L’allarme
per il coronavirus in Cina sta lentamente regredendo. È la notizia che oggi ci
conferma la nostra concittadina calcinatese Laura Mimini, che da quasi due anni
vive a Shunde, un villaggio di 230 mila abitanti in provincia di Foshan, nella
regione del Guangdong, polo industriale e tecnologico situato fra Hong Kong,
Shenzhen e Canton.
Divenuta
famosa di recente a livello internazionale per essersi aggiudicata l'edizione
2020 dell’If Design Award (il massimo premio mondiale nel campo della
progettazione) con un basso elettrico da lei realizzato, la giovane designer
lavora part time per la Ewel, una azienda locale che vende prodotti legati al
riscaldamento e alla ventilazione e investe su merci che esporta in tutto il
mondo, soprattutto in Italia. Per il resto del suo tempo da qui si occupa di
progetti personali e per vari clienti sparsi per il pianeta.
“In questo
momento - ci raccontava stamattina - sono diretta verso casa in taxi e abbiamo
i finestrini aperti, una procedura normale in tempi di coronavirus, per far
girare aria: c’è una bella temperatura e la giornata è splendida. Ora qui
vediamo finalmente la luce in fondo al tunnel: dalla fine della settimana
scorsa il numero dei contagiati è in costante diminuzione, evidentemente le
pratiche di contenimento messe in atto dalle autorità stanno dando i
loro frutti. Sebbene vi siano ancora da seguire le procedere di quarantena,
negozi e ristoranti stanno riaprendo, pur con orari limitati, e la situazione
pian piano migliora e sembra tornare alla normalità, anche a livello di
morale”.
Viste dalla
Cina, le polemiche di questi giorni in Italia le sembrano surreali. “Tanta
isteria che abbiamo da noi è stata creata da gran parte dei mass media, con
molte false notizie che hanno versato benzina sul fuoco. Io confido nel solido
sistema sanitario nazionale, una delle poche certezze rimastemi. Dopo le
esperienze di vita negli ultimi anni sia in Australia sia in Cina, posso dire
che da noi funziona davvero molto bene. Pare invece non si possa proprio
contare sul buonsenso di gran parte dei cittadini, che inviterei piuttosto a
calmarsi: non siamo davanti all’apocalisse, non c’è una pestilenza, è poco più
di una influenza, una sorta di polmonite, un virus al quale bisogna stare
attenti, ma senza cadere nel panico: la cosa più sbagliata è proprio quella che
molti connazionali stanno facendo”.
Secondo lei
“se i casi si stanno moltiplicando esponenzialmente, soprattutto nel nord
della penisola, non si devono creare allarmismi: probabilmente è così anche nel
resto d’Europa ma, non avendo le autorità sanitarie eseguito migliaia e
migliaia di tamponi, non si è impazziti come in Italia, dove vedo
verificarsi situazioni fuori di testa: si passa dai fedeli che recitano il
rosario in fila alla gente che saccheggia i supermercati. Anche qua in Cina è
successo che mancassero alcuni prodotti e cibi freschi, ma nessuno è corso
all’accaparramento o ha gridato allo scandalo”.
Laura
auspica che “l’esempio di compostezza offerto al mondo dai cinesi possa servire
d’esempio anche per l’Italia, affinché si capisca che se tutti si comportano
civilmente e rispettano le disposizioni, senza creare panico inutile, i
risultati arrivano. Da marzo qui riparte tutto: le ditte, gli uffici, le
compagnie. Le scuole sin dall’inizio si erano organizzate per lo svolgimento di
lezioni on line e quindi i ragazzi stanno svolgendo le attività didattiche da casa,
il che è ottimo”.
Alla fine
ammette: “Sinceramente io sono molto più preoccupata per l’Italia di quanto non
lo sia per la mia situazione qua, che è concretamente più grave”.
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