mercoledì 27 marzo 2019

Don Angelo, i poveri e la rivoluzione

L'altrieri se n'è andato a 79 anni il sacerdote bresciano don Angelo Chiappa, uno che vedeva lontano. Riconoscenti lo ricordiamo pubblicando un suo testo del 2007, che sembra scritto stamattina.


I POVERI STANNO ‘ RIVOLUZIONANDO’ IL MONDO? 
Provo a leggere la storia - cronaca di questo tempo alla Don Milani. Il quale diceva che ai poveri restano a disposizione solo due strumenti: lo sciopero e il voto. E, come succedeva a quelli di Barbiana ‘andarsene alla ricerca di una vita migliore’. 
Il mondo è in evoluzione: accenno solo ad alcuni fenomeni, senz’ordine di nessun genere, ma solo attraverso suggestioni che mi tornano alla memoria. 
Alcuni paesi del terzo mondo bussano alla porta del G7 e pare non potranno restarci troppo perché India, Russia e Cina in breve avranno un indice di produttività consumo pari al 50% di quello di tutto il mondo. Molti altri paesi sottosviluppati – anche attraverso forme violente – stanno reclamando il diritto al voto e al cambio dei governanti. Perfino la Cina si impegna a ridurre lo stato prodotto dallo sviluppo abnorme e a ridurre la distanza tra ricchi e poveri, cercando un socialismo capitalista. I monaci buddisti, votati alla povertà, si mettono a capo della rivolta contro i governanti e ne pagano da martiri il prezzo. Il Card. Tettamanzi, al saluto di missionari laici, dice che così la ‘diocesi non s’impoverisce’, ma insegna alla diocesi che deve qui dedicare più risorse ai poveri. Il Papa continua a richiamare il fatto che l’arricchimento di pochi è la causa dell’impoverimento degli altri; per le famiglie chiede più risorse e per i giovani un lavoro non precario. Finalmente il grido profetico della POPULORUM PROGRESSIO di quarant’anni fa, sta cambiando il linguaggio ecclesiale, dove i ‘poveri sono beati’ e non fa ragionare solo attorno alla povertà spirituale, ma anche attorno alla maledizione della povertà materiale. E così ragionano anche quelli del G7 e Fondo monetario internarnazionale.  Mentre da parte di alcuni grandi impazziti si continua a cercare lo scontro armato, il resto del mondo continua a trovarsi per prevenire guerre e far cessare guerre. L’Iraq, l’Iran e la Palestina sono guerre infinite, perché i ‘poveri’ fanno i kamikaze e i sabotaggi e resistono nei meandri dei loro monti selvaggi. 
Intanto la fiumana dei poveri, per tutte le vie possibili solo all’ingegno ‘della miseria’, continua a invadere le terre ricche e sviluppate: ogni governo cerca gli strumenti per regolamentare, ma nessuno riesce a fermare gli ingressi e, questi una volta arrivati, non si sognano più di tornarsene a casa. I POVERI STANNO RIVOLUZIONANDO IL MONDO, la Chiese, le fedi, le etnie, le appartenenze, i confini geografici e sempre più le guerre si devono dichiarare impotenti e ‘pure follie’ volute dai ricchi a scapito dei poveri. Anche il dibattito culturale continua in mille forme diverse a ‘occuparsi dei poveri’. Nelle scuole di tutto il mondo - finalmente anche nella nostra italietta -si ragiona in termini multietnici, multi religiosi, multi linguistici. Gli ‘scambi culturali’ stanno diventando uno sport consolidato; così il turismo si veste di esterofilia. Così le abitudini, così i linguaggi, così i comportamenti. Questi ‘multi’ sono il segno che le forme dei potenti’ perdono costantemente esclusive e primogeniture.
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Noi italiani continuiamo con le nostre celebrazioni ‘di memoria’ il tanto di bello che c’era nel passato. Sembra che abbiamo bisogno di tener la testa all’indietro, pur di non disturbare il presente che fingiamo sia tranquillo, E intanto il fiume delle novità ci scorre al fianco, dentro e attorno a noi. La novità è questa: I POVERI STANNO OCCUPANDO IL MONDO COME LE ACQUE DEL DILUVIO DA CUI NON POSSIAMO SALVARCI CON NESSUNA ARCA PER RIFUGIARCI: LE ACQUE DELLE POVERTA’ STANNO PURIFICANDO IL MONDO DEI SUPPONENTI, DEI PRESUNTUOSI, DEI ‘VECCHI’. Sicuramente a generare la novità hanno contribuito moltissimo i mezzi di comunicazione di massa e nessun potere riesce a fermarne la pervasività. BEATE LE ARMI DELLA COMUNICAZIONE, DEL SAPERE: così ragionava la didattica di Barbiana: conoscere, sapere, vedere, farsi comunque una cultura.  Perché spesso la tracotanza ‘dei vecchi poteri e delle vecchie logiche’ era ed è frutto di incultura e di ignoranza. In queste situazioni non occorre lasciare il mondo in mano al mercato e ancor meno al capitalismo-mercato.   SERVE LA POLITICA: serve più che mai. SERVONO UOMINI VERI CHE FANNO POLITICA VERA. Naomi KLEIN: servono politici che sappiano utilizzare LA CRISI per un salto di qualità per interpretare finalmente la VOCE POSSENTE DELLA FIUMANA DEI POVERI. Come ben scrive Naomi in “SHOCK ECONOMY”: questa donnina fragile nelle forme ma robusta nell’analisi della realtà per progettare un FUTURO ETICO. E LA POLITICA ? Uscire dalla crisi da soli è egoismo; uscirne insieme è politica: l’ha detto lui da Barbiana. La Bibbia racconta di un tot di piaghe d’Egitto: in questi ultimi tempi se n’è aggiunta una peggiore: FRIEDMAN - purtroppo premio Nobel. I suoi boys stanno ovunque stanno i potenti e prepotenti, pensando al proprio annientano libertà e diritti alla vita di miliardi di persone. Ma le vie del Signore ‘ sono infinite’ e Lui sa scrivere dritto sulle righe storte. La sua penna? Miliardi di poveri che esigono qualità di vita diversa. 
Anche in Italia, pur nel clamore di tante contraddizioni, i meno fortunati stanno chiedendo alla politica di governare l’economia. I più accorti su questo dovrebbero essere coloro che ‘ si considerano classi medie’: la scuola di Friedman aveva chiaro che le ‘classi medie’ devono entrare in gran parte nel regno immenso della povertà, perché possano trionfare ‘ i diritti’ dei migliori e dei più assatanati di potere e di denaro. Per fortuna qualche altro premio Nobel – fra i primi alcuni allievi di Friedman –lo hanno contestato e ne hanno dimostrato non solo la brutalità di sistema, ma anche l’impossibilità di venirne a capo. Certo dopo la piaga Friedman un’altra piaga incalza: la banalità e il pettegolezzo, che non è una piccineria, ma un virus sociale che si trasmette anche, ma non solo, attraverso il linguaggio dei mass - media. IL danno ( o vantaggio? ) più grosso lo fanno ai tanti, tantissimi politici – Grillo direbbe : nostri stipendiati – che finiscono per essere cloni di se stessi: si comportano come li vuole la gente infettata dal virus dell’ignoranza e del pettegolezzo e finiscono per identificarsi col clone. “ Ah! L’uomo forte, quello che finalmente mette ordine!”. Buona parte della nostra storia s’è sfracellata sotto le zampe violente degli uomini forti, impegnati a mettere ordine. HISTORIA MAGISTRA VITAE?

Anche nella desolazione di Barbiana qualcuno ha tolto il punto interrogativo studiando la storia dalla parte dei vinti. Il radicale rimedio a questa flatulenza della storia, se non vogliamo che i poveri vengano colpiti dal virus, il priore ce l’ha insegnato: dare ai poveri l’arma intelligente più micidiale: IL SAPERE; IL CONOSCERE. Ciò che possiamo fare noi ‘piccoli uomini di buona volontà’ è impegnarci a fare cultura dalla parte dei poveri, insegnando loro ad utilizzare i mezzi non violenti di rivolta che nessuno gli può togliere di mano. Se non altro perché hanno solo quelli: il voto, lo sciopero e … migrare dove gli scarti del tavolo del ricco epulone, bastano in una prima fase a togliere il ‘mal di fame’. Quando lo stomaco è sazio si vuole altro: non si ha paura a far l’assalto alla diligenza! Sembra paradossale tutto questo. Incredibile? Impossibile? Eppure la storia sacra insegna che un ragazzetto armato di niente, con un sasso ha distrutto un gigante. E che una splendida donna difesa solo dalla sua grazia fisica ha tagliato la testa del feroce Oloferne. Occorre crederci e … operare con tenacia, perché ‘la gente sappia’. I poveri veri non sono dotati di intelligenza, ma di ingegno: occorre farglielo esprimere. 
Ottobre 2007 
don Angelo Chiappa

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