La lotta dei No Tav sul Garda riparte da Lonato, dove mercoledì 7 settembre alle ore 21 nei locali della civica biblioteca di via Zambelli 22 il movimento terrà una assemblea programmatica.
"Le dichiarazioni fatte questa primavera dal ministro Delrio hanno riacceso i riflettori sulla possibile apertura dei cantieri della tratta Brescia-Verona addirittura entro la fine di quest’anno o nei primi mesi del 2017" osservano i No Tav benacensi in una nota. "Le sue frasi sono state subito smentite da Rfi che addirittura ha posto la data del possibile inizio lavori al 2018, salvo poi ricorreggersi allineandosi a quanto detto dal ministro, tradendo così la natura sloganistica delle sue parole".
"Abituati alle dichiarazioni roboanti e contrastanti che apprendiamo quotidianamente dai giornali (ricordiamo fin troppo bene gli annunci dell’ex ministro Lupi)" ricordano "che ad oggi manca il progetto definitivo, non ancora consegnato, e l’unico finanziamento reale sono quei 780 milioni del decreto Sblocca Italia del governo Renzi, ben lontani dai 4 miliardi preventivati".
E ancora: "Chi proclamava che i cantieri sarebbero partiti entro Natale 2014 è stato travolto dagli scandali. Migliaia di persone sono scese in piazza contro questo scellerato e inutile progetto, decine e decine di assemblee, iniziative e incontri informativi sono stati costruiti nei paesi coinvolti. Dalle partecipatissime passeggiate nei luoghi dei cantieri alla marcia del 17 ottobre 2015 a Desenzano, fino ad arrivare al fiume in piena che ha invaso Brescia il 10 aprile scorso, quando 15mila persone da tutta la provincia hanno chiesto a gran voce un cambio radicale nella gestione del territorio, chiedendo che le risorse destinate al Tav vengano dirottate per bonifiche e opere di risanamento ambientale".
Dopo "mesi di azioni legali mirate offrendo un sostegno alle tante persone e imprese che verranno coinvolte dagli espropri, come il ricorso al Tar per la verifica di ottemperanza e altre che seguiranno a breve" il movimento ambientalista intende ora "costruire un nuovo autunno di iniziative e confronto, per cominciare a costruire presidi sul territorio che radichino la nostra presenza e vigilanza".
"Non rimarremo spettatori e testimoni dell’ennesimo scempio del nostro territorio" assicurano i No Tav "per troppo tempo lo siamo stati e ora ne paghiamo le conseguenze sulla nostra salute e qualità della vita".
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