sabato 27 febbraio 2010

L'AMIANTO NELLA BRUGHIERA




Giovedì si è tenuta a Milano una conferenza dei servizi, cui ha partecipato anche il Comune di Calcinato [di cui non si è fatta comunicazione alla minoranza.. ], sul progetto della ditta Aspireco per un impianto di smaltimento amianto.
In Lombardia attualmente mancano siti di stoccaggio, tanto da dover ricorrere a strutture localizzate in regione Veneto. La litania è sempre la solita: non si è forse oltrepassato il limite di rifiuti depositati nella zona della Brughiera? Ed ancora, non è forse il caso di strutturare un piano di gestione del territorio intercomunale di Calcinato, Montichiari, Castenedolo, Ghedi e limitrofi?

qui sotto riportiamo alcuni articoli di giornale, con osservazioni di Legambiente Montichiari e Medicina Democratica



Fioccano osservazioni in Regione contro l’impianto progettato da Aspireco srl a Montichiari per l’inertizzazione di 240mila tonnellate/anno di amianto. Le più pesanti e dettagliate sono quelle del circolo locale di Legambiente, che ha affidato l’incarico a Marco Caldiroli di Medicina Democratica (già estensore delle osservazioni contro la centrale di Offlaga). Si aggiungono quelle dell’associazione castenedolese «La collina dei castagni» e quelle di un privato cittadino (proprietario della cascina Pasqua) che ha affidato lo studio al prof. Zanoni. Per tutti l’impianto sarebbe la «goccia che fa traboccare il vaso» in un territorio già devastato da una decina di discariche, che ha smaltito la bellezza di 10milioni di tonnellate di rifiuti. Un territorio su cui sono in fase di autorizzazione altre 4 discariche (una per l’amianto da 960mila mc); territorio oppresso dal traffico giornaliero di migliaia di veicoli, che vedrà passare anche la Tav (alta velocità) e la realizzazione di altri milioni di metri quadrati di cemento (centri commerciali e logistici, nuovi capannoni). Tutti sono d’accordo nel sostenere che, con l’impianto e la discarica Ecoeternit a Montichiari, si smaltirebbe in 10 anni la gran parte dell’amianto lombardo (2,7 milioni la stima). Inquietanti e dettagliatissime le osservazioni inviate alla Regione dal dottor Caldiroli (che ha elaborato i dati ufficiali presentati dall’ Aspireco): oltre a confutare nel dettaglio i dati, arriva al nocciolo della questione: il forno per vetrificare l’amianto emetterebbe una quantità spropositata di diossine. «Il limite di emissione per l’amianto (media giornaliera) sarebbe di 0,01 mg/Nmc ovvero 200 fibre/litro ma, dato ancor più preoccupante e inspiegabile, è un limite per le diossine di ben 0,01 mg/Nmc, ovvero un milione di volte superiore al limite applicato per l’incenerimento dei rifiuti (0,1 nanog/mc). L’incredibile dato sulle diossine è confermato dalla tabella E.1 dello Studio impatto ambientale (p. 72–p. 38 della relazione AIA) nella quale il proponente, come nulla fosse, stima una emissione permessa nelle condizioni di emissione dell’impianto proposto (emissioni E1 ed E2, per complessivi tre forni, compreso l’impianto mobile che diventa fisso) di ben 27,65 kg di diossine/anno. Ma anche i 2,76 kg/anno di amianto emesso non sono certamente ininfluenti».
Medicina Democratica poi denuncia sulle Via: «Appare ai più evidente come i pareri Via sui nuovi impianti per rifiuti nell’area vengano continuamente rilasciati in assenza di studi completi e indipendenti, che verifichino l’impatto sulla salute e sull’ambiente delle numerose discariche già esistenti». Inoltre non più rinviabile la necessità di introdurre un’ analisi effettiva degli impatti cumulativi nella Via.
IL REGNO DELLE DISCARICHE.L’associazione Collina dei Castagni e Legambiente insistono invece sulla devastazione già perpetrata: a Montichiari sono presenti «Cava Verde» di Asm (rifiuti urbani per 3.530.000 mc aperta fino al 2011); Vals.Eco 1 (speciali e tossico-nocivi, 1.805 mila mc, in esaurimento), Vals.Eco 2 (speciali e tossico-nocivi, 950.000 mc). Risultano esaurite la «Monti.Ri.Am. 1» (746.000 mc), «Monti.Ri.Am. 2» (300.000 mc), la «Pulimetal» (2.091.057 mc), «Se.Ac 1» (75.124 mc) e «Se.Ac 2» (100 mila mc). In avanzata fase di definizione le richieste Gedit (960.000 mc, la Regione ha già espresso parere favorevole alla Via), Ecoeternit (960.000 mc, Via regionale), Bernardelli inerti (871.000 mc, Via regionale favorevole), Cava verde 2 Montichiariambiente (2 milioni di mc) e la domanda di Aprica Brescia per la realizzazione di un impianto di recupero ceneri pesanti da termoutilizzatore, con capacità di lavorazione di 250.000 t/anno. Infine le discariche presenti (e future) di Calcinato e Castenedolo.

[P. Gorlani - Bresciaoggi - novembre 2009]



Nella nostra provincia ci sono 500mila metri cubi d'amianto da smaltire entro il 2015. Equivalgono alla volumetria totale di Crystal Palace insieme. E riguarderebbero solamente le coperture, visto che le cifre sono state desunte dal telerilevamento effettuato dal Pral (piano regionale amianto Lombardia): vanno aggiunti le quantità interne, quali le coibentazioni e le strutture antirumore. Dati davvero inquietanti, forniti dall'assessore provinciale all'Ambiente Stefano Dotti nell'ultimo consiglio provinciale, rispondendo ad una interrogazione scritta dell'opposizione del Pd. Ma c'è un altro dato preoccupante: la nostra provincia si candida a diventare la pattumiera d'amianto della Lombardia, visto che al Pirellone sono piovute richieste di discariche per un totale di oltre 3 milioni di metri cubi. Autorizzata al momento c'è solo la discarica di via Brocchi in città (80mila mq), che nel 2007 aveva ottenuto il via libera sia di Comune (dell'allora sindaco Corsini) sia della Provincia (allora l'assessore all'Ambiente era Enrico Mattinzoli).
C'è poi la Ecoeternit srl di Montichiari (960 mila mc di cui 605mila contenenti amianto) che ha già ottenuto la Valutazione d'impatto ambientale (Via) favorevole il 10 febbraio: piccolo particolare l'area è ancora sotto sequestro della magistratura perché già si smaltivano illecitamente rifiuti inerti, ancor prima di avere l'autorizzazione. C'è poi la cerca srl di Travagliato, località Madonna Valverde (435mila mc) che ha già incassato il 10 luglio un decreto Via positivo e adesso si avvia la fase di Aia (autorizzazione integrata ambientale), che fa capo alla Provincia. Non è finita: resta il rebus della Profacta spa di Cazzago (2milioni di mc): fino ad aprile 2009 risultava l'iter «discarica monorifiuto cemento-amianto» a settembre viene catalogata come «speciali non pericolosi». Dulcis in fundo: l'Aspireco srl di Gavardo ha iniziato l'iter in Regione per realizzare a Vighizzolo di Montichiari un impianto sperimentale per la trasformazione cristallochimica dell'amianto (240mila tonnellate l'anno): le emissioni di micro fibre di amianto in uscita dai camini dell'impianto saranno abbondantemente sotto i limiti di legge (0,0003 microgrammi di amianto per metro cubo d'aria a fronte di un limite di legge di 0,01). Ma per quanto le limitate, sarebbero l'ennesimo tassello grigio in un quadro ambientale della Bassa non certo roseo.
Risale al 31 agosto un'interrogazione dei consiglieri provinciali Pd al presidente della Provincia Daniele Molgora per chiedere alla Regione «il blocco delle autorizzazioni in corso, proprio perché la nostra provincia verrebbe ad essere la patria dello smaltimento di amianto lombardo e italiano». Chiedeva anche un piano programmatico serio a livello regionale, con una Via regionale e un forte richiamo ai principi dell'autosufficienza provinciale. Ovvero: Brescia si smaltisce i suoi 500mila mc, le altre province lombarde smaltiranno i loro. Chiara la risposta dell'assessore provinciale Dotti: la Regione per quanto riguarda i rifiuti speciali ha delle regole pianificatorie alle quali ci si deve attenere. Inoltre «la circolazione dei rifiuti speciali nella Ue è tendenzialmente libera» anche se una grossa fetta dei quantitativi previsti per lo smaltimento proverrà dalla nostra provincia. Infine per l'assessore è da valutare positivamente il fatto che si tolga amianto dai tetti delle case e delle fabbriche, diminuendo il rischio di inquinamento: «le molteplici attività poste in essere dalle varie strutture coinvolte nel Piano regionale amianto siano da valutare in termini positivi: a fronte di un incremento delle quantità di rifiuti di amianto rimossi ogni anno vi è un giudizio assolutamente rassicurante degli organismi preposti al monitoraggio della concentrazione di fibre d'amianto aerodisperse che valutano basso il rischio per la popolazione». Ultima nota: l'assessore vede di buon occhio l'impianto sperimentale per la vetrificazione dell'amianto, che – quando in funzione – potrebbe rendere superflue l'apertura delle discariche.

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