Una prima, timida, buona notizia dal fronte No Tav arriva da Roma. La Corte dei Conti, che aveva il compito di verificare l'impatto sugli equilibri finanziari di questa grande opera publica del costo di 2 miliardi e 499 milioni di euro, ha rispedito la documentazione relativa al Ministero dell'Economia e delle Finanze, sospendendo l'istruttoria per "incompletezza documentale".
Quindi la reativa delibera n. 42, approvata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) lo scorso 10 luglio, non è più all'esame della Corte e i tempi sono destinati ad allungarsi di un bel po'.
Con tutta probabilità il Ministero dell'Economia e delle Finanze dovrà provvedere a completare la documentazione per ora lacunosa. Poi dovrà rispedire la delibera alla Corte dei Conti, che avrà fino a 60 giorni di tempo per esaminarla.
Solo una volta avuto il via libera dalla Corte ci potrà essere la firma del contratto con Ferrovie dello Stato e Cepav Due e quindi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l'entrata in vigore del provvedimento, con i successivi espropri e la presa di possesso delle aree di cantiere.
Intanto arriviamo al nuovo anno: per il 4 marzo sembra verranno convocate le elezioni politiche e sono in molti a giurare che la decisione sarà presa con il nuovo governo. Un motivo in più per recarsi alle urne.
Solo una volta avuto il via libera dalla Corte ci potrà essere la firma del contratto con Ferrovie dello Stato e Cepav Due e quindi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l'entrata in vigore del provvedimento, con i successivi espropri e la presa di possesso delle aree di cantiere.
Intanto arriviamo al nuovo anno: per il 4 marzo sembra verranno convocate le elezioni politiche e sono in molti a giurare che la decisione sarà presa con il nuovo governo. Un motivo in più per recarsi alle urne.
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