Biblioteca, dopo la nomina del presidente Albino Orsato operata preventivamente dal sindaco Marika Legati interrompendo una prassi invalsa in paese dal lontano 1971, anno di fondazione dell’ente culturale.
Nei giorni scorsi le due dissidenti hanno
scritto all’assessore alla cultura Nicoletta Maestri una missiva infuocata
nella quale “in qualità di rappresentanti consiliari di minoranza e degli
utenti” comunicano “di non voler più far parte della Commissione Biblioteca”.
“Ribadiamo la nostra assoluta impossibilità
nel tentativo di comprendere le logiche operative, nonché la legittimità di
quanto avvenuto” sostengono. E chiedono: “Perché non procedere con una
legittima votazione tra i membri come sempre avvenuto nonostante il ‘silenzio
delle norme’? Quale effettivo ostacolo avrebbe comportato questo? Appellarsi a
norme tirate per i capelli o chiamate in causa ex novo nel tentativo di (mal)celare una palese strumentalizzazione
politica è inaccettabile”.
“In ultima analisi - concludono - non vogliamo
offrire il nostro tempo ed impegno all’interno di una realtà inaugurata da un
fatto così troppo distante dalla nostra coscienza civile”.
Albino Orsato, noto
in paese come presentatore di molte manifestazioni promosse
dall’amministrazione comunale, candidatosi nello scorso maggio con la lista
vincitrice,“Insieme per la libertà”, non risultò eletto a maggio in consiglio
comunale. Il primo cittadino aveva comunicato per lettera la propria decisione
all’assessore e ai componenti della commissione, affermando poi di “aver
applicato il criterio adottato nel regolamento delle commissioni
assessorili". Ma quella della biblioteca non è fra le commissioni
assessorili e quindi la nomina preventiva di un presidente, imposta senza
sottoporla al voto come è sempre accaduto, ha innescato una controversia che
registra ora questo inatteso colpo di scena.
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