Pubblichiamo un intervento di Iuri Moscardi, di Breno. 34 anni, Premio Pavese nel 2012, dal 2014 vive negli Stati Uniti, prima in Indiana, a Bloomington per un Master in Lingua e letteratura italiana, e dal 2016 a New York, dove sta svolgendo un dottorato in Letterature Comparate al Graduate Center della Cuny. Insegna lingua italiana all'Hunter College e Fordham University e lingua e cultura italiana al Queens College.
Ho vissuto con grande stupore e incredulità l’esito delle presidenziali del 2016. Ora, come tutti gli americani (e con qualche preoccupazione in più di loro, in quanto non sono cittadino), attendo con ansia il 3 novembre. Stare a New York è davvero, come spesso si sente ripetere, essere in una bolla che ha una sua identità, molto diversa dal resto dell’America. Se devo basarmi sulle previsioni di voto che vedo in città, infatti, Biden sembra vincere facile; ma 4 anni fa andò esattamente così, quindi meglio aspettare il responso delle urne.
Quello che personalmente mi auguro è che Trump non venga rieletto: in questi 4 anni ha mostrato non soltanto tutti i suoi pregiudizi razzisti, ma anche e soprattutto una enorme dose di incompetenza. Il Covid è stata solo l’ultima goccia del vaso: Trump l’ha gestito malissimo fin dall’inizio, dimostrando un approccio capriccioso che negava tutto quello che lui non voleva accettare. Ha rifiutato consigli da scienziati, suggerimenti dagli altri Paesi, qualsiasi cosa che non fossero le parziali ricostruzioni di Fox News, la rete TV per cui lui è sempre e solo il migliore.
Sembra assurdo ma tutt’oggi, dopo mesi, c’è chi reputa (ispirato naturalmente dal Presidente, che a sua volta si ispira a questi gruppi di elettori) che la mascherina sia una scelta politica e il virus, come lo definisce Trump, un virus cinese. Questa sua incompetenza gestionale, pratica, è quello che mi spaventa di più di lui.
Nei confronti degli stranieri (non mi dimentico mai di essere un immigrato in questo Paese, sebbene uno che non deve spaccarsi la schiena nei campi o nelle fabbriche) per esempio è stato altalenante. Scoppiato il Covid, ha chiuso le frontiere in entrata, con la conseguenza che chi aveva bisogno di tornare nel proprio Paese d’origine correva il rischio di non poter più rientrare nel luogo dove ha una casa e un lavoro. Nel caso specifico mio, cioè degli studenti universitari stranieri, ha poi sfiorato l’assurdo: a inizio luglio ha minacciato di espellere tutti quelli le cui università avrebbero continuato ad offrire corsi online (e sono moltissime e lo fanno come misura cautelare anti-Covid). Dopo che Harvard e Mit, due università con moltissimi studenti stranieri, hanno minacciato querele, ha però dovuto ritirare il provvedimento. Fortunatamente, poi, a fine luglio la mia categoria di visto è rientrata tra quelle dei viaggiatori che potevano entrare e uscire dal Paese, e ho potuto rimanere due mesi in Italia. Se venisse rieletto è molto probabile che Trump architetterà qualcosa di simile.
Biden viene accusato di essere poco grintoso ma penso che alla fine stia cercando di riuscire a ricucire il Partito Democratico (il leader dell’ala più di sinistra, Bernie Sanders, alla fine ha accettato Biden come candidato, e come lui la combattiva parlamentare Alexandria Ocasio-Cortez).
Ho visto l’ultimo dibattito presidenziale, giovedì scorso, e Biden mi è sembrato più deciso del solito. Sicuramente dice meno bugie e le spara molto meno grosse di Trump, che invece ha preferito attacchi personali per spostare il focus dai fallimenti della sua amministrazione.
Iuri Moscardi
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