giovedì 19 maggio 2016

No Tav: sul Garda la lotta continua

Le problematiche che porterà al territorio di Lonato del Garda il passaggio della nuova linea ferroviaria ad alta velocità mercoledì scorso sono state illustrate nel corso dell'assemblea organizzata dal coordinamento No Tav Brescia-Verona e dai tre portavoce del Comitato No Tav locale Eraldo Cavagnini, Giovanni Contiero e Danilo Zeni - nella sala del centro sportivo della frazione Campagna. 
Stando al progetto definitivo attualmente sul tappeto per la tratta Brescia-Verona – hanno detto - una lunga e ampia galleria partirà proprio dalla frazione Campagna e giungerà sino al territorio di Desenzano del Garda, a una profondità media di 40 metri e con cunicoli a doppia canna. Questa galleria costerà 700 milioni di euro, praticamente 100 milioni al chilometro, con un’area di cantiere che occuperà circa 170 mila mq. E tutto ciò mentre si trascura da tempo la viabilità di collegamento di questa frazione”. 
E' previsto poi “il potenziamento della linea ad alta tensione, fino a 130mila volt, che dovrebbe partire in traliccio dalla località Fornaci, dalle parti della mulitisala King, e finire all’ingresso della galleria, tagliando trasversalmente le nostre campagne, con una zona di rispetto di circa 200 metri. Sono decine gli agricoltori proprietari di fondi interessati dalle servitù da elettrodotto per la presenza dei plinti sul tracciato; ricordiamo che la direttiva comunitaria (già recepita in Trentino) è che le linee non devono più essere aeree ma solo interrate, dal momento che l'elettromagnetismo causerà nel tempo danni alla salute dei cittadini”.
Inoltre – hanno sottolineato i No Tav - la zona di cantiere in frazione Campagna dovrebbe vedere la costruzione di un nuovo, imponente, cavalcavia due o tre volte più grande di quello attuale, per consentire il passaggio dei mezzi per realizzare l’opera”.
In sala erano presenti diversi consiglieri del Movimento 5 Stelle e delle liste civiche Ritrovo Lonato e Bene Comune di Calcinato. 
Per fermare l'avvio dei cantieri – preannunciato a più riprese dal minstro Graziano Delrio per la fine dell'anno – i No Tav puntano anche sul ricorso al Tar contro il decreto 50, con il quale il 22 febbraio scorso il Ministero dell’Ambiente determinava la positiva conclusione dell’istruttoria di verifica di ottemperanza del progetto definitivo del lotto funzionale Brescia–Verona della linea ad alta velocità alle prescrizioni poste con il progetto preliminare. Il movimento configura una serie di vizi e lacune che contemplerebbero, secondo Marina Beatini che è intervenuta nella seconda parte della serata: “la violazione dei trattati europei in materia di appalti, libertà di stabilimento, libera prestazione di servizi, divieto di restrizioni del movimento di capitali; la richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia della Ue per violazione delle norme sull'affidamento dei lavori pubblici; la mancata o tardiva sottoposizione del piano generale dei trasporti e quindi del progetto alta velocità alla Valutazione di Impatto Ambientale; la mancata conformità del progetto definitivo a numerose prescrizioni del Cipe imposte con il progetto preliminare approvato nel 2003; la compromissione del laghetto del Frassino, oasi naturalistica di elevata importanza e sito Unesco, il quale rischia il prosciugamento a causa dei lavori in galleria; la mancata valutazione delle prescrizioni imposte dalla Commissione per la valutazione d'impatto ambientale”.
E domenica 22 maggio i No Tav sul Garda ridiscenderanno in piazza con una biciclettata che partirà alle ore 15 dal piazzale delle piscine comunali di Desenzano per arrivare alla torre di San Martino della Battaglia, attraversando i territori interessati da questa nuova grande opera pubblica.

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