Gentilissimo ministro Graziano Delrio,
questa lettera è rivolta a lei
poiché la questione investe il suo ministero. Abbiamo ritenuto doveroso
spedire la stessa informativa anche al Ministro dell'Ambiente che, con
le controdeduzione poste sul sito a fine marzo 2015 di fatto ha risposto
alle numerose osservazioni presentate sull'opera Tav Brescia-Verona
confermando a quanto pare la validità di una Via varata 12 anni fa su
cartografie addirittura superate. Mi presento: sono Laura Corsini, madre
di due figli ai quali ho tentato di passare quei valori morali, civili e
cristiani che mi appartengono e che ritengo siano fondamentali per
essere cittadini del mondo. Ho insegnato loro il rispetto negli altri
inteso anche e soprattutto delle opinioni altrui ma il sangue bresciano
che scorre in me, mi ha obbligato a precisare loro che quando qualcuno
«non merita rispetto» è corretto comunicare il proprio dissenso. E
purtroppo nella vita quotidiana troppo spesso rilevo, con profonda
amarezza, atteggiamenti irrispettosi soprattutto di chi non prende
decisioni e delega ad altri le proprie responsabilità e di chi non
avendo competenze professionali per rivestire ruoli e mansioni, sia a
livello pubblico sia privato, provocano con le loro incapacità danni
gravi venendo meno a quel principio sancito anche nella legislazione
italiana, l'agire come un "buon padre di famiglia". Ebbene carissimo
ministro le qualità sopra non dovrebbero certo mancare in coloro che
amministrano il bene comune: i politici. Per questo oggi rivolgo a lei,
anche se ministro delle Infrastrutture da poco, la delusione più
profonda verso chi l'ha preceduta che non ha saputo gestire questo
«incarico» nell'interesse degli italiani ma solo per esclusivo uso
personale e di pochi altri. Le cronache di questi mesi e la trasmissione
Report di Rai 3 del 3 maggio 2015 ci hanno ben informato sulla
questione. Lei è il nostro presente e proprio nella certezza della sua
responsabilità politica a nome mio e dei cittadini che rappresento siamo
a sottoporre alla sua attenzione la nostra più totale contrarietà alla
costruzione del Tav Brescia-Verona, infrastruttura che dovrebbe essere
approvato a breve dal Cipe nonostante il progetto sia inutile, costoso e
cosa molto più grave se avviato «nominato» nelle intercettazioni in
mano alla procura di Firenze proprio sulle indagini collegate al
«sistema Incalza». Il nostro paese, Calcinato, si trova vicinissimo a
quella zona nominata la nuova terra dei fuochi legalizzata, riconosciuta
pochi mesi fa a livello nazionale, dove da anni i comitati locali
denunciano situazioni negative del territorio sia per inquinamento sia
per malattie importanti che troppo spesso sono sinonimi di "una terra
malsana" che non potrà che peggiorare con l'arrivo del Tav. Le
perplessità sul progetto non sono solo ipotesi di cittadini arrabbiati
ma il risultato di anni d'informazioni sull'argomento, di confronto con
esperti in materia e d'indicazioni pervenute dagli enti interessati al
progetto. La Regione Lombardia, per esempio, nella delibera numero
X/3055 del 23 gennaio 2015 pur esprimendosi a favore dell'opera
nonostante notevole consumo di suolo agricolo - andando, di fatto,
contro un'altra delibera presa dalla stessa giunta lombarda ovvero lo
stop alla cementificazione-, elenca una serie di condizioni in risposta
alle criticità e mancanze che il progetto e Via evidenziano soprattutto
il non rispetto delle condizioni di sostenibilità e accessibilità
economica del Tav Brescia Verona. Anche la Provincia di Brescia, alla
quale abbiamo scritto come cittadini, ha evidenziato notevoli
perplessità sul progetto sulla base di costi eccessivi per treni che non
fermeranno né a Brescia né a Desenzano, nè a al Garda (terzo polo
turistico italiano) ma assurdità per assurdità la stazione è prevista a
Montichiari, con la creazione di uno «shunt» costosissimo e un
interconnessione con la ferrovia storica, proprio nel bel mezzo di
discariche (Montichiari ha circa una ventina di siti di smaltimento di
rifiuti nel territorio). I passeggeri arriveranno a Montichiari
trovandosi di fronte una discarica denominata «Montiriam», dove oggi
non vi sono collegamenti di nessun tipo con Brescia e il resto della
provincia. Le chiedo se questo è progettazione qualificata, logica e
parsimoniosa? Quindi altro consumo di aree agricole anche pregiate, come
i vigneti del Lugana e varie aziende produttrici di alimenti Dop per
un'altra opera in terra bresciana dopo Tav Treviglio-Brescia, la Corda
molle (dove le ricordo non sono ancora stati pagati gli espropriati) la
BreBeMi inaugurata proprio dal signor Matteo Renzi il quale dichiarava
l'unicità e l'importanza dell'opera, capitali privati per un necessario
sviluppo lombardo. L'autostrada è costantemente vuota e oggi nessun
gestore di autogrill e compagnie petrolifere ha investito sul tratto
Brescia - Milano. Questo risponde all'utilità dell'opera. E i politici
dove sono? Purtroppo negli anni abbiamo avuto modo di sentirne tanti
sull'argomento ma troppi male informati, anche quelli del suo partito.
Ministri e assessori che continuano a definire il Tav «un'opera
strategica» ingannando i cittadini poiché quando una grande
infrastruttura interesserà il 5% della popolazione, mai recupererà
l'investimento effettuato incrementando di fatto ancora il debito
pubblico italiano. Anche il Politecnico di Milano e di Torino hanno
affermato contrarietà al Tav visto che tutte le linee italiane risultano
essere in perdita forse in pareggio la Milano -Bologna. Come mai che
nessun documento governativo indica il nome di qualcuno che si assume
sul piano tecnico la responsabilità di calcoli qualora fossero
inattendibili? Siamo convinti che lei subirà quel «mal lavoro»
effettuato dai suoi predecessori (ci riferiamo all'assurdità di una
legge obiettivo «criminogena» come dichiarato dallo stesso Raffaele
Cantone e da accordi stipulati in precedenza) ma crediamo in qualcuno
debba avere il coraggio di cambiare rotta se questa porta alla rovina.
Per questo le chiediamo: la non approvazione del «progetto esecutivo»
Tav Brescia-Verona voluto solo da chi è legato a quel «sistema Incalza»
di cui si sta parlando da tempo e dove il ministro che ha dato l'avvio
al procedimento finalizzato alla dichiarazione di pubblica utilità
dell'opera, ministro Lupi, risulta dimissionario dall'incarico per
motivi legati a quanto sopra. La non approvazione del Tav Brescia-Verona
essendo un progetto del 1991 con una Via del 2003 poiché non
corrispondente alle necessità economiche, sociali e ambientali attuali.
La non approvazione del Tav Brescia-Verona poiché costruito in un
terreno con una morfologia che non consentirà mai un alta velocità e che
una ristrutturazione adeguata della ferrovia storica potrebbe
rispondere a un incremento di domanda almeno per i prossimi 10/15 anni
come da studi effettuati. Le ricordiamo che in ambito privato nessuno
investirebbe capitale proprio in un progetto obsoleto che non ha rientro
almeno dei costi sostenuti poiché in ambito privato chi sbaglia paga di
tasca sua. Nel settore pubblico chi si assumerà questa responsabilità
se l'opera sarà un altro buco nell'acqua com'è prevedibile? Le chiediamo
la non approvazione del Tav perché non diventi complice di inutile
consumo di suolo per guadagnare forse 14 minuti fra Milano a Verona a
spese di un investimento di capitale pubblico enorme quando treni
regionali hanno bisogno di una risposta immediata come richiesto
dall'Europa (Europa che non ha mai chiesto all'Italia il Tav). La non
approvazione del Brescia-Verona perché non sia complice di un costo
«inadeguato» di circa 62 milioni di euro al chilometro per la tratta
Brescia Verona quando nel resto del mondo il costo è un decimo: qualcuno
si è chiesto il motivo di questa differenza? La non approvazione del
Tav Brescia-Verona perché anche Lei non sia complice delle grandi
«bugie» dette dai politici prima di lei i quali hanno raccontato ai
cittadini italiani, di fatto ingannandoli, che il traffico da gomma
sarebbe passato su rotaie quando in Italia le merci mai andranno sul
Tav. Lo stesso Amministratore Delegato di Rfi, Elia l'ha dichiarato
pubblicamente nella puntata del 3 maggio di Report. La non approvazione
del Tav Brescia-Verona perché non sia complice di una legge obiettivo
che delega il «general contractor» nel nostro tratto Cepav 2 a pagare
chi controllerà il suo lavoro; è veramente ridicolo soltanto fattibile
in Italia. I cittadini onesti e rispettosi sono ormai stanchi di questo
modo di fare e sono tantissimi. Le priorità degli italiani sono altre
come il lavoro, la scuola, la messa in sicurezza di un territorio da un
dissesto idro-geologico sempre più visibile e di uno sviluppo efficiente
della rete pubblica di trasporto locale per i pendolari. Restiamo in
attesa di una sua risposta nel più breve tempo possibile informandola
che non ci rassegneremo mai alla distruzione del nostro territorio
chiamato Tav. Le comunichiamo che la presente mail sarà inoltrata anche
ai giornali locali a conferma del nostro malcontento. Ci piacerebbe
moltissimo poter aggiungere che abbiamo ricevuto risposta dal Ministro
Delrio per un interessamento reale alla questione poiché prima di essere
un politico ha agito da «buon padre di famiglia». Nell'augurarle buon
lavoro le porgiamo cordiali saluti.
Laura Corsini COMITATO CITTADINI DI
CALCINATO
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