domenica 5 marzo 2023

Cinque di marzo del ‘43


Cinque di marzo del '43
Nel fango le armate del duce e del re
Gli alpini che muoiono traditi lungo il Don
Cento operai in ogni officina
Aspettano il suono della sirena
Rimbomba la fabbrica di macchine e motori
Più forte è il silenzio di mille lavoratori
E poi quando è l'ora depongono gli arnesi
Comincia il primo sciopero nelle fabbriche torinesi
E corre qua e là un ragazzo a dar la voce
Si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce
E squillano ostinati i telefoni in questura
Un gerarca fa l'impavido ma comincia ad aver paura
Grandi promesse, la patria e l'impero
Sempre più donne vestite di nero
Allarmi che suonano
In macerie le città
Il dieci marzo, il giornale è a Milano
Rilancia l'appello il PCI clandestino
Gli sbirri controllano
Fan finta di sapere
Si accende la boria delle camicie nere
Ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori
Perché scendono in sciopero centomila lavoratori
Arriva una squadraccia armata di bastone
Fa dietro-fronte subito sotto i colpi del mattone
E come a Stalingrado, i nazisti son crollati
Alla Breda rossa in sciopero, i fascisti son scappati.

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