mercoledì 28 aprile 2021

Un '77 tutto da sfogliare

A Gussago i fratelli Tonini hanno pubblicato per le loro edizioni L'Arengario i vivaci e icastici Disegni per Lotta Continua (58 pagine a colori, s.i.p.), realizzati nel fatidico anno 1977 dall'illustratore Pablo Echaurren, figlio del pittore surrealista Sebastian Matta e noto per essere stato fra i maggiori protagonisti della controcultura giovanile e uno dei fondatori degli indiani metropolitani.
Per chi allora non c'era, è bene sapere che già il quotidiano “Lotta Continua” non era un giornale come gli altri. “Nel panorama della sinistra extraparlamentare - scrive Paolo Tonini nella prefazione al volume - loro erano gli 'spontaneisti', quelli senza 'linea', 'strategia' ecc., punto di riferimento per chiunque avesse qualcosa da rivendicare: il comunismo, l’anarchia, dissidenti, giovani scappati di casa, femministe, omosessuali, disoccupati, sballati, vagabondi, cani sciolti, hippies, santoni, zombies”.
“In mezzo a quella congerie di varia umanità - racconta - c’era anche Pablo. Già da dieci anni le sue opere circolavano nelle gallerie d’avanguardia (Arturo Schwarz in particolare). Ma l’etichetta di artista non lo ispirava. Voleva stare in mezzo alla vita, comprendere il casino, dare forma ai pensieri, alle preoccupazioni, ai sogni di quello 'strano movimento di strani studenti' così diverso dal '68, renitente a ogni autorità, ostile a leader, deleghe e prediche. Cortei, spranghe, risate, sparatorie, girotondi e lacrimogeni, feste collettive e polizia, sgomberi, occupazioni, qualcuno che moriva, qualcuno che spariva, galera e jacquerie, baciarsi e abbracciarsi senza che pesi un sesso o l’altro, mille giornali durati un giorno, muri dipinti, scriversi addosso. Pablo tutto questo lo ha raccontato coi suoi disegni. Niente celebrazioni né satira: solo tenerezza e ironia, la consapevolezza che tutto fosse troppo bello per durare”.
Il primo disegno esce il 12 marzo, il giorno in cui a Bologna un carabiniere uccide lo studente Francesco Lorusso. E poi l'assalto al palco di Lama all'università di Roma, l'assassinio di Giorgiana Masi, le campagne libertarie, i festival di Re Nudo, l'esperienza delle radio libere. La potenza di fuoco della sua ironia animò le colonne del quotidiano extraparlamentare con mostri anomali, animali parlanti, alfabeti ignoti, alieni, mutanti, linguaggi incomprensibili, altrove che mai si sarebbero visti. Segni inconfondibili di quell’anno irripetibile.
“Riprendiamoci la vita” si urlava nelle piazze e cantava Claudio Lolli nella canzone simbolo di quell'anno ribelle. Ed è proprio di vita che sono colmi i segni, i colori e le parole di queste pagine che mai ingialliranno, lungo le quali scorrono i fenomeni e gli eventi che marchiarono indelebilmente quella generazione in cerca di pane ma anche di rose.

martedì 27 aprile 2021

Marxismo

Quelli che hanno la mia eta' Marx l'hanno letto alla luce delle nostre guerre. Hanno sempre sentito chiamare marxista chi le potenze delle armi, del profitto o del potere avevano voluto ridurre al silenzio. "E tu come li chiami i popoli oppressi o uccisi in nome di Marx?", mi si chiedera' ora; forse supponendo che non abbia trovato il tempo, finora, di chiedermelo. Rispondo che sono dalla mia parte. Li conto insieme a quelli che dal Diciassette, quando sono nato, sono nemici dei miei nemici, a Madrid come a Shanghai, a Leningrado come a Roma, a Hanoi, a Santiago, a Beirut... I cacciatori di "bestie marxiste" (cosi' si esprimono) devono sempre aver avuto difficolta' ad apprezzare le differenze teoriche fra marxiano, marxista, socialista, comunista, bolscevico e cosi' via. Mi spieghero' meglio, per loro beneficio. C'e' una foto russa, del tempo della guerra civile: un plotone di morti di fame, in panni ridicoli, cappellucci alla Charlot in testa, scarpe slabbrate; e a spall'arm i fucili dello zar. Questo e' marxismo. C'e' un'altra foto, Varsavia 1956, un giovane magro, impermeabile addosso, sta dicendo nel microfono, a una sterminata folla operaia che il giorno dopo l'Armata rossa, come a Budapest, puo' volerli morti o deportati. Anche questo e' marxismo. Con chi queste cose dice di non capirle, di marxismo e' meglio non parlare neanche. 
Un certo numero di italiani miei coetanei sparve anzitempo dalla faccia della terra, combattendo borghesi e fascisti. Grazie a loro se le forze dell'ordine volessero perquisirmi, potrei mostrare che sul miei scaffali invecchiano le opere di Marx, di Lenin e di Mao, senza temere, ancora, di venire trascinato alla tortura e alla fossa com'e' accaduto e ogni giorno accade a poche ore di aereo da casa nostra. Dieci o quindici anni fa poco e' mancato che la civica arena o il catino di San Siro non accogliessero, come lo stadio di Santiago del Cile, le "bestie marxiste". So chi mi avrebbe aiutato, in quel caso: non sarebbero stati davvero quelli che mi conoscono perche' hanno letto i miei libri. E ora approfitto di queste righe per salutare Alaide Foppa, mia collega di letteratura italiana a Citta' di Messico. La conobbi anni fa. In questi giorni ho saputo chi l'ha ammazzata, in Guatemala. Anche questo e' marxismo. 
Cominciai nel 1940 col Manifesto, per consiglio di Giacomo Noventa e Giampiero Carocci; senza alcun entusiasmo. Capii poi qualcosa da Trockij e Sorel. Durante la guerra vissi in fanteria un buon corso di marxismo pratico. A Zurigo, nell'inverno 1943-44, non so quanti libri lessi, riassunsi e annotai, che parlavano di socialismo e di materialismo storico. Si faceva fuoco di ogni frasca, allora. Un opuscolo in francese, ricordo, mi fu molto utile; l'aveva scritto un tale che firmava con lo pseudonimo, seppi poi, di Saragat. L'apprendistato comprendeva testi anche troppo disparati: Malraux e Rosselli, Victor Serge e Silone, Mondolfo e Eluard... 
A guerra finita vennero letture meno selvagge: le opere storiche (Le lotte di classe in Francia, Il diciotto brumaio, La guerra civile in Francia), parte della Sacra famiglia, i primi capitoli, splendidi di genio e forza sintetica, della Ideologia tedesca, i due volumi del primo libro del Capitale, e a partire dal 1949 quei Manoscitti economico-filosofici del 1844 oggi tanto derisi e che mai hanno cessato di stupirmi per la loro capacita' di guidarci da Hegel fino ai giorni che ancora ci aspettano; e di dirci parole di incredibile attualita'. E altro ancora. 
Dopo vent'anni di diatribe storico-filologiche sul primo e il secondo Marx; dopo Lukacs e Sartre, Bloch e Sohn-Rethel, Adorno e Althusser, Mao e gli amici torinesi di "Quaderni rossi", a quelle pagine non ho piu' sentito il bisogno di tornare se non nei termini di cui parla Brecht in una poesia intitolata, appunto, "Il pensiero nelle opere dei classici": 

Non si cura 
che tu gia' lo conosca; gli basta 
che tu l'abbia dimenticato... 
senza l'insegnamento 
di chi ieri ancora non sapeva 
perderebbe presto la sua forza rapido decadendo. 

Non stiamo commemorando la nostra giovinezza. Anche se fondamentale, quel pensiero non e' se non un passaggio dell'ininterrotto processo che porta da luce a oscurita' poi ad altra luce, e dal credere di sapere al sapere di credere. Se ne compone (come quella di chiunque) la nostra esistenza. O per la gioia dei piu' sciocchi dovremmo ripetere qual che ci sembra di aver detto sempre e cioe' di non aver creduto mai che il pensiero di Marx potesse fungere da chiave interpretativa del mondo piu' o meglio di quanto lo faccia, ad esempio, la poesia dell'Alighieri? Una educazione alla storia ci faceva almeno intravvedere quel che era stato detto e fatto ben prima e sarebbe stato detto e patito molto dopo di noi. 
Quando, per l'Italia, almeno dal 1900, data del libro di Croce, ci viene ogni qualche anno ripetuto che quella di Marx e' filosofia superata, non ho difficolta' ad ammetterlo; sebbene subito dopo domandi che cosa significa superare la filosofia di Platone o di Kant. Quando ci viene spiegato che la teoria marxiana del valore o quella sulla caduta tendenziale del saggio di profitto sono manifestamente errate, non ho difficolta' ad ammetterlo; anche perche' mai l'ho impiegata per capire come vadano le cose di questo mondo. Quando mi si dimostra che l'idea, certo marxiana, di un passaggio dalla preistoria umana alla storia mediante la fine della proprieta' privata, dello Stato e del lavoro alienato, si fonda su di una antropologia fallace e senz'altro smentita dai "socialismi reali", apertamente lo riconosco; anche perche' ho sempre attribuita la figura d'un progresso illimitato all'errore che afferma la indefinita perfettibilita' dell'uomo, un errore illuministico-borghese che Marx ebbe a ereditare. 
Ma quando mi si dice che la teoria delle ideologie e' falsa, che la lotta delle classi e' una favola e che il socialismo e' una utopia senza neanche l'utilita' pragmatica delle utopie, chiedo allora un supplemento di istruttoria. Primo, perche' il pensiero epistemologico contemporaneo, dalla critica psicanalitica del soggetto fino alla semiologia, conferma la fine d'ogni immediata coerenza fra parola, coscienza e realta', come fra mondo e concezioni del mondo; secondo, perche' a tutt'oggi e' difficile negare - e lo si sapeva ben prima di Marx - l'esistenza di ininterrotti conflitti di interessi fra gruppi umani per il possesso dei mezzi di produzione e la ripartizione del prodotto sociale; conflitti determinati dai modi del produrre e determinanti l'assetto, o lo sconvolgimento, dell'intera societa'. Per quanto e' del terzo ed ultimo punto, convengo volentieri che esso rinvia ad una persuasione indimostrabile. 
La volonta' di eguaglianza e giustizia pertiene alla politica solo grazie alla mediazione dell'etica e della religione. Marx non ne ha data nessuna ragione migliore. Indipendentemente da ogni mito perfezionista, credo si debba continuare a volere (un volere che implica lotta) una sempre piu' sapiente gestione delle conoscenze e delle esistenze. Il "sogno di una cosa" e' la realizzata capacita' dei singoli e delle collettivita' di operare sul rapporto fra necessita' e liberta', fra destino e scelta, fra tempo e attimo. 
Il movimento socialista e comunista si e' fondato per cent'anni su quel che si chiamava l'insegnamento di Marx. Ne era parte maggiore l'idea che il passaggio al comunismo dovesse essere conseguenza dello sviluppo delle forze produttive, della industrializzazione e della crescita della classe operaia; e compiersi con una pianificazione centralizzata. In questi nodi di verita' e di errore si e' legato il "socialismo reale". Oggi gli esiti del passato ci impediscono di guardare al futuro. Sono esiti tragici non solo per cadute politiche, economiche o culturali ne' solo per costi umani; ma perche', anche al di fuori dei paesi comunisti, il "marxismo reale" ha accettato il quadro mentale del suo antagonista: primato della tecnologia, etica della efficienza, sfruttamento dei piu' deboli. Sembrano falliti tutti i tentativi per uscire da questa logica: massimo quello cinese. Eppure, Bloch dice, non e' stata data nessuna prova che quella uscita sia impossibile. L'eredita' marxiana e' divisa: una meta' e' ancora nostra, l'altra e' dei nemici del socialismo e comunismo, sotto ogni bandiera, anche rossa. 
Quanto alla mente geniale morta cent'anni fa, e' anche grazie ad essa che e' stato ridimensionato il ruolo delle grandi personalita' e dei loro sepolcri. Pero' ho visitato con commozione a Parigi il Muro dei Federati, a Nanchino la Terrazza della Pioggia di Fiori o dei Centomila Fucilati; mi fosse possibile, andrei a onorare i morti dei Gulag: sono tutti di una medesima parte, tuttavia parte; non ipocrita bacio tra vittime e carnefici. Marx ci ha infatti insegnato a capire una volta per sempre quale opera implacabile gli ignoti, gli infiniti vinti vincitori, compiano entro le societa' che preferirebbero ignorarli ed entro di noi; quali cunicoli scavino, quali fornelli di mina preparino anche in coloro che li odiano per aver voluto qualcosa che interi popoli oppressi continuano, morti e vivi, a volere. Tutta la storia umana, ci dice, deve essere ancora adempiuta, interpretata, "salvata". E o lo sara' o non ci sara' piu' - sappiamo che e' possibile - nessuna storia. O ti interpreti, ti oltrepassi, ti "salvi" o non sarai esistito mai. 
L'amico di Federico Engels non e' stato davvero il primo a dircelo. L'ultimo si'. E meglio ancora ogni giorno lo dice, oscuro a se stesso, "il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente" (Ideologia tedesca, 1845-46, I, a). Anche questo e' marxismo.

Franco Fortini, “Corriere della sera”, 29 marzo 1983

sabato 24 aprile 2021

“I Morelli nella tempesta della guerra”. La Calcinato che resiste stasera è su YouTube

Calcinato non dimentica. Stasera alle ore 20.30 Acli, Bene Comune, In-Patto 2.0, Fnp-Cisl, Movimento Nonviolento, Associazione Dieci Giornate, Anpi, Fiamme Verdi, Aned, Spi-Cgil, Agesci e Comitato Cittadini organizzano un convegno on line dedicato ai “Morelli: una famiglia a Calcinato nella tempesta della guerra”, con la partecipazione di Gianni Mendini, Lorenzo Bravo e Maria Mendini, figli e nipote di Anna Maria Morelli, scomparsa lo scorso 30 giugno.
L'iniziativa intende ricordare la cara e buona presenza di questa maestra che fu incarcerata dai nazifascisti, ultima testimone delle persecuzioni che subì con la sua famiglia e della necessità di tramandare la memoria dei nostri martiri, uccisi nelle carceri e nei lager, in difesa della storia italiana, dei valori fondativi della nostra comunità, della Repubblica nata dalla Resistenza.
Si parlerà quindi anche di suo padre Antonio, generale del Regio Esercito internato in Germania perché rifiuto di aderire alla Repubblica sociale italiana, e di suo fratello Giovanni, partigiano deportato nel lager di Mauthausen dove morì di sevizie e stenti l'11 febbraio 1945.
L'iniziativa si potrà seguire in diretta sul web al canale https://www.youtube.com/channel/UCBQsWf8_caUwsGUj49P36ig

giovedì 22 aprile 2021

Sabato 24 manifestazione antimilitarista a Ghedi

Sabato 24 aprile dalle ore 15 un variegato arcipelago di gruppi e movimenti antimilitaristi organizza un presidio alla aerobase di Ghedi.
“Gli Stati Uniti, dopo aver contribuito a liberarci dal fascismo, hanno reso il nostro Paese una ‘colonia’ del loro immenso impero” scrivono in una nota gli organizzatori. “Ci fu un ‘passaggio di chiavi da un carceriere all’altro, Piano Marshall Oblige!’ e ci siamo ritrovati in casa dei nuovi padroni. La retorica della libertà e della democrazia ci ha fatto accettare persino l’inaccettabilità della bombe atomiche sganciate dagli americani sulle popolazioni di Hiroshima e Nagasaki”.
“A 76 anni dalla fine del Secondo conflitto mondiale e ad oltre 30 dalla caduta del muro di Berlino - si chiedono - che scopo può avere la NATO se non quello di continuare ad alimentare il ‘complesso militare industriale’ aumentando pericolosamente le tensioni a livello mondiale?”.
“Siamo ad un passo da un confronto atomico tra USA e Russia!” sottolineano. “Nella base di Ghedi sono iniziati i lavori per realizzare la principale base operativa dei caccia F-35A dell’Aeronautica italiana armati delle nuove bombe nucleari B61/12”.
“Non possiamo festeggiare il 25 aprile se non comprendiamo l’urgenza di liberarci di tutte le basi americane e di morte che ci sono sul nostro territorio e di ritirare tutti i contingenti italiani all’estero” concludono.

mercoledì 21 aprile 2021

Sabato 24 Calcinato ricorda la famiglia Morelli

Sabato 24 aprile alle ore 20.30 a Calcinato un ampio ventaglio di associazioni, forze politiche e sindacati - si va dalle Acli a Bene Comune, da In-Patto 2.0 alla Fnp-Cisl, dal Movimento Nonviolento all'Associazione X Giornate, dall'Anpi alle Fiamme Verdi, dall'Aned al Comitato Cittadini - organizza un convegno on line dedicato ai “Morelli: una famiglia a Calcinato nella tempesta della guerra”, al quale interverranno Gianni Mendini, Lorenzo Bravo e Maria Mendini, figli e nipote di Anna Maria Morelli, fulgida figura di educatrice antifascista scomparsa lo scorso 30 giugno.
“L'iniziativa - spiegano i promotori in un nota congiunta - intende fare memoria della cara e buona presenza di questa maestra che fu perseguitata e incarcerata dai nazifascisti, ultima testimone delle persecuzioni che subì con la sua famiglia e della necessità di tramandare la memoria dei nostri martiri, uccisi nelle carceri e nei lager, in difesa della storia italiana, dei valori fondativi della nostra comunità, della Repubblica nata dalla Resistenza”.
“Si parlerà quindi anche di suo padre Antonio, generale del Regio Esercito internato in Germania perché rifiutò di aderire alla Repubblica sociale italiana, e di suo fratello Giovanni, partigiano deportato nel lager di Mauthausen dove morì di sevizie e stenti l'11 febbraio 1945” sottolineano.
L'iniziativa si potrà seguire in diretta streaming sulla pagina Facebook di Calcinato In-patto 2.0 o sul canale YouTube dell'associazione X Giornate. Informazioni e ragguagli al 328.9683409.

martedì 20 aprile 2021

Rubata e distrutta una bici in pieno centro


Questa bicicletta rossa in 40 anni non aveva mai fatto del male a nessuno, portando in giro per Calcinato una pacifica e tranquilla signora che ha il doppio della sua età.
Oggi pomeriggio le è stata rubata da ladri ignoti in via Arnaldo e in serata è stata ritrovata in queste condizioni nel parco di via Solferino dietro la Posta, distrutta dalla cieca e insensata violenza di vandali altrettanto ignoti.
Potrebbero gli autori del misfatto spiegarci cosa passava loro per la testa quando la devastavano ignobilmente?

giovedì 15 aprile 2021

Un container di materiale sanitario per Cuba

Da Desenzano del Garda il circolo “Giordano Podenzani” dell’Associazione Italia-Cuba lancia un appello in solidarietà con il coraggioso popolo caraibico.
“Nel 2020 - si legge nella nota che ha diffuso - le Brigate Mediche Cubane sono arrivate in Italia per dare un contributo alla lotta contro la pandemia nel nostro paese. Dimostriamo anche noi la nostra solidarietà verso il popolo cubano: a fine aprile partirà un container diretto all'ospedale dell'Havana. Dobbiamo riempirlo con materiale sanitario di consumo come lenzuola singole, detergenti, igienizzanti, siringhe per insulina e molto altro”.
I compagni del Circolo sono disponibili a ritirare personalmente a domicilio i materiali offerti, che possono anche essere consegnati direttamente alla Casa dei Popoli “Thomas Sankara” in via Bagatta 7 a Desenzano ogni giovedì dalle ore 18 alle 21. Informazioni e ragguagli al 3400670667.

mercoledì 14 aprile 2021

ASC nuovo amministratore cercasi

A Calcinato scadono domani i termini per presentare le candidature finalizzate alla nomina dell'amministratore unico dell’Azienda Servizi Comunali srl. Le segnalazioni vanno inoltrate via mail all'indirizzo protocollo@pec.comune.calcinato.bs.it. Informazioni e ragguagli allo 030.99891.

martedì 13 aprile 2021

No Tav: rinvenuti rifiuti pericolosi a Calcinatello

Stamattina nei pressi della Cava Signoria in via Manzoni a Calcinatello il Coordinamento No Tav Brescia-Verona ha presentato in una conferenza-stampa un esposto-denuncia per segnalare “un sito contaminato emerso qui in campagna dai lavori per la costruzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità”.
“Tra ciò che è stato trovato - ha detto Laura Corsini - oltre a fanghi e altri rifiuti pericolosi, ci preme evidenziare la presenza di una piccola buca con dell’acqua. Visto che questa situazione si inserisce in un contesto territoriale nel quale dovranno essere previste altre bonifiche, le preoccupazioni che abbiamo rispetto alla sicurezza, ai controlli e alla salute sono sempre più”.
“Il sito è conosciuto da sempre in loco come una ex discarica” ha spiegato. “Fonti storiche hanno sempre detto che sono depositati ex materiali e batterie. Non solo, la discarica era anche recettrice di materiale della lavorazione del marmo”.
Diversi esposti e ricorsi effettuati dal Coordinamento No Tav avevano già denunciato tempo fa la presenza di una quarantina di siti da bonificare sulla tratta Brescia-Verona, “comunque rilevabili nel quadro dello Studio di Impatto Ambientale accluso al progetto preliminare di questa grande opera pubblica” ha rilevato.
“Non solo – ha aggiunto - anche numerose osservazioni effettuate da singoli cittadini di Calcinato, ancora nel 2014 al Ministero dell’ambiente, evidenziavano tale problematica e la necessità di mettere in atto azioni di bonifica”.
“Soltanto i lavori di disboscamento hanno poi reso visibile parzialmente lo stato di fatto del sito” ha sottolineato Corsini “nel quale si ha la presenza di rifiuti come taniche e contenitori di plastica, terriccio o fanghi o similari, marmo in polvere, gomme, teli e stracci. Parte di questo materiale è visibile, parte parzialmente visibile ma sappiamo che il deposito massivo risulta essere sotterrato. Non solo, come potete verificare anche nelle fotografie, alcuni contenitori evidenziano etichette di rifiuto pericoloso”.
“Inoltre - ha informato - all’interno dell'ex boschetto, nella cava, vi è una piccola buca con dell’acqua pulita, seppur da mesi non abbia piovuto. La presenza di germogli di carici evidenza una zona umida che si è formata da tempo. Da non esperti, riteniamo plausibile che il tutto si sia verificato per la presenza di teli impermeabili nel sottosuolo che hanno determinato tale situazione, a conferma di chissà cosa ci sia sotto”.
Ha richiamato quindi “la necessità di applicare quanto disposto dall’art 245, comma 1, relativo agli obblighi del proprietario o del gestore dell’area, nel Codice dell'Ambiente, per quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. Ai sensi dell’art. 250 del Decreto Legislativo n° 152/2006, in assenza di identificazione del responsabile dell’inquinamento la bonifica, dovrà essere eseguita dalla Pubblica Amministrazione. Ricordiamo che l’omessa bonifica è classificata reato dall’art. 257 del Codice dell’Ambiente”.
“Con rammarico - ha concluso Corsini - confermiamo che su tutte le criticità evidenziate nella documentazione inviata in questi anni, per un’opera non voluta dai cittadini e che porterà soltanto devastazione, ancora una volta i fatti stanno dimostrando che avevamo ragione. Non vi nascondiamo anche le nostre perplessità sulle modalità di informazioni fra gestore ed enti preposti al controllo, soprattutto nella non rapidità di scambio delle stesse”.

lunedì 12 aprile 2021

Piogge, buche e pozzanghere al Gazzo

Il consigliere comunale Annamaria Pennati ha inoltrato al sindaco e all'ufficio tecnico del Comune di Calcinato una segnalazione sulle precarie condizioni del manto stradale di via Carlo Alberto nel tratto a est della strada provinciale 28, in località Gazzo, che "presenta degli avvallamenti dove in caso di pioggia, anche di modesta entità, si formano numerose pozzanghere".
"La situazione - scrive - è in continuo peggioramento per il passaggio quotidiano di mezzi pesanti per i lavori del Tav".
Ringraziandola per la sensibilità, ci associamo alla sua richiesta per sapere "se e quando l’amministrazione abbia in programma la sistemazione della via". 
Il problema non è nuovo. Questa istanza inoltrata nel novembre scorso dal nostro compagno Gian Pietro Cavagnini all'assessore competente -https://lineaindipendente.blogspot.com/2020/11/cavagnini-scrive-allassessore-ai-lavori.html - non ha mai ricevuto risposta. Speriamo che ora, cambiando mittente e destinatari, dal palazzo municipale giunga qualche notizia.


venerdì 9 aprile 2021

Piano Cave Provinciale: presentate le osservazioni di Calcinato In-Patto 2.0

A seguito della pubblicazione della proposta di Nuovo Piano Cave Provinciale, come gruppo Calcinato In-Patto 2.0 siamo a presentare le nostre osservazioni.
Il Piano in questione è uno degli strumenti più significativi che andrà ad impattare la gestione urbanistica dell'intero territorio provinciale, anche in virtù delle politiche ambientali che lo stesso Piano Cave sottende.
Per questa ragione, ben consapevoli anche della qualità riconosciuta ai materiali che vengono escavati nel nostro territorio, in cui si prevede ancora una volta un forte concentrazione di volumetrie su soli due ambiti estrattivi, abbiamo deciso di lavorare su proposte di buon senso, cercando di tener conto di tutte le parti in causa e di tutti gli interessi in gioco.
Prima di entrare nella descrizione tecnica di quanto andiamo a proporre, vorremmo effettuare un breve excursus circa la storia e lo stato di salute del nostro territorio: una disamina necessaria per comprendere lo spirito con il quale ci siamo approcciati a questo lavoro.
Calcinato vive da anni in una situazione di stress ambientale, che trova la sua origine dalle scelte effettuate negli ultimi quarant’anni: con l’apertura di discariche di rifiuti solidi urbani, vista come soluzione per riempire il buco lasciato da una cava dismessa, si è di fatto inaugurata una stagione in cui il binomio cava-discarica è diventato indissolubile, tanto da rappresentare almeno fino ad oggi l’unico metodo per vedere chiusa una cava.
A quella prima discarica di RSU sono poi seguite altre discariche, con caratteristiche diverse in tema di conferimento rifiuti: una di rifiuti speciali non pericolosi e un’altra di inerti. Queste discariche non sono cattedrali nel deserto, ma insistono su un territorio che registra la presenza nelle zone limitrofe di tante altre discariche, quali per esempio la ex-Faeco (oggi Green Up) a Bedizzole, sul confine con Ponte San Marco, e le altre presenti sul territorio di Montichiari, nella frazione di Vighizzolo, confinante ancora una volta con il nostro Comune. Poco lontano trovano la loro sede anche altri impianti impattanti, pensiamo per esempio alla Italcementi a Rezzato.
Tornando a Calcinato, ricordiamo che a breve cominceranno i lavori per l’ampliamento della discarica di rifiuti non pericolosi Gedit, un ampliamento che è stato autorizzato nonostante l’impatto andasse a sforare il cosiddetto fattore di pressione. I ricorsi contro tale procedura sono stati perdenti, in quanto l'iter di autorizzazione e valutazione è iniziato prima dell'approvazione della normativa relativa all'indice di pressione, ma è indubbio che si tratterà di un nuovo elemento impattate sul nostro territorio. Inoltre non dimentichiamo che la frazione di Calcinatello ospita una attività di trattamento gessi e fanghi che ha creato e crea molti disagi tra odori molesti e viabilità con mezzi pesanti, tanto che sono stati attivati due monitoraggi odorigeni ai sensi della DGR 3018, per volere dell’Amministrazione Comunale. E’ inoltre in corso un nuovo iter di autorizzazione per un impianto di recupero FORSU nel Comune di Bedizzole, sul confine con Calcinato: qualora venisse autorizzato dalla Provincia, sarà un nuovo elemento di impatto (per viabilità pesante e problematiche odorigene) che insisterà sul nostro territorio.
Per completare il quadro, rammentiamo che il nostro Comune è attraversato da est a ovest dall’autostrada A4, dalla tangenziale Brescia-Verona, dalla linea ferroviaria storica oltre ai cantieri che oggi tracciano la linea TAV, cantieri che opereranno per circa 7 anni sul territorio comunale.
Ora, con in questo contesto di questo tipo, la via più semplice sarebbe stata quella di chiudere il nostro territorio a qualunque nuovo impianto o proposta: al motto “abbiamo già dato!”.
Abbiamo invece cercato di fare uno sforzo, lavorando a proposte – di buon senso – che tengano conto di tutti i fattori in gioco: dagli operatori del settore alla salute del nostro territorio, migliorando dove possibile o chiedendo mitigazioni dove non fosse possibile cambiare.

PROPOSTA OSSERVAZIONI ATE g26a e g26b
1) Per quanto concerne le volumetrie degli Ambiti estrattivi ATE g26a e g26b si chiede che i volumi già autorizzati agli operatori non ancora estratti vengano sottratti da quelli previsti dalla proposta di Piano. 2) Si richiede per gli ATE g26a e g26b che al termine dell'attività estrattiva avvenga recupero ad uso naturalistico (rinaturazione)/recupero ad uso agricolo/recupero ad uso ricreativo e a verde pubblico attrezzato, prevedendo che l'eventuale riuso agricolo proposto debba essere vincolato all'esercizio di tecniche colturali compatibili con la vulnerabilità delle nuove situazioni di prossimità alla falda acquifera. A titolo esemplificativo dovrà essere vietato l'impiego di fanghi di depurazione, gessi, digestati e simili.
3) Si richiede per gli ATE g26a e g26b che il recupero preveda la rinaturazione lungo tutto il perimetro del bacino tramite filari ad alto fusto ed essenze autoctone da effettuarsi a carico dell'azienda cavatrice prima dell'avvio dell'attività estrattiva e che venga proposto, da parte delle aziende cavatrici, un intervento di recupero ambientale compensativo extra-ambito di superficie pari almeno ad almeno il 15% dell’area complessiva dell’ATE. Tale intervento deve realizzarsi anch'esso prima dell'inizio dell'attività estrattiva. Per questo si richiede che il rilascio delle nuove autorizzazioni sia subordinato alla presentazione di specifica documentazione che attesti la messa a dimora di tutto il verde perimetrale e la realizzazione dell'intervento extra-ambito.
4) Si richiede, relativamente alle singole cave appartenenti agli ATE g26a e g26b, che l'operatore interessato, suddivida lo scavo in lotti predefiniti e che, prima della richiesta di apertura di un nuovo fronte di scavo, abbia completato e recuperato quello in essere. Il fronte di scavo dovrà avanzare quindi per lotti finiti e recuperati, mentre le riserve dovranno essere individuate in modo che tutte le aree scavate siano completate.
5) Si richiede per quanto concerne, sempre sugli ATE g26a e g26b, essendo le aree in prossimità degli stessi spesso oggetto di abbandono rifiuti, che le ditte provvedano all'individuazione delle aree perimetrali potenzialmente oggetto di tali abbandoni ed effettuino costante monitoraggio anche con sistemi di videosorveglianza e/o installazione di fototrappole a carico delle ditte cavatrici in collaborazione con la Polizia Locale. Si richiede inoltre che le ditte cavatrici garantiscano corretta manutenzione e pulizia delle aree pertinenti agli ambiti.
6) Si richiede per l'ATE g26b la messa in sicurezza a carico della ditta cavatrice della viabilità dall'uscita della cava fino all'intersezione con via Vighizzolo, realizzando l'ampliamento della carreggiata al fine di garantire la presenza di due corsie di marcia.

i Consiglieri Comunali di Calcinato In-Patto 2.0
Vincenza Corsini, Vania Gobbetto, Laura Maffazioli, Alessandro Moratti Freschi e Annamaria Pennati

mercoledì 7 aprile 2021

Fino al 12 aprile si possono presentare le osservazioni al nuovo Piano Cave Provinciale

Le previsioni contenute nel nuovo Piano Cave Provinciale sono quanto meno sovrastimate. Lo sostiene Marco Apostoli, consigliere della lista Provincia Bene Comune, che ha presentato una maxiosservazione nella quale osserva come “il reale fabbisogno di ghiaia e sabbia per i prossimi dieci anni è ben lontana dai volumi stimati dal progetto”, che prevede 46,2 milioni di metri cubi di escavazione.
Pesantissimo l’impatto che il Piano avrebbe su diversi Comuni bresciani. Apostoli sostiene che la Provincia ha individuato per il metodo di calcolo il fabbisogno del 2008, quando la situazione del mercato edilizio era ben diversa dall'attuale. 
Pensato per rispondere solo alle esigenze dei cavatori, il Piano va quindi drasticamente ridimensionato oppure, se adottato, costantemente monitorato, con la possibilità di rideterminarne i quantitativi in itinere.
Stasera alle ore 20 in municipio a Calcinato il suo esame sarà al centro della riunione in seduta congiunta delle commissioni comunali all’urbanistica, ai lavori pubblici e all’ambiente.
Il provvedimento verrà poi analizzato dal Consiglio provinciale entro la fine di aprile. Per le osservazioni c’è tempo fino a lunedì 12 aprile. Chi pensa di poter intervenire, scriva in Broletto.

lunedì 5 aprile 2021

Digiuno di giustizia in solidarietà ai migranti

Mercoledi' 7 aprile prendero' parte al digiuno promosso da padre Alex Zanotelli e dalle altre persone amiche del movimento del "digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti".
E trovo di grande valore che a questa iniziativa si siano associate anche le persone amiche impegnate affinche' l'Italia finalmente sottoscriva e ratifichi il Trattato dell'Onu per la proibizione delle armi atomiche.
L'impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani e l'impegno per la pace e il disarmo sono una cosa sola.
L'impegno per la dignita', la liberazione e la salvezza dell'umanita' intera e l'impegno per la salvaguardia dell'intero mondo vivente sono una cosa sola.
Digiunero' insieme a tante persone che come me partecipano a questa iniziativa per riaffermare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; il dovere di ogni essere umano alla condivisione del bene e dei beni; il dovere di ogni umano istituto a difendere ogni essere umano da ogni violenza.
Digiunero' per ricordare a me stesso ed altrui le innumerevoli persone che ancor oggi subiscono violenze inenarrabili; che ancor oggi sono esposte alla denutrizione e fino alla morte per fame; che ancor oggi sono vittime di disumana ingiustizia, di dittature, guerre, poteri criminali, del "disordine costituito" e dell'indifferenza che favoreggia la mole di male che l'intera umanita' ed ogni singola coscienza deturpa ed opprime.
Digiunero' per chiedere al governo e al parlamento del nostro paese di rispettare finalmente la Costituzione della Repubblica italiana, che informa il nostro ordinamento giuridico e la nostra civile convivenza al dovere di rispettare e soccorrere ogni persona, al dovere della pace, della solidarieta', dell'aiuto reciproco.
Digiunero' per testimoniare la necessita' che con la lotta nonviolenta dell'umanita' senziente e pensante s'inveri il programma di Giacomo Leopardi: che tutti gli esseri umani si uniscano contro il male e la morte; che nessuna persona sia oppressa, sfruttata, emarginata, abbandonata al dolore, alla paura, al misconoscimento e alla denegazione, al nulla che tutto divora.
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L'ho ripetuto tante volte nel corso degli anni, voglio ripeterlo una volta ancora: si realizzino immediatamente nel nostro paese tre semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

Peppe Sini

sabato 3 aprile 2021

Una sentenza della Corte costituzionale a tutela dei diritti dei lavoratori

Nell'assordante silenzio di tivù, stampa e parlamento, un primo incoraggiante segnale a tutela dei diritti dei lavoratori giunge dalla Corte costituzionale che, in una sentenza emessa l'altrieri, ha cancellato la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, introdotta nel 2012 dal governo Monti, quello dei cosiddetti “tecnici” dalle preconfezionate soluzioni capitalistiche imposte martellando mediaticamente l’opinione pubblica.
La Corte dichiara ora la incostituzionalità dell’articolo 18 nella parte in cui prevede che il giudice, una volta accertata la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato “motivo oggettivo” possa, ma non debba applicare, la tutela reintegratoria.
Richiamando l’articolo 3 della Costituzione, giudica questa norma lesiva del principio di eguaglianza rispetto ad altri casi, come il licenziamento per giustificato motivo soggettivo o giusta causa, in cui, se il fatto è manifestamente insussistente, permane l’obbligo della reintegrazione.
In particolare, la Corte Costituzionale impone che, nel caso di licenziamento per giustificato motivo manifestamente insussistente”, il giudice “deve” ordinare la reintegrazione mentre la norma prevedeva un “può“, rendendola facoltativa per i giudici. Insomma non si potrà utilizzare un “motivo oggettivo” inesistente per giustificare licenziamenti collettivi.
Molta strada è ancora da fare; ad esempio, per gli assunti dopo il 7 luglio 2015 non c'è il diritto alla reintegrazione in tutti i casi, per i licenziamenti sia individuali che collettivi per effetto del Jobs Act. 
Occorre quindi proseguire la lotta per reintrodurre integralmente il testo originario dell'articolo 18, il quale disponeva che l’onere della prova fosse a carico del datore di lavoro, ed estenderlo a tutti i lavoratori.

venerdì 2 aprile 2021

Giornata mondiale Onu per la consapevolezza sull'autismo: un libro calcinatese

Nella Giornata mondiale Onu per la consapevolezza sull'autismo segnaliamo il toccante libro autobiografico della signora calcinatese Katuscia Franzoni Girotondo con lo spettro (42 pagine, 10 euro). Impiegata al Comune di Desenzano del Garda e sposata con l'amato Mario, l'autrice vede il mondo cadergli addosso alla nascita del primogenito Pietro, che scopre gradualmente essere affetto dai disturbi dello spettro autistico. Lo spettro che da quando è entrato in casa sua le fa una ingombrante, sgradita compagnia, le cui tappe sono narrate con ironia e disincanto: «Scrivo per liberare quello che ho dentro e darmi la forza di andare avanti».
«Pietro - scrive - a due anni si comportava come se fosse un supereroe: continuava a correre a briglia sciolta, non ascoltava i comandi e non riusciva a stare nei posti pubblici senza combinare guai seri. Una volta al parco si spogliò senza motivo, un'altra in un ipermercato lo vidi prendere velocissimo un lampadario sferico che andò in mille pezzi perché Pietro l'aveva gettato dalle scale come un'enorme palla, un'altra ancora saltò nella lavatrice chiudendosi dentro. Mi sentivo in un incubo, non riuscivo a gestire la situazione». Poi le cure amorevoli dei sanitari: un pediatra attento, un neuropsicologo meticoloso, una psicomotricista che strappa progressi giorno per giorno, uno su tutti la conquista della posizione eretta. E la scuola, con la fatica dell'articolazione del linguaggio.
«Oggi - racconta l'autrice - mio figlio è un ragazzo di dodici anni, il suo lessico è povero rispetto all'età e riesce a farsi capire con enunciati minimi. Gli piacciono i puzzle e tutto ciò che è elettronico: televisione, tablet e cellulare».
Prima della quarantena Pietro inizia a suonare la chitarra e prova ad andare a cavallo, due esperienze che spera di riprendere presto. Il sogno di questo ragazzo dal fisico scultoreo? «Da grande vuole fare il regista ed è appassionato di YouTube. Con la sua telecamera registra video e li ripropone, creando storie nuove e facendo parlare i personaggi con la sua voce. È il suo potenziale, da spronare. Mi ha insegnato più lui che mille persone messe insieme. Mi ha fatto vedere il mondo da un'altra prospettiva, mi ha insegnato a reagire dandomi la forza di rialzarmi nei momenti più neri. Lo spettro non mi fa più paura».

giovedì 1 aprile 2021

Il 5 per mille al Movimento Nonviolento

Lanciamo un appello ai contribuenti perché, in occasione dell’annuale compilazione della denuncia dei redditi, versino il 5 per mille al Movimento Nonviolento per finanziarne le attività contro le guerre e le violenze che insanguinano il pianeta.
Da oltre 50 anni il Movimento Nonviolento utilizza i fondi ricevuti per organizzare quotidianamente iniziative per la pace, il disarmo, le obiezioni di coscienza, l'opposizione agli insediamenti militari e alle industrie belliche, l’educazione alla mondialità, la difesa della salute dell’ambiente e dei cittadini.
Gli interessati possono trascrivere il codice fiscale del Movimento Nonviolento, 93100500235, nell’apposita casella della dichiarazione dei redditi. Per informazioni si può scrivere alla sede bresciana in via Milano 65 in città oppure una mail all'indirizzo movimentononviolento.bs@alice.it o telefonare al n. 328.9683409.