Capaci il volume "Ad populum. Parlare alla pancia: retorica del populismo in Europa", che raccoglie una serie di autorevoli contributi sui più diversi uomini politici - da Renzi a Berlusconi, da Prodi a Grillo - inaugurando la collana "Retorica Argomentazione Linguistica" delle edizioni I libri di Emil (264 pagine, 18 euro). Di seguito Giuditta ci parla di questo libro.
Non
credo che si possa stabilire la paternità di Ad populum in modo univoco,
ma se devo trovarne l'anima ispiratrice non posso che pensare al professor
Bruno Capaci. Era il settembre 2014 e mi ricordo il timore reverenziale con cui
io e Luca Ferrero siamo entrati in quel primo seminario a porte chiuse,
invitati dal nostro relatore di tesi, professor Capaci, settecentista e allora
docente di Metrica e Retorica e Dialettologia all'Università di Bologna. Non
capivamo bene la nostra posizione in queste videoconferenze seminariali, che si
tenevano nel luogo simbolico dell'ex ufficio di Ezio Raimondi, in collegamento
video con altri due dottorandi di Grenoble, Federica Greco e Francesco Bonelli,
e con la comparatista e direttrice della rivista Enthymema Stefania
Sini. L'elemento in comune che avevano i nostri studi era la retorica, e
precisamente quella che nei manuali viene definita di genere “deliberativo”: in
breve, la retorica politica. Luca Ferrero aveva la sua massiccia ricerca di
tesi sui discorsi della crisi economica in Italia, io un capitolo di tesi
sull'analisi retorica e argomentativa del blog di Beppe Grillo. La retorica,
occorre fare una precisazione, è tutto ciò che riguarda il discorso: il suo
contesto, il suo pubblico, ma anche il contenuto dell'orazione, con le figure
retoriche, i picchi di voce dell'oratore, le pause, qualsiasi altro elemento che
possa risultare ricorsivo e “già visto”, quindi costituire una categoria.
L'argomentazione invece è quella parte della retorica che, come voleva
Aristotele, si applica al “logos”, ovvero il contenuto, spogliato degli appelli
alle emozioni (pathos), o alle richieste di fiducia personale (ethos), o
qualsiasi altro elemento non prettamente razionale. È una definizione
ovviamente larga, ed è legittimo pensare che qualsiasi analisi argomentativa di
discorso politico celi una faziosità. Non è così solo se ci si attiene
onestamente agli strumenti della logica argomentativa che una lunga tradizione
ci ha consegnato.
Il
progetto è proseguito e si focalizzato
su un fenomeno che fino a pochi anni fa sconcertava gli opinionisti politici di
diversi colori: i cosiddetti “populismi”.
Da
quel primo video-seminario nasce una rete di collaborazioni. Comprendere
l'attualità politica attraverso gli occhi della critica sembrava interessare
molti esperti delle discipline più disparate. Nel 2015 si tiene a Bologna il
seminario “Passioni e persuasione: l'insostenibile leggerezza del discorso
politico in Europa”, che vede una partecipazione attiva e interessata della
cittadinanza bolognese, studenti e docenti.
Quindi,
mi viene chiesto dal comitato scientifico del volume Ad populum, che nel
frattempo si era formato, di scrivere un capitolo continuando la mia ricerca
sulle strategie comunicative dei blog, e sulla retorica scritta di Beppe
Grillo. Poi, grazie all'interessamento di Fabrizio Podda, direttore editoriale
de I Libri di Emil, il volume può inaugurare una collana, “retorica
argomentazione linguistica”.
Il
progetto è ambizioso, lungimirante e in continua evoluzione, come lo sono i
suoi oggetti, l'attualità politica e la lingua. Gli strumenti per evitarci di
incorrere negli argomenti “ad populum” li possediamo, consegnati ai manuali di
logica e retorica. Non è che questo volume tenti solo di innalzare la sua voce
critica in mezzo alle molte, di restituire autonomia di giudizio scremando il
più possibile dal consenso che può sorgere di fronte ai discorsi “di pancia”. Diciamo, la retorica prevede e anzi gioisce del discorso di pancia. Ma, prima
di tutto, lo riconosce.
Giuditta Spassini
Giuditta Spassini
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