Ieri è morto a 97 anni l'avvocato
Sandro Canestrini, uno dei maestri della nonviolenza che abbiamo avuto la fortuna di conoscere personalmente. Personaggio d’'altri tempi, dopo la Resistenza aveva studiato con La Pira e
Calamandrei, si era laureato con Norberto Bobbio e poi nella sua lunga carriera forense difese le parti più deboli e profetiche del paese, dalle vittime
della mafia agli obiettori di coscienza, dalla tragedia della Val di
Stava ai sopravvissuti al lager nazista della risiera di San Sabba.
Canestrini ha contribuito a definire il principio di causalità nel
diritto penale come oggi è inteso nel processo delle "macchie blu" , uno
dei primi in cui un'azienda, la Montecatini, fu chiamata a rendere
conto di inquinamento e danni alla salute dei cittadini (evidenziati dalle macchie blu
sulla pelle).
«La patria - ci disse l'ultima volta che lo incontrammo - per me è la Costituzione. La
professione di avvocato è una missione, un impegno militante contro il
potere. Sono stato partigiano ma ora ho scelto la nonviolenza. Ho
creduto un tempo alla necessità della forza violenta per combattere il
fascismo e il militarismo, ma poi l'esempio di tanti compagni, la
testimonianza degli obiettori incarcerati, mi hanno persuaso della
superiorità della nonviolenza. La mia è stata una maturazione
intellettuale, non fideistica o religiosa, e oggi sono convinto che
nella storia solo la nonviolenza può portare delle profonde
trasformazioni sociali di liberazione».
https://www.rainews.it/tgr/trento/articoli/2019/03/tnt-Canestrini-Sandro-morte-af2338ae-20a1-495d-8f27-e4aa94a6af91.html?fbclid=IwAR2qWJvIh93JvCNHiotC_dpu6Px5sYXnvuXrZjcB076AT24vKODk-c_-Kwc
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