Contro le guerre e le dittature
a fianco dei popoli in lotta per i propri diritti
“La guerra è un male assoluto e va ‘ripudiata’, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia”.
Il blitz del presidente Trump per uccidere il generale iraniano
Soleimani, il vicecapo di una milizia irachena ed altri sei militari
iraniani, è un crimine di guerra compiuto in violazione della sovranità
dell’Iraq. Insieme alla ritorsione iraniana si è abbattuto anche sui
giovani iracheni che da tre mesi lottano contro il sistema settario
instaurato dall’occupazione Usa e contro le ingerenze iraniane, in un
paese teatro di guerre per procura ed embarghi da decenni.
Irak, Iran, Siria, Libia, Yemen: cambiano i giocatori, si scambiano i
ruoli, ma la partita è la stessa. Nella crisi del vecchio ordine
internazionale, potenze regionali e globali si contendono con la guerra
aree di influenza sulla pelle delle popolazioni locali. La sola
alternativa consentita al momento è il mantenimento dei regimi
teocratici o militari – comunque illiberali e non rispettosi dei diritti
umani – con i quali si fanno affari, chiudendo occhi e orecchie su
repressione, torture e corruzione.
La guerra non produce solo distruzione, ma cancella anche dall’agenda politica la questione sociale, oramai incontenibile ed esplosa nelle proteste delle popolazioni che hanno occupato pacificamente le piazze e le strade.
La guerra non produce solo distruzione, ma cancella anche dall’agenda politica la questione sociale, oramai incontenibile ed esplosa nelle proteste delle popolazioni che hanno occupato pacificamente le piazze e le strade.
Non possiamo stare a guardare
Dobbiamo gridare il nostro no alla guerra, alla sua preparazione, a
chi la provoca per giustificare la produzione e la vendita di armi.
Guerre che, in ogni momento, possono fare da miccia ad un conflitto
globale tanto più preoccupante per il potenziale degli armamenti
nucleari oggi a disposizione dei potenti del mondo. Le vittime innocenti
dell’aereo civile abbattuto “per errore” da un missile, dimostrano una
volta di più che la guerra è un flagello per tutti, nessuno può
chiamarsi fuori, siamo tutti coinvolti.
Manifestiamo il nostro sostegno alle popolazioni, vere vittime delle guerre, a chi si rivolta da Baghdad a Teheran, da Beirut ad Algeri, da Damasco, al Cairo, a Gerusalemme, a Gaza.
Manifestiamo il nostro sostegno alle popolazioni, vere vittime delle guerre, a chi si rivolta da Baghdad a Teheran, da Beirut ad Algeri, da Damasco, al Cairo, a Gerusalemme, a Gaza.
Quel che sta avvenendo nel Golfo Persico, aggiungendosi alle
sanguinose guerre e alle crescenti tensioni in corso, mette in luce la
drammatica attualità e il vero realismo dei ripetuti ma inascoltati
appelli di Papa Francesco per l’avvio di un processo di disarmo
internazionale equilibrato.
L’UE, nata per difendere la pace, deve assumere una forte iniziativa che – con azioni diplomatiche, economiche, commerciali e di sicurezza – miri ad interrompere la spirale di tensione e costruisca una soluzione politica, rispettosa dei diritti dei popoli, dell’insieme dei conflitti in corso in Medio Oriente e avviare una rapida implementazione del Piano Europeo per l’Africa (Africa Plan) accompagnandolo da un patto per
una gestione condivisa dei flussi migratori.
L’UE, nata per difendere la pace, deve assumere una forte iniziativa che – con azioni diplomatiche, economiche, commerciali e di sicurezza – miri ad interrompere la spirale di tensione e costruisca una soluzione politica, rispettosa dei diritti dei popoli, dell’insieme dei conflitti in corso in Medio Oriente e avviare una rapida implementazione del Piano Europeo per l’Africa (Africa Plan) accompagnandolo da un patto per
una gestione condivisa dei flussi migratori.
Fermare la spirale di violenze è responsabilità anche italiana e chiediamo al nostro Governo di farlo con atti concreti:
- opporsi alla proposta di impiego della Nato in Iraq e in Medio Oriente;
- negare l’uso delle basi Usa in Italia per interventi in paesi terzi senza mandato ONU;
- bloccare l’acquisto degli F35;
- fermare la vendita di armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani come sancito dalla L. 185/90;
- ritirare i nostri soldati dall’Iraq e dall’Afghanistan, richiedendo una missione di peace-keeping a mandato ONU ed inviare corpi civili di pace;
- adoperarsi per la sicurezza del contingente italiano e internazionale in missione UNIFIL in Libano;
- aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari eliminandole dalle basi in Italia;
- sostenere in sede europea la necessità di mantenere vivo l’accordo sul nucleare iraniano implementando da parte italiana ed europea le misure di revoca dell’embargo;
- porre all’interno dell’Unione europea la questione dei rapporti USA-UE nella NATO.
Per tutto questo invitiamo a aderire e a partecipare alla giornata
di mobilitazione internazionale di sabato 25 gennaio 2020, promossa dal
movimento pacifista statunitense contro la guerra, che per noi sarà una
grande mobilitazione contro tutte le guerre e tutte le dittature, a
fianco dei popoli che si battono per il proprio futuro.
ACLI, AIDOS, AOI, ARCI, Archivio Disarmo, Arci Servizio Civile, ASGI,
Ass. 46° parallelo, Ass. Senza Confine, Associazione della pace,
Assopace Palestina, Atlante delle Guerre, Beati i Costruttori di Pace,
CGIL, CIPAX, CIPSI, CNCA, Cultura è Libertà, Europa verde, FIOM, Fond.
Benvenuti in Italia, Ass. naz. Giuristi Democratici, Gruppo Abele, Lega
Diritti dei Popoli, Legambiente, Libera, Link, Lunaria, Medicina
Democratica, MIR, Movimento Consumatori, Movimento Europeo, Movimento
federalista europeo, Movimento Nonviolento, Noi Siamo Chiesa, Opal, Pax Christi, PeaceLink, PRC-SE, Rete della pace,
Rete italiana disarmo, Rete degli Studenti, Rete della Conoscenza,
Sbilanciamoci!, Sinistra italiana, Tavola della pace, Tavolo salta muri,
Transform! Italia, UDS, UDU, Un ponte per …, US ACLI, Unione sindacale
italiana.
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