Il Coordinamento
No Tav Brescia-Verona ha promosso un ricorso al Tar collettivo
impugnando il decreto n. 50 del 22/02/2016. Questa azione collettiva
ha avuto l'adesione, oltre che del Coordinamento No Tav
Brescia-Verona, di più di 50 soggetti tra Associazioni, Aziende,
Privati Cittadini ed Enti Religiosi aventi sede nazionale o nei
comuni bresciani e veronesi interessati. Le Associazioni aderenti
sono: Comitato Cittadini di Calcinato, Comitato Castelnuovo Futura,
Comitato Parco delle Colline Moreniche del Garda, Legambiente Onlus –
associazione nazionale, Medicina Democratica-movimento di lotta per
la salute onlus, Consorzio delle Colline Moreniche del Garda, Terra
Viva Verona. Ha aderito tra gli enti locali il Comune di Medole e tra
i soggetti a carattere religioso l'Istituto Don Calabria di Verona.
Con il decreto
n. 50 del 22/02/2016 il Ministero dell’Ambiente ha determinato la
positiva conclusione dell’istruttoria di verifica di ottemperanza
del progetto definitivo del lotto funzionale Brescia – Verona della
linea AV/AC tratto Milano – Verona alle prescrizioni poste con il
progetto preliminare approvato dal CIPE con delibera n. 120/2003. In
sostanza, il Ministero ha dato il via libera al CIPE per
l’approvazione del progetto definitivo e per la dichiarazione di
pubblica utilità dell’opera che consentirà l’espropriazione
delle aree interessate dal tracciato.
Il decreto n.
50/2016, pur rappresentando un atto inserito nel procedimento che si
concluderà con l’approvazione del progetto definitivo, ha una sua
autonomia e può essere impugnato davanti al Giudice Amministrativo.
Il decreto
50/2016 presenta gravi vizi e lacune che si possono far valere in
sede processuale e come Coordinamento No Tav Brescia-Verona riteniamo
che ogni azione legale vada intrapresa per tentare di fermare
un'opera che non presenta alcuna utilità per il nostro territorio e
che creerà gravi danni all'economia locale, al turismo e alla vita
quotidiana di tutti gli abitanti.
I vizi sollevati
con il ricorso sono, in estrema sintesi, i seguenti:
1) violazione
dei trattati europei in materia di appalti: libertà di stabilimento,
libera prestazione di servizi, divieto di restrizioni del movimento
di capitali;
2) richiesta di
rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia della Comunità Europea
per violazione delle norme sull'affidamento dei lavori pubblici;
3) mancata o
tardiva sottoposizione del piano generale dei trasporti e quindi del
progetto alta velocità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VAS);
4) assenza,
nella Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), della valutazione
dell'opzione zero (utilizzare, migliorandola, la struttura ferroviara
esistente) o di opzioni alternative;
5) mancata
conformità del progetto definitivo a numerose prescrizioni del CIPE
imposte con il progetto preliminare approvato nel 2003;
6)
compromissione del Laghetto del Frassino, oasi naturalistica di
elevata importanza e sito UNESCO, il quale rischia il prosciugamento
a causa dei lavori in galleria.
7) mancata
analisi dei rapporti costi-benefici;
8) richiesta di
dichiarare costituzionalmente illegittimo il decreto legge n.
133/2008 (decreto Berlusconi che ha revocato la revoca delle
concessioni ai general contractors disposta dal governo Prodi)
9) mancata
valutazione delle prescrizioni imposte dalla Commissione VIA
(valutazione impatto ambientale);
10) nullità del
contratto intercorrente tra Rete Ferroviaria Italiana e general
contractor per contrarietà a norme imperative, quali sono le norme
sull'affidamento mediante gara d'appalto.
Anche sette
Comuni ed il Consorzio del Lugana hanno depositato ricorso al Tar
impugnando lo stesos provvedimento. Riteniamo che ciò sia avvenuto
anche grazie alla positiva spinta dei movimenti No Tav che da anni
svolgono attività informativa sui nostri territori. Pensiamo sia
vergognoso che la stragrande maggioranza dei comuni bresciani non
abbia fatto lo stesso: sarà impossibile per loro dimostrare ai
propri cittadini che hanno fatto tutto il possibile per difendere le
loro comunità locali e questo noi glielo ricorderemo puntualmente.
Riteniamo
inoltre che, al di là del risultato giuridico di questo ricorso, che
sappiamo essere esposto a pressioni politiche ed economiche
fortissime, debba essere considerato l'enorme risultato politico: per
la prima volta si è creato un fronte comune compatto di enti locali,
consorzi, associazioni e privati che HANNO DETTO UN CHIARO NO a
quest'opera inutile, devastante e costosissima. Un treno definito ad
"alta velocità" quando sappiamo benissimo che per
questioni meramente tecniche non raggiungerà mai i 300 chilometri
orari (per distanze brevi tra una stazione e l'altra e tempi
insufficienti di accelerazione e frenata); quando sappiamo benissimo
che l'Unione Europea (v. direttiva europea per l'alta velocità), non
ci ha mai imposto l'alta velocità e che il corridoio ferroviario
richiesto C'E' GIA' ed è la linea storica esistente la quale, con un
adeguamento tecnologico (Sistema Controllo Marcia Treno SCMT)
potrebbe supportare fino a 130-150 treni in più e sulla quale GIA'
VIAGGIANO la Freccia Rossa e Italo.
Il Ministro
Delrio, ieri in tour nel bresciano, ha dichiarato che i cantieri
partiranno entro il 2016. Lo dichiarò anche il suo predecessore
Lupi, che dovevano partire nel 2014, e sappiamo com'è andata a
finire. Noi, contestandolo in due presidi, a Padenghe e a
Castenedolo, gli abbiamo ribadito la nostra contrarietà. Gli abbiamo
consegnato anche una copia del ricorso, chiedendogli di valutare se
sia sensato continuare su questa strada quando la comunità locale è
fortemente contraria. Se vuole riprendere il dialogo con la comunità
locale, come ci ha detto, lo deve fare partendo dall'opzione zero,
mai valutata nell'iter procedurale, non dall'obbiettivo di ridurre
l'impatto di questo progetto, obbiettivo impossibile, salvo che i
treni non si mettano a volare. Noi di certo non staremo a guardare
mentre distruggeranno il nostro già martoriato territorio.
Continueremo le nostre attività informative, di piazza e legali,
guardando in quest'ultimo caso all'Europa. Arrivederci alla prossima
puntata, ministro!
Per ogni
contatto: 3334696961 – info@notavbs.org
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