mercoledì 1 febbraio 2023

Un altro incendio all’ex Efercal: che fare?

A Calcinato l'area ex Efercal, dove c'era fabbrica di calze dismessa da decenni in via don Minzoni, è finita ancora una volta nel mirino dei vandali. Ieri pomeriggio pare che un gruppetto di malintenzionati sia entrato abusivamente nel sito e abbia dato fuoco a mucchi di sterpaglie, macerie e rifiuti: le fiamme sono presto divampate e hanno allargato l'incendio a dismisura, innalzando sopra il paese una densa nube nera.
Immediato l’intervento degli agenti della Polizia intercomunale e di una pattuglia con autobotte dei Vigili del Fuoco, che hanno prima circoscritto e poi agevolmente domato le fiamme.
Fino a tarda sera era evidente nell'aria di tutta la zona una forte puzza, dovuta alla quantità di rifiuti di vario genere che sono stati incendiati.
Collocato accanto alla Chiesa Parrocchiale, l'edificio è da molto tempo in stato di abbandono, pur sorgendo nelle vicinanze dell'Oratorio Don Bertini, della Casa di Riposo, della scuola dell’Infanzia Nascimbeni e della primaria Ferraboschi.
Ogni tanto qualcuno vi si intrufola: lo stabile è stato già teatro di due incendi nel 2018 e nel 2020, mentre nel 2015 un 12enne era caduto dal tetto dell'edifico dopo essere entrato per giocarvi con altri coetanei. L’area alla fine del 2020 era stata oggetto anche di un esposto del Codacons, che segnalava la pericolosità dei materiali in essa presenti.
A Calcinato sono in molti a chiedersi cosa fare, giunti a questo punto. Noi una proposta l'abbiamo. Se il Comune ne acquisisse la proprietà, si potrebbe abbattere l’edificio che ospitava il calzificio, bonificare l'area e realizzarvi un grande parco pubblico a disposizione dei bambini delle scuole, degli anziani della Casa di Riposo e - più in generale - di tutta la cittadinanza.
Fino agli anni ’60 quella zona presentava dal punto di vista paesaggistico una vocazione eminentemente agricola. Insieme alla Boschina posta ad est della collina, essa costituiva un preciso elemento di riconoscibilità sotto il profilo ambientale, che necessitava di essere sottoposto ad una rigorosa salvaguardia.
Nell'epoca del boom economico tuttavia, a seguito della dichiarazione di Calcinato quale “zona depressa”, l’area venne venduta a prezzi irrisori, dando inizio alla sua trasformazione in zona industriale, operazione certamente discutibile sul piano etico ed ecologico ma per certi aspetti comprensibile se inserita in un contesto geoeconomico fortemente segnato da una vocazione sviluppista collegata alle necessità di incrementare l’occupazione in sede locale.
Nel periodo immediatamente seguente l’insediamento dell’opificio, si assistette a ripetuti ampliamenti del sito produttivo, ormai avviato a rappresentare una ingombrante presenza architettonica a ridosso del centro storico. I successivi sviluppi urbanistici assunti dal nostro paese e le ben note vicende che hanno condotto alla cessazione del'attività produttiva in quella sede offrono ora l’occasione di riqualificare completamente questa area.
L’amministrazione comunale non può non cogliere l’occasione per ripristinare nella zona l’antico equilibrio (preesistente alle devastazioni dettate dalla logica sviluppista) tra il centro storico e il verde ambientale.
La proposta che avanziamo è chiara e semplice. Chiediamo la trasformazione del sito in un’area ad utilizzo pubblico, con vocazione esplicitamente ecologico-ricreativa. Ciò è possibile demolendo gran parte della volumetria esistente (lasciandone quindi una esigua parte, da destinare ad uso infrastrutturale) e sostituendola con la creazione di un parco pubblico, che ospiti percorsi verdi attrezzati, uno stagno acquatico, un chiosco e un'area per attività di aggregazione sociale e conviviale.

1 commento: