Considerata la scarsa efficacia pratica delle azioni
sin qui intraprese per riportare la gestione dell'acqua potabile
sotto il controllo pubblico, nella nostra provincia l'unica strada
rimasta sembra essere quella del referendum consultivo.
A tale scopo nei giorni scorsi si è costituito un
comitato promotore per fermare qualsiasi forma di privatizzazione
della gestione del servizio idrico integrato e impedire al soggetto
affidatario della gestione di cedere qualsiasi quota della sua stessa
proprietà a soci diversi dagli enti locali situati sul territorio
bresciano.
La creazione di Acque Bresciane srl, società a cui
sarà affidata la gestione del servizio idrico in tutti i Comuni
bresciani, si pone in contraddizione con la scelta degli italiani,
certificata dal referendum del giugno 2011. La nascita della società
(i cui fondatori sono Aob2, Sir, Sirmione Servizi e Garda Uno) è il
primo passo di un percorso che porterà a una privatizzazione di
acquedotti, fognature e depuratori stante la scadenza del 31 dicembre
2018, entro la quale è previsto che Acque Bresciane diventi di
proprietà di un socio privato per una quota variabile tra il 40 e il
49%.
Per garantire ai bresciani il diritto a godere
dell'acqua pubblica, il referendum può essere richiesto con due
possibilità: o raccogliere le firme del 3% dei bresciani aventi
diritto al voto (ne servono quindi oltre ventimila) oppure far votare
la proposta ad almeno 25 consigli comunali.
Noi a Calcinato siamo già al lavoro!
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