camion e soprattutto la presenza di miasmi nella zona (ne scrivemmo in versi qui: http://lineaindipendente.blogspot.it/2012/09/puzza-ai-barconi-di-calcinatello.html e in prosa qui: http://lineaindipendente.blogspot.it/2012/10/novita-sullimpianto-per-il-trattamento.html).
 Dopo il grave incendio del 23 dicembre 2013 (per approfondimenti: http://lineaindipendente.blogspot.it/2013/12/incendio-in-serata-alla-wte-in-localita.html), questo ennesimo episodio riporta in primo piano una emergenza ambientale nella zona.
 Nell’immediato chiediamo che venga recintata e messa in sicurezza l’area inquinata dai liquami e che, appena ultimate, vengano resi noti alla cittadinanza i risultati delle analisi chimiche sui campioni prelevati.
 A settembre sarà poi necessario, in seno alla commissione comunale per l’ambiente, avviare un percorso che coinvolga proprietà e abitanti nella zona verso la soluzione di una problematica non ulteriormente tollerabile.

sabato 29 agosto 2015

Liquami allagano un campo ai Barconi: scatta l'allarme del Comitato Cittadini

Ci risiamo. Ancora problemi di inquinamento a Calcinatello, in località Barconi, area da anni al centro di vivaci proteste da parte dei residenti che si sono costituiti in un Comitato Cittadini per lottare contro la puzza che imperversa nell’aria, nei pressi di un’azienda per il trattamento e condizionamento di fanghi biologici.
 Ieri è stata la giornata clou, dopo una nutrita serie di allarmi lanciati nei giorni precedenti dal Comitato agli entri preposti alla tutela ambientale.
 “Già prima delle 8 – racconta la portavoce Laura Corsini – abbiamo avvertito la Polizia Locale che in via Gavardina erano stati persi fanghi da alcuni trattori in uscita dall’impianto”.
 “Verso le 13.30 poi in via Manzoni una forte puzza promanava dal canale di scolo a sud dell’autostrada A4, con notevole presenza di liquido ristagnante. Del fatto abbiamo avvisato l’Arpa che ha subito allertato la Polizia Locale. Ma non era finita: alle 19.30 è stata rinvenuta un’ampia palude (decine di metri quadrati) in un terreno a sud dell’impianto, copiosamente alimentata da un liquame di colore fra l’arancio e il marrone che fuoriusciva da un tubo di diametro di circa 3 centimetri”.
 Il pantano giungeva fin sopra le caviglie dei cittadini accorsi - una trentina - i quali hanno avvisato i carabinieri, immediatamente intervenuti insieme con i tecnici dell’Arpa. Della sostanza liquida sono stati prelevati cinque campioni che verranno  analizzati nei laboratori dell’Arpa di Brescia nelle prossime ore.  
 Il presidio di residenti si era intanto infittito fino all’arrivo verso le ore 23 del sindaco Marika Legati che ha verificato di persona l’accaduto. Poco dopo l’una e trenta di notte i cittadini sono tornati alle loro abitazioni con la determinazione a proseguire una campagna “per la difesa dell’ambiente e della salute”.  “Da anni - ricorda Corsini - esigiamo che la normativa vigente in materia venga rispettata anche in questo caso. Quella inviata sabato mattina alle autorità competenti è solo l’ultima di una lunga serie di segnalazioni degli innumerevoli problemi creati da questa attività e dei forti disagi che siamo costretti a sopportare”.  
 A visualizzare la stringente necessità di porre fine a una situazione non più tollerabile è nata questa settimana in paese anche la pagina facebook Calcinato Basta Odori.

martedì 18 agosto 2015

Otto firme per otto referendum

Da oggi e fino al 20 settembre anche a Calcinato si possono sottoscrivere gli otto referendum promossi da un variegato arco di partiti e associazioni per riaffermare i diritti dei lavoratori soppressi dal Jobs Act, ripristinare procedure democratiche nelle decisioni sulle grandi opere pubbliche (come il Tav), difendere le garanzie costituzionali nel nuovo sistema elettorale, cancellare i provvedimenti liberticidi contenuti nella riforma della scuola e fermare le trivellazioni in mare.  
Muniti di un documento di identità, si può firmare
dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 12 (il martedì e il giovedì anche dalle 16 alle 18) all’ufficio anagrafe in municipio. Per ulteriori informazioni si può telefonare ai numeri  328/9683409 o 348/8539818.

lunedì 17 agosto 2015

Un'importante scoperta archeologica nei pressi della ciclabile fra Calcinato e Ponte San Marco

Nei giorni scorsi nella campagna fra Calcinato e Ponte San Marco, a ridosso della ciclabile che collega Montichiari e Bedizzole, è stata rinvenuta in un fosso, nel corso di lavori del Consorzio Medio Chiese, una serie di sepolture riportata alla luce e studiata dagli operatori del Gruppo Archeologico di Montichiari, che sono intervenuti effettuando uno scavo d’emergenza.
 “La località è suggestiva, con una piccola santella dedicata a San Damaso (il protettore degli archeologi, guarda caso) e collocata ai margini del terrazzo fluviale, che domina la sottostante ansa del fiume Chiese con lo scorrere veloce della roggia Calcinata che ha origine alcune centinaia di metri più a nord, fra ponticelli, alberature e flussi d’acqua” spiega il presidente del sodalizio Paolo Chiarini.
 A cinquanta metri dalla santella il Consorzio sta ripulendo il canale d’irrigazione per posarvi delle canalette quando – racconta – “la pala dello scavatore incoccia in una struttura in grossi ciottoloni dalla quale emerge parte di uno scheletro. Il geom. Marco Maggi del Consorzio tramite Daniele Zamboni, laureato in archeologia e nostro collaboratore, ci fa sapere del ritrovamento e concordiamo un sopralluogo”.
 Con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica della Lombardia si decide di intervenire con uno scavo d’emergenza. “L’indagine archeologica – informa Chiarini - dura alcuni giorni ed evidenzia otto sepolture orientate da est a ovest con capo a ovest, alcune vengono portate alla luce solo parzialmente poiché escono dai limiti della sezione preparatoria del canale d’irrigazione. Solo due deposizioni erano in nuda terra, le altre erano in cassa costruite con ciottoloni, pezzi di lastra in botticino e radi frammenti d’embrice ben disposti a formare talvolta muretti regolari, alcune tombe di forma antropoidale erano chiuse da una copertura in ciottoloni sigillati con malta”.
 “La presenza di questo tipo di copertura - spiega l’esperto - potrebbe sottintendere una precopertura lignea d’appoggio che oggi è scomparsa ma che ha permesso al loculo di riempirsi gradualmente di terra. Tutte le sepolture erano inviolate, tranne una che presentava più scheletri ammucchiati alla rinfusa al centro di una cassa molto più larga della media (80 cm)”.
 “Il piano di campagna – rileva - risulta essere il livello di calpestio della necropoli, non abbiamo individuato nessun livello stratigrafico d’uso e mancando i corredi agli inumati è difficile formulare una datazione precisa. Guardando alla tipologia costruttiva dei manufatti allineati con cadenza regolare potrebbe trattarsi di una necropoli tardoantica come di una necropoli tardo-altomedioevale; l’analisi col carbonio 14 o indizi ulteriori potrebbe restringere la forbice temporale”.
 Sulla carta regionale attuale troviamo la denominazione Morti di Sant’Amos che trae origine chiaramente da San Damasio, nomea riportata nella toponomastica della cartografia militare asburgica del XVIII-XIX secolo.
 Negli atti della visita pastorale del 27 maggio 1566 a Calcinato si legge: “Noi Domenico Bollani, vescovo di Brescia, decretiamo: visto che la chiesa di San Damaso è stata trovata completamente crollata, si edifichi al suo posto una Santella e le pietre con le quali era costruita vengano utilizzate per la fabbrica della chiesa maggiore”
 La cappelletta fu edificata quindi a seguito di quella visita al posto delle rovine di una chiesa preesistente dedicata a San Damaso; sulla parete del vano interno si conserva dipinto il decreto del Bollani.
 “Al momento – sottolinea Chiarini - non abbiamo altri dati documentali su questo edificio religioso, dati che potrebbero forse essere recuperati con una indagine archeologica. Nella santella inoltre si conservano, in un grande scrigno ma ben visibili, ossa umane deposte alla rinfusa, che verosimilmente provengono dai ruderi sepolcrali dell’antica chiesa demolita e da qui la denominazione morti di sant’Amos”.
 Chiesa e necropoli sono molto probabilmente legate ad un insediamento umano in riva al fiume Chiese, la cui posizione è ancora tutta da scoprire.

sabato 15 agosto 2015

Una stazione di ricarica per veicoli elettrici

E' arrivata in via Oriana Fallaci a Calcinato la prima stazione di ricarica per veicoli elettrici, realizzata da Garda Uno nell’ambito di un progetto che l’azienda sta portando avanti in collaborazione con i comuni soci.
I cittadini interessati possono acquistare negli uffici di Garda Uno la Mobility Card, tessera che permette di utilizzare il servizio presso le tre stazioni di ricarica elettrica per autoveicoli. Il servizio iniziale prevede un costo forfettario di 30 euro, inclusivo di ricarica elettrica gratuita fino al 31 ottobre; successivamente verrà stabilita una tariffa oraria comprensiva dei costi di ricarica e di sosta. Naturalmente la tessera sarà abilitata anche per i futuri punti di ricarica sul territorio.
Nella sezione Mobilità del sito web di Garda Uno sono disponibili i documenti relativi alla Green Urban Mobility, il modulo di ricarica Mobility Card, il manuale di ricarica e il relativo allegato tecnico.

martedì 11 agosto 2015

Recuperiamo l'olio alimentare usato

Da qualche giorno a Calcinato è possibile recuperare l´olio alimentare usato, altamente inquinante, raccogliendolo in bottiglia e conferendolo poi nei contenitori gialli piazzati in via Vittorio Emanuele, in via XX Settembre, nel piazzale delle scuole elementari di via Santa Maria a Calcinatello e delle elementari di via Stazione a Ponte San Marco.

lunedì 3 agosto 2015

Liberiamo il mondo dalle armi nucleari: flashmob a Brescia a 70 anni da Hiroshima

A 70 anni dal bombardamento atomico americano di Hiroshima, il Movimento nonviolento organizza giovedì 6 agosto in città una manifestazione nel piazzale davanti alla stazione ferroviaria, «per un mondo libero dalle armi nucleari».
  «Ci ritroveremo alle ore 8 - annuncia il portavoce Adriano Moratto - e un quarto d´ora più tardi, alle 8.15, ora dell´esplosione della bomba, ci sarà il flashmob con volantinaggio: consisterà in tre minuti di silenzio e completa immobilità in una posizione che ciascuno a suo piacimento assumerà, cercando di immaginare cosa stesse facendo un qualsiasi abitante di Hiroshima nell´attimo dell´esplosione».
 L´obiettivo è rappresentare simbolicamente la realtà quotidiana che fu spazzata via quel giorno a Hiroshima.
 
«Purtroppo, a 70 anni da quella tragedia, la minaccia dell´uso delle armi nucleari oggi è ancora attiva” osserva Moratto. Esistono nel mondo oltre 20mila testate nucleari, di cui almeno 2mila pronte all´uso immediato. In Italia - osserva - il governo, nonostante la crisi economica e il parere contrario del parlamento, intende spendere per il solo acquisto di 90 bombardieri F35, idonei al trasporto di ordigni nucleari, almeno 12 miliardi di euro. Noi diciamo no alle armi nucleari e agli F35 e alla assurda pretesa di riportare a Ghedi nuove testate nucleari. Le bombe atomiche sono un arma di aggressione per distruzione di massa non possono servire a difenderci: sono una minaccia per tutta l’umanità. Chiediamo di riconvertire la spesa militare in spesa sociale: le armi nucleari sono economicamente insostenibili ed eticamente inaccettabili».