Un migliaio di persone hanno sfilato pacificamente ieri per le assolate strade di Ghedi, partecipando alla manifestazione nazionale contro le guerre indetta da un variegato cartelle di associazioni e movimenti nonviolenti.
Non si è vista Laura Boldrini, che pure aveva aderito all'appello di convocazione, mentre ha compostamente sfilato lo scrittore Aldo Busi, che ha conversato per tutto il percorso con i presenti.
Decine le sigle che volantinavano già dalle ore 13 nella centralissima piazza Roma, da dove il corteo mezz'ora più tardi ha preso le mosse per effettuare un primo presidio davanti alla sede amministrativa della Rwm, ditta accusata da più parti di essere fornitrice, attraverso complesse triangolazioni, di bombe all'Arabia Saudita che le userebbe contro i civili nella repressione in Yemen. Lì hanno preso la parola gli esponenti del comitato creatosi appositamente per la riconversione di questa fabbrica, denunciando l'inquietante vicenda in cui sembrerebbe coinvolta.
In seguito i pacifisti sono tornati in Piazza Roma, da dove con autobus e mezzi propri si sono recati al cancello principale della base militare. Qui la mobilitazione è proseguita fino al tramonto per denunciare “la presenza di 20 bombe atomiche B-61, presto sostituite dalle nuove B-61-12 all'idrogeno destinate ai essere montate sui nuovi cacciabombardieri F35 e che possono quindi essere quindi sfuggendo ai controlli radar”, come ha dichiara Luigino Beltrami dell'associazione “Donne e uomini contro le guerre”.
Alfonso Navarra, segretario della Lega per il disarmo unilaterale fondata da Carlo Cassola 40 anni fa. ha sottolineato la “necessità di rilanciare il disarmo per attuare la nostra Costituzione pacifista”, mentre Adriano Moratto del Movimento Nonviolento ha chiesto di “diminuire le spese militari a vantaggio di quelle sociali.
Non si è vista Laura Boldrini, che pure aveva aderito all'appello di convocazione, mentre ha compostamente sfilato lo scrittore Aldo Busi, che ha conversato per tutto il percorso con i presenti.
Decine le sigle che volantinavano già dalle ore 13 nella centralissima piazza Roma, da dove il corteo mezz'ora più tardi ha preso le mosse per effettuare un primo presidio davanti alla sede amministrativa della Rwm, ditta accusata da più parti di essere fornitrice, attraverso complesse triangolazioni, di bombe all'Arabia Saudita che le userebbe contro i civili nella repressione in Yemen. Lì hanno preso la parola gli esponenti del comitato creatosi appositamente per la riconversione di questa fabbrica, denunciando l'inquietante vicenda in cui sembrerebbe coinvolta.
In seguito i pacifisti sono tornati in Piazza Roma, da dove con autobus e mezzi propri si sono recati al cancello principale della base militare. Qui la mobilitazione è proseguita fino al tramonto per denunciare “la presenza di 20 bombe atomiche B-61, presto sostituite dalle nuove B-61-12 all'idrogeno destinate ai essere montate sui nuovi cacciabombardieri F35 e che possono quindi essere quindi sfuggendo ai controlli radar”, come ha dichiara Luigino Beltrami dell'associazione “Donne e uomini contro le guerre”.
Alfonso Navarra, segretario della Lega per il disarmo unilaterale fondata da Carlo Cassola 40 anni fa. ha sottolineato la “necessità di rilanciare il disarmo per attuare la nostra Costituzione pacifista”, mentre Adriano Moratto del Movimento Nonviolento ha chiesto di “diminuire le spese militari a vantaggio di quelle sociali.
"Non possiamo poi restare indifferenti rispetto a una installazione militare target dell’attenzione militare nucleare internazionale - ha spiegato - soprattutto dopo che il 6 luglio scorso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (con 122 voti favorevoli, uno contrario e una astensione) ha approvato un trattato che vieta di testare, produrre, acquisire, possedere, trasferire e consentire la dislocazione di armi nucleari. Ora si tratta di imporre questo tema nella campagna elettorale, partendo dalla sensibilizzazione degli enti locali sul tema della sicurezza di questi insediamenti atomici”.
La mobilitazione disarmista a livello planetario in questi anni si è organizzato attorno ad Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), insignito del Premio Nobel per la Pace 2017 e presente in forze a Ghedi, così come altre sigle storiche della galassia antimilitarista, dai sindacalisti dell'Usb e dell'Usi al Comitato dal Molin di Vicenza, dal Mir a Pax Christi, dai Comitato per la Pace alle Donne in Nero.
“Erano anni che non vedevo in paese una manifestazione tanto folta – racconta il ghedese Angelo Bindoni – e questa stavolta ci sono anche numerosi miei concittadini, una novità assoluta, mentre continua a latitare su questi temi l'amministrazione comunale”.
La mobilitazione disarmista a livello planetario in questi anni si è organizzato attorno ad Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), insignito del Premio Nobel per la Pace 2017 e presente in forze a Ghedi, così come altre sigle storiche della galassia antimilitarista, dai sindacalisti dell'Usb e dell'Usi al Comitato dal Molin di Vicenza, dal Mir a Pax Christi, dai Comitato per la Pace alle Donne in Nero.
“Erano anni che non vedevo in paese una manifestazione tanto folta – racconta il ghedese Angelo Bindoni – e questa stavolta ci sono anche numerosi miei concittadini, una novità assoluta, mentre continua a latitare su questi temi l'amministrazione comunale”.
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