Si terrà oggi la Conferenza di Servizi della Provincia sul nuovo impianto
A2A per il trattamento di trattamento di rifiuti umidi che dovrebbe sorgere in
località Fusina a Bedizzole, sul confine con Calcinato.
Oltre ai diversi enti istituzionali,
all’importante appuntamento parteciperanno anche il Comitato Cittadini
Calcinato, Ambiente Futuro Lombardia e Laboratorio Ambiente che hanno designato
a rappresentarli il chimico Attilio Bonetta. Per i tre sodalizi ambientalisti
si tratta di “un impianto che determinerà ulteriori impatti a ridosso del
centro abitato della frazione Ponte San Marco”.
“Abbiamo avuto incontri mirati con il
Presidente della Provincia e con le amministrazioni comunali di Calcinato e
Bedizzole (rimaste sempre silenti su questo ennesimo sfregio al territorio,
anche a ridosso della conferenza decisoria prevista fra pochi giorni), ci siamo
mobilitati sulla stampa, sui social e con volantinaggi, abbiamo organizzato un
convegno con tecnici esperti di impiantistica e di cittadini che hanno
raccontato cosa significhi vivere nelle vicinanze di questi siti” ricorda la
portavoce del Comtato Cittadini, Laura Corsini, per la quale “la relazione
tecnica di A2A mostra molte incongruenze e potenziali pericoli per l’ambiente,
la salute e il territorio”.
“Ad esempio - spiega - Ats nel 2018 rilevava
diverse problematicità quando scrive che ‘il progetto prevede di utilizzare
mezzi con grande capacità di trasporto per ridurne il numero, ma ciò comporterà
dimensioni maggiori e conseguentemente un ingombro più significativo. Ciò va a
confliggere con la sicurezza dei fruitori della strada priva banchine laterali
siano essi pedoni o ciclisti ed un incremento di rischio per la loro incolumità
ed in generale di maggiore incidentalità. Il traffico aggiuntivo di mezzi
pesanti sarà pari a 40 viaggi di mezzi pesanti/giorno (in-out). I mezzi degli
addetti (autoveicoli), invece generano un flusso veicolare stimato pari a 20
transiti giornalieri’. L’impianto poi non è collegato alla rete fognaria e,
tuttavia, deve smaltire enormi quantità di reflui (44.451 tonnellate/anno da
digestato), contenente 215 tonnellate/anno di ammoniaca a cui vanno aggiunte
ingenti quantità di soluzioni acquose esauste degli scrubber (presidi
ambientali), acque di lavaggio dei mezzi, percolati di processo, percolati da
biofiltro, soluzioni delle camere di lavaggio, upgrading del biogas. Queste ingenti
quantità di reflui rappresentano la vera criticità in quanto il loro
smaltimento presso impianti dedicati inciderà con un costo elevato nella
gestione dell'impianto. Il flusso emissivo previsto sarà di ben 240.000 m3/h
pesantemente gravato di contaminanti, soprattutto ammoniaca”.
Infine per gli ecologisti, “secondo i dettami dell'economia circolare e le relative direttive
europee, il trattamento della frazione umida dei rifiuti urbani, come di tutte
le frazioni raccolte separatamente, ha un intrinseco valore economico e va
assegnato quindi tramite gara di evidenza pubblica, al miglior offerente,
secondo criteri di trasparenza, economicità ed efficienza”.
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