lunedì 17 agosto 2015

Un'importante scoperta archeologica nei pressi della ciclabile fra Calcinato e Ponte San Marco

Nei giorni scorsi nella campagna fra Calcinato e Ponte San Marco, a ridosso della ciclabile che collega Montichiari e Bedizzole, è stata rinvenuta in un fosso, nel corso di lavori del Consorzio Medio Chiese, una serie di sepolture riportata alla luce e studiata dagli operatori del Gruppo Archeologico di Montichiari, che sono intervenuti effettuando uno scavo d’emergenza.
 “La località è suggestiva, con una piccola santella dedicata a San Damaso (il protettore degli archeologi, guarda caso) e collocata ai margini del terrazzo fluviale, che domina la sottostante ansa del fiume Chiese con lo scorrere veloce della roggia Calcinata che ha origine alcune centinaia di metri più a nord, fra ponticelli, alberature e flussi d’acqua” spiega il presidente del sodalizio Paolo Chiarini.
 A cinquanta metri dalla santella il Consorzio sta ripulendo il canale d’irrigazione per posarvi delle canalette quando – racconta – “la pala dello scavatore incoccia in una struttura in grossi ciottoloni dalla quale emerge parte di uno scheletro. Il geom. Marco Maggi del Consorzio tramite Daniele Zamboni, laureato in archeologia e nostro collaboratore, ci fa sapere del ritrovamento e concordiamo un sopralluogo”.
 Con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica della Lombardia si decide di intervenire con uno scavo d’emergenza. “L’indagine archeologica – informa Chiarini - dura alcuni giorni ed evidenzia otto sepolture orientate da est a ovest con capo a ovest, alcune vengono portate alla luce solo parzialmente poiché escono dai limiti della sezione preparatoria del canale d’irrigazione. Solo due deposizioni erano in nuda terra, le altre erano in cassa costruite con ciottoloni, pezzi di lastra in botticino e radi frammenti d’embrice ben disposti a formare talvolta muretti regolari, alcune tombe di forma antropoidale erano chiuse da una copertura in ciottoloni sigillati con malta”.
 “La presenza di questo tipo di copertura - spiega l’esperto - potrebbe sottintendere una precopertura lignea d’appoggio che oggi è scomparsa ma che ha permesso al loculo di riempirsi gradualmente di terra. Tutte le sepolture erano inviolate, tranne una che presentava più scheletri ammucchiati alla rinfusa al centro di una cassa molto più larga della media (80 cm)”.
 “Il piano di campagna – rileva - risulta essere il livello di calpestio della necropoli, non abbiamo individuato nessun livello stratigrafico d’uso e mancando i corredi agli inumati è difficile formulare una datazione precisa. Guardando alla tipologia costruttiva dei manufatti allineati con cadenza regolare potrebbe trattarsi di una necropoli tardoantica come di una necropoli tardo-altomedioevale; l’analisi col carbonio 14 o indizi ulteriori potrebbe restringere la forbice temporale”.
 Sulla carta regionale attuale troviamo la denominazione Morti di Sant’Amos che trae origine chiaramente da San Damasio, nomea riportata nella toponomastica della cartografia militare asburgica del XVIII-XIX secolo.
 Negli atti della visita pastorale del 27 maggio 1566 a Calcinato si legge: “Noi Domenico Bollani, vescovo di Brescia, decretiamo: visto che la chiesa di San Damaso è stata trovata completamente crollata, si edifichi al suo posto una Santella e le pietre con le quali era costruita vengano utilizzate per la fabbrica della chiesa maggiore”
 La cappelletta fu edificata quindi a seguito di quella visita al posto delle rovine di una chiesa preesistente dedicata a San Damaso; sulla parete del vano interno si conserva dipinto il decreto del Bollani.
 “Al momento – sottolinea Chiarini - non abbiamo altri dati documentali su questo edificio religioso, dati che potrebbero forse essere recuperati con una indagine archeologica. Nella santella inoltre si conservano, in un grande scrigno ma ben visibili, ossa umane deposte alla rinfusa, che verosimilmente provengono dai ruderi sepolcrali dell’antica chiesa demolita e da qui la denominazione morti di sant’Amos”.
 Chiesa e necropoli sono molto probabilmente legate ad un insediamento umano in riva al fiume Chiese, la cui posizione è ancora tutta da scoprire.

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