venerdì 24 agosto 2018

Ventisette scheletrini


Sulla tragica vicenda della nave Diciotti (tuttora in corso) pubblichiamo questa testimonianza - tratta da Huffington Post di ieri - dedicandola alla memoria di Simone Weil, morta di stenti 75 anni fa ad Ashford, nel Kent. 



Nave Diciotti, il racconto della volontaria di Terre Des Hommes: "Accolti 27 scheletrini, perché tanto odio?"

"Abbiamo accolto ventisette scheletrini, il più magro sarà stato un po' più basso di me e sarà pesato una trentina di chili, la gamba con lo stesso diametro del mio polso. Abbiamo accolto ventisette scheletrini, uno era tutto e solo orecchie. Abbiamo accolto ventisette scheletrini, uno non riusciva a camminare perché era pieno di dolori. Abbiamo accolto ventisette scheletrini, tre avevano delle bende lerce al polso, al piede e al braccio sparato. Abbiamo accolto ventisette scheletrini, comprese due splendide fanciulle". È la testimonianza di un'operatrice - pubblicata da Terre des Hommes - presente ieri sera al porto di Catania allo sbarco dei ventisette minori dalla nave Diciotti.
"Mentre li guardavo, seduti a terra e delimitati da transenne, mi sentivo la ricca e bianca signora europea che si reca la domenica pomeriggio allo zoo umano, così, per vedere l'effetto che fa", prosegue. "Il mio è un lavoro fatto di parole, come gli essere umani - spiega l'operatrice di Terre des Hommes -. Ieri sera eravamo in grosse difficoltà con la lingua, i fanciulli erano tutti eritrei tranne una ragazzina somala. Il mediatore non era potuto essere presente. A volte non restava che guardarci, domandarci con gli occhi 'Ma quindi come va, come ti senti?'. 'Ma tu chi sei? Perché mi guardi? Che vorresti dirmi?'".
"E mentre ci scambiavamo questi sguardi - conclude - io pensavo, a dispetto della incredibile magrezza, della scabbia, delle orecchie a sventola, dei capelli arruffati di salsedine, delle bende lerce, del braccio sparato... pensavo che erano proprio belli. Mi ripetevo questo, 'Che belli che siete', e posso solo immaginare la mia faccia inebetita di fronte a tanta resilienza e, soprattutto, al permanere della capacità di fidarsi dell'altro".

1 commento:

  1. Ricordiamo che molti dei profughi tuttora sequestrati sulla nave Diciotti sono obiettori di coscienza eritrei, renitenti alla leva o disertori che fuggono da un Paese dove il servizio militare è obbligatorio a tempo indeterminato, per uomini e donne, e inizia nei due anni finali della scuola superiore, che si trova in un campo militare.
    L'Unione Europea riconosce il diritto all'obiezione di coscienza e la Costituzione italiana riconosce il diritto d'asilo per casi come questi. Quindi quei giovani hanno fatto bene a fuggire e hanno tutto il diritto ad essere accolti e tutelati.
    Movimento Nonviolento

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