Il movimento No Tav non molla. Dopo la prima sconfitta al Tar del Lazio, presenta ora ricorso al Consiglio di Stato, con richiesta di
rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea.
Nel voluminoso documento (sono circa 130 pagine, chi desidera leggerle può scriverci una mail a linea.indipendente@hotmail.it) l'avvocato Fausto Scappini replica alle motivazioni con cui il Tar aveva
respinto il primo ricorso.
L'obiettivo resta quello di annullare il
decreto ministeriale in ottemperanza al progetto definitivo della tratta
Brescia-Verona: se i giudici di Palazzo Spada dovessero accoglerlo, l'operazione Tav su questa tratta dovrebbe fermarsi.
I No Tav contestano al progetto la violazione della
normativa europea sugli appalti, la validità temporale della Valutazione
d'Impatto Ambientale (che risale al 2003), violazioni di legge per la
mancata valutazione di opzioni alternative, violazioni di norme poste a
tutela del patrimonio ambientale, oltre all'annullamento per "plurime
violazioni di legge" della reiterazione del vincolo sull'esproprio di
aree e immobili interessati dal passaggio della nuova linea ferroviaria.
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