martedì 13 aprile 2021

No Tav: rinvenuti rifiuti pericolosi a Calcinatello

Stamattina nei pressi della Cava Signoria in via Manzoni a Calcinatello il Coordinamento No Tav Brescia-Verona ha presentato in una conferenza-stampa un esposto-denuncia per segnalare “un sito contaminato emerso qui in campagna dai lavori per la costruzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità”.
“Tra ciò che è stato trovato - ha detto Laura Corsini - oltre a fanghi e altri rifiuti pericolosi, ci preme evidenziare la presenza di una piccola buca con dell’acqua. Visto che questa situazione si inserisce in un contesto territoriale nel quale dovranno essere previste altre bonifiche, le preoccupazioni che abbiamo rispetto alla sicurezza, ai controlli e alla salute sono sempre più”.
“Il sito è conosciuto da sempre in loco come una ex discarica” ha spiegato. “Fonti storiche hanno sempre detto che sono depositati ex materiali e batterie. Non solo, la discarica era anche recettrice di materiale della lavorazione del marmo”.
Diversi esposti e ricorsi effettuati dal Coordinamento No Tav avevano già denunciato tempo fa la presenza di una quarantina di siti da bonificare sulla tratta Brescia-Verona, “comunque rilevabili nel quadro dello Studio di Impatto Ambientale accluso al progetto preliminare di questa grande opera pubblica” ha rilevato.
“Non solo – ha aggiunto - anche numerose osservazioni effettuate da singoli cittadini di Calcinato, ancora nel 2014 al Ministero dell’ambiente, evidenziavano tale problematica e la necessità di mettere in atto azioni di bonifica”.
“Soltanto i lavori di disboscamento hanno poi reso visibile parzialmente lo stato di fatto del sito” ha sottolineato Corsini “nel quale si ha la presenza di rifiuti come taniche e contenitori di plastica, terriccio o fanghi o similari, marmo in polvere, gomme, teli e stracci. Parte di questo materiale è visibile, parte parzialmente visibile ma sappiamo che il deposito massivo risulta essere sotterrato. Non solo, come potete verificare anche nelle fotografie, alcuni contenitori evidenziano etichette di rifiuto pericoloso”.
“Inoltre - ha informato - all’interno dell'ex boschetto, nella cava, vi è una piccola buca con dell’acqua pulita, seppur da mesi non abbia piovuto. La presenza di germogli di carici evidenza una zona umida che si è formata da tempo. Da non esperti, riteniamo plausibile che il tutto si sia verificato per la presenza di teli impermeabili nel sottosuolo che hanno determinato tale situazione, a conferma di chissà cosa ci sia sotto”.
Ha richiamato quindi “la necessità di applicare quanto disposto dall’art 245, comma 1, relativo agli obblighi del proprietario o del gestore dell’area, nel Codice dell'Ambiente, per quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. Ai sensi dell’art. 250 del Decreto Legislativo n° 152/2006, in assenza di identificazione del responsabile dell’inquinamento la bonifica, dovrà essere eseguita dalla Pubblica Amministrazione. Ricordiamo che l’omessa bonifica è classificata reato dall’art. 257 del Codice dell’Ambiente”.
“Con rammarico - ha concluso Corsini - confermiamo che su tutte le criticità evidenziate nella documentazione inviata in questi anni, per un’opera non voluta dai cittadini e che porterà soltanto devastazione, ancora una volta i fatti stanno dimostrando che avevamo ragione. Non vi nascondiamo anche le nostre perplessità sulle modalità di informazioni fra gestore ed enti preposti al controllo, soprattutto nella non rapidità di scambio delle stesse”.

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