Lunedì 20 novembre alle ore 14 saremo a Ghedi, da dove la Carovana delle donne per il disarmo nucleare si muoverà, contemporaneamente
alle partenze da altri luoghi significativi (Aviano, Livorno, Pisa,
Trieste, Napoli ecc.) dove si trovano basi e porti
nucleari), per confluire a Roma il 10 dicembre davanti al Presidente della
Repubblica, a cui si chiederà di ricevere una delegazione della Carovana.
Il 10 dicembre è una data importante perché quel giorno verrà
consegnato il premio Nobel per la pace 2017 alla Campagna
internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.
Perchè da Ghedi? Perchè è una base militare tristemente famosa in quanto da lì sono decollati i Tornado che
hanno bombardato l’Iraq e l’Afghanistan e hanno partecipato a
“missioni di pace” in molti paesi, fra i quali la Libia, la ex
Jugoslavia e la Siria.
A
Ghedi, inoltre, sono stoccati 20 ordigni nucleari, le famigerate bombe
B61 destinate ad essere presto sostituite dalle maggiormente micidiali
B61/12, più idonee ad essere montate sui nuovi caccia F35.
Bisogna
anche ricordare che la base di Ghedi dovrebbe essere chiusa ai sensi
del trattato di non proliferazione delle armi nucleari, e che uno degli
scopi principali della Carovana è quello di ottenere che l’Italia sottoscriva il
bando delle armi nucleari approvato dall’ONU il 7 luglio 2017.
Di questi tempi l’iniziativa della Carovana
è quanto mai necessaria se guardiamo ai venti di guerra
atomica e ai tanti generali e capi di stato emuli di Stranamore che
predicano soluzioni finali.
La Carovana
delle donne per il disarmo nucleare è sostenuta in Italia da
molte associazioni nonviolente e antimilitariste.
Lunedì l’appuntamento è a Ghedi davanti alla base militare, in via Castenedolo 85, alle ore 14. Interverrà, fra gli altri, Giovanna Pagani, presidente di WILPF (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà).
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