lunedì 2 novembre 2020

Presidenziali USA: parla Clara Ramazzotti

Sulle elezioni di martedì 3 novembre abbiamo raccolto la testimonianza di Clara Ramazzotti, una giovane di Remedello che sta facendo un Dottorato in Letteratura Comparata alla Cuny e insegna come docente in un paio di college newyorkesi. lavorando come critica televisiva e giornalista freelance per "Vanity Fair", "Esquire", "Wired" e altre riviste.
Non ho mai vissuto le elezioni presidenziali mentre mi trovavo negli USA, per me è la prima volta con un reale interesse da quando vivo qui. Sono arrivata a New York con Trump già Presidente e gran poca conoscenza degli Stati Uniti se non per qualcosa di sentito dire, libri, film o amici giornalisti appassionati di politica americana. Quest'anno è diverso. Vivo il 3 novembre in arrivo con una certa ansia e impazienza perché la gestione dell'emergenza da coronavirus è molto negativa e scarsa, con poca cura e attenzione verso le reali necessità del Paese e una totale deresponsabilizzazione di Trump sull'evento. New York è una città che raccoglie molti diversi punti di vista ed è difficile fare un discorso generale sull'America parlando o vivendo solo a NY ma da aprile in poi, quando New York è diventata l'epicentro della pandemia, siamo stati completamente abbandonati a noi stessi. In questo senso, Cuomo, il Governatore, non è perfetto ma ha fatto qualcosa in fretta e ha cercato di seguire l'Europa. New York è stata, per mesi, ingenua e un po' arrogante, come se il problema covid non la toccasse. Scuole aperte, matrimoni, cerimonie, tutto come se nulla stesse accadendo. Sono stata io, per esempio, a dire ai miei studenti il 12 marzo che non sarei andata in classe e di smettere di farlo a loro volta. Era rischioso, mi hanno ripresa per questa scelta, ma so di aver fatto bene e di aver forse fatto il bene di alcuni studenti.
A oggi non è mai esistito un lockdown vero per gli USA e neppure per NY. Non c'è l'obbligo di fare il tampone, neppure dopo un viaggio di ritorno dall'Italia, pochissimi o inesistenti controlli su chi è entrato in contatto con persone positive o zone rosse, la quarantena è volontaria. Fino a che non arriva il freddo vero (oggi a New York non ci sono ancora temperatura basse) probabilmente saremo in grado di andare per locali, musei e parchi. Cinema e teatri sono chiusi da marzo e non riapriranno, a detta di Cuomo, fino alla primavera 2021.
Io ero molto preoccupata all'inizio dell'emergenza, sembrava di ascoltare dei pazzi senza empatia, e Trump parla ancora come un pazzo senza empatia. Ho una fede politica che non andrebbe mai in accordo con Trump, ma dopo questo ultimo periodo è definitiva per me la necessità di cambiare persone e politiche. Non avrei votato Biden, potendo, ma Bernie Sanders. Ad ogni modo spero che vinca Biden. Io non posso votare negli USA, sono un'immigrata, una "alien". Sembra che Biden abbia buone possibilità, a differenza della Clinton 4 anni fa, ma non possiamo fidarci di sondaggi e previsioni perché molte persone non sono state in grado di votare (le minoranze, per esempio) e molte altre non vogliono votare (un'enorme problema della politica americana è avere pochi votanti). Questa volta noto una certa passione, voglia di andare a votare, soprattutto dopo le proteste Black Lives Matter.
Clara Ramazzotti

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