Raddoppiata
l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef, che passa dallo 0,4% allo 0,8%,
confermata l’Imu (che resta al 2 per mille per abitazione principale nelle
categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e al 9,6 per mille per tutti gli altri
immobili, aree edificabili e terreni agricoli), è stata recepita la
introduzione della Tasi (la tassa sui servizi indivisibili: pubblica sicurezza
e vigilanza, servizi cimiteriali, di manutenzione stradale e del verde
pubblico, dell'illuminazione pubblica e socio-assistenziali) al 2,5 per mille
per le abitazioni principali accatastate nelle categorie dalla A02 alla A06, al
3,3 per mille per quelle dalla A07 alla A09, all’1 per mille per i fabbricati
rurali strumentali e per le aree edificabili. Infine la Tari (la nuova tassa su rifiuti), che aumenta
dell'1% per le utenze domestiche.
martedì 29 luglio 2014
Approvato il bilancio: più tasse per lavoratori e pensionati
Con il voto contrario delle opposizioni, alle quattro di stamattina il consiglio comunale di Calcinato ha varato il bilancio, approvando una ministangata per lavoratori e pensionati.
lunedì 28 luglio 2014
Lettera aperta al vento
Saluti dal nostro angolo del Medio Oriente, dove ultimamente
si è scatenato l’inferno.
Terrorizzata, angosciata e depressa, frustrata, arrabbiata ….
Ciascun’ondata emotiva concorre con l’altra per dominare sul mio cuore e sulla
mia mente … nessuna ha la meglio, e io annego nell’oceano in ebollizione creato
dal loro connubio.
C’è un allarme missili ogni ora da qualche parte vicino casa
mia. A Tel Aviv, è anche peggio. Mio figlio e io oggi abbiamo fermato la nostra
auto in mezzo alla strada e ci siamo precipitati in un vicolo vicino fino a che
la sirena penetrante non ha smesso di suonare … alcuni minuti dopo abbiamo
sentito tre fragorose esplosioni che hanno fatto tremare i muri. Nel Sud la
situazione è insostenibile. Le loro vite laggiù sono giunte alla paralisi, la loro sopravvivenza annientata; trascorrono
la maggior parte del loro tempo nei rifugi anti bombe. In gran parte i missili
sono intercettati dal nostro sistema di difesa, ma non tutti. Ogni civile è un
obiettivo, i nostri bambini sono traumatizzati, le loro ferite emotive sono
irreversibili.E i tunnel, scavati sottoterra, che raggiungono la soglia delle
case di alcuni abitanti dei Kibbutz al confine di Gaza … negli oscuri meandri
dei miei incubi immagino a cosa sono destinati: contrabbando, rapimenti,
torture, omicidi …! I nostri soldati sono in prima linea. Vi sono nostri figli,
figli di nostri amici e vicini, giovani uomini e donne dei questo paese
chiamati al dovere dal nostro governo … e già, bare avvolte nella bandiera,
funerali inondati dalle lacrime, vite distrutte, il Kadish, la sconvolgente ben
nota routine.
E la gente di Gaza … oh Dio, la gente di Gaza … Cosa può
esservi di più miserabile e orribile rispetto a quello che queste persone
devono sopportare? Il loro destino sarà per sempre quello di soffrire per mano
di crudeli tiranni? Le immagini dei bambini sanguinanti, le madri che piangono negli
abiti macchiati di sangue, le macerie e la devastazione, il terrore nei loro
occhi, cinque minuti al massimo per uscire dalle loro case, correre per
sopravvivere perchè stanno cadendo le bombe .. nessun rifugio … la tattica dei
talebani di Hamas da un lato e i bombardieri F16 dell'esercito israeliano dall’altro, queste
persone sono tenute nella morsa come noci, schiacciate dalle spesse ganasce di
metallo della cecità e stupidità umana! … il bilancio delle vittime continua a
crescere … per amor di Dio .. per quanto tempo dovrà continuare tutto questo?
Gli uomini di Hamas sono estremisti, sono Jihadisti, sono
pericolosi, il loro scopo è di uccidere ogni Ebreo, me e i miei figli compresi.
Non riconoscono Israele, hanno intenzione di trasformare tutti gli abitanti di
Gaza in martiri usandoli come scudi umani ... abbiamo sentito tutto. Abbiamo
sentito Hannia e i suoi seguaci, ed è probabilmente tutto vero, per quanto
possa esserci alcuna verità …
Ma ogni uomo, donna e bambino è da condannare per l’amara,
orribile follia di entrambe le parti??
Io ascolto Naftali Bennet che parla alla CNN e spiega
freddamente come quelli di Hamas sono terroristi e noi abbiamo tutto il diritto
di difenderci, il che è vero … Aspetto, pazientemente, una sua espressione di
dolore, un suo rammarico per la perdita di vite innocenti … ma non arriva alcuno
di questi segni. E mi dico: hai dimenticato che rappresenti un’intera nazione?
Hai dimenticato gli insegnamenti fondamentali della tua religione? Vergognati!
Per te sono morte persone innocenti, uomini donne e così tanti bambini...anche
se non intendevi farlo! E sì, quelli di Hamas continuano con la loro orribile
retorica intrisa di sangue, la loro crudele spavalderia a spese dell’infelice
gente di Gaza … loro non nascondono il loro piano scellerato! Loro INTENDONO
portare alla morte gente innocente! Non vi è dubbio che c’è un posto speciale
all’inferno per gente del genere, e la storia ne è piena. Ma questo non ci
esime dall’obbligo di comportarci come esseri umani, a meno che il nostro scopo
non sia quello di una metamorfosi che ci trasformi nella terrificante identica
imagine dei nostri più pericolosi nemici.
Noi , Palestinesi e Israeliani allo stesso modo, non abbiamo
“mai perso l’opportunità di perdere
un’opportunità di fare pace”. Abbiamo creato questo disastro con le nostre mani
e stiamo pagando il terribile prezzo per la nostra arroganza e sorda stupidità.
È facile puntare il dito e diventare estremamente
auto-difensivi quando le bombe cadono... ogni parte si rifugia nel proprio
cantuccio, restando vicina alla propria gente, incolpando l'altra...
Il mio cuore va alle famiglie delle vittime dovunque esse
siano. Sono felice di avere un esercito israeliano forte che mi difende da
quelli che affermano chiaramente che il loro scopo è quello di tagliare la gola
ai miei figli … MA non voglio usare la mia tristezza e paura come uno scudo che
mi separi dall’empatia umana e dal ragionamento lucido. Al contrario, voglio
fare l’opposto.
Voglio stare nell’arena e pronunciare la mia verità.
Vi sono solo due parti, e queste non sono Israeliani e
Palestinesi, Ebrei e Arabi. Sono moderati ed estremisti. Io appartengo ai
moderati, dovunque essi siano. Sono loro la mia fazione. E questa fazione ha
bisogno di essere unita!! Io non ho niente di niente in comune con gli
estremisti Ebrei che bruciano vivi I bambini, avvelenano pozzi e sradicano
alberi, che scagliano pietre ai bambini della scuola, che sono motivati da un
odio frutto del lavaggio del cervello, e da acuta arroganza. Voglio nascondere
la testa nelle mie mani e scomparire, sulla luna se è possible, quando leggo I
sermoni dei Rabbini Ginsburg e Lior, che mitizzano la morte e l’uccisione in
nome di Dio così come fece Baruch Goldstein, il loro sacro martire, che ha
ucciso 29 Arabi a sangue freddo mentre stavano pregando!... Quando leggo le
incredibili parole di razzismo e di odio scritte da qualche mio concittadino
israeliano, i pianti di gioia quando vengono uccisi bambini palestinesi, il
disprezzo per la vita umana!!... Il fatto di condividere lo stesso passaporto e
la stessa religione non significa nulla per me. Non voglio avere niente a che
fare con queste persone.
Allo stesso modo, gli estremisti sull’altro fronte sono pure
i miei acerrimi nemici. Ma la loro collera è rivolta non solo contro di me ma
contro i moderati della loro stessa società
… ciò ci rende tutti fratelli armati!
Così come esorto I moderati arabi, dovunque siano, a fare
tutto ciò che è in loro potere per respingere l’estremismo, non ho alcuna
intenzione di chiudere gli occhi di fronte alle responsabilità che devono
essere assunte dalla mia parte per il disastro che si sta verificando. L’Islam
radicale è un fenomeno pericoloso che deve essere affrontato non solo da Israele,
ma dal mondo intero. Ma vi sono nel mondo musulmano voci più liberali, vi sono
partner per il dialogo! Abbiamo davvero fatto tutto ciò che è in nostro potere
per aprire un dialogo con loro?
La risposta è NO, abbiamo fatto il contrario. Il governo
attuale guidato da Netanyahu ha fatto tutto ciò che era in suo potere per reprimere
qualunque tentativo di riconciliazione. Ha indebolito e offeso Abu Mazen,
leader della più moderata OLP, che ha affermato più volte di essere interessato
alla pace. Quando Abu Mazen ha fatto delle dichiarazioni sull’Olocausto,
definendolo la più grande tragedia della storia umana, l’hanno schernito e
screditato. Non hanno rispettato accordi che loro stessi avevano sottoscritto,
rifiutando di rilasciare prigioneri che avevano già pattuito di rilasciare,
preferendo continuare l’oltraggiosa ed esasperante costruzione degli
insediamenti come se non vi fossero stati negoziati. È come schiaffeggiare
qualcuno, ripetutamente, mentre nello stesso tempo innocentemente gli si dice:
“Facciamo pace! Non vedi quanto voglio la pace? Perchè non stai collaborando?”
E cosa dire dell’iniziativa di pace della Lega Araba? Perchè
è stata sempre costantemente ignorata dal governo israeliano? Proprio di
recente, in un gesto di buona fede senza precedenti, un ufficiale illustre
dell’Arabia Saudita ha scritto un articolo su di un quotidiano israeliano, che
esprimeva il suo desiderio di pace!! È rimasto inosservato! Questo
comportamento può essere solo decritto come riprovevole e arrogante.
Quali folli forze messianiche accecano questi politici e il
loro elettorato? Quale sindrome biblica di Joshua? Cosa stanno pensando, che
pian piano domineranno i territori occupati sino a quando non vi sarà alcun
modo di creare lo Stato palestinese? Che cosa sarà di tutti i palestinesi che
vivono lì, delle loro aspirazioni, della loro storia? Che cosa sarà del loro
benessere, dei loro sogni, delle loro speranze, del loro futuro? Vivranno
semplicemente, come un lieto fine, come cittadini di seconda classe, o forse si
convertiranno in massa al giudaismo? Qual è il piano?
Non c’è alcun piano, alcuna visione moralmente compatibile
con valori universali, un desiderio di creare coesistenza: o almeno niente del
genere è stato presentato in modo coerente alla nostra gente. Al suo posto, siamo
nutriti di paura costante e paranoia, e si stanno alimentando le fiamme del
nazionalismo, coltivando xenofobia e razzismo. Di fatto questi politici stanno
deteriorando Israele a un ideologico e strategico punto di non ritorno.
Solo il dialogo da una posizione di rispetto e di empatia può
salvarci.
Solo uno sforzo concertato per rafforzare i moderati e, di conseguenza, marginalizzare quanto più è possibile gli estremisti può procurarci un po' di speranza.
Per quanto noi in Israele disprezziamo giustamente Hamas, non sembra che si vada da nessuna parte. Abbiamo seriamente preso in considerazione le loro condizioni per un cessate il fuoco? Molte di esse hanno un senso!
Perché non cercare di alleviare le sofferenze degli abitanti di Gaza, consentire loro di svilupparsi economicamente, restituire dignità alle loro vite ed ottenere un cessate il fuoco di dieci anni? Dieci anni è un sacco di tempo!
Le menti giovani possono aprirsi. Persino una modesta prosperità economica può fare da catalizzatore per il cambiamento! Perché diamo per scontato che questi anni verranno usati solo per rafforzare il potere militare di Hamas? Le condizioni includono una supervisione internazionale. Forse gli anni creeranno una situazione in cui Hamas, con una generazione di leader più giovani che vedono un orizzonte diverso, verrà trascinata all'interno del circolo della politica in un modo che consentirà, finalmente, di aprire un dialogo?
Io chiedo a me stessa ed a Netanyahu: perché non sorprendiamo
noi stessi?! Netanyahu, si dice che tu sia un uomo intelligente: perché non fai
un'inversione a 180 gradi, cambi le regole del gioco, pensi fuori dagli schemi?
Da' il benvenuto ad Abu Mazen, smetti di costruire gli insediamenti, sostieni
il governo di unità, apri Gaza e consenti il commercio con la supervisione
internazionale. Abbraccia le aspirazioni palestinesi unitamente alle nostre,
accogli l'intervento internazionale e guadagna un vero alleato contro
l'estremismo? Scacco matto!
Abbiamo davvero compiuto tutti questi sforzi, prima di
mandare a morire i nostri soldati? E' triste, ma la risposta è no.
Nessuno sta smantellando l'esercito israeliano, che resterà forte. Ma allora perché ci rifiutiamo testardamente di correre questo rischio calcolato, preferendo piuttosto il sacrificio dei nostri figli? E' una cosa che va oltre ogni mia comprensione.
Ad Akedat Yitzchak, Dio è intervenuto salvando il bambino.
Dov'è Dio, adesso? E' forse divenuto indifferente a causa dell'abominio che è
stato fatto dei suoi sacri insegnamenti dagli estremisti di ambo le parti?
Se ci rifiutiamo di riconoscere i diritti di entrambe le parti e di farci carico dei nostri obblighi, se ciascuno di noi rimane aggrappato alla propria versione, con disprezzo e inosservanza di quella dell'altro, se continuiamo a preferire le spade alle parole, se santifichiamo la terra e non le vite dei nostri figli, saremo presto tutti costretti a cercare una colonia sulla Luna, perché la nostra terra sarà così zuppa di sangue e così intasata di lapidi che non vi resterà più niente per vivere.
Io ho scritto queste parole e le ho cantate insieme alla mia
amica Mira Awad. Oggi sono più vere che mai:
“When I cry I cry for both of us,
("Quando piango, piango per tutti e due)
My pain has no name.
(Il mio dolore non ha nome.)
When I cry, I cry to the merciless sky and say:
(Quando piango, piango rivolta al cielo spietato e dico:)
There must be another way”
(Dev'esserci un'altra via)
sabato 26 luglio 2014
Tasse vecchie e nuove lunedì sera in consiglio comunale
Si parlerà soprattutto di tasse, vecchie e nuove, lunedì 28 luglio in consiglio
comunale a Calcinato.
Fra i punti posti all’ordine del giorno dal sindaco Legati si segnala una modifica del regolamento comunale per la disciplina della compartecipazione all’Irpef che dovrebbe portare al raddoppio dell’addizionale dal 4 all’8 per mille, aliquota massima applicabile secondo la normativa vigente in materia.
Verranno poi discussi provvedimenti in ordine ad altre forme di tassazione: dal regolamento per l'applicazione della nuova Imposta unica comunale (la famigerata Iuc), alla conferma delle aliquote per l’Imu, alle modalità di introduzione della Tasi (acronimo che sta per “Tassa sui servizi indivisibili”) con la individuazione appunto dei servizi indivisibili e delle relative aliquote, all’approvazione del piano finanziario e delle tariffe previste per la Tari (la nuova tassa sui rifiuti).
Fra i punti posti all’ordine del giorno dal sindaco Legati si segnala una modifica del regolamento comunale per la disciplina della compartecipazione all’Irpef che dovrebbe portare al raddoppio dell’addizionale dal 4 all’8 per mille, aliquota massima applicabile secondo la normativa vigente in materia.
Verranno poi discussi provvedimenti in ordine ad altre forme di tassazione: dal regolamento per l'applicazione della nuova Imposta unica comunale (la famigerata Iuc), alla conferma delle aliquote per l’Imu, alle modalità di introduzione della Tasi (acronimo che sta per “Tassa sui servizi indivisibili”) con la individuazione appunto dei servizi indivisibili e delle relative aliquote, all’approvazione del piano finanziario e delle tariffe previste per la Tari (la nuova tassa sui rifiuti).
Infine, dopo l’esame e la votazione dei
numerosi emendamenti presentati dalle
minoranze allo schema di bilancio di previsione 2014-2016 e al documento unico
di programmazione per il medesimo triennio, si procederà alla approvazione di
questi due fondamentali strumenti di pianificazione finanziaria.
venerdì 25 luglio 2014
Sabato e domenica a Sant'Anna arrivano i No Tav
Mentre
nelle campagne di Calcinato, munite di fonometri e macchine fotografiche, le
prime squadre di giovani tecnici degli enti che la realizzeranno stanno setacciando le aree interessate dal passaggio della linea ferroviaria ad alta velocità, il coordinamento No Tav organizza un presidio per il weekend sulla Strada vicinale della Casetta, a ridosso del sottopasso ferroviario in località Sant’Anna.
prime squadre di giovani tecnici degli enti che la realizzeranno stanno setacciando le aree interessate dal passaggio della linea ferroviaria ad alta velocità, il coordinamento No Tav organizza un presidio per il weekend sulla Strada vicinale della Casetta, a ridosso del sottopasso ferroviario in località Sant’Anna.
Sabato 26 e domenica 27 luglio, dalle ore 19
alle 23, gli ambientalisti esporranno le mappe
dei tracciati previsti dal progetto preliminare, illustrando le zone che
verranno attraversate dalla grande opera ed effettuando volantinaggi ai cittadini interessati.
Stando alle informazioni sin qui a disposizione,
proprio a pochi metri dal presidio, in località Cascina Faccendina, inizierà lo
scavo di un tunnel profondo almeno 40 metri, che porterà la strada ferrata in
galleria per poi farla riemergere appena fuori Desenzano del Garda.
Ma la Tav piomberà nel territorio di Calcinato
dalla frazione Calcinatello, in località Quattro Vie; scorrerà a nord
dell’attuale ferrovia a fianco dell’autostrada Milano-Venezia e, all’altezza di
Ponte San Marco, passerà nei pressi del cavalcavia di via Stazione,
interessando la fornace vecchia, l’attiguo deposito edile e il quartiere di
recente edificazione in via Morti Sant’Amos.
La manifestazione No Tav del weekend si
svolgerà proprio in concomitanza con le due serate conclusive della sagra dei
Santi Anna e Gioacchino, che
da cinquant'anni si svolge in un'area che verrà quasi certamente interessata dal
passaggio della nuova linea ferroviaria.
mercoledì 23 luglio 2014
Volantinaggio No Tav a Sant'Anna nel weekend
Il Coordinamento No Tav sceglie la strada dell’informazione
porta a porta a chi abita o
lavora nelle zone destinate ad essere attraversate dal tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità per la tratta Brescia-Verona.
lavora nelle zone destinate ad essere attraversate dal tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità per la tratta Brescia-Verona.
“Questa modalità di
informazione personalizzata - osserva il portavoce Danilo Zeni – sta
funzionando bene e sarà ulteriormente diffusa perché la riteniamo molto
efficace per il coinvolgimento delle persone. Dal dibattito che abbiamo tenuto
con molti di essi lunedì scorso è emersa infatti una grande ignoranza sulla
materia, nonché l’assoluta mancanza di informazione e una sensazione di
conseguente disinteresse nelle popolazioni dei nostri Comuni, per cui su questo
bisognerà insistere, anche con la espansione dei comitati in tutti i paesi
interessati dal passaggio della Tav”.
In particolare, per il prossimo weekend il
Coordinamento ha programmato un presidio con volantinaggi alla Sagra di Sant’Anna, in località Gazzo a Calcinato, nelle serate di sabato 26 e domenica 27
luglio. E' necessario partecipare per informarsi su quanto prevede per il nostro Comune il progetto di questa grande opera.
martedì 22 luglio 2014
Se il buon giorno si vede dal mattino...
Con la delibera n. 67
del 17 giugno scorso la Giunta Municipale
ha deciso di proporre al consiglio comunale un VERTIGINOSO RADDOPPIO
DELL'ADDIZIONALE
COMUNALE IRPEF:
DAL 4 ALL'8 PER MILLE (aliquota massima applicabile!).
STRAVINTE
LE ELEZIONI,
LA
"NUOVA" GIUNTA LEGATI
RICOMINCIA
A FARE CASSA
CON I SOLDI DEI
LAVORATORI E DEI PENSIONATI.
GRAZIE
ALLA (SEMPRE PIU') CARA SIGNORA
E
SOPRATTUTTO A CHI L'HA VOTATA!
PS
- SE NON CI CREDI, IL CONSIGLIO COMUNALE E'
FISSATO PER LUNEDI' 28 LUGLIO ALLE ORE 20.45. INFORMATI E PARTECIPA!
lunedì 21 luglio 2014
La Tav a Calcinato
Dalle
mappe che è stato sinora possibile visionare del tracciato della linea
ferroviaria ad alta velocità (Tav) sulla tratta Brescia-Verona, il comune
senz’altro più coinvolto quanto a impatto ambientale è Calcinato.
La Tav entrerà nel nostro territorio a Calcinatello, in località
Quattro Vie all’altezza del bivio per la tangenziale SS11, più o meno dove si
trova il canile San Rocco. Qui è prevista la confluenza del tratto proveniente
da Brescia con quello dall’aeroporto di Montichiari, con la creazione di un
enorme incrocio.
Il sedime interessato al passaggio della
ferrovia - oltre ai binari, ci saranno anche aree di salvaguardia e opere di contenimento
(muri, terrapieni, ecc.) - avrà una larghezza di circa 100 metri, per l’incrocio
il doppio e forse più.
Proseguendo, la linea corre a nord e a fianco
dell’autostrada A4 Milano-Venezia, quindi passerà appena al di là del
cavalcavia di via Stazione (interessando anche la fornace vecchia e l’attiguo deposito
edile, con possibili conseguenze per il recente quartiere edificato in via
Morti Sant’Amos), a fronte del cimitero, e via continuando.
Infine, in località Cascina Faccendina (nei
pressi della chiesetta dei Santi Anna e Gioacchino) inizierà il tunnel (con profondità
di almeno 40 metri) che porterà la Tav in galleria sotto Lonato del Garda per
riemergere dopo Desenzano del Garda (in queste aree già sono stati realizzati studi
allarmanti per i possibili esiti che l’opera potrebbe avere sulle falde
acquifere).
L’impatto dell’imbocco della galleria, con
relativo cantiere, di questo tipo si può vedere dalle immagini di quella di
Chiomonte, in Val di Susa: uno stravolgimento del
panorama e del territorio di Calcinato.
Sappiamo che in questi giorni si stanno susseguendo
incontri ad ogni livello per discutere del tracciato. Informarsi personalmente e
informare il prossimo è oggi il compito minimo di ciascun calcinatese rispetto
a questa grande opera.
domenica 20 luglio 2014
sabato 19 luglio 2014
Lunedì da Lonato riparte la mobilitazione no tav
Affollata assemblea del
coordinamento No Tav mercoledì sera a Lonato, dove è stato messo a punto un
pacchetto di iniziative da realizzare sul territorio allo scopo di tenere alta
l’attenzione dei cittadini sul progetto della linea ferroviaria ad alta capacità
per la tratta Brescia-Verona, “l’unico su cui forse si può ancora intervenire
per tentare di bloccarne lo sviluppo o almeno ridurlo” come spiega
Danilo Zeni.
Il lancio della campagna di
mobilitazione è previsto per lunedì 21 luglio, quando alle ore 21 alla Civica
Biblioteca di via Zambelli 22, sempre a Lonato, si terrà un convegno di
presentazione a cui interverranno le diverse realtà impegnate su questo tema
nella nostra provincia e in quelle vicine.
In particolare, i no tav gardesani puntano “a
una presenza del Comitato alla Sagra di Sant’Anna in località Gazzo a Calcinato
nel prossimo weekend coinvolgendo gli organizzatori della manifestazione”.
“Quel sito - osserva Zeni - sarà interessato dalla costruzione dell’imbocco del
tunnel che poi passerà sotto Lonato per riemergere dopo Desenzano, con
immaginabile impatto ambientale per la zona”.
“A seguire - conclude - altre presenze nelle
sagre e luoghi di incontro lungo il tracciato e una passeggiata informativa per
fine settembre nei vigneti di produzione del Lugana, ancora con eventuale
coinvolgimento dei produttori stessi con visita alle aziende agricole destinate
alla scomparsa”.
venerdì 18 luglio 2014
La "nuova" Commissione comunale per il Paesaggio
Sono tre architetti a Calcinato i membri della
"nuova" Commissione comunale per il Paesaggio. Si tratta di Davide Sigurtà (che
presiederà l’organismo) di Lonato, Laura Furlan di Montichiari e Fabrizio
Franceschini di Brescia, tutti nominati martedì scorso dalla giunta municipale.
Ci chiediamo con quali criteri siano stati selezionati questi professionisti, scegliendoli fra i sette che hanno inoltrato la richiesta di farne parte.
Ci chiediamo con quali criteri siano stati selezionati questi professionisti, scegliendoli fra i sette che hanno inoltrato la richiesta di farne parte.
giovedì 17 luglio 2014
?
Sulla
ex statale 11 ben tre cartelli in rapida successione preannunciano
l'inizio di Ponte San Marco, uno per di più con la scritta barrata.
Ma in che paese viviamo, se termina prima di cominciare? E quanto ci
costano questi scherzetti?
martedì 8 luglio 2014
Riprende la mobilitazione no tav
Sala
gremita ieri sera a Lonato sopra la civica biblioteca per l’assemblea no
tav che ha visto la partecipazione dei comitati delle provincie di Brescia,
Mantova e Verona.
Roberto Saleri ha raccontato dell’arrivo della
grande opera a Brescia nei giorni scorsi “con il suo carico di disagi (traffico
stravolto per due anni in mezza città), devastazione (26 famiglie sfrattate,
numerose altre espropriate di giardini e murate dietro a pannelli di cemento di
6 metri d’altezza) e probabilmente malaffare (le ditte che la realizzano sono
le stesse degli scandali Expo e Mose)”, definendo la tav “un’opera inutile,
costosa e dannosa, dal momento che man mano che si costruisce il servizo di
trasporto pubblico locale viene lasciato a se stesso”. Oltre che costare due miliardi di euro, “la
tratta Brescia-Verona colpirà duramente i viticoltori, con danni per 14 milioni per la scomparsa di 250 ettari di
vigneti Lugana”.
Secondo Saleri “il progetto esecutivo sarà
pronto per la fine dell’anno prossimo e quindi la cantierizzazione partirà nel
2016”. Il giovane ha poi sottolineato “la necessità di costruire un
movimento popolare di opposizione,
andando a risignificare l’utilizzo del territorio del basso Garda, con il suo
distretto di economia solidale, esperienze di turismo responsabile, coltivazioni
agricole di pregio”.
“Al termine della vendemmia, ai primi di
ottobre – ha detto - incominceremo la mobilitazione sui luoghi del Lugana, con
una passeggiata nei territori colpiti e,
in particolare, fra i vigneti fra Desenzano e Lonato, incontrando gli operatori
vitivinicoli e le popolazioni che verranno espropriati dei terreni e abitazioni”.
Alessandra Zanini, una delle espropriate di
via Toscana, ha ripercorso con accenti commoventi la sua storia di cittadina che nel giro di un anno è
passata dalla lettura della notizia sulla stampa a vedere abbattuta la
palazzina in cui abiatva senza poter fare nulla, “a condizioni ridicole: 1500
euro al mq di indennizzo”. “Per evitare che questo accada di nuovo altrove – ha
dichiarato – occorre da subito mobilitarsi e informare i cittadini anche qui”.
Infine Marco Bendinelli ha inquadrato l’opera
nel contesto europeo, in cui “uno dopo l’altro i paesi stranieri stanno
fermando la realizzazione del Corridoio Mediterraneo, l’Italia è l’unica a occuparsene, fra l’altro con costi al km del triplo degli
altri Stati”. Ha poi prefigurato lo scenario per i prossimi anni nella zona: “cantieri,
traffico di camion, movimentazione terra, soprattutto per il doppio tunnel di 7
km a Lonato, in frazione campagna, dove la linea poi proseguirà fino a
Desenzano in trincea verso le colline moreniche del Lugana, con un paio di
viadotti e innumerevoli strade secondarie”.
Fra le proposte più significative emerse
dall’articolato dibattito, quella di “acquistare collettivamente terreni per
realizzarvi presidi permanenti di coscientizzazione delle persone” e la
preparazione di “due punti informativi in luoghi che si preannunciano caldi,
uno in località Campagna di Lonato e
l’altro nei pressi della Chiesa di Sant’Anna a Calcinato”.
giovedì 3 luglio 2014
Lunedì 7 luglio assemblea no tav a Lonato
Mentre a Brescia sta arrivando l’alta velocità con il suo carico di disagi
(traffico stravolto per due anni in mezza città), devastazione (26 famiglie
sfrattate, numerose altre espropriate di giardini e murate dietro a pannelli di
cemento di 6 metri d’altezza) e probabilmente malaffare (le ditte che la realizzano
sono le stesse degli scandali Expo e Mose), il ministro Lupi continua la sua opera di propaganda attorno al Tav. In
particolare, recentemente, ha definito come prioritaria la realizzazione della
Brescia-Padova, inserita nel cosiddetto “Sblocca Italia”.
Al di là del tono propagandistico delle sue esternazioni, quest’opera rappresenta l’ennesimo esempio dello spreco di risorse pubbliche che il sistema delle grandi opere ormai incarna in Italia, ossia una cupola in cui partiti politici, imprese costruttrici e mafie continuano ad accumulare enormi ricchezze a danno di tutti noi.
L’inutilità di quest’opera appare ormai in tutta la sua evidenza, come ci dimostrano i continui definanziamenti al trasporto pubblico locale e la soppressione dei treni regionali, che ha causato, ad esempio, il raddoppio dei tempi di percorrenza sulla Brescia–Padova nell’ultimo anno.
A questa motivazione va aggiunto l’enorme danno che questa infrastruttura, se non viene bloccata, arrecherebbe al territorio del Basso Garda sia in termini ambientali che in termini economici.
Innanzitutto il consumo di suolo di migliaia di ettari di suolo agricolo con la distruzione, così come denunciano da anni le associazioni dei viticoltori, di numerosi vigneti (si parla di circa 250 ettari di superficie, pari al 20% di tutta la produzione del Lugana, con una perdita economica pari a 14 milioni di euro annui). Intere frazioni e località di pregio, poi, verrebbero isolate da cantieri decennali, provocando così grandi disagi alle popolazioni residenti e al turismo, oltre a numerosissimi espropri e abbattimenti che ci dovranno, per forza di cose, essere. Nel progetto sono previsti anche dei tunnel (a Lonato il più grande) che sconvolgerebbero l’approvvigionamento idrico della zona e i cui danni, soprattutto all’agricoltura, sono difficilmente stimabili preventivamente, col rischio che si vengano a creare nuove aree aride a valle di questi scavi (la devastazione causata dalla realizzazione dei tunnel tav nel Mugello ci dimostra la concretezza di questo rischio).
Sappiamo che queste opere per decenni hanno potuto viaggiare con il consenso di una classe politica corrotta che ne spianava (e continua a spianare) la strada sul piano legislativo e abbandona ogni tipo di discussione democratica attorno alla loro effettiva utilità.
Questo fatto ci deve dare la consapevolezza che solo costruendo percorsi di mobilitazione popolare si possono fermare questi progetti. Sappiamo che il tempo stringe, ma fermare il tav è possibile.
Perché la nostra terra non è in (s)vendita.
Perché il tav non è progresso, ma solo corruzione e malaffare.
Perché abbiamo l’obbligo di dare un futuro dignitoso a noi e a tutte le generazioni che verranno.
Per questi motivi invitiamo persone, associazioni, realtà politiche, comitati a dare vita ad un’assemblea pubblica per cominciare a costruire l’opposizione al tav Brescia-Verona .
Ci vediamo lunedì 7 luglio a Lonato nella saletta della biblioteca, in via Zambelli 22, alle ore 20.30.
Al di là del tono propagandistico delle sue esternazioni, quest’opera rappresenta l’ennesimo esempio dello spreco di risorse pubbliche che il sistema delle grandi opere ormai incarna in Italia, ossia una cupola in cui partiti politici, imprese costruttrici e mafie continuano ad accumulare enormi ricchezze a danno di tutti noi.
L’inutilità di quest’opera appare ormai in tutta la sua evidenza, come ci dimostrano i continui definanziamenti al trasporto pubblico locale e la soppressione dei treni regionali, che ha causato, ad esempio, il raddoppio dei tempi di percorrenza sulla Brescia–Padova nell’ultimo anno.
A questa motivazione va aggiunto l’enorme danno che questa infrastruttura, se non viene bloccata, arrecherebbe al territorio del Basso Garda sia in termini ambientali che in termini economici.
Innanzitutto il consumo di suolo di migliaia di ettari di suolo agricolo con la distruzione, così come denunciano da anni le associazioni dei viticoltori, di numerosi vigneti (si parla di circa 250 ettari di superficie, pari al 20% di tutta la produzione del Lugana, con una perdita economica pari a 14 milioni di euro annui). Intere frazioni e località di pregio, poi, verrebbero isolate da cantieri decennali, provocando così grandi disagi alle popolazioni residenti e al turismo, oltre a numerosissimi espropri e abbattimenti che ci dovranno, per forza di cose, essere. Nel progetto sono previsti anche dei tunnel (a Lonato il più grande) che sconvolgerebbero l’approvvigionamento idrico della zona e i cui danni, soprattutto all’agricoltura, sono difficilmente stimabili preventivamente, col rischio che si vengano a creare nuove aree aride a valle di questi scavi (la devastazione causata dalla realizzazione dei tunnel tav nel Mugello ci dimostra la concretezza di questo rischio).
Sappiamo che queste opere per decenni hanno potuto viaggiare con il consenso di una classe politica corrotta che ne spianava (e continua a spianare) la strada sul piano legislativo e abbandona ogni tipo di discussione democratica attorno alla loro effettiva utilità.
Questo fatto ci deve dare la consapevolezza che solo costruendo percorsi di mobilitazione popolare si possono fermare questi progetti. Sappiamo che il tempo stringe, ma fermare il tav è possibile.
Perché la nostra terra non è in (s)vendita.
Perché il tav non è progresso, ma solo corruzione e malaffare.
Perché abbiamo l’obbligo di dare un futuro dignitoso a noi e a tutte le generazioni che verranno.
Per questi motivi invitiamo persone, associazioni, realtà politiche, comitati a dare vita ad un’assemblea pubblica per cominciare a costruire l’opposizione al tav Brescia-Verona .
Ci vediamo lunedì 7 luglio a Lonato nella saletta della biblioteca, in via Zambelli 22, alle ore 20.30.
mercoledì 2 luglio 2014
Ucraina, genesi di un conflitto
Stampa e Tv disegnano il quadro di un’Ucraina
povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo
che, dopo avere strappato la penisola di Crimea, se la vorrebbe mangiare
tutta. Ma la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt’altro che
lineare. E l’Europa sembra avere dimenticato storia, geografia e
politica
L’Europa non è certo nata in chiave antiamericana ma,
date le dimensioni e il numero degli abitanti, almeno come grande
mercato autonomo e con una moneta forse concorrenziale; e per alcuni
anni questo è stata. Ma da qualche tempo ha sottolineato in modo
sbalorditivo un ruolo che una volta si sarebbe detto “atlantico”. Non
più sotto il vessillo anticomunista, il comunismo essendo scomparso da
un pezzo, ma antirusso.
Qualche anno fa, Immanuel Wallerstein mi
diceva che, spento ogni scontro ideologico, le nuove guerre sarebbero
state commerciali. E quale altro senso dare al conflitto in corso a
Kiev? Esso sembra avere per oggetto l’identità nazionale dell’Ucraina.
Eccezion fatta per il manifesto, tutta la stampa e le tv
disegnano il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si
dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo; il quale le ha già strappato
la penisola di Crimea e se la vorrebbe mangiare tutta. Manca poco che
la Russia non sia definita un nuovo terzo Reich. In occasione del
settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, il presidente
francese Hollande è stato accusato di aver invitato alle celebrazioni
anche Putin - come se la battaglia di Stalingrado non avesse permesso
agli Stati Uniti il medesimo sbarco, distraendo dal Nord Europa il
grosso della Wehrmacht - nello stesso tempo invitando niente meno che
dei reparti tedeschi a partecipare alla rievocazione del primo
paracadutaggio alleato sul villaggio di Sainte-Mère-l’Eglise.
Da
qualche giorno poi sappiamo che gli Stati Uniti, neppure il presidente
Obama, ma il suo ex rivale Mc Cain - hanno ammonito la Bulgaria, la
Serbia e gli altri paesi coinvolti in un progetto di gasdotto per
trasportare il gas russo in Europa (con un tracciato che evitava
l’Ucraina, perché cattiva pagatrice) a chiudere i cantieri in corso,
preferendo un nuovo tragitto attraverso l’Ucraina a quello diretto per
l’Europa occidentale. Stupore e modeste proteste di Bruxelles, convinta
che si tratti di una minaccia simbolica. Che tuttavia va inserita nel
quadro di un cambiamento delle esportazioni Usa, ormai indirizzate al
commercio del gas di scisto, per altro non ancora avviato.
L’Europa
teme dalla Russia rappresaglie per avere applaudito all’abbattimento
del presidente ucraino filorusso Yanukovic da parte delle forze (piazza
Maidan) che sono ora al governo a Kiev. Ma la storia dei rapporti tra
Russia e Ucraina è tutt’altro che lineare. Il principato di Kiev è stato
la prima forma del futuro impero russo, annesso da Caterina II alla
Russia verso la metà del XVIII secolo, stabilendo in Crimea la sua più
forte base navale. La sua cultura, il suo sviluppo e i suoi personaggi,
da Gogol a Berdiaev, sono stati fra i protagonisti della letteratura
russa del XIX secolo. L’intera letteratura russa resta segnata dalla
guerra fra Russia, Inghilterra e Francia, che hanno cercato di mettervi
le zampe sopra: si pensi soltanto a Tolstoi e alla topografia delle
relative capitali ricche di viali e arterie che la commemorano
(Sebastopoli). Ma il paese, che all’origine era stato percorso, come
l’Italia, da una moltitudine di etnie, dagli Sciti in poi, ha stentato a
unificarsi come nazione, distinguendosi per lotte efferate e non solo
ideali fra diversi nazionalismi, spesso di destra. Il culmine è stato
nella prima e seconda guerra mondiale: nella prima sotto la presidenza
di Petliura, nazionalista di destra, quando l’Ucraina è stata l’ultimo
rifugio dei generali “bianchi” Denikin e Wrangel, con lo scontro fra lui
e la repubblica sovietica di Karkov. Solo con la vittoria definitiva
dell’Urss si è consolidata la Repubblica sovietica nata a Karkov,
destinata a diventare negli anni trenta il centro
dell’industrializzazione. Industrializzazione sviluppatasi
esclusivamente all’est (il bacino del Donbass, capoluogo Karkov), mentre
l’ovest del paese restava per lo più agricolo (capoluogo Kiev, come di
tutta la repubblica); e questo rimane alla base del contenzioso fra le
due parti del paese. Nella seconda guerra mondiale, poi, l’occupazione
tedesca ha incontrato il favore di una parte del panorama politico
ucraino, un’eredità evidentemente ancora viva nei recenti fatti di
piazza Maidan: il partito esplicitamente nazista circola ancora e non è
l’ultima delle ragioni per cui il paese resta diviso fra la zona
orientale e quella occidentale. Nel secondo dopoguerra, Kruscev dette
all’Ucraina piena autonomia amministrativa, Crimea compresa, senza
alcuna conseguenza politicamente rilevante perché restava un processo
interno all’Unione Sovietica.
È soltanto dal 1991 e dal crollo
dell’Urss che, anche su pressione polacca e lituana, il governo
dell’Ucraina guarda all’Europa (e alla Nato) e incrementa lo scontro con
la sua parte orientale. Sembra impossibile che in occidente non si sia
considerato che l’Unione Sovietica non era solo una formula giuridica:
scioglierla d’imperio e dall’alto, come è avvenuto nel 1991, significava
creare una serie di situazioni critiche sia nelle culture che nei
rapporti economici che attraversavano tutto quel vasto territorio. Da
allora, Kiev non ha nascosto di puntare a un’unificazione etnica e
linguistica anche forzosa delle due aree, fino a interdire l’uso della
lingua russa agli abitanti dell’est cui era abituale.
L’Europa e
la Nato non hanno mancato di appoggiare le politiche di Kiev, e poi
l’insurrezione contro il presidente Yanukovic assai corrotto, costretto a
tagliare la corda in Russia. Ma la zona orientale non lo rimpiange
certo: non tollera il governo di Kiev e la sua complicità con la Nato,
ma non perché abbia nostalgia di questo personaggio. Si è rivoltata
contro la politica passata e recente di Kiev che ha tentato perfino di
impedire l’uso della lingua russa, usata dalla maggioranza della
popolazione all’est. L’Europa e la Nato, appoggiate da Polonia e
Lituania, affermano che non si tratta di un vero e spontaneo sbocco
nazionalista, ma di una ingerenza diretta della Russia, e così dicono
stampa e televisione italiana. Non c’è dubbio che la Russia abbia voluto
il ritorno della Crimea nel suo grembo, ma la proposta dell’est di
andare a una federazione con l’ovest, garantendo l’autonomia di tutte e
due le parti, è stata bocciata da Kiev e dal governo degli insorti. La
decisione di votare in un referendum all’est contro Kiev è stata presa
non da Putin, messo in imbarazzo, ma dalla popolazione dell’est che ha
votato in questo senso al 98%. Non si tratta di un processo regolare
(non accetteremmo che l’Alto Adige votasse una delle prossime domeniche
la sua appartenenza all’Austria, senza alcun precedente negoziato
diplomatico), ma non è stato neppure una manovra russa come l’Europa
tutta ha sostenuto.
È sorprendente che perfino il poco che resta
delle sinistre europee abbia sposato questa tesi e che in Italia le
riserve di Alexis Tsipras sulle politiche di Bruxelles non abbiano
alcuna eco. C’è perfino chi evoca in modo irresponsabile azioni armate
contro Mosca. La deriva dei conflitti, anche militari, e non solo in
Ucraina, rischia di segnare sempre di più un’Europa che ha dimenticato
storia, geografia e politica.
Rossanda Rossanda, www.sbilanciamoci.info, 29 giugno 2014
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