Calcinato si
conferma come il Comune che verrebbe più martoriato dal passaggio della nuova
linea ferroviaria ad alta velocità, almeno stando alle controdeduzioni del
Ministero dell’ambiente alle osservazioni al progetto definitivo di questa
grande opera pubblica presentate a novembre dall’amministrazione comunale.
E’ quanto emerge da un volantino diffuso in
paese dal Comitato Cittadini e dal Comitato No Tav, che quantificano in “11
milioni e 125 mila euro il regalo concesso dall'amministrazione comunale a Cepav
e Rfi, ovvero il saldo tra le opere previste dal progetto definitivo, di cui
l'amministrazione ha chiesto lo stralcio, e le opere compensative richieste”.
“Nel dettaglio – spiegano i No Tav - le opere
eliminate sono: lo spostamento del sottopasso nella campagna di Calcinatello (-
130.000 euro), l’attraversamento in rilievo su galleria artificiale nei pressi
di Cascina Rossa (- 4.300.000 euro), i cavalcavia delle vie Cavour (- 6.700.000
euro) e Sant’Anna (- 6.550.000 euro), il cavalcavia al posto del sottopasso all’interconnessione
con la linea storica (- 3.065.000 euro), la modifica alla viabilità di via
Rovadino (- 230.000 euro)”.
“Tutto ciò – osservano - creerà gravi problemi
di viabilità, eliminando le interconnessioni est-ovest nella campagna di Calcinatello
e il collegamento tra i centri abitati di Calcinatello e Ponte San Marco”.
Le opere concesse sono invece “la pista
ciclabile di 200 metri su via Cavour (120.000 euro), la rotonda tra le vie
Cavour e Statale (270.000 euro), il nuovo collegamento fra le vie Cavour e
Brescia (230.000 euro), lo spostamento di monumento e santella in via Stazione
(170.000 euro, cifra emblematica di quanto siano paradossali i costi per
quest’opera), la viabilità in via Berlinguer (20.000 euro), le rotatorie nelle
vie Berlinguer (200.000 euro) e Statale (450.000 euro), la pista ciclabile in
via Rovadino (660.000 euro), lo spostamento del canile San Rocco (1.100.000
euro) e il nuovo ponte sul Chiese tra la vie Cavour e Zemogna (6.630.000 euro)”.
“Nel caso del ponte sul fiume – sottolineano -
è però lo stesso general contractor a mettere in guardia dall'impatto
ambientale di tale opera: si tratterà infatti di un ponte di 80 mt a 2 campate.
La rotatoria per l'immissione tra la via Cavour e il ponte sarà rialzata di 3,5
mt con notevole occupazione di suolo e conseguenti espropri per la
realizzazione delle opere di sostegno”.
“Tutte respinte – informano i No Tav - le
richieste di maggiori mitigazioni ambientali, quali l'aumento delle barriere antirumore,
l'ampliamento delle aree di mitigazione ambientale, la creazione di filari e
zone boschive. Respinti anche lo spostamento delle aree di cantiere e
dell'elettrodotto, l'allargamento del sottopasso di via Cavour e la
realizzazione della vasca di laminazione in via Rovadino”.
“Non ci saranno quindi – concludono sconsolati
- i tanto sbandierati interventi di mitigazione e tutela nelle zone che
subiranno i danni del passaggio del Tav, ma solo marginali opere compensative
lontane dal tracciato”.
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