martedì 2 marzo 2010

OSSERVAZIONI ALL'IMPIANTO PORTAMB DI CILIVERGHE DI MAZZANO


COMPENDIO OSSERVAZIONI OSTATIVE AL PROGETTO PORTAMB s.r.l.


Agli inizi dello scorso giugno la Società PORTAMB s.r.l., già titolare di un piccolo insediamento produttivo per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi ubicato in Via S. Rocco a Ciliverghe di Mazzano (Brescia), ha presentato istanza di VIA e di AIA per un progetto denominato “Delocalizzazione impianto esistente di trattamento rifiuti e contestuale rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale”. L’area su cui insiste il progetto è situata a Ciliverghe in Zona Cascina San Valentino ai piedi del Colle Coeli Aperti (di qui in avanti “area”).
Il Comune di Mazzano, soggetti pubblici, associazioni e privati cittadini hanno formulato una serie di osservazioni ostative al progetto che qui di seguito vengono compendiate suddividendole in cinque aree tematiche:

-Aspetto Urbanistico
-Aspetto Storico Paesistico
-Aspetto Ambientale sanitario
-Aspetto Produttivo
-Vincoli PENALIZZANTI aggiuntivi introdotti dal PPGR in relazione al PCTP

1) Il progetto non riguarda una mera delocalizzazione bensì la realizzazione di un nuovo e ben più grande impianto di trattamento rifiuti, e i seguenti dati lo attestano:
Impianto esistente Impianto in progetto Fattore accrescimento
Superficie totale 5.935 mq 80.000 mq 14 volte
Superficie operativa 4.475 mq 63.000 mq 14 volte
Superficie coperta 42 mq 21.300 mq + palazzina 3piani da 300 mq/piano 507 volte

Rifiuti pericolosi NO SI Cambiamento qualitativo
Numero CER trattati 37 518 di cui 235 pericolosi
Quantità trattate 150.000 t/anno 350.000 t/anno 2,3 volte

Stoccaggio R13 e D15 circa 6.000 mc 142.100 mc di cui 12.100
mc sono rifiuti pericolosi 23,7 volte

Linea di lavaggio rifiuti ASSENTE PREVISTA Introduzione D9
trattamento chimico fisico
Linea di inertizzazione ASSENTE PREVISTA Introduzione D9
trattamento chimico fisico

L’impianto attuale in Via San Rocco ha ottenuto il 12 ottobre scorso l’AIA per il trattamentodi 150.000 t/anno di rifiuti, che gli conferiscono già potenzialità tra le più alte in Provincia. Quindiil sito in Via San Rocco è ritenuto idoneo dalle autorità competenti per la gestione di quel quantitativo di rifiuti e non vi sono dunque motivazioni evidenti per una necessità di “delocalizzare”.

Aspetto Urbanistico
2) Assoluto contrasto tra il progetto e la pianificazione locale in vigore con il PGT comunale direcente approvazione, che determina l’ area come agricola ricadente in Zona “E1”.
3) Nel Piano di Coordinamento Territoriale Provinciale (PCTP) l’area è classificata come “Area agricola strategica”.
4) Il progetto reca una grave frattura nel contesto agricolo dato che nell’intorno dell’area esistono unicamente attività agricole e allevamenti.
5) La viabilità di avvicinamento e accesso all’area è assolutamente inadeguata, trattandosi di strade di campagna e capezzagne agricole. I ponti su autostrada e tangenziale sono stretti e inadeguati al passaggio di mezzi pesanti.
6) Non è chiara e garantita la dismissione dell’attuale impianto in Via San Rocco.
7) La zona in cui l’area è situata non è raggiunta dalla fognatura. Per realizzare l’allacciamento sarebbe necessario risalire centinaia di metri attraverso fondi privati e passare sotto la linea ferroviaria posta 200 metri a nord dell’impianto.
8) Il progetto non prende in considerazione il passaggio della TAV il cui tracciato nelle vicinanze dell’area non è ancora definito.
9) Si sottolinea la mancanza di una qualsiasi proposta alternativa a quella inoltrata, in termini di ubicazione, dimensione e tipologia di rifiuti trattati, come invece è previsto che sia dalla normativa che regola la redazione delle Stime di Impatto Ambientale (d.lgs. 152/06).

Aspetto Storico Paesistico
10) L’area è compresa nel PGT tra i “Beni costitutivi del paesaggio”
11) I capannoni previsti sono alti 22 metri e per “ridurre” l’impatto paesistico si prevede la loro collocazione in fossa di 9 metri sotto il piano di campagna. Come risultato i capannoni sporgeranno comunque di 13 metri ed il paesaggio sarà devastato da una cava di grandi proporzioni.
12) Impatto paesistico rilevante. L’ufficio tecnico del Comune di Mazzano ha elaborato una valutazione di impatto in relazione all’area di contesto del progetto “delocalizzazione”, nel rispetto delle linee guida della Regione Lombardia (ai sensi DGR 11045 8 Novembre 2002). L’esito di tale esame paesistico ha fornito un punteggio di 20 su una scala che prevede 15 come soglia critica. Da qui la conclusione di incompatibilità del progetto rispetto ai valori paesaggistici.
13) In prossimità dell’ area vi sono siti di interesse storico quali la Cascina San Valentino (a soli 87 metri), Villa Appiani (origini medioevali) e annessa Chiesetta di San Valentino (risalente al ‘500) sulla sommità del Colle Coeli Aperti ed il complesso architettonico della Villa Mazzucchelli dove la Fondazione Giacomini Meo Fiorot gestisce i Musei Mazzucchelli
(www.museimazzucchelli.it)3


Aspetto Ambientale Sanitario
13) Il progetto prevede la collocazione dell’impianto in fossa profonda 9 metri. L’ escavazione corrispondente di 430.000 mc si configura come una cava fuori Piano Cave, con la pretesa da parte del proponente di trattare il materiale di scavo ai sensi dell’art. 186 D.legs 152/06 evitando tra l’altro di pagare i diritti di estrazione.
14) La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) a sostegno del PGT deve essere
necessariamente riesaminata ed aggiornata prima di poter fare qualunque valutazione sull’ area. A questo proposito il Sindaco di Mazzano indirizzò alla Regione una richiesta di sospensione della procedura di VIA il 27 Luglio scorso per la quale si attende ancora risposta.
15) Ai sensi DGR 7/6501 19/10/2001 Mazzano è uno dei Comuni incluso nelle “zone di
risanamento di tipo A”, tale atto pone a carico della Regione il compito di predisporre dei piani integrati per il raggiungimento dei valori limite di inquinanti. Secondo i dati ARPA della centralina di Rezzato le concentrazioni di PM10 sono già oggi fuori limite (media giornaliera sull’anno 57 μg/mc rispetto ad un limite per la salute umana di 40 μg/mc DM 60/2002).
16) Il limitrofo Comune di Castenedolo, che dista dall’area circa 1 Km, ricade anch’esso in zona per cui sono previsti piani di riduzione delle emissioni inquinanti ai sensi DGR 7/11485 06/12/2002.
17) Lo Studio degli Impatti riporta il risultato del campionamento del livello di PM10 nei pressi dell’area in oggetto. Il rilevamento è stato effettuato dai tecnici del proponente nel luglio del 2008 (il dato per cui è “epurato” della componente dovuta al riscaldamento domestico del periodo autunno inverno).
Il livello di PM10 riscontrato è di 41,6 μg/mc ed è già sopra il limite di 40 μg/mc previsto per la media annua giornaliera che come visto al punto 15) viene abbondantemente superato sul territorio comunale.
18) Dato l’attuale stato della qualità dell’aria qualsiasi incremento delle emissioni è altamente negativo. Gli incrementi previsti sono dovuti a:
18a) Emissioni camini dell’impianto.
18b) Emissioni del traffico veicolare. Si prevede il transito di 150 mezzi/giorno che si andrebbero a sommare ai 200 mezzi/giorno che gravitano attorno all’ampliata piattaforma di recupero di APRICA s.p.a. posta nelle vicinanza, sul territorio di Castenedolo al confine con Mazzano. Per inciso l’incremento del traffico sulle strade di campagna è dell’ordine del +214%.
19) Recentemente i comuni di Mazzano e Rezzato hanno commissionato studi epidemiologici ed ambientali al Dipartimento Ambiente e Salute dell’ Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” e all’Istituto Nazionale per la Cura dei Tumori. Dagli esiti di tali indagini si evince chiaramente che la compromissione della qualità dell’aria provoca nelle popolazioni di Mazzano e Rezzato una mortalità per patologie a carico dell’apparato respiratorio estremamente più alta, il 63% in più, di quella attesa sulla base della media della provincia di Brescia.
20) Manca nel SIA la valutazione preventiva su altri inquinanti oltre ai PM10, in particolare per quanto concerne i metalli pesanti.


21) Sono da tenere in forte considerazione le ricadute degli inquinanti sui terreni coltivati circostanti l’area e quindi sulla catena alimentare.
22) Va tenuto in grande considerazione l’impatto cumulativo degli impianti già esistenti sul territorio di Mazzano e nel circondario, in primo luogo la cementeria ITALCEMENTI, che tra l’altro sta cercando di ottenere il permesso per il raddoppio della propria produzione, e poi ancora la FASSA BORTOLO produttrice di intonaci a Ciliverghe. Nei comuni limitrofi troviamo la piattaforma già citata di APRICA s.p.a. e numerose discariche sui territori di Calcinato, Castenedolo e Rezzato.
A poco meno di 3 Km dalla zona in progetto, la ditta ASPIRECO intenderebbe insediare un grande impianto per il trattamento dell’amianto (la cui VIA è già stata presentata) sul territorio di Montichiari.
23) Il territorio di Ciliverghe è già gravato dalla presenza della discarica dimessa che necessità d’essere messa in sicurezza con costi altissimi per la comunità, inoltre è già inciso dalla ex cava Florio e dalla ex cava ITALCEMENTI.
24) Il comune di Calcinato ha commissionato nel 2008 all’Università di Venezia uno specifico studio sulla situazione ambientale dell’area del Comune stesso ponderando un raggio di azione di circa 6 km. L’obiettivo dello studio è di quantificare lo stress ambientale a cui il territorio è sottoposto. In questa valutazione rientra anche il comune di Mazzano e nello specifico l’area del sito dell’impianto proposto dalla Portamb.
Lo studio è denominato “ANALISI AMBIENTALE DI AREA VASTA” e la conclusione di questo complesso e capillare lavoro ha rilevato zone caratterizzate da un elevato livello degli indici di criticità ambientale su cui dovranno essere previsti specifici interventi di mitigazione e/o compensazione, definiti in funzione della specifica risorsa ambientale caratterizzata. Come precedentemente riportato la zona su cui si vuol realizzare il sito dell’impianto proposto da Portamb è una di queste.
25) L’area si trova in prossimità di 19 cascine e aree abitate nel raggio di poche centinaia di metri.
26) L’area si trova in prossimità (circa 500 mt) del parco extraurbano di Ciliverghe frequentato dalla popolazione di Mazzano e non solo. Inoltre l’area è lambita dai percorsi pedonali e ciclabili recentemente tracciati e segnalati per valorizzare il territorio.
27) E’ previsto un consumo idrico molto elevato (100.000 litri/giorno di rabbocco) date le esigenze della linea di lavaggio e dei presidi di abbattimento polveri tramite nebulizzazione.
28) La gestione delle acque di processo, e delle acque di prima e seconda pioggia si presenta come molto critica, data anche la collocazione in fossa di 9 mt.


Aspetto produttivo
29) Il progetto non si relaziona qualitativamente e quantitativamente con il Piano Provinciale Gestione Rifiuti (PPGR).
30) Non vengono spiegate le ragioni della richiesta di quantità così elevate (350.000 t/anno) rispetto ad ogni altro impianto esistente in provincia (inceneritore a parte).
31) La descrizione dei processi chimico fisici nella relazione tecnica è carente e mancano completamente i riferimenti ai piani di reazione in caso di sversamento accidentale dei reagenti, dei composti e del materiale trattato, durante le operazioni condotte entro l’impianto e durante le fasi di ingresso e uscita dall’impianto.

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Vincoli PENALIZZANTI aggiuntivi introdotti dal PPGR in relazione al PCTP
32) L’area è soggetta a vincolo con grado di prescrizione PENALIZZANTE per quanto
attiene alla collocazione rispetto alla Rete Ecologica Provinciale.
Il parco extraurbano già citato adiacente l’area, è individuato quale Ganglio secondario in ambito planiziale, e l’area ne è posta a ridosso all’interno dell’area di supporto al Ganglio. L’area è collocata esattamente sopra il corridoio terrestre secondario che collega il Ganglio verso est con il fiume Chiese. L’intervento resecherebbe in via definitiva i collegamenti del Ganglio con il resto della Rete data anche l’azione di disturbo che le attività produttive recherebbero su una vasta area attorno al Ganglio medesimo.
33) L’area è soggetta a vincolo con grado di prescrizione PENALIZZANTE riguardante le
componenti paesistiche classificate dal PTCP come Zone di controllo. L’area sorge infatti ai piedi del rilievo isolato di pianura, il già citato Colle Coeli Aperti.
34) L’area è soggetta a vincolo con grado di prescrizione PENALIZZANTE per quanto
attiene alla Componente infrastrutturale . Leggendo il PPGR “Per garantire il controllo vedutistico dei nuovi insediamenti verso i quadri paesistici di maggiore interesse alla scala provinciale si introduce un vincolo penalizzante,
ai fini della localizzazioni di nuovi impianti di gestione dei rifiuti, alle fasce di interesse delle maggiori infrastrutture di mobilità (viabilità primaria e principale e tracciati ferroviari) che attraversano il territorio provinciale da est ad ovest e dalle quali si godono i quadri paesistici delle alpi, della pianura e dei primi rilievi montuosi della fascia collinare. Tali fasce hanno una profondità di 500 m per lato rispetto all’infrastruttura”.
Ebbene l’area confina a sud con la Tangenziale Sud ed è totalmente compresa nella fascia di 500 mt.
35) L’area è soggetta a vincolo con grado di prescrizione PENALIZZANTE per quanto
attiene alla Componente Insediativa Agricola. Leggendo il PPGR “Per la componente insediativa e agricola, alla luce delle competenze attribuite alla Provincia dalla LR 12/05 in tema di individuazione degli ambiti agricoli strategici, degli obiettivi di conservazione del suolo e valorizzazione del territorio rurale, sia per le funzioni
prevalentemente produttive che per le funzioni complementari di carattere ambientale e paesistico, si individua un vincolo con grado di prescrizione penalizzante ai fini della localizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti, in relazione agli ambiti di classe di capacità d’uso del suolo 1 e 2 tratti dalla carta di capacità d’uso dei suoli ERSAF, con la facoltà da parte dei Comuni di meglio dettagliare alla scala locale tali informazioni”.

L’area ricade in classe di capacità uso del suolo 2.

1 commento:

  1. Complimenti per l'articolo, abbiamo trattato il tema Portamb anche a Rezzato nell'assemblea di presentazione della Rete Antinocività Bresciana e grazie al Geologo Cesaretti è emerso anche un dato molto grave:la vulnerabilità della falda è a livello 7(scala da 1 a 9), questo indica la pericolosità di stoccare rifiuti in una area di questo tipo per l'altissimo rischio di contaminazione dell'acqua.Ciao a tutti

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