domenica 23 ottobre 2016

Un referendum per l'acqua bene comune

Considerata la scarsa efficacia pratica delle azioni sin qui intraprese per riportare la gestione dell'acqua potabile sotto il controllo pubblico, nella nostra provincia l'unica strada rimasta sembra essere quella del referendum consultivo.
A tale scopo nei giorni scorsi si è costituito un comitato promotore per fermare qualsiasi forma di privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato e impedire al soggetto affidatario della gestione di cedere qualsiasi quota della sua stessa proprietà a soci diversi dagli enti locali situati sul territorio bresciano.
La creazione di Acque Bresciane srl, società a cui sarà affidata la gestione del servizio idrico in tutti i Comuni bresciani, si pone in contraddizione con la scelta degli italiani, certificata dal referendum del giugno 2011. La nascita della società (i cui fondatori sono Aob2, Sir, Sirmione Servizi e Garda Uno) è il primo passo di un percorso che porterà a una privatizzazione di acquedotti, fognature e depuratori stante la scadenza del 31 dicembre 2018, entro la quale è previsto che Acque Bresciane diventi di proprietà di un socio privato per una quota variabile tra il 40 e il 49%.
Per garantire ai bresciani il diritto a godere dell'acqua pubblica, il referendum può essere richiesto con due possibilità: o raccogliere le firme del 3% dei bresciani aventi diritto al voto (ne servono quindi oltre ventimila) oppure far votare la proposta ad almeno 25 consigli comunali.
Noi a Calcinato siamo già al lavoro!

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