mercoledì 1 maggio 2019

Inno dei Lavoratori

Su fratelli, su compagne,
su, venite in fitta schiera:
sulla libera bandiera
splende il sol dell'avvenir.
  
Nelle pene e nell'insulto
ci stringemmo in mutuo patto,
la gran causa del riscatto
niun di noi vorrà tradir.

  Il riscatto del lavoro
  dei suoi figli opra sarà:
  o vivremo del lavoro
  o pugnando si morrà.

  O vivremo del lavoro
  o pugnando si morrà.
  O vivremo del lavoro
  o pugnando si morrà.

La risaia e la miniera
ci han fiaccati ad ogni stento
come i bruti d'un armento
siam sfruttati dai signor.

I signor per cui pugnammo
ci han rubato il nostro pane,
ci han promessa una dimane:
la dima si aspetta ancor.

  Il riscatto del lavoro...

L'esecrato capitale
nelle macchine ci schiaccia,
l'altrui solco queste braccia
son dannate a fecondar.

Lo strumento del lavoro
nelle mani dei redenti
spenga gli odii e fra le genti
chiami il dritto a trionfar.

  Il riscatto del lavoro...

Ogni cosa è sudor nostro,
noi disfar, rifar possiamo;
la consegna sia: sorgiamo,
troppo lungo fu il dolor.

Maledetto chi gavazza
nell'ebbrezza dei festini,
fin che i giorni un uom trascini
senza pane e senza amor.

  Il riscatto del lavoro...

I confini scellerati
cancelliam dagli emisferi;
i nemici, gli stranieri
non son lungi ma son qui.

Guerra al regno della Guerra,
morte al regno della morte;
contro il dritto del più forte,
forza amici, è giunto il dì.

  Il riscatto del lavoro...

O sorelle di fatica
o consorti negli affanni
che ai negrieri, che ai tiranni
deste il sangue e la beltà.

Agli imbelli, ai proni al giogo
mai non splenda il vostro riso:
un esercito diviso
la vittoria non corrà.

  Il riscatto del lavoro...

Se eguaglianza non è frode,
fratellanza un'ironia,
se pugnar non fu follia
per la santa libertà;

Su fratelli, su compagne,
tutti i poveri son servi:
cogli ignavi e coi protervi
il transigere è viltà.

  Il riscatto del lavoro…


(Filippo Turati, 1886)

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