
La verità storica ci dice che quello fu
il più sanguinoso conflitto di tutti i tempi: 37 milioni di vittime:
16 milioni di morti e 21 milioni di feriti e mutilati, sia militari
che civili. In Italia i morti furono 650.000, i feriti 1.250.000 di
cui 675.000 mutilati. Queste le conseguenze di una folle decisione
voluta da re e governo contro il Parlamento (450 deputati su 508
erano contrari), per conquistare terre che si potevano ottenere per
via diplomatica, come voleva Giolitti.
La
Grande Guerra fu chiamata così per la capacità
distruttiva su larga scala messa in campo dagli eserciti. Quei
quattro anni provocarono la veloce riconversione delle moderne
invenzioni tecniche in strumenti bellici, finalizzati al terrore di
massa. Il sistema economico indirizzò tutte le sue risorse a
sostenere la guerra. Le nuove fabbriche chimiche, meccaniche,
aeronautiche e navali furono rapidamente piegate al servizio delle
armi chimiche, dei carri armati, degli aerei da combattimento, dei
sottomarini da guerra, moltiplicando la produzione in tutti i
settori. La guerra diventò, per la prima volta, di massa e totale,
segnando uno spartiacque che divide la storia e la memoria moderna in
un prima e un dopo.
Oggi, dopo
un altro secolo di conflitti armati, è ora di voltare
pagina, e costruire le condizioni per affrontarli con i metodi della
nonviolenza. Per questo chiediamo che il Parlamento approvi la
proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione del
Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta, che
l'Italia sottoscriva il Trattato Onu per la messa al bando delle armi
nucleari e che il governo avvii una drastica riduzione delle spese militari che ci
costano 70 milioni di euro al giorno.
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