Venerdì 12 giugno alle ore 18.30
in Piazza Vittoria a Brescia
#BlackLivesMatter
nel Mediterraneo, tomba di persone che la retorica razzista vuole
identificare come criminali, minacce, la cui esistenza è oggetto di
deliri sulla sicurezza. Vite, sogni, speranze, famiglie spezzate
dall’Europa, padrona ieri ed oggi, Dea bendata che decide sulla vita e
la morte in base al livello di melanina.
#BlackLivesMatter nelle
campagne italiane, dove chi ci porta il cibo in tavola è costretto a
vedere ripetersi davanti ai suoi occhi versioni del ventunesimo secolo
delle pagine più brutte della storia, lavorando in condizioni di
effettiva schiavitù. Persone ridotte a braccia, esseri acefali ed
inorganici il cui valore è basato unicamente sulla velocità con la quale
raccolgono quei quintali di pomodori, pagati €3, scalando i 50
centesimi delle spese di trasporto dei caporali criminali.
#BlackLivesMatter nelle
città e nei paesini, sempre più spaventosi per la società non bianca,
che deve sperare di riuscire a tornare sana e salva dal lavoro, senza
che qualcuno gli spari da lontano per il colore della loro pelle (Luca
Traini, Macerata, 2018) o li picchi a sangue o insulti per lo stesso
motivo (troppi esempi per essere riportati).
#BlackLivesMatter per gli italiani di seconda generazione, che non hanno altra Patria se non questa che si vergogna di loro.
#BlackLivesMatter per
i venditori ambulanti, che subiscono sguardi seccati di sufficienza o
insulti ed intimidazioni nonostante le eventuali lauree, costretti ad
abbandonare famiglie e Patrie da un sistema internazionale che le loro
terre non le ha mai liberate davvero.
#BlackLivesMatter per gli italiani somali, apolidi a causa del doppio ripudio.
#BlackLivesMatter
per l’umiliazione lacerante ed annientante degli insulti per strada,
dei ‘ma quanto vuoi?’ alla fermata dell’autobus, dell’uso del ‘tu’ da
persone molto più giovani.
#BlackLivesMatter per l’assurdità del ‘ma come parli bene italiano!’, dell’amico che ti presenta come ‘il mio nigga’.
#BlackLivesMatter
per George Floyd, Soumahalia Sacko, Idy Diene, Jerry Masslo, Tamir
Rice, Becky Moses, Wilson Kofi, Omar Fadera, Abba Abdul Guiebre, così
come per tutte le persone diventate una statistica, un numero
inghiottito da un sistema istituzionalmente sbagliato che si regge sullo
sfruttamento di interi continenti e popolazioni.
È l’ora di decostituire e distruggere le sovrastrutture di pregiudizio, paura, superiorità, razzismo insite in tutti noi, persone non bianche incluse.
In Italia lo faremo attraverso la bellezza. Attraverso la musica, l’arte, la poesia, la cultura, la danza.
Unisciti a noi per trasformare il lutto in bellezza, per trasformare il lutto in arte, per trasformare il lutto in fratellanza, per trasformare il lutto in lotta.
MASCHERINA E DISTANZE DI SICUREZZA OBBLIGATORI!
È l’ora di decostituire e distruggere le sovrastrutture di pregiudizio, paura, superiorità, razzismo insite in tutti noi, persone non bianche incluse.
In Italia lo faremo attraverso la bellezza. Attraverso la musica, l’arte, la poesia, la cultura, la danza.
Unisciti a noi per trasformare il lutto in bellezza, per trasformare il lutto in arte, per trasformare il lutto in fratellanza, per trasformare il lutto in lotta.
MASCHERINA E DISTANZE DI SICUREZZA OBBLIGATORI!
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