giovedì 23 aprile 2015

Bollette dell'acqua: rincari, proteste e repliche

A Calcinato il vertiginoso incremento delle bollette dell’acqua registrato nei giorni scorsi in seguito al passaggio della gestione del servizio idrico integrato al Consorzio Garda Uno ha suscitato, fra le diverse polemiche, anche una iniziativa pubblica da parte di 167 cittadini che hanno inviato al sindaco Marika Legati una lettera nella quale “fanno presente che la gestione idrica del Comune non va bene”.
 “Gli aumenti delle tariffe applicate da Garda Uno - protestano – sono altissimi (150%). Le persone interpellate non sono disponibili a subire questi aumenti senza cercare alternative, come hanno fatto i 28 comuni virtuosi della Sardegna e i 7 comuni dell’alta Valle camonica, i quali non hanno aderito ai rispettivi Ato”.
 Per i calcinatesi firmatari “i comuni virtuosi come il nostro, che negli ultimi 30 anni ha fatto investimenti in depuratori e opere idriche varie, si vedono caricare di tariffe gonfiate da un gestore esterno, pur sapendo che l’ultima gestione dell’acquedotto fatta dal comune era risultata attiva di 250.000 mila euro”.
 Secondo il primo cittadino, che ha risposto alla missiva con un documento circostanziato, le considerazioni di questi cittadini sono “frutto di errate valutazioni e scarse conoscenze tecniche sul punto”.
 Richiamata la normativa vigente in materia, Legati ricorda che “le tariffe sono determinate non dal gestore ma dalla Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico”.
 “La quasi totalità dei Comuni italiani - osserva poi il sindaco – nel rispetto della legge aderiscono (sic! – ndr) agli ambiti ottimali e non si ritiene di poter prendere come esempio i pochissimi enti che non rispettano, per motivazioni che comunque non conosco, quanto prescritto dalla legge”.
 Legge che – sempre secondo il sindaco – “è stata posta pensando all’acqua quale bene comune primario ed universale”.
 Ma proprio Bene Comune, il movimento nato in paese anche dalla campagna per la ripubblicizzazione dell’acqua potabile, stigmatizza queste posizioni: il portavoce Gianni Alessi spiega che “la sciagurata decisione assunta il 27 dicembre 2011 dal consiglio comunale (senza obblighi né di tempi né di modalità) per affidare il servizio a un gestore esterno ha vanificato il risultato del referendum sull’acqua di sei mesi prima”.
 “Visto il salasso per le tasche degli utenti – considera - urge ora lanciare una campagna di obbedienza al referendum, per trasformare le società per azioni come Garda Uno (che hanno come scopo statutario il profitto, non a caso c’è in bolletta un 7% di remunerazione garantita del capitale, cioè di guadagno) in enti di diritto pubblico”.
  Fra l’altro il gruppo consiliare di Bene Comune (insieme a quelli di “Con Te per Calcinato” e “Sangiorgi Sindaco”) a febbraio aveva diffidato Garda
Uno dall’inserire in bolletta, come invece poi il consorzio ha fatto, un addebito ulteriore sotto la voce “Deposito Cauzionale”, ideato per contrastare perdite finanziarie dovute al fenomeno della morosità.

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