sabato 8 ottobre 2016

Dal presidio No Tav in Campagna di Lonato

Circa duecento persone hanno animato oggi pomeriggio in frazione Campagna a Lonato il presidio No Tav. A partire dalle ore 15 nel terreno comunale in via Campagna di sopra, a ridosso del cavalcavia ferroviario, gli ambientalisti hanno esposto le proprie ragioni con mostre e stand informativi, spazi e momenti conviviali, un’area per gli spavenTav e una per il pic nic, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione locale e informarla sul pesante impatto della nuova strada ferrata ad alta velocità.
Mentre i treni passavano insolitamente lenti e radi, il vivace pomeriggio ha coinvolti partecipanti di almeno quattro provincie: oltre che dalla nostra c’erano delegazioni mantovane, veronesi e cremonesi.
A riassumere i contenuti della vivace mobilitazione Fiorenzo Bertocchi, volto storico del movimento No Tav bresciano.
“Al contrario di quanto si possa pensare – ha detto – il progetto del Tav è già fallito. Doveva unire Milano e Venezia con pochissime fermate e invece in 20 anni si è fatto tutt’altro, con numerose fermate, e quella di Brescia si può definire a media velocità”.
“Lo shunt nella campagna fra Calcinatello e Vighizzolo – ha sottolineato – sembra essere stato accantonato definitivamente. Siamo in piena crisi economica e il bilancio delle tratte già in funzione è negativo, come nel caso della Torino-Milano che presenta ingenti perdite nella gestione. A questo punto è opportuno abbandonare le pulsioni propagandistiche e dare concrete risposte alla domande di mobilità sui brevi tratti percorsi dalla nostra gente - pendolari studenti e lavoratori – riattivando le stazioni che costellano la linea Brescia-Verona, frettolosamente disabilitate negli scorsi anni: migliorare queste strutture e i loro binari è possibile grazie all’evoluzione tecnologica e contribuirebbe a dirottare su rotaia il trasporto su gomma, fonte di problematiche gravose in termini di inquinamento e viabilità”.
“Nel sostenere il percorso giuridico che entro il 19 ottobre ci porterà a presentare un secondo ricorso collettivo al Tar – ha informato – proseguiamo con fermezza la nostra azione di informazione e diamo appuntamento a tutti coloro che intendono esprimere la propria protesta per il 10 dicembre, quando il premier Renzi sarà in città a inaugurare la tratta Brescia-Treviglio di questa opera inutile, dannosa e costosa”.
In seguito Annalisa Baldrati ha condotto una visita guidata poche centinaia di metri più in là, sull’area che, stando al progetto attualmente sul tappeto, dovrebbe essere cantierizzata per circa 17mila e 600 mq, con la realizzazione di una galleria che da qui giungerà sino a Desenzano a una profondità media di 40 metri e con cunicoli a doppia canna, il potenziamento della linea ad alta tensione fino a 130mila volt (che dovrebbe partire in traliccio dalla località Fornaci e finire all’ingresso della galleria, tagliando trasversalmente le campagne, con una zona di rispetto di circa 200 metri) e un nuovo, imponente, cavalcavia due o tre volte più grande di quello attuale, per consentire il passaggio dei mezzi per realizzare l’opera. 
Al ritorno sull’area del presidio il dibattito è continuato in gruppi e capannelli fino all’imbrunire.

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