domenica 23 marzo 2014

Dote Scuola: come togliere ai poveri per dare ai ricchi

L’amministrazione comunale di Calcinato informa sul suo sito che è possibile inoltrare domanda per ottenere la famigerata Dote Scuola, sussidio che la Regione Lombardia ha ideato per motivazioni e obiettivi sconcertanti.
Franca Roberti ce li racconta qui.

La Dote Scuola è uno strumento iniquo che consuma molte risorse per il diritto allo studio di Regione Lombardia. “Inventato” da Formigoni, resta con Maroni.
Siccome per lavoro, oltre che per interesse familiare, a questi contributi ci sto attenta, ho fatto due conticini.
Prendiamo due famiglie, entrambe “tradizionali”, composte da mamma, papà e due figli che vanno alle superiori. Mettiamo che le differenze tra le due famiglie siano date solo dal reddito e dalla scuola frequentata.
Nella prima famiglia entra al massimo un reddito netto di € 1000,00 al mese, con il quale ci deve pagare anche un affitto non astronomico di € 400,00 al mese.
Nella seconda entra un reddito netto mese di € 5000,00. Non ci devono pagare affitto perché la casa l’ha data in comodato papà (di lui, di lei, fate voi).
Nella prima famiglia i figli frequentano il biennio della scuola pubblica (scuola d'obbligo). Nella seconda famiglia i figli frequentano una classe a caso della scuola superiore dalle suore.
Per la prima famiglia la dote scuola corrisponde a un blocchetto di miniassegni, da spendere nei negozi accreditati, di € 240,00 per ciascun figlio perché i libri e gli strumenti costano un botto. Per la seconda famiglia il Buono scuola (solo per chi frequenta la scuola “paritaria”) per ciascuno dei figli è di € 1200,00, perché deve essere aiutata a pagare la retta. € 480,00 contro € 2400,00, raffronto eseguito con simulazione ISEE sul sito INPS, sulla base delle tabelle fornite da Regione Lombardia.
Adesso leggete l'articolo 33 della Costituzione e ditemi se non mi devo incazzare, vedendo signore o signori che portano i figli dalle Ancelle anche con i soldi nostri, pur non avendone necessità.
Franca Roberti

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