Stasera Bedizzole renderà omaggio al suo scrittore Giorgio Mora con una serata a lui dedicata dal Comune in collaborazione con la Pro Loco, a partire dalle ore 21 nella sala del Vecchio Mulino di via Garibaldi 14.
57 anni, giornalista di lungo corso (in passato, oltre a collaborare a "Bresciaoggi" è stato fra l'altro una firma di testate quali l' "Avanti!", L'Espresso", "l'Unità" nonché direttore per anni a ReteBrescia), Mora è dotato di uno stile agile e brioso che ha già evidenziato in tre opere narrative folgoranti come il romanzo di formazione "Pablo, Parigi e Alba" (Sacco, 2009), "Gimme five" (Serra Tarantola, 2010), rievocazione della fraternità fra cinque amici sul Garda nei primi anni Settanta, e "Che Giro quel Giro" (Gam, 2011), ove racconta i tragicomici accadimenti di una inebriante "corsa rosa" in giro per la penisola, inventata di sana pianta.
Martedì lo scrittore presenterà la sua ultima fatica, i "Due racconti" che Arduino Sacco Editore manda in questi giorni in libreria (134 pagine, 12 euro). Il primo si intitola "La sera in cui la boxe diventò leggenda. "Narra di un epico incontro di boxe - dichiara l'autore - e mi è piaciuto scriverlo perché racconta di un match leggendario e di fantasia, con tante belle persone meritevoli di stima. A me ha fatto ridere mentre lo scrivevo e mi ha messo malinconia, stati d'animo che vorrei provocare in chi avrà voglia di leggerlo".
Si tratta di un testo di stringente affabulazione, dal ritmo ininterrotto, per amanti delle tinte forti, per sanguinari veri, ma anche per sognatori disincantati o quanto meno disposti a mettere in conto finali non sono sempre edificanti. A prendersi a pugni ci sono come leoni rabbiosi due pugili sfortunati a cui la vita è stata resa difficile da persone e situazioni disparate. Dimentichino pure i lettori il Norman Mailer della "Sfida": qui sul ring combattono ripresa dopo ripresa due uomini della strada che la carriera ha trasformato per una serata speciale in formidabili eroi della mitologia greca, in un susseguirsi di colpi di scena contraddistinti da una ironia neanche troppo velata.
Il secondo racconto, "Un uomo, suo malgrado", ripropone creativamente la vexata quaestio dell'antinomia fra amore e morte, ambientando una storia sentimentale all'ultimo stadio in una casa di riposo di una provincia che potrebbe essere la nostra. Sesso da urlo, volontà di non darsi per vinti o riluttanti, elogi alla potenza della carne pronta a erigersi sulle macerie di un’esistenza tormentata che le ha viste un po’ tutte; insomma, un'altra storia tragica che ci fa però comprendere come non sia la morte ad avere l'ultima parola.
La lettura scenica di alcuni passi dei due racconti sarà a cura di Marusca Leali.
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