Domenica 20 e lunedì 21 settembre c'è il referendum: si vota sulla legge che riduce il numero di deputati (da 630 a 400) e senatori (da 315 a 200).
Il taglio proposto di oltre un terzo dei parlamentari, a fronte di un risparmio irrisorio (lo 0,007% del bilancio statale) metterebbe in pericolo la rappresentanza di interi territori e rischia di eliminare le voci critiche dal Parlamento.
Non ci convince l'idea che questo taglio lineare possa migliorare la qualità dei nostri rappresentanti. Non c'è nessuna connessione tra le due questioni. Anzi, il rischio è proprio quello opposto: diminuendo il numero dei parlamentari aumenta il potere dei partiti politici - spesso incapaci di proporre una classe dirigente preparata, non omologata alle sole logiche del mercato e di un livello adeguato alle presenze attive nella società civile – e dei loro leader, che preferiscono circondarsi da gregari nominati e accondiscendenti, grazie a leggi elettorali dichiarate dalla Consulta incostituzionali.
I numeri smentiscono in modo inequivocabile l’equazione “più parlamentari = meno efficienza”: quello italiano è tra i parlamenti europei che emanano il maggior numero di leggi. Il problema non è la quantità delle norme, ma la qualità scarsa, anche a causa di regolamenti che impediscono un adeguato dibattito parlamentare in nome di sedicenti efficienza e urgenza del governo di turno. Per queste ragioni invitiamo a votare NO, in difesa della partecipazione e della democratica rappresentativa.
mercoledì 16 settembre 2020
Non tagliamo la democrazia!
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