“Gli aumenti delle tariffe applicate da Garda
Uno - protestano – sono altissimi (150%). Le persone interpellate non sono
disponibili a subire questi aumenti senza cercare alternative, come hanno fatto
i 28 comuni virtuosi della Sardegna e i 7 comuni dell’alta Valle camonica, i
quali non hanno aderito ai rispettivi Ato”.
Per i calcinatesi firmatari “i comuni virtuosi
come il nostro, che negli ultimi 30 anni ha fatto investimenti in depuratori e
opere idriche varie, si vedono caricare di tariffe gonfiate da un gestore
esterno, pur sapendo che l’ultima gestione dell’acquedotto fatta dal comune era
risultata attiva di 250.000 mila euro”.
Secondo il primo cittadino, che ha risposto
alla missiva con un documento circostanziato, le considerazioni di questi
cittadini sono “frutto di errate valutazioni e scarse conoscenze tecniche sul
punto”.
Richiamata la normativa vigente in materia,
Legati ricorda che “le tariffe sono determinate non dal gestore ma dalla
Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico”.
“La quasi totalità dei Comuni italiani -
osserva poi il sindaco – nel rispetto della legge aderiscono (sic! – ndr) agli
ambiti ottimali e non si ritiene di poter prendere come esempio i pochissimi
enti che non rispettano, per motivazioni che comunque non conosco, quanto
prescritto dalla legge”.
Legge che – sempre secondo il sindaco – “è
stata posta pensando all’acqua quale bene comune primario ed universale”.
Ma proprio Bene Comune, il movimento nato in
paese anche dalla campagna per la ripubblicizzazione dell’acqua potabile, stigmatizza
queste posizioni: il portavoce Gianni Alessi spiega che “la sciagurata
decisione assunta il 27 dicembre 2011 dal consiglio comunale (senza obblighi né
di tempi né di modalità) per affidare il servizio a un gestore esterno ha
vanificato il risultato del referendum sull’acqua di sei mesi prima”.
“Visto il salasso per le tasche degli utenti –
considera - urge ora lanciare
una campagna di obbedienza al referendum, per trasformare le società per azioni
come Garda Uno (che
hanno come scopo statutario il profitto, non a caso c’è in bolletta un 7% di
remunerazione garantita del capitale, cioè di guadagno) in enti di diritto
pubblico”.
Fra l’altro il gruppo consiliare di Bene
Comune (insieme a quelli di “Con Te per Calcinato” e “Sangiorgi Sindaco”) a
febbraio aveva diffidato Garda Uno dall’inserire in bolletta, come invece poi il consorzio ha fatto, un addebito ulteriore sotto la voce “Deposito Cauzionale”, ideato per contrastare perdite finanziarie dovute al fenomeno della morosità.
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