lunedì 6 agosto 2012

Una lettera sulla Tav da Calcinato



Sul Giornale di Brescia del 1° agosto 2012 abbiamo letto questa significativa lettera che fa riflettere sugli effetti che il progetto dei treni ad alta velocità potrebbe avere anche dalle nostre parti.

"Vi scrivo in merito alla questione «Tav e via Toscana» che da una settimana semina sconcerto e preoccupazione tra i residenti della via e non. Sono la nipote di una dei tanti anziani che vivono in questa zona, una dei tanti nonni e nonne che hanno visto arrivare, crescere e poi partire generazioni su generazioni, un'anziana che come tanti ha visto la città cambiare, crescere e «mangiarsi» campi e prati in nome della modernità e dell'efficienza.
Il giorno venerdì 20 luglio apprendiamo da un articolo del vostro Giornale che a breve inizieranno i lavori per l'ampliamento della linea ferroviaria adiacente a via Toscana per garantire il passaggio della tratta Milano-Verona della Tav. Senza entrare nel merito «Tav o no Tav?», vorrei soffermarmi sulle modalità con cui siamo venuti a conoscenza che tra qualche mese le 25 famiglie residenti saranno costrette ad abbandonare le proprie case: leggendo un articolo di giornale.
Forse era più corretto, o meglio più dignitoso, essere avvisati tramite una comunicazione del nostro Comune o della nostra Circoscrizione o delle Ferrovie dello Stato ed ItalFerr? Ciò non avrebbe sicuramente attenuato il dolore, la rabbia e l'inquietudine, ma almeno non avrebbe fatto sentir queste famiglie abbandonate e prese in giro. È veramente difficile credere che nessun rappresentante di queste istituzioni sapesse. A parer mio è altrettanto ipocrita, riferendomi alle dichiarazioni del vicesindaco Rolfi, addossare la colpa ad altri, promettere solidarietà solo ora e rimandare la questione a settembre.
Certo è che nessuno si è interrogato sulle possibili conseguenze che una notizia di tale portata avrebbe generato in persone anziane, per esempio, costrette a ricominciare tutto daccapo, a lasciar affetti costruiti in questi anni per ripartire chissà dove, lontani dalle proprie abitudini e certezze. Anziani, padri e madri di famiglia, giovani sono venuti a conoscenza del fatto mentre, come ogni giorno, sfogliavano il nostro quotidiano cittadino: «Guarda! Sul giornale c'è una fotografia di casa!», «C'è la casa dei nonni sul giornale!»... già...
Anziani che in questa via hanno cresciuto i loro figli e nipoti. Mogli e bambini che trent'anni fa quando passava il treno lo salutavano perché lì lavorava il marito o il papà. Padri e madri di famiglia che tra le mille preoccupazioni d'oggi, ora devono affrontare anche questa. Giovani che avevano scelto di iniziare il loro cammino proprio lì, magari dove prima vivevano i nonni e già devono cambiare rotta. Certo, tutto in nome del progresso, ma dietro queste poche parole si nascondono ricordi, sacrifici, speranze, sicurezze, affetti, abitudini che io non sono in grado di trasmettere a chi non le ha vissute.
Il motivo che mi spinge a scrivere questa lettera è l'amara constatazione di come la classe politica e chi sta nei vari posti di comando puntualmente non si interessi dei problemi della gente comune (salvo durante i periodi di campagna elettorale), pensando all'interesse di pochi (che guadagnano molto) a discapito di molti (che perdono la casa).
Mi chiedo se anche gli abitanti di altre zone, come ad esempio gli abitanti delle case vicine a via Mantova a Brescia, oppure Ponte San Marco, oppure Lonato avranno l'amara sorpresa di sapere dal giornale che forse anche le loro case sono a rischio esproprio, chissà?"
Stefania Reali - Calcinato

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