sabato 28 novembre 2020

Barriere architettoniche: nulla da fare per la mozione che ne chiedeva l'eliminazione

Ce la farà mai Calcinato a mettersi al passo con i bisogni delle persone disabili? Ce lo chiediamo da quando esistiamo e siamo tornati a domandarcelo l'altra sera, quando nel consiglio comunale svoltosi in videoconferenza era in discussione una mozione del consigliere Laura Maffazioli per lo “studio, redazione e adozione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche”, strumento urbanistico previsto dalla legge per “il monitoraggio, la progettazione e la pianificazione di interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici da parte di tutti i cittadini”, da integrare con un “Piano di Accessibilità Urbana per la realizzazione di percorsi pedonali sicuri e accessibili a tutti”.
Laura è da tempo una grande esperta nel settore: non vedente, da oltre 20 anni è responsabile dei servizi per la disabilità del Comune di Brescia. 
Il dibattito che ne è seguito ha suscitato perplessità nella maggioranza rispetto a questo provvedimento, tanto che, dopo che il capogruppo della maggioranza Mauro Tosoni aveva annunciato e letto il testo di una risoluzione sul tema, Laura ha ritirato la mozione, giudicando i tempi ancora non maturi per un suo accoglimento. 
Passata coi soli voti della maggioranza, la risoluzione approvata si limita a impegnare genericamente il sindaco e la giunta municipale a “proseguire negli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche esistenti sul territorio, sul suolo e sugli edifici pubblici o di proprietà del Comune, con puntuale valutazione delle priorità e commisurati alle disponibilità economiche” nonché a continuare “anche con il coinvolgimento dell’Istituto Comprensivo di Calcinato, nel sostegno e la promozione di iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte alla cittadinanza e finalizzate ad attivare una coscienza collettiva sull’importanza di vivere in un Comune senza barriere architettoniche anche nell’edilizia privata”.
Sensibilizzazione, informazione e formazione: è una vita che sentiamo queste parole. E intanto i disabili - permanenti e temporanei - aspettano invano di vedere pienamente riconosciuto il loro diritto alla mobilità. 

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