martedì 19 marzo 2019

No Tav: il fronte ambientalista riparte da Calcinatello

Affollata assemblea del movimento No Tav ieri sera alla scuole elementari di Calcinatello.
A cordinarla la portavoce del Comitato No Tav di Calcinato, Laura Corsini, la quale ha ripercorso le motivazioni dell’opposizione in sede locale, preannunciando che “la battaglia continuerà perché l’opera non è una prorità a soprattutto avrà elevatissimi costi e devastanti impatti ambientali” e richiamando “le amministrazioni comunali della tratta a far sentire la propria voce in merito, ricorrendo al Tar come fanno per avversare altri progetti problematici”.  
E’ toccato poi a Daniel Gallina, sempre del Comitato, ripercorrere la fitta serie di criticità che stravolgeranno la vita sul territorio: vaste aree di cantiere, nuova viabilità fra sottopassi e cavalcavia, spostamento del canile San Rocco, diverse nuove rotonde, rivoluzione della viabilità in località Barconi, un viadotto a 12 campate da via Cavour a via Cimitero sul fiume Chiese, una galleria sotto il Monte di Sopra, una centrale elettrica di alimentazione in località Sant’Anna, quasi sul confine con il comune di Lonato.
Per il Coordinamento No Tav Brescia-Verona, Fiorenzo Bertocchi ha riproposto tutte le ragioni politiche del “no ad un progetto fuori da ogni logica di programmazione e tuttora ricco di problematiche ed enigmi. Il Tav è un treno fatto per essere usato da pochi facoltosi; le esigenze del territorio sono disattese da questa grande opera che ignora le esigenze di spostarsi per lavoro e studio: i pendolari non potranno servirsene per i piccoli spostamenti. Altre sono le priorità nel Bresciano, come riutilizzare le stazioni dismesse e migliorare i collegamenti con le provincie di Parma e Cremona”.
Bertocchi ha poi richiamato “l'inquietante intreccio fra politica e affari che si profila, con le pressanti richieste dei poteri forti di realizzare un progetto inutile, dannoso e molto costoso, come dimostrano tutti i dati oggettivi a disposizione”, invitando alla “massiccia partecipazione alla manifestazione nazionale contro le grandi opere di sabato 23 marzo a Roma”.
Il prof. Erasmo Venosi (che fu membro della Commissione ministeriaòe per la modifica del Piano nazionale dei trasporti dal 2006 al 2008 e vicepresidente della Commissione per il rilascio delle autorizzazione integrate ambientali al Ministero per l'Ambiente dal 2008 al 2009) ha ricordato l’analisi costi-benefici da lui presentata al governo lo scorso anno, “la quale dimostra l’inutilità sociale dell’opera negandone ampiamente la validità sociale”, sottolineando poi “la contrarietà al progetto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che ha chiesto la revisione delle misure antisismiche previste in quanto non aggiornate, un elemento fondamentale in una zona sismica come il Garda”.
Secondo Venosi, infine, sono “ampiamente sovradimensionate le previsioni di traffico formulate da chi la propone: il Ministero delle infrastrutture ragiona sulla base di dati del maggio 2007, ancora prima della crisi, con tassi di crescita oggi improponibili”.

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