Fa
discutere il progetto dell'impianto che a Bedizzole dovrebbe trattare
tutta la frazione umida dei rifiuti domestici (la cosiddetta forsu)
della provincia.
L'insediamento,
che dovrebbe sorgere in un'area vicina al confine con Calcinato, è
al centro di un duro attacco di Laboratorio Ambiente e Comitato
Cittadini.
“Negli
incontri e comunicazioni con il sindaco e il vicesindaco di Bedizzole
– racconta la portavoce del Comitato Cittadini Laura Corsini - gli
amministratori si sono sempre dichiarati 'terzi' rispetto al
progetto. Però i fatti e il silenzio assordante di informazione
verso i cittadini ci lasciano alcuni dubbi”.
“Perché
– chiede l'esponente ambientalista - questo silenzio da parte del
Comune mentre è in atto in Provincia l'autorizzazione a questo
progetto? Forse che gli amministratori di Bedizzole sono favorevoli,
visto che saranno poco coinvolti dall’impatto ambientale che
l'azienda causerà al territorio, in quanto la costruzione è
prevista a confine con Calcinato e Lonato?”.
Considerato
che “l’impianto comporterebbe per le casse comunali significativi
introiti di 'compensazione ambientale', tanto da rimpinguare, ogni
anno e non poco, le casse municipali, non è che i 'benefici' che ne
deriverebbero hanno fatto scegliere di non convocare nessuna
assemblea pubblica, proprio in attesa che sia la Provincia a
decidere?”.
Rileva
poi che “l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a
Bedizzole è Aprica, di proprietà del Gruppo A2A, la stessa che
intende realizzare l’impianto, dove sarebbe conferita la forsu
raccolta anche a Bedizzole, forse con un probabile sgravio sulla
Tari”.
Corsini
afferma di non comprendere nemmeno la posizione del Comune di
Calcinato, “che addirittura, oltre a non avere nessun introito
economico per la costruzione di questo impianto (così ci è stato
detto), ad oggi non solo non si è ancora dichiarato in tal senso, se
non a mezzo dell’assessore all'ambiente il quale ha dichiarato che
restava in attesa della decisione del Comune di Bedizzole, e ad oggi
non ha ancora organizzato un’assemblea pubblica per informare i
residenti della frazione di Ponte San Marco che a meno di 800 metri
verrà costruito un altro impianto di trattamento dei rifiuti con
produzione di biometano e compost”.
Precisa
inoltre “che le richieste di delucidazioni effettuate in Conferenza
dei servizi da parte dei due Comuni l’Azienda le ha tutte
praticamente eluse trincandosi dietro il consueto slogan dell'
'impianto di pubblica utilità' (aspetto questo che consente di
aggirare anche il Pgt comunale, considerato che Bedizzole ha già
consentito di delimitare i confini dell'area destinata
all'impianto)”.
Fra
gli aspetti che maggiormente vengono contestati c'è “la mancata
valutazione degli impatti cumulativi prevista dalla legge,
considerato che dovrebbe sorgere su un'area di 32mila mq in un
contesto dove sono già presenti diverse attività di smaltimento dei
rifiuti e altre imprese”, “le modalità di controllo dei
contaminanti nel flusso emissivo: l'azienda vorrebbe ottenere una
prescrizione per la concentrazione dell'ammoniaca circa tre volte
quello di 5 mg/m3 indicato nella Dgr regionale 12764 del 2003
accampando motivazioni prive di riscontro oggettivo”, “l'invarianza
idrica imposta per motivazioni di carattere idrogeologico e l'impatto
ambientale dovuto all'incremento del traffico veicolare dei mezzi
pesanti”.
Inoltre
i due Comitati preannunciano che “segnaleranno all’Agenzia per la
Concorrenza del Mercato il fatto che l’impianto per il trattamento
della forsu (75 mila 843 tonnellate anno) e produzione di
biogas/biometano vedrà il conferimento senza alcuna gara di evidenza
pubblica”.
“L’economia
circolare prevede che il rifiuto della raccolta differenziata
sostituirà molte materie prime fossili come materia prima per la
produzione di manufatti, biocarburanti, beni di consumo” osserva la
portavoce. “L’Agcom ha già ribadito in diverse occasioni che sia
messo a disposizione delle attività produttive e del libero mercato
che le regolano, impedendo pratiche protettive e limitazioni alla sua
libera disponibilità quale materia prima-seconda necessaria
all’industria”.
Infine
sostiene che “i piani economico-finanziari dei nuovi impianti di
A2A in costruzione si fondano sulla certezza del conferimento della
forsu da parte delle aziende controllate dal gruppo ad un determinato
costo fisso per 20 anni. Ciò significa che, mentre il costo di
smaltimento della forsu è destinato a scendere, e con esso la
tariffa rifiuti, la Tari per la frazione organica rimarrà alta e
invariata per i cittadini per 20 anni, con aggravio per le casse
pubbliche e per le tariffe emesse a carico dei cittadini”.