mercoledì 31 gennaio 2018

Ampliamento Gedit: il Comune ricorre al Presidente del Consiglio dei Ministri

Non ci sta il Comune di Calcinato ad avallare il via libera della Provincia all'ampliamento della discarica di rifiuti non pericolosi della ditta Gedit di via Cavicchione. 
L'amministrazione comunale ha deciso di opporsi al provvedimento con il quale la Provincia nei giorni scorsi aveva dichiarato "conclusa con esito positivo la Conferenza dei Servizi decisoria", un atto dovuto dopo che l'iter di valutazione era terminato con il parere di compatibilità ambientale da parte della Regione. 
"Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di procedere, anche perché il margine concessoci per farlo è molto stretto: dieci giorni" ha dichiarato l'assessore all'ambiente Stefano Vergano. "La scelta fra il ricorso al Tribunale amministrativo regionale e l'opposizione alla presidenza del Consiglio dei Ministri è caduta sulla seconda opzione. Continuiamo così sulla strada intrapresa ormai da anni per bloccare questo ennesimo scempio sul nostro territorio". 
Solo otto mesi fa il Consiglio di Stato aveva respinto un ricorso del Comune contro la decisione del Tar di non sospendere gli effetti del decreto dirigenziale con cui Regione Lombardia il 2 novembre 2016 si era pronunciata positivamente sulla compatibilità ambientale dell'ampliamento della discarica, affermando che "l'operazione non presenta pericoli gravi, attuali e concreti". Era stato quello l'ultimo atto di un lungo e tortuoso iter autorizzativo, durante il quale ha brillato per coerenza la ferma opposizione del Comune. 
"In tutto questo procedimento – ha sottolineato Vergano – gli enti preposti alla tutela della salute e dell'ambiente non hanno ritenuto di tutelare un territorio che è già gravemente compromesso da impianti analoghi e non è nemmeno stato tenuto in considerazione il fatto che siano in corso altri procedimenti i cui effetti ricadranno inevitabilmente anche su Calcinato; si parla sempre di impatti cumulativi e di indice di pressione, ma tutti i procedimenti vengono sempre autorizzati. A poca distanza da Gedit ci sarà Portamb e c'è pure sul tappeto il nuovo impianto che A2A intende realizzare a Bedizzole a pochissime centinaia di metri dal confine con il nostro territorio. Sempre a Bedizzole c'è un'altar discarica, la ex Faeco, che nel recente passato è stata teatro di una serie di incendi. Poi ci sono altri impianti di trattamento dei rifiuti e il progetto del Tav. Si ha insomma l'impressione che ciò che viene verificato ai fini autorizzativi sia solo l'irrilevanza del singolo progetto, senza considerare che cosa vi sia attorno".
"Nel testo approvato dalla Provincia - spiega poi l'assessore – vi sono a nostro avviso alcune carenze rispetto alle specifiche osservazioni che avevamo avanzato nei nostri pareri negativi: in presenza di quelle che secondo noi sono omissioni o non risposte, è doveroso procedere con questo ennesimo atto di opposizione, confidando che stavolta qualcuno ci ascolti".
L'azienda nel frattempo potrebbe avviare da subito l'innalzamento della quota delle due vasche presenti, già colmate, per un ulteriore quantitativo di rifiuti industriali non pericolosi, pari a circa 180 mila metri cubi, e il riempimento di un nuovo bacino con altri 400 mila metri cubi. Ma potrebbe anche decidere di attendere il giudizio della Presidenza del Consiglio, organo al quale si rivolgerà nei prossimi giorni il Comune impugnando l'istruttoria della Provincia. 

martedì 30 gennaio 2018

Il talismano di Gandhi

70 anni fa veniva assassinato Gandhi. Lo ricordiamo con uno dei suoi testi più belli e più utili. 
 
Ti darò un talismano.
Ogni volta che sei nel dubbio
o quando il tuo “io” ti sovrasta,
fa questa prova:
richiama il viso dell’uomo più povero e più debole
che puoi aver visto
e domandati se il passo che hai in mente di fare
sarà di qualche utilità per lui.
Ne otterrà qualcosa?
Gli restituirà il controllo
sulla sua vita e sul suo destino?
In altre parole,
condurrà all’autogoverno
milioni di persone
affamate nel corpo e nello spirito?
Allora vedrai i tuoi dubbi
e il tuo “io” dissolversi.

lunedì 29 gennaio 2018

Tav: alcuni opportuni chiarimenti su un progetto non (ancora?) approvato

La falsa notizia apparsa sui quotidiani locali bresciani e veronesi del 23 gennaio scorso (e ripresa anche da questo blog - ndr) riguardante l’approvazione da parte della Corte dei Conti del progetto Tav Brescia–Verona, ha coinvolto o sconvolto la vita di centinaia di persone: dalle centinaia di potenziali espropriati di case, ai comitati che si occupano di tutelare l’ambiente, ai frati del Frassino per la sorte del nostro patrimonio artistico e culturale, ai produttori che perderanno i loro terreni e le loro produzioni, a tutte le persone preoccupate delle sorti della nostra terra e della nostra salute.
Iniziamo col ricordare che l’approvazione di cui si discute non è del progetto nel suo intero, bensì di un solo lotto costruttivo; l’uscita da Brescia e l’arrivo a Verona, ad esempio, sono ancora in fase di progettazione.
A seguito delle notizie apparse sui quotidiani e delle decine di chiamate e richieste di informazioni da parte di espropriati su quanto stava accadendo, con l’avvocato Fausto Scappini abbiamo contattato la Corte dei Conti per verificare la veridicità della notizia.
La Corte dei Conti ci comunica che l’istruttoria è ancora in corso e che l’atto non è stato ancora registrato. Al giorno 23 gennaio, giorno dell’uscita degli articoli, alla Corte dei Conti non risultano pervenuti i documenti integrativi richiesti che avrebbero permesso di esprimere parere positivo o negativo al progetto.
Ferrovie dichiara allo stesso tempo di aver trasmesso i documenti richiesti dalla Corte dei Conti.
Come possiamo spiegare questo: è possibile che la Corte dei Conti, che ha come interlocutore il governo e non FS, non abbia ricevuto la documentazione. Quando FS deposita i documenti al governo non è scontato che immediatamente questo a sua volta lo giri alla Corte dei Conti.
È grave che Mazzoncini, direttore generale di FS, dia già per scontato che l’invio della documentazione integrativa richiesta sia sufficiente per il conseguente parere favorevole della Corte dei Conti.
Come mai lo si considera un passaggio automatico? La Corte dei Conti potrebbe dichiarare che la documentazione ricevuta, ad esempio, non è esaustiva e non dare parere favorevole al progetto.
È bene ricordare che la Corte dei Conti ha un potere decisionale autonomo rispetto a Mazzoncini o al governo stesso.
Non vogliamo imputare la colpa di quanto accaduto interamente alla stampa, ci domandiamo come sia stato possibile che la Corte dei Conti, totalmente autonoma, si sia ritrovata costretta a smentire una notizia che sicuramente non può essere stata inventata. I giornali hanno infatti appreso la notizia dell’approvazione del lotto di progetto Tav dal sito internet del Cipe che dopo poco rimuove la notizia stessa.
La nostra sensazione è che ci siano forti pressioni affinché si termini l’iter procedurale entro le elezioni del 4 marzo prossimo. Dopo le elezioni la situazione e le priorità del governo potrebbero cambiare.
Questa situazione ha comunque messo in luce una situazione di non trasparenza.
Tutte le notizie riguardanti questo progetto riteniamo debbano essere trattate con la massima fondatezza e delicatezza prima di essere divulgate. In questi anni abbiamo notato che è stato dato ampio spazio mediatico a ministri e politici che annunciano l’imminente apertura dei cantieri (dal 2014 che periodicamente viene annunciato come imminente).
Come movimento abbiamo presentato alla Corte dei Conti una serie di documentazioni riguardanti il rapporto costi-benefici, valutazioni sulla copertura o meno del progetto, che ci auspichiamo possano servire al formarsi di una decisione così importante per il futuro di migliaia di persone e di chi ci sarà dopo di noi.
Il 15 febbraio inoltre si terrà la discussione al Consiglio di Stato del ricorso che come movimento No Tav abbiamo presentato. Questa riteniamo essere un’altra tappa importante per valutare quanto gli organismi amministrativi abbiano recepito tutte le criticità e le mancanze che tramite il ricorso abbiamo segnalato.
Mazzoncini ha inoltre dichiarato l’inizio dei cantieri per il mese di marzo. Vorremmo ricordare che qualora si decidesse di procedere senza l’occupazione d’urgenza i tempi burocratici previsti non rispecchiano nella verità quanto annunciato. Ci auspichiamo inoltre che non si decida di applicare l’occupazione d’urgenza perché a quel punto ci sarebbe il rischio per gli espropriati di un inizio di cantieri immediato.
Il caso del Tav si discute dal 1991, ci sembrerebbe assurda questa improvvisa accelerazione e forzatura, ricorrendo ad una vecchia legge poco utilizzata. Qualora ciò accadesse procederemo, sul piano legale, presso il Tar del Lazio impugnando il progetto e chiedendone la sospensione.
In attesa di queste importanti e fondamentali decisioni per il proseguimento o meno dell’iter dell’opera, nei territori bresciani sono comunque continuati lavori di trivellazione in deroga a tutte le normative in materia di lavori, in assenza di comunicazione delle amministrazioni dei comuni coinvolti, con superficiale e forviante comunicazione verso i proprietari dei terreni coinvolti, in prepotenza con i tanti che hanno provato a segnalarne le irregolarità. Anche questi lavori hanno generato sui territori coinvolti preoccupazioni e timori.
Richiamiamo tutti i Sindaci coinvolti dal progetto affinché smettano di non affrontare la questione Tav, con la scusante di non essere a conoscenza di quanto sta accadendo o di non averne informazioni sufficienti per informare e discuterne con la propria cittadinanza. È principalmente compito loro verificare che il loro comune e i loro cittadini vengano tutelati da abusi di questo tipo.
Torniamo a ribadire che tutti e tutte siamo interessati direttamente dalla possibile approvazione e costrizione di questo progetto, perché 80 milioni di euro al Km per un treno inutile, non sono ammissibili in un Italia in queste condizioni economiche.
Sottolineiamo alla stampa che, in assenza di comunicazione da parte delle amministrazioni, è l’unica insieme al Coordinamento a dare informazioni su ciò che sta accadendo. Non sono ammissibili errori quando in gioco non è solamente la sorte di un treno ma la vita delle persone.
Ci auspichiamo quindi che qualunque informazione data venga quindi trattata con la massima serietà e fondatezza senza generale inutile allarmismo, così come è stato per la falsa notizia dei giorni scorsi.                                   Coordinamento No Tav Brescia-Verona

martedì 23 gennaio 2018

Tav: il via libera della Corte dei Conti


La  Corte dei Conti ha approvato il progetto del Tav per la tratta Brescia-Verona, che ha così superato il «controllo preventivo di legittimità», l'ultimo atto prima della ormai imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale  che consentirà l'apertura dei cantieri, con il primo lotto funzionale è quello della galleria tra Lonato e Desenzano.
I più ottimisti pensano che i lavori potrebbero partire già in primavera: ufficialmente dobrebbero durare 7 anni e 3 mesi.

domenica 21 gennaio 2018

Ieri in mille a Ghedi contro le guerre

Un migliaio di persone hanno sfilato pacificamente ieri per le assolate strade di Ghedi, partecipando alla manifestazione nazionale contro le guerre indetta da un variegato cartelle di associazioni e movimenti nonviolenti.
Non si è vista Laura Boldrini, che pure aveva aderito all'appello di convocazione, mentre ha compostamente sfilato lo scrittore Aldo Busi, che ha conversato per tutto il percorso con i presenti.
Decine le sigle che volantinavano già dalle ore 13 nella centralissima piazza Roma, da dove il corteo mezz'ora più tardi ha preso le mosse per effettuare un primo presidio davanti alla sede amministrativa della Rwm, ditta accusata da più parti di essere fornitrice, attraverso complesse triangolazioni, di bombe all'Arabia Saudita che le userebbe contro i civili nella repressione in Yemen. Lì hanno preso la parola gli esponenti del comitato creatosi appositamente per la riconversione di questa fabbrica, denunciando l'inquietante vicenda in cui sembrerebbe coinvolta.
In seguito i pacifisti sono tornati in Piazza Roma, da dove con autobus e mezzi propri si sono recati al cancello principale della base militare. Qui la mobilitazione è proseguita fino al tramonto per denunciare “la presenza di 20 bombe atomiche B-61, presto sostituite dalle nuove B-61-12 all'idrogeno destinate ai essere montate sui nuovi cacciabombardieri F35 e che possono quindi essere quindi sfuggendo ai controlli radar”, come ha dichiara Luigino Beltrami dell'associazione “Donne e uomini contro le guerre”.
Alfonso Navarra, segretario della Lega per il disarmo unilaterale fondata da Carlo Cassola 40 anni fa. ha sottolineato la “necessità di rilanciare il disarmo per attuare la nostra Costituzione pacifista”, mentre Adriano Moratto del Movimento Nonviolento ha chiesto di “diminuire le spese militari a vantaggio di quelle sociali.
"Non possiamo poi restare indifferenti rispetto a una installazione militare target dell’attenzione militare nucleare internazionale - ha spiegato - soprattutto dopo che il 6 luglio scorso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (con 122 voti favorevoli, uno contrario e una astensione) ha approvato un trattato che vieta di testare, produrre, acquisire, possedere, trasferire e consentire la dislocazione di armi nucleari. Ora si tratta di imporre questo tema nella campagna elettorale, partendo dalla sensibilizzazione degli enti locali sul tema della sicurezza di questi insediamenti atomici”.
La mobilitazione disarmista a livello planetario in questi anni si è organizzato attorno ad Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), insignito del Premio Nobel per la Pace 2017 e presente in forze a Ghedi, così come altre sigle storiche della galassia antimilitarista, dai sindacalisti dell'Usb e dell'Usi al Comitato dal Molin di Vicenza, dal Mir a Pax Christi, dai Comitato per la Pace alle Donne in Nero.
“Erano anni che non vedevo in paese una manifestazione tanto folta – racconta il ghedese Angelo Bindoni – e questa stavolta ci sono anche numerosi miei concittadini, una novità assoluta, mentre continua a latitare su questi temi l'amministrazione comunale”.


giovedì 18 gennaio 2018

"Ancora fischia il vento e infuria la bufera". Una mozione antifascista da votare subito

Ci  inquieta il moltiplicarsi anche a Calcinato di scritte e manifestazioni che si richiamano ai tempi lugubri e macabri della dittatura fascista. Ci indigna che possano continuare indisturbate a seminare panico, rancore e disinformazione. E' giunto il momento di fermarle!
Per questo Bene Comune ha presentato per il prossimo consiglio comunale una “mozione antifascista per l'aggiornamento del Regolamento Comunale per l'utilizzo delle Sale Civiche”.
Scritta dal capogruppo Ennio Allegri, è ora sul tavolo del sindaco Marika Legati.
Preoccupato per l'allarmante recrudescenza sul territorio di espressioni scritte e verbali che esaltano espressamente il fascismo e per il drammatico proliferare sul web di manifestazioni e prese di posizione che si richiamano al regime fascista”, Bene Comune osserva che nel Regolamento comunale per la concessione in uso delle sale civiche comunali attualmente in vigore non vi è alcun richiamo alla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana che “vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”.
“Né - sottolinea Allegri - nel modulo di richiesta per l’uso delle sale civiche viene evidenziata la responsabilità del richiedente e la sua perseguibilità secondo quanto previsto dalla legge Mancino, che punisce 'chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi ovvero chi incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi'”.
La richiesta è chiara: “sia vietato l'utilizzo delle sale civiche a gruppi e persone che perseguano la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista, ovvero diffondano in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incitino a commettere o commettano violenza o atti di provocazione alla violenza o atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
“Ciò - conclude la mozione - al fine di salvaguardare il territorio e la comunità da abusi da parte di gruppi o organizzazioni che operano in violazione dei valori e dei principi a cui la nostra comunità civile si ispira, in difesa dei quali molti nostri concittadini hanno sacrificato la giovinezza, la salute e finanche la vita”.
Quanto dovremo aspettare per poter esigere l'applicazione di una  chiara disposizione costituzionale e di una precisa legge dello Stato?  

mercoledì 17 gennaio 2018

Sabato a Ghedi, per il disarmo nucleare

Manifestazione nazionale del movimento per la pace sabato 20 gennaio a Ghedi, per denunciare “la presenza di 20 bombe atomiche e le 60 bombe all’idrogeno in arrivo nei prossimi tre anni”, come scrivono in una nota gli organizzatori, l'associazione “Donne e uomini contro le guerre” in collaborazione con un variegato cartello di movimenti nonviolenti cattolici e laici. “A Ghedi come ad Aviano queste nuove bombe all’idrogeno B-61-12 saranno montate sui  cacciabombardieri Stealth F35”.
“Non possiamo restare indifferenti rispetto a una installazione militare target dell’attenzione militare nucleare internazionale - spiegano - soprattutto dopo che il 6 luglio scorso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (con 122 voti favorevoli, uno contrario e una astensione) ha approvato un trattato che vieta di testare, produrre, acquisire, possedere, trasferire e consentire la dislocazione di armi nucleari. Ua mobilitazione disarmista a livello planetario si è organizzato attorno ad Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), insignito del Premio Nobel per la Pace 2017, ed ha reso concreta la speranza che l’umanità riesca finalmente a liberarsi dalla più terribile minaccia alla sua sopravvivenza. Scienziate e scienziati, Parlamento Europeo, Papa Francesco e leader di altre religioni si sono espressi il Trattato sia ratificato da tutti e ci indigna il fatto che il Governo italiano abbia ostacolato questo processo e che ora resista alla sua ratifica”.
La “manifestazione nazionale per l'eliminazione delle armi atomiche dai siti nucleari sul suolo italiano” prevede alle ore 13 il concentramento in piazza Roma, seguito da un corteo che toccherà la sede della Rwm (ditta accusata da più parti di essere fornitrice di bombe all'Arabia Saudita, usate contro i civili in Yemen) e i cancelli dell'aerobase militare. Centinaia da tutta la penisola le adesioni eccellenti, fra le quali quella dell'ex Presidente della Camera Laura Boldrini.

domenica 14 gennaio 2018

Trivellazioni: Bene Comune interroga

La presenza di diverse trivelle in azione sul territorio di Calcinato – segnalate a più riprese dai lettori e oggetto anche di azioni dirette dei militanti No Tav che le ricollegano alla ormai prossima realizzazione del progetto della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Brescia-Verona – allarma il capogruppo consiliare di Bene Comune, Ennio Allegri, che ha inoltrato una interrogazione a risposta scritta al sindaco Marika Legati, nella quale, considerato il continuo susseguirsi di operazioni di carotaggio, l’ultima delle quali svoltasi l’11 gennaio in località Sant’Anna, chiede “di conoscere quali atti o azioni Lei abbia adottato o intenda adottare nei confronti delle ditte o società responsabili, per indurle a rispettare il nostro diritto di preventiva informazione e le norme antinfortunistiche di cantieristica e messa in sicurezza, previste dalla legge per questa tipologia di interventi”. 
Macchinari di questo genere nei giorni scorsi sono stati avvistati in via Cavour, sul Monte di Sotto e in località Gazzo. Allegri osserva che “al di là delle motivazioni per cui queste operazioni si stanno svolgendo e del futuro utilizzo dei rilievi in corso, da sopralluoghi effettuati manca talvolta nelle aree oggetto dell'intervento la cartellonistica prevista dalla normativa vigente in materia e non sono garantite le più elementari misure di protezione dei siti in cui si lavora”.

sabato 13 gennaio 2018

Digital divide e ruolo della telecomunicazione

Anche a Calcinato arriverà il 4G? Possiamo ben sperarlo, visti i ben due impianti proposti da Wind Tre e Tim sul nostro territorio, ora sottoposti al Comune per il vaglio dei cittadini.
Dalla planimetria risulta che le stazioni in costruzione siano stazioni radio base, in gergo base station. La base station è il punto di comunicazione tra la core network e l'utente finale, che fruisce dei servizi; si occupa di diversi tipi di segnale radio, GSM/GPRS ma anche 3G/4G, anche se molti calcinatesi avranno notato che il 4G è per ora un sogno lontano.
Questo perché nelle zone rurali si tende a supplire prima al segnale GSM, relegando il 3G a alcuni fortunati.
Creare nuove base station non può che essere un passo inevitabile per colmare il digital divide che taglia fuori molti di noi da un segnale veloce e affidabile. Ormai gran parte dell'attività amministrativa è visibile online, gran parte delle comunicazioni richiedono un buon segnale, oltre a una corretta alfabetizzazione digitale.
Ma se negli anni '90 era prerogativa di alcuni circoli di hacktivism, oggi considerare l'informatizzazione un traguardo auspicabile è opinione abbastanza diffusa, anche dai nostri Governanti.
Continueremo a cercare l'indipendenza anche all'infuori del 4G? Speriamo!
Per ora: buon segnale significa migliori comunicazioni. E migliori comunicazioni, migliore democrazia.
Giuditta Spassini

venerdì 12 gennaio 2018

Per il disarmo nucleare, torniamo a Ghedi

L'aerobase militare di Ghedi resta al centro della mobilitazione nazionale del movimento per la pace che stasera alle ore 20.30 organizza una assemblea pubblica nella sala consiliare del municipio, in piazza Roma, “sul tema del mancato Piano di sicurezza del territorio in rapporto all’attuale presenza di 20 bombe atomiche e delle 60 bombe all’idrogeno in arrivo nei prossimi tre anni”.
All'assemblea - organizzata dall'associazione “Donne e uomini contro le guerre” - sono stati invitati a intervenire i sindaci della zona e parteciperà fra gli altri il saggista Alfonso Navarra, figura storica del pacifismo italiano, segretario della Lega per il disarmo unilaterale fondata da Carlo Cassola quarant'anni fa e direttore del periodico “Difesa Ambiente”.
Si discuterà in particolare “dei problemi legati alle armi nucleari ospitate a Ghedi, in considerazione delle possibili contaminazioni, fughe radioattive e incidenti vari, alla luce della prossima sostituzione delle atomiche B61 con le ancor più micidiali bombe all'idrogeno B61/12”.
“Non possiamo restare indifferenti rispetto a una installazione militare target dell’attenzione militare nucleare internazionale - sottolinea una nota degli organizzatori - soprattutto dopo la firma del trattato Onu del 7 luglio scorso per la proibizione di tali armi, che l'Italia non ha sottoscritto, come altri membri della Nato”.
Otto giorni dopo, sabato 20, sempre a Ghedi si terrà la “manifestazione nazionale per l'eliminazione delle armi atomiche dai siti nucleari sul suolo italiano”. Alle ore 13 il concentramento in piazza Roma, seguito da un corteo che toccherà la sede della Rwm (ditta accusata da più parti di essere fornitrice di bombe all'Arabia Saudita, usate contro i civili in Yemen) e i cancelli dell'aerobase militare. Centinaia da tutta la penisola le adesioni eccellenti a questo secondo appuntamento: ieri è giunta anche quella dell'ex Presidente della Camera Laura Boldrini.

giovedì 11 gennaio 2018

Trivellano a Sant'Anna: perché?

Stamattina in località Sant'Anna a Calcinato, in un terreno privato fra lo spazio attrezzato dove ogni anno a fine luglio si svolge la omonima sagra e la linea ferroviaria, una quindicina di manifestanti con le bandiere No Tav hanno atteso sin dalle 7.30 e poi disturbato pacificamente l'avvio dei lavori di tre dipendenti della ditta Elletipi srl – un geologo, un sondatore e un manovale – che con una trivella e macchinari d'ausilio erano sul posto ufficialmente per svolgervi “prelievi di campioni del terreno per definirne le caratteristiche geologiche e verificare la stabilità delle sottovie”. Insomma, ordinari controlli statici nei pressi del ponte della ferrovia, fra l'altro sembra effettuati con il consenso del proprietario del terreno.
Sul cantiere occupato sono intervenute nel giro di pochi minuti tre pattuglie dei carabinieri di Bedizzole, Calcinato e Desenzano, insieme agli agenti della Polizia Locale di Calcinato. I carabinieri hanno provveduto a identificare i presenti. Sprovvista di autorizzazione cartacea, la squadra dei lavoratori ha comunque esibito dietro richiesta dei vigili un file recante il regolare permesso allo svolgimento di tali lavori.
“Sono diversi giorni che vediamo in giro sui nostri territori tecnici come questi” ha dichiarato Roberto Saleri del Coordinamento Non Tav Brescia-Verona. “Ancora una volta segnaliamo che le trivelle in zona lavorano in una situazione anomala: non hanno le carte a posto, i Comuni ne sanno poco o nulla, manca un progetto definitivo regolarmente finanziato”.
“Con azioni pacifiche di disturbo - ha preannunciato - saremo presenti anche in ogni altro luogo in cui senza autorizzazione si avviano lavori di questo genere”.
Sul posti c'era anche il capogruppo consiliare di Bene Comune, Ennio Allegri, il quale ha denunciato che “al di là delle motivazioni per cui queste operazioni si stanno svolgendo e del futuro utilizzo di questi rilievi, al momento nell'area oggetto dell'intervento manca completamente la cartellonistica prevista dalla normativa vigente in materia e non sono garantite le più elementari misure di protezione del sito in cui si lavora”.
Verso le 9.20 la manifestazione si è sciolta e nel terreno di Sant'Anna sono partite le operazioni di controllo e sondaggio, che dovrebbero terminare entro la giornata di venerdì.
Raggiunta telefonicamente, il sindaco Marika Legati ha dichiarato: “Sulla mia scrivania in municipio non è arrivato nessuno avviso che questi tecnici dovessero eseguire tali lavori in località Sant'Anna. Ritengo che la strada della mancata comunicazione non sia la più appropriata per addivenire ad un confronto il più possibile scevro da tensioni, al di là delle motivazioni per cui i rilievi vengano condotti. Sarà premura dell'amministrazione comunale sollecitare ad una informazione più puntuale, attraverso le nostre strutture e forze dell'ordine locali, per far conoscere il più possibile alla cittadinanza eventuali altre attività di questo genere”.

sabato 6 gennaio 2018

No Tav in azione a Calcinato

Azione diretta dei No Tav stamattina sul Monte di Sotto. Sono state vistosamente impacchettate due trivelle, presenti sulla collina con tutta probabilità per effettuare i carotaggi sui terreni che dovrebbero venire attraversati dalla nuova linea ferroviaria Brescia-Verona.

venerdì 5 gennaio 2018

Che cosa ha fatto di male il fascismo (noterelle per chi allora non c'era)

Vista l'aria che tira nel paese, riproponiamo la parte finale di un lungo articolo di Aldo Capitini apparso sulla rivista Il ponte nel gennaio 1960.
Posso assicurare i giovani di oggi che il mio rifiuto fu dopo aver sentito le premesse del fascismo proprio nell'animo adolescente, e dopo averle consumate; sicché i fascisti mi apparvero dei ritardatari. Ero arrivato al punto in cui non potevo accettare:
1, il nazionalismo che esasperava un riferimento nazionale e guerriero a tutti i valori, proprio quando ero convinto che la guerra avrebbe indebolito l'Europa, e che la nazione dovesse trovare precisi nessi con le altre;
2, l'imperialismo colonialistico, che, oltre a portare l'Italia fuori dalla sua influenza in Europa, nei Balcani e a freno della Germania, era un metodo arretrato, per la fine del colonialismo nel mondo;
3, il centralismo assolutistico e burocratico con quel far discendere tutto dall'alto (per giunta corrotto), mentre io ero decentralista, regionalista, per l'educazione democratica di tutti all'amministrazione e al controllo;
4, il totalitarismo, con la soppressione di ogni apporto di idee e di correnti diverse, sì che quando parlavo ai giovanissimi della vecchia possibilita' di scegliersi a vent'anni un partito, che aveva sue sedi e sua stampa, sembrava che parlassi di un sogno, di un regno felice sconosciuto;
5, il prepotere poliziesco, per cui uno doveva sempre temere parlando ad alta voce, conversando con ignoti, scrivendo una lettera, facendo un telefonata;
6, quel gusto dannunziano e quell'esaltazione della violenza, del manganello come argomento, dello spaccare le teste, del pugnale, delle bombe a mano, e, infine, l'orribile persecuzione contro gli ebrei;
7, quel finto rivoluzionarismo attivista e irrazionale sopra un sostanziale conservatorismo, difesa dei proprietari, di ciò che era vecchio e perfino anteriore alla rivoluzione francese;
8, quell'alleanza con il conservatorismo della chiesa, della parrocchia, delle gerarchie ecclesiastiche, prendendo della religione i riti e il lato reazionario, affratellandosi con i gesuiti, perseguitando gli ex-sacerdoti;
9, quel corporativismo con una insostenibile parità tra capitale e lavoro che si risolveva in una prigione per moltitudini lavoratrici alla mercé dei padroni in gambali ed orbace;
10, quel rilievo forzato e malsano di un solo tipo di cultura e di educazione, quella fascista, e il traviamento degli adolescenti, mentre ero convinto che della libera produzione e circolazione delle varie forme di cultura una società nazionale ha bisogno come del pane;
11, quell'ostentazione di Littoria e altre poche cose fatte, dilapidando immensi capitali, invece di affrontare il rinnovamento del Mezzogiorno e delle Isole;
12, l'onnipotenza di un uomo, di cui era facile vedere quotidianamente la grossolanità, la mutevolezza, l'egotismo, l'iniziativa brigantesca, la leggerezza nell'affrontare cose serie, gli errori e la irragionevolezza impersuadibile, mentre ero convinto che il governo di un paese deve il piu' possibile lasciare operare le altre forze e trarne consigli e collaborazione, ed essere anonimo, grigio anche, perché lo splendore stia nei valori puri della libertà, della giustizia, dell'onestà, della produzione culturale e religiosa, non nelle persone, che in uniforme o no, nel governo o a capo dello Stato, sono semplicemente al servizio di quei valori.
Perciò il fascismo, nel problema dell'Italia di educarsi a popolo onesto, libero, competente, corretto, collaborante, mi parve un potenziamento del peggio e del fondo della nostra storia infelice, una malattia latente nell'organismo e venuta fuori, l'ostacolo che doveva, per il bene comune, essere rimosso, non in un modo semplicemente materiale, ma prendendo precisa e attiva coscienza delle ragioni per cui era sbagliato, e trasformando in questo lavoro sé e persuadendo gli altri italiani.

giovedì 4 gennaio 2018

Impianti di telefonia mobile: i piani

Apprendiamo ora dal sito web del Comune di Calcinato che sono depositati agli atti i piani di localizzazione per gli impianti della telefonia mobile per l'anno 2018.
I cittadini e le associazioni possono presentare le proprie osservazioni, naturalmente. Ulteriori informazioni alla pagina web http://www.comune.calcinato.bs.it/Articoli/Home-Page/Focus/13-479%5EAVVISO-DI-PUBBLICAZIONE-PIANI-DI-LOCALIZZAZIONE-DEGLI-IMPIANTI-DI-TELEFONIA-MOBILE--ANNO-2018.asp

mercoledì 3 gennaio 2018

Portamb: Calcinato ricorre al Tar

Anche il Comune di Calcinato ricorre al Tar contro il decreto regionale che autorizza la realizzazione del progetto della Portamb per l'installazione di un impianto di gestione dei rifiuti speciali nell'area ex cava Florio Felce a Mazzano.
L'articolata delibera approvata all'unanimità dalla giunta municipale a fine anno richiama le criticità più volte rilevate nel corso dell’istruttoria dal Comune di Mazzano e dagli enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi.
Mazzano e gli altri Comuni del comprensorio, insieme alle associazioni ambientaliste, sono mobilitati da tempo contro una struttura in grado di trattare centinaia di tipologie diverse di rifiuti, che comportano lavorazioni complesse e sovente anche pericolose, nonché complesse inertizzazioni chimiche. Il progetto è infatti da anni al centro di una vasta mobilitazione popolare in una zona ampiamente compromessa dal punto di vista ecologico e risulta di tutta evidenza la necessità di valutare la fattibilità del progetto considerando l'impatto generato dall'insieme di nuovi impianti e insediamenti analoghi, approfondendo l'analisi degli impatti cumulativi e le ricadute sulla salute del territorio e dei cittadini che abitano in una territorio già stressato da discariche, cave e altre aziende ad alto impatto ambientale. 

martedì 2 gennaio 2018

Garda Uno è entrata in Acque Bresciane

A fine anno anche il ramo idrico di Garda Uno è confluito in Acque Bresciane, la utility ideata per gestire il patrimonio idrico dell'intero territorio provinciale.
L'operazione da 19,18 milioni di euro coinvolge, oltre a Calcinato, altri 25 Comuni, per un totale di 147 mila abitanti, e 90 dipendenti che passeranno sotto la nuova società.
Ad oggi Acque Bresciane serve circa mezzo milione di abitanti nella nostra provincia. Il 70.01% dell'azionariato fa riferimento ad Aob2, il 27,4% a Garda Uno, l'1,8% alla Provincia di Brescia e lo 0,7% a Sirmione Servizi, per un patrimonio netto totale di circa 70 milioni di euro.
Dovremo aspettarci per il futuro un aumento delle tariffe in vista di nuovi investimenti e, a lungo termine, il passaggio dagli attuali 12 bacini tariffari verso un unico regime.
Tutto ciò in attesa che il referendum provinciale - si auspica entro la fine del 2018 - riporti la gestione dell'acqua potabile in mani completamente pubbliche.

lunedì 1 gennaio 2018

L'ultimo viaggio del partigiano Aldo Giacomini

Ci giunge in queste ore la triste notizia della scomparsa, avvenuta ieri alla Casa di Riposo di Bedizzole, del partigiano Aldo Giacomini, che molti calcinatesi ricorderanno come l'anziana ed esperta guida sui sentieri della Resistenza bresciana nelle escursioni organizzate dalla Associazione Genitori per il 25 aprile.
Nato nel 1925 a Campione del Garda, dove il padre socialista si era trasferito da Belprato con la famiglia per mettersi al riparo dalle ritorsioni dei fascisti valsabbini, “el rebélo” era una figura leggendaria. A 18 anni disertò la chiamata alle armi dei repubblichini e, spinto da un giovanile desiderio di libertà, si nascose con due amici sui monti di Provaglio Valsabbia per tirar sassi e qualche fucilata, patendo per lunghe settimane la fame e il freddo dell’inverno del 1943. Ricevuto il consiglio di allontanarsi dalla zona dove si era distinto per la sua coraggiosa opposizione agli invasori, nella primavera del 1944 scese nelle vicinanze di Brescia e, munito di falsi documenti di lavoratore dell’organizzazione tedesca Todt, entrò nel gruppo mobile della Brigata Fiamme Verdi “X Giornate”, una struttura agile e ardita la cui attività consisteva in attentati, sabotaggi e quelle che lui chiama "beffe ai nemici": recuperi di armi e munizioni, mezzi di trasporto, indumenti e viveri. Fino al 25 aprile protagonista di una sorta di guerriglia, a bassa intensità ma costante e pungente, che sfiancava con azioni di disturbo i nazifascisti. Dopo la liberazione della città, il 9 maggio 1945 fu tra i primi a consegnare le armi alle autorità.
Nel dopoguerra lavorò come operaio in fabbrica. Ereditata dal padre alpino e comandante partigiano la passione per la montagna e lo sci, la trasmise ai giovani preparando negli anni ’60 e ’70 la loro formazione sportiva. Degli anni ‘70 la sua idea di realizzare itinerari dove avevano operato i partigiani. Con gli amici del Cai e di altri gruppi costituì il Gruppo operativo volontario dei sentieri della Resistenza bresciana che, dal 1982 al 2004, tracciò circa 500 km di percorsi fra montagne e pianura, un vero e proprio museo all'aperto. L’idea di far incontrare memoria storica, osservazioni naturalistiche e geologiche, tradizioni locali, passione per l’escursionismo costituì anche un opportunità economica per i paesi di montagna. Sciolto il gruppo, dal 2006 la manutenzione dei sentieri è affidata alla buona volontà di singoli, gruppi ed enti locali.
Di spirito arguto e vivace, fino all'ultimo son brillati nello sguardo di questo impavido “ribelle per amore” l'ironia e il disincanto di chi ha trascorso un'esistenza intera a ricordare ai vecchi e ai giovani che “la libertà è costata cara molto, tenetela da conto”.
La camera mortuaria è allestita agli Spedali Civili di Brescia. I funerali si svolgeranno mercoledì 3 gennaio alle ore 13.45 nella Parrocchiale di San Barnaba in via della Valle 37 a Brescia, da dove la salma proseguirà poi per il Tempio Crematorio di Sant'Eufemia.