martedì 31 marzo 2009
A FORZA DI ESSERE VENTO
lunedì 30 marzo 2009
LA VAS
venerdì 27 marzo 2009
giovedì 26 marzo 2009
IL TEMPO DEI GITANI

La decisione mette la parola fine ad un insediamento al centro di molte polemiche, dislocato da oltre una decina di anni in un’area di 2.400 mq adiacente all’autostrada Serenissima, che ospita appunto alcune famiglie di nomadi.
L’adozione del provvedimento è stata preceduta in consiglio da un acceso dibattito. “Le persone stanziate nel campo di via Campagna sono state incontrate più volte - ha ricordato il sindaco Angiolino Goglioni - ma non siamo mai riusciti a raggiungere un accordo bilaterale. La decisione giunge dopo anni di ordinanze di demolizione non rispettate, una del 1999 emessa dalla precedente amministrazione e una del 2006 emessa dalla nostra”.
Le perplessità del gruppo di minoranza “Per Calcinato” sono state espresse dalla capogruppo Elena Bonacini, la quale ha osservato come sia “accertata la presenza di minori nel campo” stigmatizzando la drasticità della soluzione. “Non voglio giustificare l’abuso - ha sottolineato - ma è inevitabile una riflessione su un’operazione che mette in difficoltà una comunità con sue caratteristiche ben precise. Davvero un provvedimento tanto perentorio era l’unico possibile?”
Non ha dubbi il primo cittadino. “L’azione – per Goglioni - non può essere considerata repentina; sono trascorsi dieci anni dall’avvio del contenzioso. I nomadi insediati nell’area di via Campagna, inoltre, sono stati recentemente coinvolti in fatti criminosi e alcuni di loro sono stati tratti in arresto”.
In sintonia col sindaco Damiano Coccoli, capogruppo della coalizione di maggioranza “Insieme per la libertà”, secondo il quale “il campo è stato coinvolto in attività di spaccio e non solo. Non è possibile intraprendere un percorso d’integrazione senza la collaborazione della controparte”. Sulla stessa linea Riccardo Gobbetto, consigliere del gruppo di maggioranza, che si è detto convinto che si tratti di una decisione “a favore della comunità calcinatese e dei soggetti deboli dell’accampamento rom, cioè donne e bambini; il nostro vuole anche essere un segnale per far comprendere che esistono ottiche diverse di vita». In seguito all’approvazione della delibera, rispetto alla quale i consiglieri di minoranza si sono astenuti, il Comune acquisirà ufficialmente l’area su cui sorge il campo. Si tratta di un passaggio necessario nell’iter amministrativo, al quale farà seguito l’abbattimento delle strutture presenti sulla superficie dal momento che furono realizzate nonostante il vincolo di inedificabilità e all’interno della fascia di rispetto dell’autostrada.
mercoledì 25 marzo 2009
OPERAZIONE PIOMBO FUSO
Israele ha pubblicato i suoi dati sull'operazione piombo fuso. Noi invece ci limitiamo a pubblicare una foto di una delle rappresaglie di quest'inverno. Aggiungiamo però un link, dove si trovano diverse immagini, tra le quali il bombrdamento della scuola sotto il controllo ONU. Sono immagini di estrema violenza.
martedì 24 marzo 2009
LE CENERI DI GRAMSCI

arrotolato al collo ai partigiani
e, presso l'urna, sul terreno cereo,
diversamente rossi, due gerani.
Lì tu stai, bandito e con dura eleganza
non cattolica, elencato tra estranei
morti: Le ceneri di Gramsci... Tra
speranza
e vecchia sfiducia, ti accosto, capitato
per caso in questa magra serra, innanzi
alla tua tomba, al tuo spirito restato
quaggiù tra questi liberi. (O è qualcosa
di diverso, forse, di più estasiato
e anche di più umile, ebbra simbiosi
d'adolescente di sesso con morte...)
ho di queste vacanze, nel tormento
del mantenermi in vita; e se mi accade
di amare il mondo non è che per violento
e ingenuo amore sensuale
così come, confuso adolescente, un tempo
l'odiai, se in esso mi feriva il male
borghese di me borghese: e ora, scisso
- con te - il mondo, oggetto non appare
disprezzo, la parte che ne ha il potere?
Eppure senza il tuo rigore, sussisto
perché non scelgo. Vivo nel non volere
del tramontato dopoguerra: amando
il mondo che odio - nella sua miseria
sprezzante e perso - per un oscuro
scandalo della coscienza...
Lo scandalo del contraddirmi,
dell'essere
con te e contro te; con te nel core,
in luce, contro te nelle buie viscere;
del mio paterno stato traditore
- nel pensiero, in un'ombra di azione -
mi so ad esso attaccato nel calore
degli istinti, dell'estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione
la sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza: è la forza originaria
dell'uomo, che nell'atto s'è perduta,
a darle l'ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica: ed altro più
io non so dirne, che non sia
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia...
Come i poveri povero, mi attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto
ogni giorno. Ma nella desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante
dei possessi borghesi, lo stato
più assoluto. Ma come io possiedo la
storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:
ma a che serve la luce?
lunedì 23 marzo 2009
FRATELLO NON TEMERE, CHE CORRO AL MIO DOVERE, TRIONFI LA GIUSTIZIA PROLETARIA

GI QUATTORDICI A ROMA

venerdì 20 marzo 2009
SPORCHÈSS ATÙREN

söl mür del castel
del me paes.
Ai prim de mars
gh’è amó ‘n giro
i tocch de giass.
Ciapei de laurà
ambiac e mai finic,
udùr de màgher
en de l’erbä bunä.
Loertìss mesciacc
a mucì de sigarete
i ma dis che gh’è riat
l’ura de vegner zó
de chestä piassä
spurcä e ‘ndormétä.
Gh’è riàt l’urä
de scrier söi mür
che la Terä
la gh’à miä padrù!
[calcinato, primo marzo millenovecentottantasette]
giovedì 19 marzo 2009
E LA RACCOLTA PORTA A PORTA?

mercoledì 18 marzo 2009
CALCINATO E IL RIPUDIO CULTURALE DI PACHECO
Ho ricevuto con piacere la tua segnalazione in oggetto e, con qualche giorno di ritardo rispondo.
Grazie per l’informazione e quanto compreso. Non ho avuto la possibilità di leggere il testo dell’intervista citata, comunque ritengo che non sia utile replicare alla posizione espressa per evitare di dare ulteriore e immeritata pubblicità alla scrivente.
La povera, ritenendo di sapere cose che non sa, ricostruisce di conseguenza un progetto che aveva pretese più ambiziose rispetto a quanto richiamato. L’ipotesi, se interessa dovrei avere traccia completa, prevedeva tramite l’Università di Valencia una mostra itinerante europea (Valencia, Parigi, Praga e Lubianca) nella quale volevamo inserire Brescia, dal titolo “L’esilio culturale europeo”. In questa proposta le opere di Paceco rappresentavano solo la prima puntata, lasciando al seguito l’inserimento di altri settori della cultura che pure sono stati oggetto di persecuzioni politiche.
Il contesto si inseriva bene nell’attività del “Patronat Martinez Guerracabeitia” la cui attività si propone di denunciare in particolare alle nuove generazioni le diverse forme di violenza, passate e presenti, che hanno interessato la storia dell’umanità.
Era questo un progetto dove Calcinato, a mio parere, poteva solo essere presente come piccolo contributo e non certo per essere inserito come tappa.
Per questo motivo, a suo tempo, erano stati presi contatti con il direttore Morgano dell’Università Cattolica al quale, essendo anche vice sindaco di Brescia Cattolica, abbiamo chiesto e ottenuto di incontrare i referenti di Brescia Musei per ottenere la disponibilità di una sede adeguata ad ospitare l’esposizione a Brescia.
La nuova amministrazione, non ha mai ritenuto di approfondire l’iniziativa intrapresa e quando ho visto la delibera di ritiro seguito rinuncia, dell’incarico affidato al prof. Tellaroli. L’ho contattato telefonicamente per capire le ragioni della sua decisione. Mi ha detto di avere avuto un incontro con il sindaco e che non aveva sprecato molto tempo per capire le intenzioni. A questo punto la sua decisione è stata solo conseguente.
Per quanto mi risulta, l’esposizione di Valencia, è stata organizzata ed effettuata grazie alla conferma sulla disponibilità dei proprietari ad inviare i quadri già selezionati e con spese a carico della stessa. Il libro-catalogo è stato ovviamente predisposto nelle due lingue spagnole omettendo la versione italiana, francese e/o inglese.
ciao e buon lavoro
il link del Patronat Martinez Guerracabeitia, istituto culturale militante valenciano, è http://www.fguv.org/pmg/presentacio/
martedì 17 marzo 2009
SI RIACCENDONO LE INDUSTRIE

come una danza rossa
le macchine tornano a ordinarsi
in un canto triste
incanto per pochi in grado
di osservare e sentire
che c'è dolore ovunque
quiete di mani che prendono pane
che stringono amate carni o canute
teste ferme in trenta gradi
di fronte a un piatto
appare tutto un carnevale
bella, bellissima eterna giostra
anche io, anche tu sorridiamo
di fronte alla meraviglia del mondo
noi che saremo quelle teste, quelle mani :
avremo sempre il desiderio di un amore perfetto,
di idoli da contestare idee da difendere
realtà da consumare avremo sempre
desiderio di possedere questo reale
così orribile
una casa, un tavolo, un male
dove mangeremo bugie
(bs-mi 2008)
lunedì 16 marzo 2009
LA DISTRUZIONE DEL PATRIMONIO /2 [del peccato originale]

Unico superstite lo stabile ad est della biblioteca, di recente oggetto di trasformazione sulla testata.
sabato 14 marzo 2009
L'ACQUA E' UN BENE PUBBLICO

All’incontro interverrà Fabrizio Valli, referente bresciano del “Forum italiano dei movimenti per l’acqua”, per il quale “l'acqua è un bene pubblico e i cittadini devono intervenire in prima persona a proporre e discutere nuove soluzioni in merito all' erogazione”.
Al centro del dibattito sarà la necessità di assumere definitivamente l'acqua come un bene primario e la definizione di principi inviolabili con cui deve essere gestito il patrimonio idrico nazionale. La campagna promossa dal “Forum italiano dei movimenti per l’acqua” intende introdurre modifiche alla legge Galli del 1996, quella che ha introdotto il partenariato, le società miste pubblico-privato, che possono condurre alla privatizzazione degli acquedotti. “Chi investe nell'acqua vuole trarre un profitto tramite le tariffe, mentre i costi dell'acqua devono essere garantiti dalla fiscalità generale» sottolinea il Forum. ”E’ necessario pertanto mettere fine al grande inganno sulla divisione tra proprietà e gestione. Chi amministra le reti ne diventa a conti fatti proprietario, per questo devono restare interamente pubbliche”.
L' assemblea si svolgerà al Centro Civico di Piazza della Preistoria alle ore 20.45.
venerdì 13 marzo 2009
GAS [gruppo di acquisto solidale]

In questa galassia da qualche tempo c’è posto anche per il Gruppo di acquisto solidale (Gas) di Calcinatello, che - nato all’inizio dell’anno - si sta organizzando sul territorio per uscire dalle logiche commerciali tradizionali e orientare il mercato e i consumatori verso un consumo critico e consapevole.
Autogestito con la modalità della partecipazione volontaria e attiva, il sodalizio no profit è coordinato da Alessandro Spassini e Sabrina Marella e raccoglie una decina di famiglie che mediamente coprono quasi metà del loro budget mensile per alimentari e vestiti con questa originale forma di acquisto, basato su alcuni principi fondamentali, “la valorizzazione della dimensione locale, l’economia di giustizia, la sostenibilità sociale ed ecologica dei prodotti, l’eticità della filiera produttiva”, come spiega Spassini.
Sugli scaffali del Gas si trovano un po’ tutti i generi alimentari del commercio equo e solidale con i paesi in via di sviluppo (cacao, caffè, zucchero, miele, frutti esotici, thé, tisane, riso, funghi, succhi di frutta, biscotti, cioccolato, farine) man anche arance siciliane, riso piemontese, formaggi biologici bresciani, e ancora detersivi ecocompatibili, conserve, cereali, legumi che hanno in comune la caratteristica di avere prezzi non determinati dalle multinazionali che troppo spesso monopolizzano i mercati, ma da una rete di produttori e cooperative agroalimentari che garantiscono la qualità sociale e la genuinità dei prodotti.
“Abbiamo creato accordi con produttori locali e nazionali - racconta Spassini - ordinando mensilmente il fabbisogno delle nostre famiglie, per un volume d’acquisti che si aggira sui 3 mila euro”.
giovedì 12 marzo 2009
LA GUERRA FREDDA NELLA BRUGHIERA DI GHEDI

A Ghedi, l’ultima base delle atomiche «italiane»
Nel Bresciano sei bombe nucleari Usa destinate ai nostri caccia
1 Il bunker sotterraneo dove la Guerra fredda non è ancora finita
Martedì a Pratica di Mare finirà la Guerra fredda. Ma in Italia ci sono due basi dove l’allarme atomico non è mai cessato. Una è notissima: Aviano, la grande struttura statunitense che sorveglia i Balcani. L’altra invece è nel cuore della Lombardia, la base militare di Ghedi, a meno di cento chilometri da Milano: a Ghedi nel Bresciano un bunker sotterraneo protegge le ultime bombe termonucleari americane presenti in un aeroporto italiano. Almeno sei ordigni, con la potenza distruttiva di ottanta Hiroshima. Sono nelle mani di duecento soldati Usa, premiati con indennità speciali e tenuti continuamente in stato di allerta. Un arsenale attivo dagli anni Sessanta, in attesa dell’ordine che tutti speravano non dovesse mai arrivare: in caso di attacco sovietico, le bombe sarebbero state agganciate sotto le ali dei caccia italiani. In un hangar a bordo pista due jet erano sempre pronti al decollo, per incenerire i comandi dell’Armata rossa nei Balcani. Ma la missione è stata superata dalla storia: non ci sono più orde di tank schierate per invadere la frontiera orientale, il Patto di Varsavia si è dissolto e i bersagli di una volta sono diventati i nuovi alleati. Il muro di Berlino è crollato, anche l’Urss è scomparsa senza che nei depositi d’acciaio di Ghedi sia cambiato nulla: l’allarme prosegue, notte e giorno. «Endeavor to persevere», lo sforzo di perseverare: così recita il motto dei custodi dell’atomica bresciana. SEGRETO INTERNAZIONALE- La presenza degli ordigni a Ghedi non è mai stata confermata ufficialmente: la politica di Washington è quella di non fornire mai informazioni sulle dotazioni nucleari dei reparti all’estero. E’ un comportamento che spesso ha provocato scontri con alcuni degli alleati, in particolare con il Giappone dove la memoria di Hiroshima e Nagasaki resta forte. Ma numerose fondazioni americane si sono dedicate a penetrare il muro del silenzio, sfruttando le notizie raccolte dal Congresso e i documenti contabili resi pubblici negli Usa, per tracciare la radiografia degli arsenali. Lo studio più importante è stato completato da due esperti del «Bollettino degli scienziati atomici», l’organizzazione che promuove l’«orologio dell’apocalisse»: le lancette che indicano all’umanità il livello di pericolo dell’olocausto nucleare. Secondo il dossier curato da William Arkin e Robert Norris, il deposito bresciano venne costruito nel ’63 e gestito da un’unità speciale, il «Detachment 1200» dell’aviazione Usa. Il reparto ha cambiato nome tre volte: oggi si chiama «831° squadrone supporto munizionamento», i «centurioni» di Ghedi. Il simbolo mostra infatti un elmo da centurione, una spada e le sagome di due caccia italiani: come a dire, noi siamo la testa e la lama degli alleati.
IL BUNKER - Il primo deposito sotterraneo è stato completamente ricostruito tra il ’94 e il ’96 secondo le nuove tecniche di sicurezza: oggi non c’è solo il pericolo di attacchi dal cielo, ma anche quello di incursioni terroristiche. Per questo ora ogni ordigno dispone di una sua «bara» corazzata mentre prima erano custoditi tutti insieme. Sono state costruiti undici «loculi», alcuni rimasti vuoti: si stima che le bombe presenti siano almeno sei. Nel giugno ’97 sono cominciati gli esami per provare l’efficienza della nuova struttura. Test per verificare la resistenza delle pareti e degli impianti speciali, ispezioni improvvise per controllare la riservatezza di codici e radio, raid notturni di parà per studiare la prontezza dei difensori. Tre anni di esercitazioni, poi è stata concessa la piena operatività del comando. Prima dell’11 settembre non era difficile trovare su Internet disegni e foto di questi bunker, detti in codice Ws3 e costruiti nei Paesi della Nato secondo lo stesso progetto. Ma dopo l’attacco alle Torri Gemelle tutte queste pagine web sono state oscurate. Paradossalmente, la censura non ha colpito il sito del reparto di Ghedi (http://www.aviano.af.mil/Ghedi/index.htm), dove non si fa mai cenno alle testate ma c’è uno scorcio della «cripta»: un’immagine confusa tra altre, con una squadra di tecnici che si addestra a innescare una testata. LE BOMBE - Gli ordigni di Ghedi sono del tipo B-61, la bomba termonucleare americana costruita in più esemplari. E’ un’arma tattica, non destinata alla rappresaglia sulle metropoli nemiche: doveva servire per spazzare via le divisioni di carri armati sovietici nei Balcani. La potenza delle testate è compresa tra 0,3 chilotoni e 300 chilotoni, a seconda dei modelli: si ritiene probabile che a Ghedi gran parte sia da 200 chilotoni, ossia tredici volte l’ordigno che distrusse Hiroshima. Ogni arma può cancellare tutto nel raggio di un chilometro e uccidere qualunque persona su un’area tripla: in pratica, con una sola bomba si può distruggere Milano. Ma le procedure di sicurezza adottate dal Pentagono dovrebbero escludere il rischio di incidenti catastrofici. Inneschi e testate sono custoditi in locali separati: non è possibile che ci sia un’esplosione per errore. L’attivazione, poi, segue il principio della «doppia chiave»: occorrono due persone per rendere operativi i congegni, eliminando così l’incubo di gesti folli come quelli descritti da Stanley Kubrick nel «Doctor Strangelove».
4 La televisione svizzera ha dedicato pochi giorni fa un servizio alle bombe nucleari presenti nella base di Ghedi Torre - Brescia.
Chiunque voglia ascoltarlo e preoccuparsi può farlo cliccando qua .
Il Sindaco di Ghedi, Anna Guarneri, ha dichiarato alla televisione svizzera:“Notizie ufficiali non ce ne sono mai state date però ci sono tantissime persone di Ghedi che lavorano all'interno della base, per cui le indiscrezioni ci sono e sono anni ormai che siamo a conoscenza anche se non ufficialmente di questi strumenti nucleari…”
Finora da parte del Ministero che tipo di risposta avete avuto?
“Nessuna. Nessuna risposta”
mercoledì 11 marzo 2009
APPELLO CONTRO L'ESTINZIONE...
martedì 10 marzo 2009
AMIGOS DE ARGENTINA

Hanno in comune la caratteristica di avere prezzi non determinati dalle multinazionali, che troppo spesso monopolizzano i mercati, ma da una rete di cooperative agroalimentari che garantiscono la qualità sociale e la genuinità dei prodotti.
Di particolare interesse è la disponibilità di pregiati vini rossi e bianchi, di carne fresca argentina, del famoso "dulche de leche" (un dolce di latte preparato artigianalmente) e dell'erba mate da sorbire nell'apposita pipa resa celebre da Ernesto Che Guevara.
Oltre ad assicurare con continuità l'apertura di questo canale alternativo di distribuzione dei prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo, l’associazione promuove anche l'educazione ad un consumo critico nei confronti degli iniqui meccanismi che regolano i rapporti fra i produttori del Sud del pianeta e i distributori delle merci. I proventi delle vendite sono utilizzati per il finanziamento di un programma di iniziative per dare cibo ai poveri argentini affamati dalla grave crisi economico-finanziaria che attanaglia da anni il paese latinoamericano.
lunedì 9 marzo 2009
TELEMACO SIGNORINI - L'ALT DEI GRANATIERI TOSCANI A CALCINATELLO

Lo ha scoperto in paese lo studioso Mario Negroni che, in seguito ad accurate ricerche, ha rinvenuto l’esistenza di ben 4 opere del pittore macchiaiolo Telemaco Signorini (1835 - 1901), artista al seguito dei Granatieri Toscani che sostò nella frazione di campagna di Calcinato proprio nei giorni precedenti la battaglia decisiva della seconda guerra di indipendenza. In particolare la sosta si svolge nei pressi dell’attuale via che prende il nome da San Martino della Battaglia, perpendicolare alla via principale del paese, la via Santa Maria.
Tra gli esponenti più significativi a livello nazionale dei macchiaioli, Signorini è noto per la sua collaborazione con gli impressionisti francese (soprattutto Degas e Monet), che incrementò la sua sensibilità nei confronti della tematica della luce e del tono. Le quattro opere repertoriate dal Negroni sono un quadro, due bozzetti e un disegno. Il quadro e un bozzetto si trovano nella collezione della Fondazione Marzotto a Valdagno in provincia di Vicenza, un bozzetto è ospitato in una collezione privata nel milanese mentre non vi è traccia recente del disegno. «Un tempo quando si partiva per la guerra - spiega Negroni nel suo studio - ai soldati si univano anche scrittori e pittori: erano i cronisti dell’epoca. Così nel 1859 come artigliere al quinto pezzo della prima batteria sotto il comando del colonnello Masel e del capitano Palmieri e poi sotto il comando di Garibaldi, partì anche Telemaco Signorini, figlio di pittore (il padre era un ottimo vedutista nella Firenze lorenese) pensava che la sua vocazione fosse quella del letterato, ma quasi obbligato dal padre si decise a dedicarsi principalmente alla pittura».
Nel suo studio Negroni passa in rassegna le doti dell’artista toscano, la sua sveglia intelligenza critica e la mordace vena polemica che gli valsero anche alcune fortune di carattere letterario. «Dell’opera L’alt dei granatieri toscani a Calcinatello presso Brescia esiste un disegno, che sembra databile al 1859 e realizzato dal vero poiché ritrae alcuni soldati in un momento di riposo - sottolinea Negroni - dal disegno Signorini trasse un primo bozzetto, di esecuzione molto sommaria. Poi un secondo bozzetto, di dimensioni più piccole, nel quale la conduzione pittorica definisce le persone e le cose con maggior accuratezza; esso è più vicino alla versione definitiva e le masse sono distribuite con pari modalità compositiva. Questa teletta presenta una straordinaria tavolozza luminosa, chiarissima nel cielo. Secondo la critica è con questo bozzetto che Signorini dimostra di aver maturato il nodo della macchia chiaroscurale. Il dipinto - prosegue lo studioso - esprime compiutamente i valori acquisiti della nuova ricerca macchiaiola, incentrati sul contrasto violento di ombre e luci e sulla calibrata ricerca tonale. Il quadro fu esposto al prezzo di 50 francesconi alla Promotrice di Firenze nel 1860. Andato invenduto, figurò successivamente alla Esposizione Nazionale di Brera a Milano, dove fu acquistato dalla Società degli Artisti e Patriottica di quella città. Interessante rilevare che il soggetto dell’opera non è propriamente bellico, ma la scelta di Signorini privilegia l’illustrazione di temi militari antiretorici. I soldati infatti vengono rappresentati in un momento di riposo: se non fosse per le divise indossate dalle persone ritratte si potrebbe addirittura ipotizzare un contesto pacifico nell’ambito di una calma periferia urbana dell’epoca».
Una delle ultime apparizioni del quadro è datata 2004, in na mostra a Palazzo Zabarella, a Padova.
(p.s. l'immagine postata in intestazione è un quadro di Signorini, ma riporta il passaggio delle truppe Francesi a Solferino, dopo la battaglia)
domenica 8 marzo 2009
venerdì 6 marzo 2009
AL CONSIGLIO COMUNALE DI LUNEDI' SERA
all'ordine del giorno anche importanti variazioni nel governo del commercio: l'apertura di un bar in via carlo alberto, con modalità al di fuori della legge (un'ordinanza sostituisce una delibera consiliare); e la proposta di un regolamento per l'apertura di sale giochi, per le quali sono state già depositate due richieste.
giovedì 5 marzo 2009
ALTA VELOCITA'

mercoledì 4 marzo 2009
AZIONE, SENZA IMPOSIZIONE DI SE' (LAO TSE). PER BRUNO MUNARI

Alberto Munari
martedì 3 marzo 2009
делать?

per quanto ancora si faranno attendere i diktat dei nostri cari amici democratici? siamo passati alla festa...poi alla riunione del 20 luglio...per poi attendere le impressioni di settembre...e l'autunno...e l'anno nuovo...e la fine del tesseramento...e l'assemblea di febbraio.
adesso a marzo (le liste vano presentate entro la metà di aprile), crediamo che sia giunta l'ora di rompere gli indugi. ed esplicitare le volontà elettorali.
le nostre le abbiamo espresse a più riprese a partire dalla primavera scorsa, con il nostro manifesto sottoscritto da 35 cittadini, coi comunicati ai giornali e con la nostra ostinata fedetà al lavoro in comune con la lista.
che fare compagno lenin? nell'estenuante attesa, lui, che non ci ascolta più, gioca a basket.
lunedì 2 marzo 2009
ASSEMBLEA A FIRENZE - PER UNA LISTA UNICA DELLA SINISTRA
