
“Ad un anno e mezzo dalla piantumazione - osserva ora il Comitato Cittadini - del bosco c'è ben poco. Qualche settimana fa era più
che altro boscaglia, dei frassini nessuna grande presenza, anzi si direbbe
quasi una situazione irreale. Le piantine in alcuni casi sono seccate, in
altri prigioniere dell'involucro di plastica”.
"Noi eravamo entusiasti di quella eccellente idea - racconta il Comitato - sia per
la scelta della pianta (il frassino, oltre ad essere autoctona, ha una
crescita rapida e si adatta perfettamente sia agli ambienti rurali che a quelli
urbani) sia perché vi avevamo visto l'inizio di un percorso necessario di
rimboschimento nel territorio di Calcinato altamente compresso ambientalmente e
in una posizione strategica (di fronte al campo sportivo, dove giocano
moltissimi bambini e a fianco dell'autostrada)".
"Se curato, il frassino può raggiungere i 30-40 m di altezza, e nei primi anni
ha una crescita molto rapido" rileva. "Eppure, nel nostro abituale
giro sul territorio abbiamo visto una situazione desolante e ci chiediamo se
fare educazione ambientale significhi fare un iniziativa che si conclude con la
piantumazione di una mattina o essere capaci di portare avanti una idea di cura
e abbellimento del territorio”.
“A cosa è servito quel progetto - si chiede - se non siamo stati
capaci di creare rete fra la comunità, per insegnare ai giovani che
insieme (amministrazione, scuole e cittadini) è possibile tutelare e
abbellire il nostro territorio? Quei bambini che hanno piantato quegli alberi,
che emozione potranno avere, se dovranno passare ancora anni, prima che vedano
spuntare il loro bosco?”.
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